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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

calaBresi (1924) sulla variabilità <strong>della</strong> vipera comune nel nostro Paese (contributo<br />

da segnalare anche per la sua accuratezza); di E.R. Dunn (1926) sui Pletodontidi;<br />

di E. schWarz (1936) sulle vipere europee e mediterranee; di W. Wolterstorff e<br />

G.E. freytag (1943) sul tritone crestato in senso lato; di R. Mertens (1947) sulla<br />

variabilità e le sottospecie di Natrix natrix; di F. capra (1949) sulla diffusione<br />

<strong>della</strong> Dermochelys coriacea nel Mediterraneo. Il tarantolino è citato di stazioni<br />

costiere e insulari toscane, nessuna delle quali però inedita, in due brevi note di<br />

L. Müller (1901) e F. Molle (1932), mentre la rana appenninica è genericamente<br />

ricordata <strong>dei</strong> dintorni di Firenze da A. ghiDini (1904) e di questi e di quelli di Siena<br />

da M.G. peracca (1905), nelle sue “Note di erpetologia italica”.<br />

Fra le opere erpetologiche più generali in cui compaiono anche segnalazioni, per<br />

lo più di seconda mano, di località <strong>della</strong> Toscana, vanno ricordate soprattutto “Les<br />

Batraciens et principalement ceux d’Europe” di G.A. Boulenger (1910); la corposa<br />

seconda edizione <strong>della</strong> “Herpetologia europaea” di E. schreiBer (1912); “The snakes<br />

of Europe” sempre di Boulenger (1913b); i due volumetti sugli Anfibi e sui Rettili italiani<br />

di C. VanDoni (1914a; 1914b) pubblicati a Milano da Hoepli; il “Die europäische<br />

Schlangen” di F. steinheil (1928); l’ “Animalium cavernarum catalogus” di B. Wolf<br />

(1934a-1937a; 1934b-1938); la “Zweite Liste” <strong>degli</strong> “Amphibien und Reptilien Europas”<br />

di R. Mertens e L. Müller (1940), aggiornata e notevolmente ampliata rispetto<br />

alla prima, pubblicata nel 1928. In confronto al cinquantennio precedente appare<br />

più limitata la pubblicazione di cataloghi di collezioni erpetologiche conservate<br />

presso Musei; per quanto ne sappiamo solo i lavori di W. Wolterstorff (1925) e di E.<br />

tortonese (1942), riguardanti rispettivamente gli Anfibi del Museum für Natur- und<br />

Heimatkunde di Magdeburgo e gli Anfibi e i Rettili del Museo di Zoologia dell’<strong>Università</strong><br />

di Torino, contengono tra gli altri anche riferimenti a reperti toscani.<br />

Ulteriori dati, peraltro solo in pochi casi originali, sono contenuti in guide locali<br />

o in relazioni non specificatamente dedicate alla fauna, come quelle di S. soMMier<br />

sulla flora dell’Isola del Giglio (1900) e sull’Isola di Pianosa (1909); di L. Bozano,<br />

E. Questa e G. roVereto (1905; 1921) sulle Alpi Apuane; di L. Quarina (1910)<br />

sulla speleologia <strong>della</strong> Garfagnana; di G.B. De gasperi (1911) sui fenomeni carsici<br />

<strong>dei</strong> Monti <strong>della</strong> Calvana; di A. Brian e C. Mancini (1913) sulle grotte delle Alpi<br />

Apuane (contenente tra l’altro varie citazioni inedite di Speleomantes); di Jack<br />

la Bolina (alias A.V. Vecchi) (1914) sull’Arcipelago Toscano; di F. niccolai (1914)<br />

sul Mugello e la Val di Sieve; di G. DaMiani (1923) sull’Isola d’Elba; di F. Bianchi, E.<br />

ciaranfi e M. leVi (1929) e dello stesso ciaranfi (1929) su alcune cavità toscane;<br />

di M. Marchetti (1930a; 1930b; 1931; 1932) su varie grotte dell’area apuana;<br />

di E. giannitrapani (1940) ancora sull’Isola d’Elba. Semplici citazioni di seconda<br />

mano compaiono pure in lavori di argomento biogeografico più generale (cfr.<br />

ad esempio scharff, 1907; Dehaut, 1911a, 1911b, 1920; holDhaus, 1924; Despax,<br />

1926; colosi, 1928; gerMain, 1929; Monterosso, 1934; cei, 1941a; Jeannel, 1942)<br />

oppure in opere di tipo divulgativo (cfr. ad esempio gaDoW, 1901; lessona, 1902;<br />

craVeri, 1926; griffini, 1930) o di sintesi (giglioli, 1909).<br />

Nella prima metà del 1900 hanno un notevole sviluppo le ricerche di tipo fisiologico,<br />

anatomico e istologico, soprattutto riguardo ai processi riproduttivi<br />

<strong>degli</strong> Anfibi. La scuola anatomo-comparata fiorentina effettua i suoi studi per<br />

la maggior parte su materiali <strong>dei</strong> dintorni del Capoluogo. Le specie oggetto di<br />

indagine, più in dettaglio, sono la salamandrina dagli occhiali (in parte chiarugi,<br />

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