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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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collega il carapace al piastrone, infine, sono solitamente 4 nella tartaruga verde<br />

e 3 nella caretta.<br />

Distribuzione generale - Come la tartaruga caretta, è presente in tutti gli<br />

oceani e mari tropicali e sub-tropicali. Nel Mediterraneo orientale sono segnalati<br />

anche alcuni siti di nidificazione.<br />

Distribuzione italiana - Si tratta di una specie rara e di comparsa accidentale e<br />

irregolare nelle acque italiane e mediterranee occidentali; tuttavia essa vi è forse<br />

più frequente di quanto finora noto, per possibili confusioni con la simile e più<br />

comune tartaruga caretta.<br />

Distribuzione in Toscana - I dati relativi alla presenza di questa specie nelle<br />

acque toscane sono assai limitati, trattandosi, come già detto, di una specie<br />

alquanto rara e di presenza sporadica in tutti i mari italiani. Gli unici due reperti<br />

recenti documentati si riferiscono al mare antistante Livorno (19.VI.2000) e a<br />

Chiarone (Grosseto; 15.X.2001) e riguardano rispettivamente un giovane e un<br />

neonato trovati appena morti (centro stuDi cetacei, 2001b e 2004). Le particelle<br />

U.T.M. in cui la specie è stata finora accertata sono 2 (1 dato dal 1985 in poi e 1<br />

bibliografico) sulle 306 regionali (0,7%); in letteratura è ricordata genericamente<br />

anche delle acque dell’Isola di Giannutri (Grosseto). Tutti i dati si riferiscono<br />

ovviamente al livello del mare.<br />

Note ecologiche e biologiche - La biologia di questa specie è abbastanza<br />

vicina a quella <strong>della</strong> tartaruga caretta. Le migrazioni dai siti di alimentazione a<br />

quelli di accoppiamento e di riproduzione sono ancor più rilevanti che in quest’ultima<br />

e talora comportano spostamenti di oltre 1000-2000 km. In natura la<br />

maturità sessuale è raggiunta a 18-27 anni. L’accoppiamento ha luogo in prossimità<br />

delle aree di nidificazione. Ciascuna femmina, ogni 2-4 anni, depone in<br />

media un centinaio di uova (da 50 a 200), con il guscio bianco e abbastanza<br />

molle e del diametro di 40-50 mm, in buche <strong>della</strong> profondità di 60-80 cm<br />

appositamente scavate in prossimità <strong>della</strong> battigia; in ciascuna stagione riproduttiva<br />

le deposizioni, più o meno regolarmente intervallate, si ripetono 2-7<br />

volte. L’incubazione dura di solito 1-2 mesi, a seconda delle condizioni termoigrometriche<br />

del luogo di deposizione. A differenza di quanto avviene nelle altre<br />

tartarughe marine, talora anche i maschi escono dall’acqua, per termoregolarsi<br />

al sole sulla spiaggia. Gli adulti si nutrono soprattutto di vegetali (Fanerogame<br />

marine e alghe) e in più limitata quantità di invertebrati (spugne, meduse, Echinodermi,<br />

Anellidi, Molluschi, Crostacei ecc.) e Pesci; gli esemplari giovani, fino a<br />

due anni di età circa, hanno invece una dieta in prevalenza carnivora. I predatori<br />

sono più o meno gli stessi ricordati a proposito <strong>della</strong> tartaruga caretta. In cattività<br />

esemplari di questa specie sono vissuti fino a una quindicina d’anni, ma<br />

in natura la longevità è probabilmente molto maggiore, in qualche caso attorno<br />

ai 100 anni.<br />

Status, conservazione e cause di minaccia in Toscana - Data l’eccezionalità<br />

<strong>dei</strong> reperti toscani, ha ovviamente poco senso parlare di status e conservazione<br />

a livello regionale. In linea generale, comunque, le cause che probabilmente<br />

hanno determinato la forte diminuzione globale <strong>della</strong> specie sono la pesca, l’inquinamento<br />

delle acque, l’urbanizzazione e la perdita di naturalità delle spiagge,<br />

l’accresciuto disturbo antropico (compreso quello di tipo turistico-naturalistico).<br />

La specie, nonostante le normative di tutela, è ancora largamente utilizzata

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