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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

Distribuzione generale - Nel suo complesso il Triturus vulgaris in senso lato è<br />

ampiamente distribuito in Europa (con esclusione <strong>della</strong> parte sud-occidentale) e<br />

nell’Asia centrale e occidentale e si spinge a nord fino a 66° di latitudine. La sottospecie<br />

meridionalis, morfologicamente così differenziata da quella nominale<br />

da potere essere considerata una specie a sé stante (cfr. anche lanza, 1983b,<br />

lapini et al., 1992 e pellarini & lapini, 2000), è presente nel Canton Ticino, nell’Italia<br />

settentrionale e centrale e in parte <strong>della</strong> Slovenia.<br />

Distribuzione italiana - Il taxon meridionalis, in Italia, è presente in tutta<br />

l’area continentale (a eccezione di una piccola porzione del Friuli-Venezia Giulia<br />

nord-orientale, dove arriva il taxon vulgaris) e in parte di quella peninsulare,<br />

spingendosi a sud grosso modo fino a una linea immaginaria che congiunge<br />

Ancona al Gran Sasso e questo a Terracina (Latina), anche se qualche popolazione<br />

è presente anche nella Campania settentrionale (societas herpetologica<br />

italica, 1996). Sull’Appennino emiliano raggiunge i 1700 m.<br />

Distribuzione in Toscana - Il tritone punteggiato è diffuso in tutto il territorio<br />

regionale, isole escluse; le popolazioni toscane appartengono alla sottospecie<br />

meridionalis Boulenger, 1882. Finora è stato accertato in 135 particelle U.T.M.<br />

(111 dati dal 1985 in poi, 10 fino al 1984 e 14 solo bibliografici) sulle 306 regionali<br />

(44,1%). Le quote delle località di osservazione sono comprese fra il livello del<br />

mare e 1343 m (Alpe di Catenaia, Arezzo). Copertura già abbastanza soddisfacente,<br />

ma suscettibile di miglioramenti con il proseguire delle ricerche.<br />

Note ecologiche e biologiche - Fra le specie di tritoni presenti in Toscana è<br />

quella che di regola si trattiene meno a lungo nei luoghi di riproduzione dopo<br />

la stagione <strong>degli</strong> amori. Come negli altri due congeneri, l’accoppiamento avviene<br />

in acqua ed è preceduto da un corteggiamento ritualizzato da parte del<br />

maschio. I siti e i periodi riproduttivi sono simili a quelli del tritone carnefice e<br />

spesso le due specie convivono nel medesimo corpo d’acqua e talora anche con<br />

il tritone alpestre. La femmina depone fra 60 e 300 uova, che, come in tutti i<br />

nostri tritoni, sono attaccate singolarmente o a piccoli gruppi alle foglie delle<br />

piante acquatiche, poi ripiegate a scopo protettivo. Anche le prede delle larve e<br />

<strong>degli</strong> adulti sono simili a quelle del tritone carnefice, pur se in genere di dimensioni<br />

più limitate in relazione alla taglia più piccola rispetto al congenere. Più<br />

o meno gli stessi risultano anche i predatori. Il fenomeno <strong>della</strong> neotenia è più<br />

frequente che nel tritone carnefice, ma assai più raro che in quello alpestre.<br />

Status, conservazione e cause di minaccia in Toscana - Come il tritone carnefice,<br />

anche questa specie appare in costante diminuzione in buona parte del<br />

territorio regionale. Del tutto simili risultano anche le cause di minaccia e le<br />

possibili soluzioni per la sua conservazione. Il tritone punteggiato figura nell’all.<br />

III <strong>della</strong> Convenzione di Berna e nell’all. B <strong>della</strong> Legge Regionale <strong>toscana</strong>.<br />

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