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etica<br />

Non basta un codice<br />

DI SIMONETTA COTELLESSA<br />

operazioni di facciata,<br />

semplici maquillage. in<br />

italia cresce il numero<br />

delle aziende che hanno<br />

adottato un Codice etico, ma spesso<br />

solo per ripulirsi l’immagine, rovinata<br />

da scandali o da pratiche discutibili,<br />

o per dotarsi di un volto<br />

“buono” e allettante. Se si guarda,<br />

infatti, al grado di coerenza fra le<br />

enunciazioni e le pratiche aziendali,<br />

troppi Codici etici restano, di fatto,<br />

solo sulla carta, e ai buoni principi<br />

non seguono azioni conseguenti.<br />

Ad attestarlo sono i risultati della<br />

ricerca condotta dalla Fondazione<br />

Unipolis su “governance e responsabilità<br />

sociale”, che analizza l’applicazione<br />

dei Codici etici oggi nel<br />

nostro paese. rivelando che l’efficacia<br />

di questi strumenti nella vita<br />

delle aziende italiane è stata, ed è<br />

tuttora, volontaria, ma decisamente<br />

limitata. perché i comitati etici,<br />

che sovrintendono all’applicazione<br />

del codice, non hanno poteri; perché<br />

le aziende non sembrano ansiose<br />

di rendere conto pubblicamente<br />

dei risultati raggiunti;<br />

perché spesso questi Codici sono<br />

stati introdotti sull’onda dell’entrata<br />

in vigore della legge 231, che ha<br />

44<br />

novembre 2009<br />

coopadriatica<br />

sancito la<br />

responsabilità<br />

penale<br />

dell’imp<br />

r e s a .<br />

Quindi, per<br />

tutelarsi.<br />

Lo studio della<br />

Fondazione Unipolis<br />

– basato sull’analisi<br />

di 96 aziende, fra<br />

società, anche quotaquotate, e imprese cooperative – è stato<br />

presentato il mese scorso alla facoltà<br />

di economia dell’Università di<br />

Bologna, affiancato dalla testimonianza<br />

diretta di due aziende particolarmente<br />

attente al tema: Coop<br />

Adriatica e la multiutility Hera. L’indagine<br />

ci dice che la maggioranza<br />

delle imprese di produzione (67%)<br />

che ha adottato il Codice etico lo<br />

ha fatto solo per ottemperare alla<br />

231, quindi per avere uno strumento<br />

di autodifesa in caso di chiamata<br />

in giudizio dei propri dirigenti e<br />

dipendenti. Una proporzione che si<br />

ribalta nel caso di imprese di servizi.<br />

mentre due intervistati su tre<br />

ritengono che l’adozione del Codice<br />

etico non abbia avuto alcun effetto<br />

sostanziale sull’organizzazione<br />

interna dell’azienda o sul suo modello<br />

di governo. È anche vero, però,<br />

che dal punto di vista dei contenuti<br />

il 68% del campione analizzato<br />

è andato oltre quanto richiesto<br />

dalla 231, e si tratta per lo più di cooperative<br />

e imprese di servizi.<br />

in italia, insomma, i Codici etici poche<br />

volte hanno inciso sostanzialmente<br />

sui comportamenti delle<br />

aziende. Se invece si guarda ad un<br />

altro obiettivo, ossia individuare un<br />

“modello fruibile per le imprese” –<br />

come ha sottolineato il responsabile<br />

etico di Coop Adriatica giorgio<br />

riccioni durante la presentazione –<br />

allora “questo studio può rappresentare<br />

un utile strumento per andare<br />

avanti e diventare non solo<br />

una pura, seppur nobile, testimo

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