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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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Distribuzione italiana - È presente con popolazioni allo stato libero o semilibero<br />

in buona parte dell’Italia contientale e peninsulare.<br />

Distribuzione in Toscana - La presenza <strong>della</strong> testuggine palustre dalle orecchie<br />

rosse è stata per ora accertata in 10 particelle U.T.M. (9 dati dal 1985 in poi, 1<br />

fino al 1984) sulle 306 regionali (3,3%), a quote comprese fra il livello del mare e<br />

385 m (Fosso delle Palaie, Vaglia, Firenze); considerati i tipi di ambiente in cui di<br />

regola è stata osservata, è tuttavia molto probabile che essa abbia una diffusione<br />

molto più ampia di quella finora rilevata e che questa sia destinata ad ampliarsi<br />

considerevolmente in futuro. Copertura sufficiente, destinata a un sicuro incremento<br />

a séguito di ricerche mirate, soprattutto nelle aree urbanizzate.<br />

Note ecologiche e biologiche - È reperibile più o meno negli stessi ambienti<br />

frequentati dalla testuggine palustre europea, ma si trova spesso anche nei<br />

fiumi a lento corso e nelle vasche e nei laghetti <strong>dei</strong> parchi all’interno delle città.<br />

Rispetto alla testuggine palustre europea sembra resistere assai meglio all’inquinamento<br />

e al disturbo antropico; a questo proposito, appare assai meno<br />

timida <strong>della</strong> specie autoctona e quindi più facilmente rilevabile in natura. Gli<br />

accoppiamenti avvengono fra la primavera e l’autunno, per lo più sul fondo <strong>dei</strong><br />

corpi d’acqua; nell’areale d’origine si verificano di solito due volte nel corso<br />

<strong>della</strong> stagione riproduttiva. Ciascuna femmina depone da 10 a 30 uova, delle<br />

dimensioni di circa 2,5 X 3,5 cm. Le nascite avvengono verso la fine dell’estate<br />

o all’inizio dell’autunno, dopo un’incubazione da 2 a 4 mesi e mezzo; pare<br />

comunque che in Italia i casi di riproduzione con esito positivo in natura siano<br />

abbastanza limitati. L’attività si svolge più che altro durante il giorno. Lo svernamento<br />

ha luogo fra la metà dell’autunno e l’inizio <strong>della</strong> primavera, soprattutto<br />

nel fango del fondo <strong>dei</strong> corpi d’acqua frequentati durante la vita attiva. Le<br />

prede nei giovani sono rappresentate più che altro da invertebrati, pesciolini e<br />

larve e piccoli di Anfibi, mentre gli adulti hanno una dieta in prevalenza vegetariana,<br />

sebbene non disdegnino anche piccoli animali vivi o morti. Almeno da<br />

adulta, non ha in Italia nemici degni di rilievo; la mortalità in natura, soprattutto<br />

per cause ecologiche e climatiche, è comunque abbastanza elevata.<br />

Status, conservazione e cause di minaccia in Toscana - In Toscana, come già detto,<br />

la specie ha probabilmente una distribuzione assai maggiore di quanto appaia dai<br />

dati finora raccolti e sembra in costante espansione sia dal punto di vista del territorio<br />

colonizzato sia da quello <strong>della</strong> densità popolazionale. Trattandosi di una entità alloctona<br />

e per di più competitrice <strong>della</strong> testuggine palustre europea, la quale risulta al<br />

contrario in costante declino in buona parte <strong>della</strong> Toscana, non sono necessarie per<br />

questo Chelone misure di conservazione di alcun tipo; ne sarebbe anzi auspicabile<br />

una severa limitazione e al limite l’eradicazione. Dal 1997 ne è vietata l’importazione<br />

nei Paesi <strong>della</strong> Comunità Europea (regol. 2551/97) ma, in assenza di una precisa<br />

normativa, il commercio più o meno legale di esemplari continua pressoché indisturbato.<br />

In base all’art. 5 <strong>della</strong> Legge Regionale <strong>toscana</strong> e all’art. 12 del Decreto del<br />

Presidente <strong>della</strong> Repubblica n. 120 del 12.III.2003 è espressamente vietato il rilascio<br />

in natura di tutte le specie alloctone, compresa quindi questa testuggine. In linea<br />

generale è comunque considerata come “lower risk” nella Red List dell’IUCN (2003).<br />

Sarebbe auspicabile un’efficace opera educativa sui problemi, spesso del tutto ignorati<br />

o sottovalutati anche a livello delle amministrazioni locali, che possono essere<br />

generati dal rilascio di questa e altre specie alloctone in natura.

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