atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...
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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />
Distribuzione generale - Nel suo complesso il tritone alpestre ha una distribuzione<br />
medio-sud-europea, prevalentemente montana nella porzione meridionale<br />
del suo areale. È diffuso in modo abbastanza continuo dalla Francia<br />
centro-settentrionale all’Ucraina e alla Romania; a nord raggiunge la Danimarca<br />
meridionale, mentre a sud si spinge fino all’Italia meridionale e alla Grecia centrale.<br />
Popolazioni isolate sono inoltre presenti nella Spagna settentrionale. Sulle<br />
Alpi è segnalato fino ad almeno 2450 m.<br />
Distribuzione italiana - In Italia il tritone alpestre conta tre diverse sottospecie:<br />
T. a. alpestris, delle regioni alpine e prealpine, a ovest fino alla Val d’Ossola<br />
e alla Valle d’Aosta nord-occidentale; T. a. apuanus (Bonaparte, 1839),<br />
diffuso dalle Basses-Alpes alla Toscana, attraverso le Alpes-Maritimes, le Alpi<br />
Marittime, le Alpi Liguri e l’Appennino settentrionale, e presente anche con una<br />
popolazione relitta sui Monti <strong>della</strong> Laga (Appennino Laziale) e una naturalizzata<br />
su “La Collina” di Torino; T. a. inexpectatus Dubois & Breuil, 1983, <strong>della</strong> Catena<br />
Costiera (Cosenza), rappresentato da popolazioni completamente isolate dalle<br />
altre <strong>della</strong> specie. In base alle differenze dell’ornamentazione golare e al diverso<br />
comportamento nel rituale riproduttivo rispetto a quelli <strong>della</strong> forma nominale<br />
(anDreone et al., 1990 e 1993), è tuttavia probabile che apuanus vada in realtà<br />
riferito a una specie a sé stante (cfr. anche anDreone, 1999 e Vanni et al., 2003).<br />
Distribuzione in Toscana - In Toscana il tritone alpestre è presente con una<br />
certa continuità sulle Alpi Apuane e sulla catena appenninica fino alla provincia<br />
di Pistoia; sull’Appennino fiorentino e aretino risulta invece più scarso e localizzato.<br />
Popolazioni isolate <strong>della</strong> specie, allo stato di relitto, si trovano anche in<br />
una zona abbastanza limitata <strong>della</strong> parte centrale <strong>della</strong> regione, che interessa<br />
le province di Firenze, Siena e Grosseto (per la dettagliata distribuzione nel<br />
territorio regionale si vedano Vanni et al., 2003). La specie è finora nota di 41<br />
particelle U.T.M. (32 dati dal 1985 in poi, 4 fino al 1984 e 5 solo bibliografici)<br />
sulle 306 regionali (13,4%). Le località di osservazione sono comprese fra 90 m<br />
(Canale Casilina, Alpi Apuane S, Lucca) e 1730 m (Lago Nero, Appenino pistoiese).<br />
Copertura già soddisfacente, suscettibile comunque di qualche ulteriore<br />
miglioramento.<br />
Note ecologiche e biologiche - Dei tritoni presenti in Toscana, quello alpestre<br />
è la specie più legata all’acqua, nella quale le popolazioni neoteniche sono obbligate<br />
a vivere costantemente. Durante l’epoca riproduttiva anche i metamorfosati<br />
frequentano pozze, laghetti, abbeveratoi, fontanili e torrenti (in genere<br />
con acque fresche ma ferme o con modesta corrente). A terra si rifugia sotto i<br />
sassi e i tronchi morti giacenti sul terreno, nelle fessure del suolo, fra le radici<br />
<strong>degli</strong> alberi, nelle tane abbandonate ecc.. L’accoppiamento ha luogo in acqua<br />
ed è preceduto da una complesso corteggiamento, con l’invio di stimoli di tipo<br />
olfattivo e visivo del maschio verso la compagna. La deposizione ha luogo di regola<br />
in primavera e ogni femmina depone da 100 a 300 uova, che sono attaccate<br />
singolarmente alla vegetazione acquatica o a corpi sommersi di varia natura.<br />
Le larve si nutrono di piccoli invertebrati acquatici; gli adulti, in acqua predano<br />
anch’essi piccoli invertebrati e talora uova e larve di altri Anfibi, a terra si cibano<br />
invece in prevalenza di Artropodi, Molluschi e vermi. Le larve sono catturate più<br />
che altro da alcuni Insetti allo stato larvale e da altri Anfibi, i metamorfosati dai<br />
serpenti del genere Natrix, da alcuni Uccelli e Mammiferi e soprattutto dai Sal-<br />
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