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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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Port-Cros e altre minori) (Francia sud-orientale), in poche località <strong>della</strong> Liguria<br />

centrale e orientale (introdotto?), nelle Isole del Tino e del Tinetto (La Spezia),<br />

in numerose isole e isolette dell’Arcipelago Toscano, in alcune stazioni costiere<br />

<strong>della</strong> Toscana, in Sardegna e in Corsica (comprese molte loro isole satelliti) e in<br />

tre isole <strong>della</strong> Tunisia settentrionale (Aguglia, Galitone e Cani Maggiore). In Corsica<br />

è stato osservato fino a 1510 m di altezza (Delaugerre, 1992), ma in genere<br />

è più frequente a bassa e media quota.<br />

Distribuzione italiana - Come già detto, in Italia questa specie è presente in<br />

alcune località insulari e costiere <strong>della</strong> Liguria, in Sardegna e varie isole satelliti,<br />

in poche stazioni costiere toscane nelle province di Livorno e Grosseto (Vanni &<br />

lanza, 1978 e 1982; Delaugerre, 1981) e in gran parte delle isole e isolette dell’Arcipelago<br />

Toscano (Vanni & lanza, 1978 e 1982); fra le isole toscane maggiori<br />

sembra assente solo a Gorgona.<br />

Distribuzione in Toscana - La distribuzione <strong>toscana</strong> del tarantolino è già stata<br />

riportata a proposito di quella generale e italiana. Le particelle U.T.M. in cui la<br />

specie è stata finora accertata sono 23 (10 dati dal 1985 in poi, 9 fino al 1984<br />

e 4 solo bibliografici) sulle 306 regionali (7,5%). Le quote delle località di osservazione<br />

sono comprese fra il livello del mare e circa 370 m (Monte Rucitello,<br />

Isola di Capraia). In letteratura è citato anche di Monte Massoncello (Livorno),<br />

ma non esistono al riguardo né reperti museali né osservazioni documentate.<br />

Copertura buona, presumibilmente quasi completa; da ricercare in altre stazioni<br />

costiere <strong>della</strong> Toscana continentale e da riconfermare con dati attuali in alcune<br />

zone insulari.<br />

Note ecologiche e biologiche - Abita preferibilmente gli ambienti rocciosi naturali,<br />

dove trova rifugio più che altro nelle spaccature e sotto gli strati parzialmente<br />

distaccati, ma si trova anche presso le costruzioni umane, soprattutto se<br />

abbandonate o poco frequentate; è pure rinvenibile sotto le pietre e i mucchi di<br />

vegetali secchi, nei muretti a secco, sotto l’intonaco <strong>dei</strong> muri e talora -nelle aree<br />

boscate- sotto le cortecce <strong>degli</strong> alberi. Fra i gechi presenti in Toscana è forse il<br />

più strettamente notturno. Nelle località costiere e insulari l’attività è pressoché<br />

continua, mentre in quelle di maggior quota essa può subire una pausa invernale<br />

di più mesi. La maturità sessuale è raggiunta verso il terzo anno di vita. Fra<br />

la seconda parte <strong>della</strong> primavera e l’inizio dell’estate ciascuna femmina depone<br />

2 o 3 uova sub-sferiche, di circa un cm di diametro e con il guscio biancastro,<br />

calcarizzato ma assai sottile; le uova sono in genere nascoste sotto le pietre o le<br />

cortecce <strong>degli</strong> alberi, nelle spaccature rocciose, nei muri a secco ecc.. La schiusa,<br />

a seconda delle condizioni termo-igrometriche, avviene dopo 2-3 mesi; i<br />

neonati misurano in media attorno a 3 cm. Si nutre soprattutto di Artropodi<br />

terrestri, ma la dieta è talora integrata con sostanze vegetali, quali germogli,<br />

foglioline e piccole bacche. I predatori sono rappresentati più che altro dai Serpenti<br />

simpatrici con la specie e da alcuni Mammiferi e Uccelli, carnivori o a dieta<br />

opportunista.<br />

Status, conservazione e cause di minaccia in Toscana - Il tipo di ambienti<br />

frequentati e i costumi in prevalenza notturni rendono piuttosto difficoltosa<br />

l’osservazione <strong>della</strong> specie in natura, per cui la sua consistenza popolazionale<br />

è, almeno in alcuni casi, sicuramente sottostimata. In linea generale, nell’Arcipelago<br />

Toscano, il tarantolino risulta comunque meno frequente e più localiz-

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