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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

(klepton); dall’incrocio esculenta X lessonae, per il particolare fenomeno biologico<br />

detto ibridogenesi, derivano infatti solo esculenta, mentre l’accoppiamento<br />

fra esemplari di esculenta non genera di regola prole feconda. Sia la forma nonibrida<br />

sia quella ibdrida sono reperibili presso gli ambienti acquatici <strong>della</strong> più<br />

diversa natura, tanto in zone aperte quanto boscate, in qualche caso pure abbastanza<br />

degradati e inquinati, anche se lessonae appare più esigente di esculenta<br />

riguardo all’aspetto qualitativo delle acque e più sensibile agli stress ecologici.<br />

Entrambe queste rane svolgono la loro attività sia di giorno sia di notte, in particolare<br />

nel corso <strong>della</strong> tarda primavera e dell’estate, periodo corrispondente alla<br />

stagione <strong>degli</strong> amori; durante quest’ultimo più costanti e rumorosi risultano i<br />

cori prodotti dai maschi, udibili anche da centinaia di metri di distanza. L’amplesso<br />

è di tipo ascellare. Ciascuna femmina, in relazione soprattutto alla sua<br />

taglia, depone 500-10000 uova (di solito meno -da 800 a 2000- in lessonae),<br />

per lo più suddivise in più masse rotondeggianti composte ognuna da alcune<br />

centinaia di unità. Lo sviluppo larvale, a seconda <strong>della</strong> temperatura e delle risorse<br />

trofiche, dura di regola 2-4 mesi, ma in certi casi si ha lo svernamento<br />

in acqua e le larve, di dimensioni gigantesche, arrivano alla metamorfosi nella<br />

primavera successiva. Prede e predatori sono simili a quelli <strong>degli</strong> altri Ranidi<br />

toscani. La longevità media in natura è attorno ai 5 anni.<br />

Status, conservazione e cause di minaccia in Toscana - Anche se nel complesso<br />

ancora comuni e ampiamente diffuse, in qualche località <strong>toscana</strong> le “rane<br />

verdi” sono andate incontro a una sensibile rarefazione nel corso <strong>degli</strong> ultimi<br />

decenni. Le più rilevanti cause di minaccia paiono l’eccessivo inquinamento e la<br />

distruzione o la profonda alterazione <strong>degli</strong> ambienti vitali. Non trascurabili effetti<br />

negativi sulla densità delle popolazioni possono pure essere generati dall’uso<br />

di sostanze tossiche in agricoltura, dalla mortalità stradale (soprattutto nel<br />

periodo riproduttivo e pre-riproduttivo) e dall’immissione di Pesci nei laghetti<br />

e nelle pozze in cui depone le uova. L’incidenza <strong>della</strong> raccolta di esemplari a<br />

scopi gastronomici sembra invece di più scarso rilievo rispetto a un tempo. Le<br />

rane verdi sono comprese nell’all. III <strong>della</strong> Convenzione di Berna, nell’all. E <strong>della</strong><br />

Direttiva Habitat e nell’all. B1 <strong>della</strong> Legge Regionale <strong>toscana</strong>.<br />

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