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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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oggetto la sola fauna erpetologica <strong>toscana</strong> o in cui a questa è dato almeno un certo<br />

risalto iniziano in tale periodo a comparire con sempre maggiore frequenza. Fra di<br />

essi ci sembrano degni di essere segnalati soprattutto quelli di A. targioni tozzetti<br />

(1873) sui Vertebrati e i Molluschi raccolti in “una escursione pel Casentino”; di C.I.<br />

forsyth MaJor (1877) sul reperimento nell’area <strong>toscana</strong> di alcuni Vertebrati al tempo<br />

ancora “poco noti” dal punto di vista corologico; di E.H. giglioli (1878) sulla variabilità<br />

cromatica delle Podarcis anche in alcune isole dell’Arcipelago Toscano; sempre di<br />

giglioli (1879) sull’erpetofauna del medesimo territorio (con particolare riferimento<br />

alla diffusione del tarantolino) e sulla supposta presenza, rivelatasi poi infondata,<br />

<strong>della</strong> Podarcis taurica in provincia di Lucca; ancora di forsyth MaJor (1882; 1883;<br />

1884) su alcune specie di Anfibi e Rettili caratteristiche delle isole toscane e più<br />

in generale tirreniche; di V. siMonelli (1884; 1889) sulla fauna dell’Isola di Pianosa.<br />

Importanti dati per la conoscenza <strong>dei</strong> Rettili presenti nel territorio insulare toscano<br />

sono inoltre contenuti nelle relazioni, dovute a P. paVesi (1876) e a E. D’alBertis<br />

(1878), delle crociere scientifiche effettuate dal Cutter “Violante” nel bacino mediterraneo.<br />

Pavesi, in particolare, segnala per la prima volta la presenza <strong>della</strong> vipera<br />

all’Isola di Montecristo e aggiunge un’ulteriore stazione, l’Isolotto dello Sparviero o<br />

Isola Troia, situato nei pressi di Punta Ala, all’areale del tarantolino. Relativamente<br />

a quest’ultimo, R. gestro (1880), in un contributo dedicato all’entomofauna tunisina<br />

raccolta nel corso di una delle crociere sopra ricordate, elenca in una nota a pie’ di<br />

pagina tutte le località in cui la specie era allora conosciuta, sia a séguito delle ricerche<br />

del “Violante” stesso sia di quelle effettuate da E.H. Giglioli e G.B. Toscanelli nel<br />

medesimo periodo. Di un qualche interesse sono pure gli elenchi faunistici, contenenti<br />

anche riferimenti ad Anfibi e Rettili, che compaiono in alcune guide di particolari<br />

zone del territorio regionale, come quella di A. carina (1866) sul circondario<br />

di Bagni di Lucca, di G. ansalDi (1879) sulla Valdinievole, di A. Bottoni (1879) sull’area<br />

circostante a Castiglione d’Orcia e di C. Beni (1881; 1889) sul Casentino.<br />

Nella seconda metà del 1800 sono poi pubblicate varie importanti ricerche erpetologiche,<br />

sia di tipo faunistico, dedicate cioè a gruppi tassonomici in aree<br />

geografiche ben definite, sia rivolte allo studio, per lo più morfologico, di singoli<br />

generi o specie. Per ciò che riguarda le faune, i dati relativi alla Toscana sono di<br />

regola di seconda mano oppure fanno semplicemente riferimento alla provenienza<br />

di alcuni esemplari esaminati. Di particolare rilievo appaiono comunque la<br />

monografia di e. De Betta (1864) riguardante gli Urodeli italiani; il volume ancora<br />

di De Betta (1874) sugli Anfibi e i Rettili <strong>della</strong> “Fauna d’Italia” pubblicata da Vallardi;<br />

le cinque “Monografie” di L. caMerano (1883a; 1885a; 1885b; 1886; 1889;<br />

1891) dedicate ai diversi ordini e sottordini di Anfibi e Rettili presenti nel nostro<br />

Paese; la lista sistematica <strong>degli</strong> Anfibi italiani dello stesso autore (1884); le due<br />

“Lurchfauna Europa’s” di J. Von BeDriaga concernenti gli Anuri (1889-1890) e gli<br />

Urodeli (1896-1897); la “Synopsis of the Tadpoles of the European Batrachians”<br />

di G.A. Boulenger (1891c); il “Deutschlands Amphibien und Reptilien” di B. Dürigen<br />

(1897); i due volumi, ancora di Boulenger (1897-1898), sui “tailless batrachians of<br />

Europe”. Scarse e tutte di seconda mano sono invece le citazioni toscane presenti<br />

nella prima edizione <strong>della</strong> “Herpetologia europaea” di E. schreiBer (1875).<br />

Contributi di più limitata estensione, ma spesso di non trascurabile importanza<br />

per l’originalità <strong>dei</strong> dati in essi contenuti, sono inoltre due delle “note erpetologiche<br />

per servire allo studio <strong>dei</strong> Rettili ed Anfibi italiani” di De Betta (1878;

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