atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...
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a fini gastronomici, e attualmente è presente in Canada, nelle Isole Bermudas,<br />
in Messico, a Cuba, a Giamaica, nelle Isole Hawaii, in Giappone e in alcuni stati<br />
dell’Europa occidentale (Gran Bretagna, Olanda, Francia e Italia).<br />
Distribuzione italiana - In Italia la rana toro è stata introdotta per la prima volta<br />
fra il 1932 e il 1937 nelle acque di Corte Brusca, in provincia di Mantova, ed<br />
è ora presente in buona parte <strong>della</strong> Pianura Padana (cfr. alBertini & lanza, 1988).<br />
Immissioni da queste indipendenti si sono poi avute in Toscana all’inizio <strong>degli</strong><br />
anni 1970; le popolazioni presenti nel Lazio (parte sud-occidentale <strong>della</strong> provincia<br />
di Roma) derivano invece da esemplari importati passivamente da Castel<br />
d’Ario (Mantova) nel 1974.<br />
Distribuzione in Toscana - Alcuni giovani di questa specie, provenienti direttamente<br />
dagli Stati Uniti d’America, sono stati introdotti nel Fosso Vermiglia,<br />
subaffluente del Torrente Ombrone Pistoiese (dintorni di Quarrata; Pistoia), all’inizio<br />
<strong>degli</strong> anni ’70 del secolo appena passato; nel 1976-1977 la rana toro<br />
risultava distribuita nel Torrente Stella, sempre nel territorio comunale di Quarrata,<br />
nel Fosso Tozzinga, situato nel limitrofo comune di Campi Bisenzio (Firenze),<br />
e nei dintorni di Comeana (Carmignano; Prato), località tutte ricadenti nel<br />
bacino del già ricordato Torrente Ombrone Pistoiese (Vanni & lanza, 1978). Nel<br />
1979 adulti, giovani e larve erano abbondantemente presenti nei pressi de La<br />
Catena, al confine fra i comuni di Poggio a Caiano (Prato) e Quarrata (Pistoia), e<br />
nei dintorni di Quarrata; una femmina adulta raccolta in quest’ultima stazione<br />
raggiungeva già i 203 mm di lunghezza testa più tronco (Vanni & lanza, 1982).<br />
Nel lavoro riassuntivo di alBertini & lanza (1987) sulla distribuzione <strong>della</strong> specie<br />
in Italia, oltre che delle località sopra ricordate, la rana toro è citata anche di<br />
una pozza artificiale presso Castelletti (Signa, Firenze), di Castelnuovo (Prato),<br />
del Padule dell’Osmannoro (dintorni di Peretola; Firenze) (lega italiana protezione<br />
uccelli - Delegazione Di firenze, 1983) e <strong>della</strong> Tenuta di San Rossore (Pisa) (lanza,<br />
1983). Le particelle U.T.M. nel complesso interessate dalla presenza di questo<br />
Anuro sono 5 (3 dati dal 1985 in poi, 2 fino al 1984) sulle 306 regionali (1,6%).<br />
Le quote delle località di osservazione sono comprese fra 35 e 50 m. Copertura<br />
buona, probabilmente coincidente con quella reale.<br />
Note ecologiche e biologiche - La rana toro si riproduce di regola nella tarda<br />
primavera e l’amplesso è di tipo ascellare. Ciascuna femmina depone fino<br />
a 20.000 uova, in un unico gruppo allargato sulla superficie dell’acqua e con<br />
un diametro che può raggiungere il metro e mezzo, anche se di solito questo<br />
è attorno al mezzo metro. Lo sviluppo larvale è lento e per lo più occorrono<br />
2-3 anni per arrivare alla metamorfosi, che più di rado si compie nel giro di un<br />
solo anno. I metamorfosati abitano soprattutto corpi d’acqua aperti e di relativamente<br />
ampie dimensioni, come laghetti, paludi, stagni e grandi pozze, ma<br />
anche torrenti e canali a lento corso purché sufficientemente larghi e profondi.<br />
ll canto emesso dal maschio nel corso <strong>della</strong> bella stagione, di regola durante le<br />
ore notturne, è assai forte e profondo e ricorda abbastanza da vicino il muggito<br />
di un bovino, caratteristica da cui deriva tra l’altro il nome volgare attribuito a<br />
questa rana. Anche la femmina è comunque capace di emettere un verso, pur<br />
se di intensità molto inferiore a quella del canto del maschio. I metamorfosati<br />
trascorrono i mesi più freddi in acqua, nel fango o fra i detriti del fondo, o anche<br />
a terra, sotto ripari di vario tipo, in buche delle rive o in tane abbandonate di