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7<br />

novembre 2009<br />

in primo piano<br />

Classi diRigenti bloCCate<br />

Così si Resta pReCaRi (e in faMiglia)<br />

I DATI DeL CneL PResenTATI AL FORUM nAzIOnALe GIOVAnI<br />

un’ulteriore conferma della problematica situazione<br />

che vivono gli under 35 in italia, viene anche dal primo<br />

rapporto, realizzato dal Forum nazionale dei giovani in<br />

collaborazione con il Cnel, sul rinnovamento delle classi<br />

dirigenti nel nostro paese, che è stato presentato a<br />

roma pochi mesi fa.<br />

i dati sono sempre gli stessi: giovani che non riescono<br />

ad affermarsi nel mondo del lavoro; che non riescono a<br />

distaccarsi dalla propria famiglia prima dei 40 anni.<br />

Classi dirigenti occupate da persone di età avanzata. E<br />

dunque, giovani sottoposti a lavoro precario che rende<br />

difficile raggiungere posizioni “più in alto”. in 10 anni,<br />

il numero di giovani dipendenti in ruoli dirigenziali è<br />

passato dal 9,7% al 6,9%. in calo anche i giovani imprenditori,<br />

passati dal 22% al 15% e i liberi professionisti,<br />

dal 30% al 22%. i contratti di lavoro precari, quindi,<br />

non fanno fare carriera: difficilmente le collaborazioni<br />

si trasformano in contratti a tempo indeterminato. il<br />

73,1% dei giovani che alla fine del 2006 aveva un contratto<br />

di collaborazione, a distanza di un anno era ancora<br />

nella stessa posizione. nell’arco di un anno, solo<br />

un collaboratore su dieci è entrato a pieno titolo nel<br />

mondo del lavoro standard, ottenendo un contratto a<br />

tempo indeterminato.<br />

Secondo il rapporto c’è un altro grave fenomeno in aumento:<br />

l’inattività. Tra il 2006 e il 2007, sono cresciuti<br />

di 200 mila unità i giovani inattivi, cioé che non lavorano<br />

e non cercano lavoro. oltre 220 mila i giovani che nel<br />

2006 erano occupati e nel 2007 hanno rinunciato a cercare<br />

attivamente un lavoro. E gli ultimi dati del 2009<br />

segnalano un aumento di 434 mila unità di questo<br />

gruppo. il rapporto del Cnel si sofferma poi sul mondo<br />

politico, universitario e sugli ordini professionali: gior-<br />

nalisti, medici, avvocati.<br />

Cominciamo dall’università. L’età media dei docenti<br />

universitari in italia è di 51 anni; il 50% dei professori di<br />

prima fascia ha superato i 60 anni e 8 docenti su 100<br />

hanno dai 70 anni in su. i professori con meno di 35<br />

anni, sono il 7,6%, su un totale di 61.929 docenti e i ricercatori.<br />

di questi giovani docenti quasi tutti sono ricercatori;<br />

solo 311 sono professori associati e 21 professori<br />

ordinari. dieci anni fa la maggior parte dei<br />

docenti universitari avevano un’età compresa tra i 46 e<br />

i 50 anni; oggi hanno tra i 56 e i 60 anni. E i giovani sono<br />

sempre di meno: nel 1997 l’1,1% del totale dei docenti<br />

aveva meno di 30 anni e il 7,3% tra i 31 e i 35; a distanza<br />

di 10 anni, nel 2007 le percentuali sono scese rispettivamente<br />

allo 0,9% e al 6,7%.<br />

nelle libere professioni, purtroppo non va meglio. il<br />

giornalismo, la medicina e l’avvocatura hanno tempi di<br />

accesso lunghissimi con stage, tirocini gratuiti e condizioni<br />

di estremo precariato o sotto-occupazione che si<br />

susseguono fino a oltre 40 anni. Qualche esempio: l’età<br />

media dei praticanti giornalisti è di 36 anni. i medici<br />

con non più di 35 anni sono poco meno del 12%, mentre<br />

i 35-39enni, rispetto a 11 anni fa, sono diminuiti del<br />

13,8%. Mentre gli avvocati, pur iscritti all’albo, sono<br />

costretti per anni e anni a un ruolo umiliante di garzoni<br />

di bottega.<br />

non va meglio nella politica: dal 1992 ad oggi i deputati<br />

under 35 non hanno mai raggiunto il 10% (a eccezione<br />

della legislatura 1994-96), e attualmente alla Camera<br />

sono solo il 5,6%. a fronte quindi di un’importante fetta<br />

di giovani tra i 25 e i 35 anni, pari al 18,7% della popolazione<br />

maggiorenne, si ha un peso parlamentare di<br />

questa fascia d’età che è meno di un terzo (5,6%).

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