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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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italiano, osservati a Fiesole nelle cosiddette “Buche delle Fate”, cioè all’interno<br />

delle vestigia del teatro romano <strong>della</strong> città.<br />

Altro scienziato di notevolissimo rilievo nel XVIII secolo è Felice fontana (1730-<br />

1805), nato a Pomarolo (Trento) ma da considerare toscano d’adozione. Nel<br />

1765 ricevette infatti l’incarico di professore di logica all’<strong>Università</strong> di Pisa e<br />

l’anno successivo anche la cattedra di fisica nella medesima università e poi la<br />

nomina di fisico di corte dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo. Sovrintese<br />

tra l’altro alla realizzazione dell’Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale,<br />

aperto nel 1775 nei locali in cui si trova tuttora l’attuale Museo Zoologico “La<br />

Specola” e del quale ebbe l’incarico di Direttore fino alla morte, avvenuta nel<br />

1805. Sotto la sua supervisione fu realizzata, a opera di Clemente Susini e <strong>della</strong><br />

sua scuola, la pregevole collezione di cere anatomiche tutt’oggi visibili nelle<br />

sale ostensive del Museo “La Specola”, veri e propri capolavori tanto dal punto<br />

di vista scientifico quanto da quello artistico. Fontana si interessò con notevoli<br />

risultati di varie branche <strong>della</strong> scienza, tra cui l’anatomia, la fisiologia, la fisica,<br />

la chimica, la microbiologia, la tossicologia. A proposito di quest’ultima, oltre<br />

ad approfondite indagini sugli effetti del curaro, nelle “Ricerche fisiche sopra il<br />

veleno <strong>della</strong> vipera”, pubblicate nel 1767, si dedicò pure allo studio <strong>della</strong> composizione<br />

e <strong>degli</strong> effetti del veleno di questo serpente, con riferimenti anche al<br />

territorio toscano. Sempre riguardo al XVIII secolo vi è pure da segnalare l’opera<br />

di A. Matani “Delle produzioni naturali del territorio pistoiese”, stampata a Pistoia<br />

nel 1762, nella quale è tra l’altro citato e brevemente descritto per l’area in<br />

esame il geco comune, indicato con il nome volgare di “stellione”. Al medesimo<br />

periodo risale anche la “Descrizione dello stato presente dell’Isola del Giglio”<br />

di G.A. pecci (1760); nel manoscritto, conservato nella Biblioteca Moreniana di<br />

Firenze e per quanto ne sappiamo inedito, l’autore segnala per la prima volta<br />

la presenza di serpenti (cioè in definitiva del biacco) per il Giglio e per l’intero<br />

Arcipelago Toscano e riporta la notizia che nei “tempi antichi” fu addirittura<br />

introdotta sull’isola la martora per limitarvi la diffusione di tali <strong>rettili</strong> e <strong>dei</strong> topi,<br />

entrambi evidentemente molto comuni.<br />

A cavallo fra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 si collocano i tre Viaggi “per<br />

le due Province senesi” di Giorgio santi (1746-1822), prefetto del Giardino <strong>dei</strong><br />

Semplici e del Museo di Storia Naturale e professore di Storia Naturale all’<strong>Università</strong><br />

di Pisa fino all’anno <strong>della</strong> morte. Nel secondo e nel terzo <strong>dei</strong> volumi <strong>dei</strong><br />

“Viaggi”, pubblicati rispettivamente nel 1798 e nel 1806, sono presenti anche<br />

alcune citazioni di Rettili del territorio grossetano, riguardanti in particolare la<br />

testuggine di Hermann, la testuggine palustre e la vipera comune. Nella prima<br />

metà del 1800 i contributi relativi alla fauna erpetologica <strong>toscana</strong> risultano<br />

abbastanza scarsi e di regola si limitano a semplici citazioni, spesso di seconda<br />

mano, di specie e località in opere più generali o comunque non dedicate<br />

specificatamente alla fauna del territorio in esame (cfr. ad es. traMontani, 1800;<br />

thiéBaut De BernauD, 1808; cenoMio euganeo, 1817; Barnes, 1826; repetti, 1835; schlegel,<br />

1837; gray, 1850). Fanno eccezione gli studi di Carlo Luciano Bonaparte e<br />

quelli di Paolo saVi. Del primo (1803-1857) è ben nota la magnifica ”Iconografia<br />

<strong>della</strong> fauna italica per le quattro classi di Animali Vertebrati”, il volume dedicato<br />

agli Anfibi e ai Rettili <strong>della</strong> quale fu pubblicato a fascicoli separati fra il 1832 e<br />

il 1841. L’autore, principe di Canino e Musignano e nipote di Napoleone, vi de-

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