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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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Nella prima metà del 1900 le ricerche erpetologiche dedicate esplicitamente ad<br />

aree del territorio toscano (o al limite inserite in più generali indagini faunistiche)<br />

non risultano particolarmente numerose. Segnaliamo quelle di G. cecconi (1901;<br />

1903) sulla fauna vertebratologica <strong>della</strong> Foresta di Vallombrosa (con, tra l’altro,<br />

alcune interessanti osservazioni di carattere bromatologico); di I. BernarDi (1904b;<br />

1904c) sull’erpetofauna del territorio livornese e sulle variazioni di colorazione<br />

<strong>della</strong> Podarcis muralis (1911); di L. Müller su alcune specie di Rettili <strong>della</strong> zona di<br />

Piombino e di Orbetello (1913); di G.A. Boulenger (1914) sulla lucertola campestre<br />

dell’Isola del Giglio; di A. razzauti (1917) sulla fauna dell’Isola di Capraia; di F.<br />

caVazza (1921) sulla presenza <strong>della</strong> rana temporaria e del tritone alpestre sull’Appennino<br />

pistoiese; di G.J. feJérVáry (1921) sulla Podarcis muralis di Pianosa; ancora<br />

di L. Müller sulle lucertole dell’area costiera e in parte insulare <strong>toscana</strong> (1922a); di<br />

A. Bigazzi (1938) sulla distribuzione <strong>della</strong> vipera comune in Toscana; di R. Mertens<br />

(1949) sulle Podarcis di alcune isole dell’Arcipelago Toscano, come risposta critica<br />

alle discutibili conclusioni sul medesimo argomento pubblicate poco prima da<br />

A. taDDei (1949a), che aveva tra l’altro descritto varie nuove sottospecie insulari.<br />

Verso la fine di questo cinquantennio inizia la sua proficua e polivalente attività B.<br />

lanza, che comincia a pubblicare i risultati delle sue prime ricerche in varie zone<br />

<strong>della</strong> Toscana, spesso di rilevante importanza per l’ampliamento delle conoscenze<br />

faunistiche <strong>della</strong> regione. Nel 1946 l’autore dà alle stampe tre lavori con notizie<br />

erpetologiche riguardanti il territorio toscano: uno (1946a) sulla presenza<br />

<strong>della</strong> rana temporaria sull’Appennino pistoiese e modenese, uno (1946b) su un<br />

caso di semialbinismo in una salamandrina dagli occhiali <strong>dei</strong> dintorni di Fiesole e<br />

uno (1946c), infine, sulla distribuzione e l’eco-etologia <strong>dei</strong> geotritoni in Toscana.<br />

L’anno successivo compaiono altri due contributi, su un esemplare melanotico<br />

di biscia dal collare trovato in provincia di Lucca (1947a) e sulla fauna di alcune<br />

grotte <strong>dei</strong> Monti <strong>della</strong> Calvana, a confine fra le province di Firenze e Prato (1947b).<br />

Ancora due note nel 1948, riguardanti la fauna di alcune cavità delle Alpi Apuane<br />

(1948a) e la corologia e l’eco-etologia di varie specie di Anfibi e di Rettili in varie<br />

zone <strong>della</strong> Toscana (1948b). I due lavori del 1949 con citazioni di materiale toscano<br />

sono invece di argomento fisiologico e sono riportati nella parte successiva<br />

dedicata più in particolare a questo argomento.<br />

Un po’ più numerosi sono i lavori erpetologici di più vasto orizzonte in cui<br />

compaiono anche riferimenti a località toscane. Un gruppo abbastanza corposo<br />

di contributi riguarda gli studi sulla variabilità cromatica e di ornamentazione<br />

delle lucertole, cui concorrono soprattutto G.A. Boulenger (1905; 1913a; 1920;<br />

1921), E.-G. Dehaut (1911c), L. Müller (1922b), R. Mertens (1924; 1932; 1934), O.<br />

cyrén (1924), E. soMMani (1948) e, pur con certi limiti, A. taDDei (1949a; 1949b).<br />

Particolarmente importante per l’area insulare <strong>toscana</strong> è il lavoro di Mertens del<br />

1932, nel quale lo studioso tedesco mette un po’ d’ordine nella microsistematica<br />

delle lucertole dell’area tirrenica, descrivendo tra l’altro come nuove la Lacerta<br />

(ora Podarcis) muralis vinciguerrai di Gorgona e la Lacerta (ora Podarcis)<br />

sicula tyrrhenica di Giglio, Giannutri e Capraia. Altri dati toscani sono contenuti<br />

in lavori di revisione di specie o generi, sia dal punto di vista morfologico sia<br />

da quello corologico, come quelli di L. caMerano sul rospo comune (1900), sul<br />

tarantolino (1904a) e su alcuni Bufo dell’area mediterranea (1904b); di C. parona<br />

(1903a; 1903b) sulla distribuzione in Italia delle diverse “varietà” di Hyla; di E.

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