SCUOLE in RILIEVO - Scuola Media Statale di Crosara

Periodico di informazione scolastica e di
promozione culturale e didattica a cura
dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di
Lusiana e dell’Istituto Comprensivo di
Marostica
SCUOLE in RILIEVO
ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — ISTITUTO COMPRENSIVO DI MAROSTICA
Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007
Autunno
colori
profumi
e olivi
Anno 6, Numero 16
Novembre 2012
Speciale
Giornale Storico
SOGNANDO LIBRI
GUERRA E PANE
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Guardare oltre, puntare lontano...
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di Crosara
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Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
In questo numero
COME
CANNE
AL VENTO
a pagina 20
Responsabile del progetto Fabio Cusinato
4
GOLOSA
CREATURA
a pagina 16
NELLE MANI
LA MAGIA
a pagina 24
SCUOLE in RILIEVO
Per la pubblicità su questo giornale: tel. 338 8234783 oppure: medie.crosara@libero.it
Redazione Direttore responsabile: Silvano Mocellin
Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Maria Angela Rela, Emanuela Maino, Sergio Carlesso,
Giovanni Costa, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato.
Hanno collaborato Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi
Grafica Fabio Cusinato
Stampa L.G.VI. srl - 36030 Costabissara (VI)
In copertina Disegno di Beatrice Soster Scuola Media di Crosara
PAGINE PER
SOGNARE
a pagina 18
VORTICI SOLARI
a pagina 25
Le nostre scuole
CLASSI REDAZIONE 22
DOMANDA DA 50 MILIONI 23
NELLE MANI LA MAGIA 24
CITTÀ MURATE E VORTICI SOLARI 25
SENTIERI E POESIA 26
Spaziogiallo
I COLORI DEL TEMPO 7
L’OCCHIO DEL NULLA 8
LA MATTONELLA D’INCIAMPO 9
RESPIRO D’AUTUNNO 10
LADDOVE MITE È IL CLIMA 12
DIEBUS ILLIS 14
GOLOSA CREATURA 16
LIEVITO POETICO 16
UNA GUERRA CRUDELE 17
PREISTORICA SORPRESA 17
PAGINE PER SOGNARE 18
COME CANNE AL VENTO 20
Il punto
IN CLASSE CON LA SOCIETÀ 5
Qualcosa da dire
TARLI E SCRIVANIE 6
Scuola Media Statale
di Crosara
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Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
Il punto
IN CLASSE CON
LA SOCIETA’
La rete relazionale come irrinunciabile
esperienza
di Fabio Cusinato
Sarebbe certamente arduo, se non
impossibile, delineare un quadro della
struttura didattico-organizzativa della
scuola italiana in poche righe. Né io mi
sentirei all’altezza del compito. E tuttavia,
da qualche tempo, mi vado ponendo
un quesito: ma un insegnante
che voglia credere profondamente in
questa professione, cosa potrebbe
chiedere al “sistema scuola”?
Non so se sia la maggioranza, ma una
buona parte dei docenti lamenta una
scarsa considerazione da parte dell’opinione
pubblica. Altri corroborano
questa affermazione con questioni di
carattere economico. Altri ancora sottolineano
la mancanza di un sistema
basato sul premiare il merito. Per contro
certuni, a sentir parlare di questioni
che rivelino anche solo un’ombra di
diseguaglianza nel trattamento, si fanno
venire crisi epilettiche. E poi la burocrazia,
le classi troppo affollate, le
responsabilità, i mega-istituti…
Di sicuro un quadro variegato, al quale
vanno senz’altro aggiunte altre sfumature
anche importanti. Si tratta di tematiche
che prima o poi si dovranno
affrontare con serietà, ma anche con
un sereno spirito propositivo.
Sì. Sono persuaso che la parola
“chiave” sia proprio questa: “spirito
propositivo”.
L’impressione che si è avuta in questi
ultimi anni a fronte di tanti, talvolta
devastanti, interventi sulla scuola, è
che la reazione degli insegnanti sia
stata una miscela di difesa e di rassegnazione.
Ci siamo timidamente resi
conto che a sentenziare di scuola alla
tv, sui giornali e sui vari altri mezzi d’informazione
ci sono un po’ tutti, tranne
gli insegnanti. Ma per quale altra cate-
goria professionale accade questo?
Non vorrei, a questo punto, che il poco
inchiostro versato fino ad ora spingesse
qualcuno a pensare che si tratti
dell’ennesima rivendicazione sindacale
sui poveri insegnanti, che tanto lavorano
pochissimo e si lamentano
sempre.
Niente paura! Il mio raptus scrittorio è
mosso solo dalla considerazione che
delle proposte serie, estremamente
professionali, animate da uno spirito
d’innovazione, non possono non trovare
orecchi attenti, e soprattutto
gettare una luce nuova sulla classe
docente.
Per alcuni anni, nella mia carriera scolastica,
ho potuto lavorare in una scuola
internazionale, formata da docenti
provenienti da diverse parti del globo.
Avevo un collega di New York, un altro
di Sidney e poi Londra, Dublino, Barcellona.
In quell’esperienza ho visto
l’importanza del lavoro di squadra. La
settimana scolastica iniziava con l’immancabile
“briefing” degli insegnanti
di classe. Un incontro dove tutti i docenti
pongono in comune problematiche
e percorsi, dove c’è spazio per un
confronto sui reali bisogni della classe,
ma dove anche si gettano le basi per
una maggiore conoscenza fra colleghi.
Senza contare che quel gruppo si metteva
insieme in una prospettiva di lavoro
comune proiettato nel tempo.
Il nostro sistema, e parlo della scuola
secondaria, non prevede niente di
tutto questo.
Gli insegnanti di un Consiglio di Classe,
grazie anche a un massiccio apporto di
precari, cambiano quasi ogni anno e
non sono previsti spazi per briefing
settimanali o altro. Possono trascorre-
SCUOLE in RILIEVO
re diversi mesi prima di conoscersi a
fondo e, una volta completata una
prima fase di conoscenza, necessaria
per lanciarsi in un progetto comune, ci
si accorge che l’anno scolastico già
volge al termine.
Può capitare, tuttavia, che in qualche
piccola sede, dove vi siano docenti
confermati da anni, si trovino le condizioni
per instaurare un’efficace squadra
operativa. Questo naturalmente è
a discrezione degli insegnanti, che
decidono di trovarsi periodicamente
per cementare le relazioni a tutto vantaggio
dell’azione educativa, e quindi
dei ragazzi.
Ah! Figuriamoci! Son ben altre le cose
che servono alla scuola italiana, obietterebbe
qualcuno. Però qui non si tratta
di un elemento accessorio, che
“sarebbe bello se ci fosse”, ma di una
Segue a pag. 27
5

Qualcosa da dire
Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
6
TARLI E SCRIVANIE
Volare in stormo per mantenere la rotta
di Rosanna Bertoncello
N
on facile
reggere
alle onde
di devastanti
tsunami che
colpiscono con sistematicità
il mondo
della scuola. Decisamente
non facile
quando si lavora in
una piccola scuola,
che non ha risorse
economiche su cui
contare, fornite da
amministrazioni
comunali, associazioni
o comitati di
genitori. E che pure
si vuole non solo
salvare, ma potenziare.
Scrivanie di
ministri, sottosegretari
e responsabili
regionali e provinciali sono terribilmente
lontani dalle tante realtà vissute
e costruite con professionalità e
passione, sparse sul territorio. Realtà
che non hanno voce per farsi sentire,
per far conoscere lassù dove si prendono
le decisioni devastanti, la creatività
e l’innovazione, lo spessore delle
competenze e delle relazioni umane
costruite con i ragazzi. Inoltre l’involu-
cro istituzionale della conoscenza
porta con sé , purtroppo, dei tarli che
rischiano di rodere e sgretolare tante
risorse e tante energie vitali che crescono
all’interno della scuola. Tarli
che si chiamano eccessiva burocratizzazione,
vuoto formalismo che mette
fuori gioco la didattica, che moltiplica
documenti e pratiche e rischia di soffocare
irrimediabilmente le realtà più
arrendevoli. Noi abbiamo deciso da
tempo che è troppo bello volare e
non sarà semplice tagliarci le ali. In
alto l’aria è più pura, frizzante, trasparente,
e consente di non perdere di
vista gli avvincenti orizzonti lontani
che indichiamo ai ragazzi. Non è un
impegno facile, si sa, ma il volo in stormo
ci aiuta a mantenere la rotta. E a
non mollare. rb

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
Il tempo che passa
di Beatrice Soster
Per me, il tempo
passa molto in fretta
quando sono a scuola.
E' come se il tempo
corresse ad altissima
velocità nella
strada!
Ma se mettessimo
un "Autovelox" non
correrebbe più così
veloce! Ma attenzione,
c'è un limite, non
deve andare troppo
lento. Perchè poi mi
annoierei da morire.
Facciamolo scorrere
tranquillamente, così
le cose più importanti
che accadono nella
vita si possono godere.
Ma non sempre il
tempo passa veloce.
In certe situazioni
passa anche troppo
lentamente.
Ad esempio quando non si sa cosa
fare. E' noiosissimo... Insomma, il tempo
passa!
In viaggio verso
di Filippo Cortese
Fortunate le persone che possono
viaggiare! Che fortuna ha quella gente
che, nell’arco della sua vita, è riuscita a
visitare città, opere d’arte, Paesi e monumenti
famosi in tutto il mondo! Anch’io
un giorno vorrei essere uno di
loro. Visitare la Grecia, la Spagna, la
Francia, tutte le bellezze naturali e tutti
i monumenti dell’antichità è il sogno,
insieme a quello di diventare giornalista,
della mia vita.
Da anni tormento i miei genitori cercando
di convincerli a portarmi in Grecia:
il posto che desidero visitare per
tutto l’oro del mondo. Non me ne importa
niente se lì adesso c’è una crisi da
far paura! Non dovete giudicare la Grecia
come un Paese inospitale perché
adesso deve superare una crisi! Io ci
voglio andare ad ogni costo. E quando
mi metto in testa una cosa, nessuno la
toglie dai miei pensieri. Quanto invece
alle altre bellezze del pianeta, desidero
visitare anche quelle per tutto l’oro del
Spaziogiallo
mondo. Anzi, forse per tutto l’argento
del mondo!
Quando uno rincorre un sogno, è difficile
farglielo eliminare dalla mente.
Ora, in questo preciso momento, mentre
sto scrivendo questa ennesima
riflessione, lo giuro: in Grecia e negli
altri posti che ho elencato, un giorno
da grande, ci andrò.
La mia passione
di Lisa Bonato
Tutti noi abbiamo una passione segreta,
a volte. Beh, la mia è la musica, che
è anche una delle mie materie preferite.
Per me la musica è come una musa.
Io suono il flauto spesso durante l’arco
della giornata; difatti mia mamma mi
dice spesso di utilizzarlo un po’ di meno.
Io le dico OK, ma in realtà non è
che sia proprio un OK: a me sembra di
più un KO. Se per esempio c’è l’interrogazione
di una canzone, io la provo
minimo trenta volte finché non mi risulta
perfetta e ce l’ho tutta in testa.
Mio papà dice che non sono male in
questa materia, ma mi ha anche raccomandato
che però deve essere lo stesso
per le altre materie, cosa che sto
cercando di fare. Quando suono è co-
SCUOLE in RILIEVO
I COLORI DEL
TEMPO
Un arcobaleno che corre con i giorni
a cura della Classe 2^E - Scuola Media di Crosara
me quando faccio un sogno e non un
incubo. In quel momento tutto può
accadere ed è come se non ci fossi.
Suonare è rilassante e mi tranquillizza
quando vorrei tirare dietro a mia sorella
una scarpa. Ma questa è solo una
delle mie passioni e non dico di tutte le
altre.
I colori
di Lisa Bonato
Spesso non diamo importanza ai colori.
I colori, invece, sono molto importanti:
com’è che definiamo una mela “non
matura”? Lo capiamo dal colore. Per
esempio, se è verde sarà sicuramente
acerba, mentre se è rossa sarà saporita.
I colori inoltre sorreggono l’umore: con
il rosso sei felice (o viola, per una mia
compagna), con il verde ti rilassi, con il
nero … beh, di certo non aiuta. A volte
i colori animano la giornata anche con
un arcobaleno. Io credo non sia bello
vedere solo bianco e nero come succede
ai cani. Oh, loro sì che non hanno
colori nel loro mondo oscuro, anche se
il loro olfatto batte il nostro di molto. A
volte, per i colori, si fanno guerre stupide,
e per colore intendo quello della
pelle. (Illustrazione di Beatrice Soster)
7

Spaziogiallo
Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
Cosa voglio?
Cosa voglio? Non lo so neanche io. Voglio
qualcosa che mi faccia felice e sereno
per molto tempo. Forse un gioco
per la play? O forse qualcosa che non
saprei. Vorrei qualcosa da mettermi
addosso? Una maglietta o un paio di
scarpe da calcio? O forse qualcosa che
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non saprei.
Vorrei qualcosa
da usare
con i miei
amici, ma
forse neanche
a loro
piacerebbe.
O forse qualcosa
che non
saprei. Vorrei
qualcosa che
mi potesse
aiutare. Vorrei
qualcosa
che… forse
proprio non
saprei. Alberto
Soardi
Nulla
Il nulla è nulla.Impossibile
spiegare il
nulla, non si
sa che cos’è.
Si potrebbe
spiegare che
cosa c'è nel
nulla? Nulla,
è tutto un
gioco di parole.
A cosa
serve? A nulla.
Dentro il
buco nero
non c’è nulla, ma certi dicono che sia
un miscuglio fra spazio e tempo che
neppure i calcoli matematici o algebrici
e le equazioni possono svelare. Lo spazio
è composto dalla parola “nulla”,
perché in esso non c’è nulla. Ora basta
con questa parola, ci siamo stancati. Il
mio parere? Nulla è una cosa indescrivi-
L’OCCHIO
DEL NULLA
La leggenda si racconta
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bile, una parola che non serve, che non
ha senso, non serve a nulla. E di tutto
questo dialogo, cosa abbiamo compreso?
Nulla. A cosa ci è servito? A nulla.
Ilias Lunardi
Una fedele penna
Una penna, come tutti diranno, è uno
strumento per scrivere. Ma io non la
penso cosi, mi sembra ingiusto. Ogni
penna che usi devi trattarla con cura. Io
ho una penna con cartucce ricaricabili.
La sto usando fin dalle elementari. Nonostante
lo stato in cui è ridotta, funziona
ancora. La porto quasi sempre in
tasca; l’ho usata in molte occasioni,
verifiche, test, compiti, ed ho finito,
con lei, molti quaderni. La mia penna è
di un colore smagliante, verde smeraldo,
e semplice come tutte le altre. Uno
può pensare che sia banale, ma non lo
è. Perché è la mia penna, e con me ha
percorso una storia lunga e dolorosa. È
la mia penna e spero che duri ancora
per qualche anno. A patto che anche lei
sia d’accordo. Ilias Lunardi
La quiete
La quiete è il silenzio, il silenzio è l’assenza
di rumori, l’assenza di rumori è il
silenzio assoluto: la quiete. Un lieve
tintinnio mi incuriosisce! Lo cerco ma
lui si nasconde ai miei sensi. E’ certo
qualcosa, ma che non posso vedere, né
toccare, né annusare, né gustarne il
sapore, ma lo sento! Penso sia la mia
immaginazione, o forse il fischiare delle
orecchie. Il suono non smette, ma forse
è la leggenda che si racconta. Quella
che dice: “Quando ti fischieranno le
orecchie, saprai che c’è qualcuno in
una parte del mondo che ti sta pensando.”
Ora non lo odo più. Peccato, mi
stavo abbandonando alla realtà.
Consuelo Busa.
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Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
Spaziogiallo
LA
MATTONELLA
D’INCIAMPO
Pozzi, ponti e sinagoghe in un tuffo
nell’acqua alta di Venezia
Classe 3^E - Scuola Media di Crosara
V
enezia o Atlantide? La
nostra è stata un'avventura
spruzzata! La mattina
di martedì 13 novembre
ci siamo dati appuntamento
alla stazione
ferroviaria di Bassano. Con i prof c'eravamo
tutti, noi della seconda e della
terza media di Crosara. Il treno ci aspettava
al terzo binario, sbuffando impaziente.
Alcune nuvole cupe e minacciose
ci preoccupavano. Ma volando sulle ali
della fantasia, già vedevamo Venezia
allagata. E così, al fischio del capotreno,
siamo partiti, tutti con i nostri incredibili
e preziosi stivali colorati alla ricerca
dell'acqua alta. Ma a Venezia c'era solo
qualche pozzanghera qua e là e i nostri
sogni inevitabilmente se ne sono andati,
insieme all'acqua alta.
Ma lo spettacolo restava stupendo,
impossibile da descrivere: era la giornata
ideale per visitare la città. Al Ponte di
Rialto siamo riusciti a vedere il Canal
Grande in tutto il suo splendore. Cammin
facendo la prof ci ha coinvolti in una
sfida all'ultima “vera da pozzo”, autentiche
creazioni d'arte sparse dovunque, a
migliaia.
Il tempo passava veloce e in una piccola
piazzetta, di fronte ai nostri occhi stupiti
si è presentata la Chiesa di San Giacomo,
di un colore rosso che si trascinava
via anche la più fredda giornata d'autunno.
All'improvviso, nella piazza più famosa
del mondo, i leoni erano lì, immobili,
a sorvegliare la Basilica di San Marco.
E finalmente, i nostri stivali da pioggia
sono diventati i protagonisti della
gita. Abbiamo saltato come bimbi piccoli
in una pozzanghera, avanti e indietro,
spruzzando acqua dappertutto. Dopo
aver divorato, seduti sulle passerelle,
dei panini imbottiti, come fossimo lupi
digiuni da settimane, abbiamo percorso
Riva degli Schiavoni. Di fronte a noi si
stagliava l'isola di San Giorgio e poi la
Giudecca, dove sono vissuti, nei secoli
SCUOLE in RILIEVO
scorsi, gli Ebrei. Una grande nave passeggeri
greca, trainata da due rimorchiatori,
che attraversava lentamente il
bacino di San Marco, ha catturato la
nostra attenzione. Poi un brivido ci ha
percorsi, davanti al Ponte dei Sospiri,
ripensando alle grida strazianti dei carcerati,
condotti a soffrire per lunghi
anni della loro vita. Una poderosa camminata
ci ha condotto al Museo Storico
Navale preceduto da due imponenti
ancore, su cui alcuni di noi hanno tentato
di arrampicarsi. All'interno imbarcazioni
di ogni tipo, alcune alte due piani,
con 164 posti per i rematori: la storia
della Marina Veneziana. L'ultima e la più
importante tappa del nostro viaggio è
stato il ghetto ebraico. La visita al Museo
e alla Sinagoga ci ha aperto la mente
sulla cultura, la fede e le tradizioni
degli Ebrei che lì hanno vissuto. Preziosi
addobbi e decorazioni, ricchi tendaggi e
oggetti antichi rendono la sinagoga
perfetta in ogni aspetto. Solo una mattonella
nera nel pavimento chiaro risulta
“ fuori posto “ e sta a significare che
nessuno è perfetto. E, per finire, tappa
d'obbligo è stata una panetteria del
ghetto dove abbiamo acquistato pane,
pinza e dolcetti vari, tutti rigorosamente
prodotti secondo le indicazioni della
legge ebraica.
di Crosara
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9

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
rriva l’autunno. Lo si
sente già nelle strade al
mattino, lo si respira,
lo si sente sugli occhi.
Le giornate diventano
a mano a mano
sempre più corte.
Qualche volta il cielo fa il birichino e si
copre di nuvole nere cariche di pioggia
pronta a cadere come una cascata.
Spesso arriva la nebbia che copre alberi,
auto, ogni cosa. A me piace molto
perché sembra una vasta distesa di
neve grigia.
I boschi sono un’esplosione di colori
vividi e chiari che fanno immaginare un
mare tutto diverso da quello che noi
conosciamo: vivace come il giallo, l’arancione
e il rosso. Colori dell’autunno
che fanno sognare, colori accesi che io
amo.
L’autunno ha un odore di foglie, di
muschi e di funghi, un odore davvero
inebriante. Quando calpesto le foglie
sento un cric croc rilassante e piacevole,
un rumore che a me piace da morire.
Nei prati l’erba si riempie dei colori
delle foglie portate dal vento ed è veramente
un paesaggio unico al mondo:
quanto vorrei tuffarmici dentro!
Nei boschi si possono raccogliere frutti
di tutti i tipi. Io e la mia famiglia raccogliamo
i fichi, le mele e le castagne.
Alcuni animali, come gli scoiattoli, si
preparano per il duro inverno mentre
altri, come le rondini, migrano verso i
paesi più caldi e così almeno non rischiano
di morire di freddo. Come ogni
anno non manca la caratteristica transumanza
delle mucche e dietro a loro
una fila di auto che pare non finire mai.
Ed è autunno anche nelle vetrine che
vengono addobbate con colori vivaci
ed intensi così da catturare gli sguardi.
Insomma, è certo che l’autunno ti sorprende
come ogni anno. A me piace
molto, più delle altre stagioni, perché
c’è sempre nel paesaggio qualche particolare
nuovo da scoprire.
10
Spaziogiallo
RESPIRO
D’AUTUNNO
I colori di una stagione che fa sognare
di Simone Pozza
Scuola Primaria di Lusiana classe 4^

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
SCUOLE in RILIEVO
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Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
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Spaziogiallo
LADDOVE MITE
E’ IL CLIMA
Olive: dalla raccolta alla spremitura
Scuola Primaria di Lusiana - Classi 4^ e 5^

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
n occasione della nostra
uscita didattica a Pove, abbiamo
approfondito la conoscenza
dell’ulivo. L’ulivo è
una pianta che vive nelle
zone in cui il clima è mite:
soffre quando la temperatura
è inferiore a 4° C e superiore
a 28° C; può vivere fino a mille
anni. Inizia a produrre olive intorno al
terzo-quarto anno di età e raggiunge la
maturità verso i cinquant’anni. È un
sempreverde, alto fino a dieci metri,
con il tronco cilindrico, ma contorto, di
colore grigio scuro. Le radici non scendono
in profondità, ma si diramano in
orizzontale sotto la superficie del terreno.
Fiorisce da marzo a giugno e i
suoi fiori sono piccoli e
bianchi. Le sue foglie
sono lanceolate, lisce e
di colore verde cupo
nella pagina superiore
e di colore grigio argenteo
e coperte di peluria
nella parte inferiore. I
rametti crescono ogni
anno di un pezzettino
ed è questo che l’anno
seguente produce le
olive. L’oliva è formata
da un nocciolo e dalla
polpa carnosa, che contiene
olio per il 15-20%; il
resto è un insieme di acqua, zuccheri,
fibre, proteine e ceneri. Le olive maturano
da novembre a dicembre, ma si
raccolgono a novembre, quando han-
SCUOLE in RILIEVO
no la consistenza giusta per ricavarne
un buon olio. Ce ne sono di diverse
qualità: Ascolane, Leccino… e più qualità
si mescolano, più l’olio diventa buono.
Se la raccolta delle olive viene fatta
a mano, si ottiene un olio pregiato perché
i frutti non vengono danneggiati.
Sotto gli ulivi vengono stese delle reti e
con dei rastrelli dal lungo manico vengono
“pettinati” i rami per staccare le
olive, che entro due giorni devono essere
portate al frantoio per la spremitura.
Sono gettate nella tramoggia e un
tubo le risucchia in una vasca, dove due
macine girano e le schiacciano. La pasta
ottenuta viene trasferita nella gramola,
che è una vasca con un’asse centrale
munito di lame in rotazione conti-
nua per far sì che anche le parti più
piccole, che contengono olio, si rompano.
La pasta è distribuita su dei dischi,
forati al centro per poterli impilare fino
a formare una “torre”:
il torchio. Questo è poi
trasferito sotto ad una
pressa e l’acqua e l’olio,
cioè il mosto, cominciano
a colare e a raccogliersi
in un recipiente
alla base. Infine il mosto
entra nel separatore,
dove l’acqua viene separata
dall’olio. L’olio si
conserva per un anno
lontano dai raggi del
sole .
Consiglio: meglio non
acquistare olio in offerta
nei supermercati
perché è vecchio.
13

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
14

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
SCUOLE in RILIEVO
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Spaziogiallo
Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
Giovedì 15 novembre, noi alunni di 3^
di Valle San Floriano, abbiamo preparato
il pane in classe! È stata un’esperienza
bella e coinvolgente, golosa, creativa
e ispiratrice!
Questi gli ingredienti: 290 ml di acqua
tiepida, 500 gr di preparato per pane,
una bustina di lievito, una bustina di
zucchero, semi di zucca, uvetta sultanina.
Per iniziare, la maestra ha chiesto a
Un dono prezioso
Dalle spighe di grano
nasce il pane quotidiano.
Questo è un dono prezioso
e sempre gustoso;
un po’ per ogni bambino
per riempire il suo pancino!
Così crescere potrà
in salute e felicità!
Il tuo pane puoi spezzare
ed un povero aiutare!
Così nel mondo la fame sparirà
e tanta gente sorriderà. Pietro
Delizia per il palato
Pane pane, mi fai venire una grande fame,
ti mangio con una fetta di salame,
ti mangio con un po’ di nutella
16
GOLOSA
CREATURA
I panettieri di Valle San Floriano a impastare
e infornare
di Francesca e Matteo
Scuola Primaria di Valle San Floriano - Classe 3^
Lievito poetico
Francesca e a Gabriele di andare a
riempire un bicchiere con acqua tiepida
che arrivasse fino a 290 ml e ci è
voluto un po’ di tempo prima che l’acqua
si intiepidisse! Quindi Gabriele ha
versato tutta l’acqua dentro la macchina
per il pane ed Elisa ha aggiunto il
preparato per pane. La maestra ha
iniziato a mescolare il tutto con un
cucchiaio di legno per amalgamare
bene gli ingredienti. Ha poi aggiunto
all’impasto un po’ di semi di zucca,
tutta l’uvetta e il lievito. Allo zucchero
e la mia giornata sarà più bella!
Anche se la nutella ai bambini fa male
viene una gran voglia di spalmarla
sopra una fetta di pane!
Con l’uvetta si mangia in fretta,
con l’origano ha il gusto di una pizzetta!
Dolce o salato, fresco o biscottato,
il pane è una delizia per il palato! Teresa
Sensazione strepitosa
Il pane è morbido, gustoso e soffice
e quando lo mangi ti dà
una sensazione meravigliosa…
Se poi gli aggiungi un po’
di marmellata di fichi
la sensazione sarà strepitosa! Federico
Tre bambini a mescolare
Oggi a scuola abbiamo fatto il pane,
aveva il gusto delle cose sane.
Tre bambini a mescolare
e tutti gli altri a controllare.
ci ha pensato Gabriele, in qualità di
aiutante cuoco. Quando la maestra ha
acceso la macchina per il pane, questa
ha iniziato a fare strani rumori come
se fosse un tamburo. Poiché la cosa ci
incuriosiva, la maestra ci ha chiamati
uno alla volta per farci vedere cosa
succedeva.
Che spettacolo! Sembrava che il contenuto
prendesse già la forma di una
pagnotta. Abbiamo lasciato amalgamare
l’impasto per un po’ e poi è iniziata
la cottura. Già si sentiva un buon
profumo! Tutta la scuola ne è stata
invasa. Quando abbiamo guardato il
risultato, il pane aveva un colore tra il
marroncino e il giallo ocra ottenuto
grazie ai semi di zucca. Dopo due ore e
mezza il pane era pronto! La maestra
ha tagliato il pane in tante fettine e ce
lo ha fatto assaggiare prima da solo e
poi con una buonissima marmellata di
fichi: una vera leccornia!
Abbiamo messo la farina, l’acqua e il sale,
i semi di zucca e l’uvetta per farlo originale!
Due ore è durata la cottura
e quando dal forno è uscito,
non potevi metterci un dito.
Noi bambini tutti contenti,
non vedevamo l’ora di averlo fra i denti.
Di marmellata l’abbiamo ricoperto
e alla fine, sembrava il dolce
di un pasticcere esperto! Emma
Caldo e profumato
Pane dolce pan salato
che delizi il mio palato
a scuola oggi ti abbiamo impastato
e poi per due ore cucinato!
Eri caldo e profumato
e per merenda ti abbiamo mangiato!
Mi dispiace solamente
che non sia rimasto più niente!
Sofia

Spaziogiallo
Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
UNA GUERRA
CRUDELE
Quando la storia è testimonianza diretta
A cura degli alunni Scuola Primaria di Valle San Floriano - Classe 4^
Spesso a scuola il “fare storia” si trasforma
nel racconto di tante voci che
hanno vissuto la Storia in prima persona…
Il nostro compagno Filippo e il
suo papà trascorrono tanti pomeriggi
sulle nostre montagne alla ricerca di
“pezzi” di storia: con l’aiuto del metal
detector cercano materiale vario sui
luoghi delle battaglie della Prima Guerra
Mondiale, e non tornano mai a mani
vuote dalle loro ricerche sul campo!
Filippo, un giorno, ha così portato a
scuola dei reperti della 1^ Guerra Mondiale:
elmetti, caricatori, pezzi di bombe…
Li abbiamo osservati con interesse,
ce li siamo passati, quasi “rubati”
l’un l’altro, tanto erano affascinanti.
Abbiamo detto: “Che belli!” Abbiamo
mimato un militare mentre spara. Ma
poi la nostra insegnante ci ha raccontato
qualcosa che ci ha lasciato senza
parole, che ci ha fatto riflettere.
Il nonno della maestra ha combattuto
durante la 1^ Guerra Mondiale sull’Altopiano
di Asiago e raccontava sempre
ai suoi familiari che da lassù, sulle montagne,
riusciva a vedere la sua casa.
Era così vicino da riconoscere la sua
terra, i suoi campi, eppure era così
lontano.
E lontano vedeva il momento in cui
sarebbe finita la guerra e sarebbe potuto
tornare a casa:
… così vicino… eppure
così lontano…
Questo ricordo ci ha
fatto riflettere e abbiamo
visto quei reperti
per quello che erano: il
simbolo di una guerra
crudele che tanto dolore
ha portato non solo
nel mondo, ma anche
qui, nei nostri paesi, tra
le nostre famiglie.
SCUOLE in RILIEVO
Presitorica
Sorpresa
Scuola primaria di
Valle San Floriano
Classe 4^
Mercoledì 10 ottobre sembrava un
giorno come tanti altri: due ore di
inglese, poi religione, la mensa,
riflessione linguistica, due ore di
scienze e poi, finalmente, a casa!
Arrivati a scuola, la maestra di
inglese ci ha fatto salire subito in
classe: “Vorrà fare verifica?”, ha
pensato subito qualcuno. Ma arrivati
in aula, l’insegnante ci ha fatto
togliere i grembiuli e, dicendo
che anche l’educazione motoria
ha stretti legami con l’inglese (!),
ci ha detto che saremmo andati in
palestra. Meravigliati, siamo usciti
dalla scuola, ma…. che sorpresa!
Ad attenderci nel parcheggio c’erano
tante mamme, la maestra di
storia e… un pullman!
Ebbene sì, la maestra, a nostra
insaputa, aveva organizzato una
gita ad Archeoland, a Stallavena, a
pochi chilometri da Verona, per
noi e per due classi di Vallonara.
Aveva chiamato le nostre mamme,
che ci avevano preparato in
gran segreto gli zainetti con il
pranzo al sacco. Ha avuto così
inizio la nostra avventura preistorica!
Ad Archeoland abbiamo imparato
a disegnare come gli uomini primitivi,
con la terra rossa e l’ocra e
abbiamo appreso l’arte della
scheggiatura della selce. C’erano
perfette riproduzioni dei primi
ripari dell’uomo del Paleolitico e le
capanne dei primi agricoltori del
Neolitico. Ci siamo arrampicati su
uno stretto sentiero di montagna
e, con gli occhi incollati alla terra,
abbiamo raccolto tante selci. Un
giorno immersi nel passato!
È stata proprio una bellissima gita
ed ora, quando un’insegnante ci
dice di andare in palestra, noi speriamo
sempre che fuori dalla scuola
ci sia ad attenderci un pullman!
17

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
Per me i libri sono tutto. Fin da piccola
io esultavo quando mi arrivavano i
libri per la scuola elementare e da
allora io ho sempre avuto un legame
forte con loro, perché i libri sono come
un amico, che però prendi solo
quando vuoi. Mi è capitato più volte di
avere tanta voglia di leggere e, poche
volte, di non averne. Io i libri, di gior-
18
Spaziogiallo
PAGINE PER SOGNARE
Un angolo per commuoversi, ridere e volare
a cura della Classe 2^E - Scuola Media di Crosara
no, li utilizzo quando non so cosa fare;
la sera li uso per dormire, perché
io ho preso l’abitudine di leggere prima
di dormire e, se non leggo, non
riesco ad addormentarmi. Ma di notte
li uso per farmi passare la paura perché
io ho tanti incubi. Quando ero
piccola, chiamavo mamma e papà
piangendo e ora mi accendo la lucetta
e leggo. Beh, mi è capitato una volta
di leggere un libro intero di 100 pagine;
si intitolava “Il mistero a Parigi”.
Da quello che avete letto, capirete
che sono un’appassionata di libri. Per
esempio, se un giorno mi gira e ho
voglia di un libro nuovo, chiamo mio
papà e gli chiedo se me ne può comperare
uno. E lui me lo compera sem-

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
pre. Non mi ha mai detto di no, anche
perché, lavorando a Marostica, è più
facilitato a rispondermi di sì perché è
molto vicino alla libreria. Io non sopporterei
di vivere in una società come
quella immaginata nel film
“Fahrenheit 451”, piuttosto mi lascerei
bruciare come ha fatto la vecchietta!
Lisa Bonato
I libri per me sono un insegnamento in
tutti i sensi. A volte ti educano, a volte
ti fanno ridere, ti commuovono, ti
rimangono impressi nella memoria
per sempre. Io spero di leggere un
libro che mi colpisca, che mi rimanga
dentro al cuore, di cui in futuro racconterò
ai miei figli, o addirittura ai
miei nipoti che a loro volta lo leggeranno,
spinti dal mio incipit del racconto.
A volte mi chiedo quali emozioni
provino gli scrittori quando sanno
che il loro libro ha avuto un grande
successo.
Il film “Fahrenheit 451” mi ha colpito
moltissimo quando i pompieri appiccavano
il fuoco invece di spegnerlo. E
bruciavano i libri. Non immaginavano
quanto fatica gli autori avevano impiegato
per scrivere quel libro.
Agustina Bozic
Io sono sempre stato un amante dei
libri. Sin da quando ero piccolo amavo
sfogliare le pagine e leggere attraverso
le figure. A sei anni leggevo già i
libretti per bambini e a otto ero un
appassionato della collana “La casa
sull’albero”. A nove anni avevo cominciato
a leggere i libri di trecento e passa
pagine e li adoravo tantissimo. Ancora
adesso leggo, ma con meno frequenza
di prima, perché ora sono alle
medie e ho compiti da fare al pomeriggio
(momento in cui potrei dedicarmi
alla lettura).
Io nella mia vita ho avuto un sacco di
amici: quelli di scuola e del paese e
quelli dei libri. In ogni libro avevo, e
ho ancora adesso, un amico segreto
con cui potevo comunicare soltanto
io. Avevo come amici Jack e Annie
della “Casa sull’albero”, Mìrtale e
Alessandro di un libro di B. Pitzorno,
Percy, Annabeth e Grover di un libro
di Rick Riordan e come ultima, ma non
meno importante, avevo Gaia, la topolina
protagonista di un libro che
avevo da piccolo. Io sono molto affezionato
ai miei libri, soprattutto a
quelli che amo di più. Ma anche se un
libro non mi piace, non lo scambierei
per dei soldi o roba del genere, perché
per me è unico, e anche se non
sono riuscito a farmi degli amici in
quel libro durante quella lettura, di
sicuro me li farò in futuro. Quello che
non riesco e non riuscirò mai a sop-
SCUOLE in RILIEVO
portare è vivere in un mondo senza
libri. Come si fa a vivere senza amici? I
libri che leggo sono una parte di me.
Non riuscirei a stare senza di loro!
Nella mia vita, in poche parole, sono
essenziali.
Filippo Cortese
Per me i libri sono una passione. Questo
amore è iniziato quando ero molto
piccola. I miei genitori mi regalarono
un libretto fatto apposta per bambini
piccoli. Insegnava cosa bisogna
indossare se per esempio si va a pescare.
Ma io rimanevo anche impressionata,
per quel poco che mi ricordo,
nel vedere mia sorella che leggeva.
Ma il culmine della passione è arrivato
alle scuole elementari, quando la nostra
maestra ci ha letto per la prima
volta un libro. Era fantastico. Poi in
seguito ho letto molti altri libri che mi
sono piaciuti. Rimasi colpita quando
scoprii che mia mamma leggeva dei
libri prima di andare a letto. Infatti un
giorno, mentre mi annoiavo e non
sapevo cosa leggere, mia mamma mi
ha dato dei libri che aveva letto lei
quando era piccola. Questo ha contribuito
molto a far crescere la mia passione
per la lettura.
Martina Girardi
I libri: per me una passione nata da
quando avevo 5 anni, alla scuola
dell’infanzia. Mia mamma mi racconta
ancora adesso che arrivavo a casa,
dicevo quello che avevo letto in un
libro, lei mi faceva i complimenti ed
io… subito seduta sul divano a leggere.
I romanzi, i racconti gialli, i racconti
di avventura per me rappresentavano
e rappresentano ancora adesso
molto. I racconti gialli mi piacciono e
mi ispirano perché fanno molto ragionare
e capire la questione; ma subito
dopo c’è un altro indizio che porta
tutto fuori strada e, solo alla fine, si
capisce chi è veramente il colpevole, il
meno sospettato. Invece i romanzi
d’amore sono affascinanti e belli perché
sono un po’ sdolcinati. Il romanzo
che di più vorrei leggere è “I Promessi
Sposi” perché mio fratello lo sta studiando
e sembra interessante. Lui
mette dei post-it ed io, ogni tanto,
vado a sbirciare delle pagine. Mi ispira.
Giada Maroso
(illustrazione di Beatrice Soster)
19

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
C
ara Francesca,
oggi per la prima volta nella
mia vita, devo parlare, in
una lettera, a qualcuno.
Avevo in mente tante idee e
tante persone, ma mi sono
sentito in dovere di scrivere qualcosa a
te. Anche se non ci conosciamo da
tanto tempo, circa solo da due anni, tu
mi sei stata di grande aiuto in tutto
quello che facevo, e anche, un po' alla
volta, sei riuscita a cambiarmi. Tu da
subito, hai cercato di aiutarmi, più degli
altri, e io l'ho apprezzato tantissimo.
Tu sei stata e continui ad essere
un pilastro per me. Anche se non ci
siamo conosciuti da bambini, è come
se ti conoscessi da una vita. Tu a volte
ti arrabbi con me e anche io con te ma
alla fine ci scherziamo su, e questo è
molto positivo, perché mi fa stare bene.
Io credo che persone come te non
se ne trovino tutti i giorni. Talvolta tu
mi lanci delle occhiate, poi ci scambiamo
un sorriso e tu pensi “Quanto scemo
sei” e a me questo conforta. Magari
se ho una giornata brutta, tu riesci
sempre a farmi sorridere e mi cambi
l’umore. Anche io a volte non vedo la
Francesca che conosco e cerco di aiutarti
a star meglio. Io tengo molto a te
e non riesco a credere che fra un paio
di mesi non ti avrò più di fianco a me in
quel banco, ma avrò persone nuove.
Per me è un grande dispiacere, ma
penso al lato positivo, che cioè ci potremmo
sempre sentire e vedere
quando vorremo, ma non sarà mai più
come adesso. Io non so ma la maggior
parte delle volte tiro fuori le cose negative
che ho in me invece che lasciarmi
andare e riuscir a far vedere a tutti
chi sono veramente. Io, se voglio, potrei
tirar fuori tutto quello che ho in
me, ma mi è molto difficile. Solo con te
riesco a farti vedere e a dimostrarti chi
sono veramente, non la persona che
mostro agli altri. Anche se ci sarà la
fine del mondo, secondo i Maya, sono
sicuro che la vivrò con te. Io non so a
chi hai scritto tu, perché era una tua
scelta, ma sappi che se anche non hai
scritto a me io sarò felice lo stesso.
Sono contento di aver passato questo
tempo della mia vita con te.
Ciao Francy, ti voglio bene!
20
Spaziogiallo
C OME CANNE
AL VENTO
Un gioco di emozioni pervade il cuore
a cura della Classe 3^E - Scuola Media di Crosara
Mio amore,
tu non te ne renderai conto, ma in questi
ultimi anni mi hai fatto davvero soffrire
molto. Già alle elementari mi piacevi,
e tu lo immaginavi, solo che non
mi volevi perché io ero più piccola.
Quando ci provavi con altre ragazze
davanti ai miei occhi, mi spezzavi il
cuore e sembrava che lo facessi apposta.
Comunque mi hai fatto capire che
ti diverti a giocare con i miei sentimen-
ti. Giornate intere a pensarti e a guardare
se passavi per la strada! Quando
hai compiuto14 anni sembravi essere
più maturo, ma mi sbagliavo! Tu ti divertivi
con le tue amichette e io ero lì a
soffrire. Tu non pensavi che io ti venissi
ancora dietro come una stupida: non
te ne accorgevi! Perché? La cosa che
mi faceva più arrabbiare era che io non
potevo essere gelosa, ma tu sì! Cercavo
il più possibile di non badarti ma era

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
difficile. Ora però le cose sono cambiate.
Prima mi sentivo incatenata a te
con un lucchetto che mi tratteneva
nell’infelicità più scura.
Ognuno da oggi andrà per la sua strada,
ma tu resterai in una piccola parte
del mio cuore. Sei stato il mio passato,
ma non potrai essere il mio futuro.
Addio amore impossibile.
Sarai sempre nel mio cuore, ricorda!
Cara Elena,
ti voglio scrivere per dirti che io non
sono un ragazzo coraggioso che non
ha paura di niente. Sì forse qualche
volta lo dimostro, ma lo faccio solo per
farmi notare da te e dagli altri.
Io in realtà sono un ragazzo timido
perché ho paura a domandare qualcosa,
quando immagino già la risposta.
Qualche volta ho paura, sono un ragazzo
sensibile che ha voglia di fare e di
SCUOLE in RILIEVO
amare, perché l’amore verso una
persona è la sensazione più bella
che ci sia. Sono una persona molto
socievole, sono molto umile, mi
assumo la responsabilità dei miei
errori e rispetto sempre le promesse,
qualunque esse siano. Ho delle
difficoltà ad esternare i miei sentimenti,
ma forse questa lettera mi
aiuterà ad esprimere quello che
provo per te. E non mi importa di
quello che gli altri pensano di me,
perché non dimenticherò mai i tuoi
modi di fare semplici e le risate
fatte insieme, perché mi attraggono
i modi di fare di una persona,
specialmente i tuoi.
Io spero che tu comprenda quanto
tu sei importante per me, spero di
poter passare tutta la mia vita con
te.
Ciao Elena, spero di rivederti presto.
Cara puffetta,
ti scrivo questa lettera, per dirti una
serie di cose che a voce non riuscirei
a dire. Ho un carattere forte, ma
quando sono con te cambio, perché
mi sembra di stare sulle nuvole.
Mi blocco, e non so di cosa parlare.
A volte non riesco proprio a parlarti.
Vorrei riuscire a dirti che ti voglio
tanto bene, ma non riesco per colpa
della mia stupida timidezza.
Ogni tanto ti faccio arrabbiare, e tu
come sempre mi perdoni. Lo so che
a volte non riesco a tenere la bocca
chiusa, quando serve.
Ma almeno un passo avanti l’ho
fatto ed è quello di ammettere i
miei errori. Non riesco a restare
senza di te. Quando arrivo a casa
faccio tutto di fretta per venire a
chattare con te. Sto fino a tarda
notte ad ascoltare musica con le cuffiette,
e non sento mia madre che urla
dicendomi di spegnere il computer, e
mi tira le ciabatte. Io le dico che lo
spengo subito, ma per dirti un semplice
buonanotte ci metto un’ora.
Per qualcuno la fine del mondo è il 21
dicembre; per me la fine del mondo è
non vederti per un giorno.
Sarai sempre nel mio cuore. Rispondi al
più presto!
21

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
22
Le nostre scuole
CLASSI
REDAZIONE
Fornire ai ragazzi un contenuto
flessibile e aperto alla ricerca
a cura della Scuola Media di Crosara
S
trano anno questo, bizzarro
e non facile da affrontare
e da trascorrere. Problemi
vecchi e nuovi, ma anche
progetti della consolidata
tradizione e della creativa nostra
innovazione. Nuova anche la squadra
dei “primini”, tutti all’altezza del loro
ruolo di ragazzi in gamba, pronti a
spendere la loro vivacità e le loro frizzanti
risorse per testare quotidianamente
l’umanità e la professionalità
dei loro docenti. Docenti doc, naturalmente.
I ragazzi di terza E ripartono con il laboratorio
giornalistico che sforna sistematicamente
“Supersette”, settimanale
che raccoglie notizie di politica
interna ed estera, di economia e di
attualità. Quest’anno un’altra testata
arricchisce “l’edicola scolastica” di
Crosara. È “Il Vescovo news”, opera
delle redazioni di seconda E, che già
mostrano chiaramente la loro serietà e
la loro competenza. Seconda E e terza
E seguono settimanalmente il corso di
informatica che li porterà a sostenere
l’ esame dei primi moduli della Patente
Europea, l’ECDL , ormai tessera im-
OMEOPATIA - ERBORISTERIA - COSMESI
PRODOTTI PER L’INFANZIA - CONSEGNA REFERTI LABORATORIO
FARMACIA
Balduzzo dr. Mario
Cortesia, professionalità e disponibilità
36046 Lusiana - Via Europa, 27 tel e fax 0424 406018 E.mail: balduzzomario@tiscali.it
mancabile nel curriculum e nella formazione
personale. Tante altre attività
accompagnano il percorso scolastico
dei nostri ragazzi, quali l’orienteering,
lo studio sussidiario pomeridiano, il
corso di potenziamento della lingua
inglese con insegnante madrelingua, i
giochi sportivi studenteschi, il teatro in
lingua francese… Ma, novità di quest’anno
è il progetto “Book in progress”.
Si tratta di testi scolastici costruiti
e prodotti dagli insegnanti all’interno
della scuola, adattabili alle esigenze
della programmazione, continuamente
oggetto di aggiornamento
e miglioramento da parte del docente.
L’ innovazione sta nel fatto che si fornisce
ai ragazzi un contenuto didattico
flessibile e adattabile alle loro esigenze,
un contenuto che possono a loro
volta integrare e arricchire attraverso
la ricerca. Altro elemento positivo, che
tale iniziativa porta con sé, è quello di
consentire alle famiglie un risparmio di
spesa nell’acquisto dei testi scolastici.
Il progetto, avviato da alcuni anni
dall’ITIS Majorana di Brindisi, coinvolge
già parecchie decine di Istituti sul territorio
nazionale.

Le nostre scuole
Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
DOMANDA DA
50 MILIONI!
Una coraggiosa banca di Crosara
fa nascere le “Erte”
di Rosanna Bertoncello
I
n un momento, come quello
attuale, di acuta crisi economico
-finanziaria, addirittura di recessione,
a Crosara nasce coraggiosamente
una banca.
Segnale di diffusa liquidità nel territorio
o semplicemente di frizzante
fermento tra i banchi della classe 1^E
della scuola media di Crosara? L’idea
parte da una casuale battuta della
prof, durante l’ora di storia: “Ebbene
sì, questa è una domanda da 50 milioni!”
I giorni seguenti i ragazzi disegnano
banconote da 5 milioni, da 10,
da 20 e da 50. E fra tante diverse proposte,
alla fine si conferma il taglio e
se ne concordano le dimensioni. Si
chiameranno “le Erte”. Nel frattempo
bisogna pensare cosa fare di questo
denaro e come costruire, senza
dare nell’occhio, un nuovo meccanismo
che coinvolga i ragazzi e li porti
a interessanti traguardi formativi e
didattici. E’ fatta: ci vuole una banca,
e bisogna darle un nome. E, come
tutte le banche che si rispettino, deve
avere radici almeno in due località
del territorio. La nostra banca, è deciso,
sarà “Banca di Mure e Pedalto”.
Le banconote verranno custodite in
una apposita cassaforte e, giorno
dopo giorno, potranno essere guada-
SCUOLE in RILIEVO
gnate dai ragazzi
rispondendo esattamente
a domande
di storia o
di geografia e
tenendo con ordine
i quaderni;
facendo, insomma,
il proprio dovere
a scuola.
Direttore di banca
e cassiere, addetto
anche allo
sportello, vengono
eletti democraticamente
e
durano in carica
due settimane. Le
elezioni si svolgono
in un clima
acceso, ma senza
brogli. Ogni martedì
mattina ciascuno
potrà contare
il denaro incassato
durante la settimana e chi ha
raggiunto 50 milioni, potrà godersi
un’ora di laboratorio esterno, cioè
lavorare tra orti e pollai!
“Che bella, prof, questa cosa!”
“Ma, prof, qui bisogna studiare!”. “E
se qualcuno prende una nota, perde
tutti i soldi che ha guadagnato?”
chiede Angelica, già avvertendo aria
di bancarotta. Ancora una volta orti e
pollai diventano, agli occhi dei ragazzi,
un traguardo per il quale vale la
pena di faticare e per la prof il filtro
colorato attraverso cui presentare lo
studio, non sempre simpaticissimo,
della storia e della geografia. rb
23

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
nche quest'anno il laboratorio
multidisciplinare
“Mai con le mani in
mano” ci sta regalando
grande soddisfazione!
L'entusiasta gruppo
di bambini della
classe seconda di San Luca ha accolto
con gioia l'avvio di questo nuovo
percorso, nel quale, per l'intero anno
scolastico, sarà impegnato ad apprendere
le prime tecniche di lavorazione
di due meravigliosi materiali naturali:
la creta e il legno.
Nella prima parte dell'anno lavoreremo
la creta, nella seconda avremo la
possibilità di sperimentare la tecnica
del traforo sul legno.
Il giovedì è già diventato un giorno
speciale perché ogni incontro di laboratorio
rappresenta un'esperienza
molto intensa, nella quale tutti noi,
bambini ed insegnanti, riusciamo a
conoscerci di più, parlandoci e ascoltandoci
in modo più profondo.
Le nuove tecniche che sperimentiamo
ci permettono di confrontarci in modo
creativo con la materia, ricavandone
grande soddisfazione e senso di auto
efficacia.
Nel nostro laboratorio non trascuriamo
mai la fase di progettazione, utile
per dare ordine e concretezza alle idee
dei bambini, e poniamo molta attenzione
nell'osservazione delle varie fasi
del lavoro.
Quando si deve “fare”, il sapere si
presenta nella sua globalità. Non esistono
più l'italiano, la matematica, le
scienze...ma tutto si fonde in quel miscuglio
di conoscenze e competenze,
progressivamente acquisite, che ci
rendono persone sempre più complete.
24
Le nostre scuole
NELLE MANI LA
MAGIA
Quando il fare diventa sapere globale
di Federica Cappeller e Giovanna Canton
Scuola Primaria di San Luca
Così ogni giovedì mattina usiamo molte
delle cose che conosciamo, per
esprimerci anche con le mani. Ma non
solo: facciamo valutazioni di peso,
misuriamo, stimiamo quantità, siamo
chiamati a scegliere il giusto attrezzo
di lavoro o ad osservare i cambiamenti
sui nostri materiali, a riassumerli o a
spiegarli ai compagni. A volte osserviamo
increduli le molteplici possibilità di
trasformazione di questi materiali.
La creta ha in sé qualcosa di magico,
che appartiene all'uomo fin dalle sue
origini.
Per ogni bambino risulta appagante
lasciare la propria traccia su una tavoletta
di argilla, formare una sfera, plasmare
un lucignolo, lavorare una sfoglia,
stampare un'impronta, sagomare
una figura umana o un piccolo animaletto,
il tutto con la semplice pressione
delle dita! E' giocando che i nostri
bambini muovono i loro primi passi
come piccoli artigiani, ma capiscono
ben presto che è necessario apprendere
bene una tecnica per poter arrivare
ad un risultato che sia personale e soddisfacente.
Sottoscriviamo il pensiero di Roberto
Pittarello che ripercorrendo le tracce
di Bruno Munari scrive nel suo ultimo
libro I laboratori creativi: “Incontrare la
tecnica è molto utile per sperimentare
la personalità dei materiali e il modo
più sicuro per usare strumenti e supporti.
Poi, si sa, la tecnica non basta.
Occorre saperla usare (e superare)
dimostrando voglia di fare, intraprendenza
e originalità.”.
Ci auguriamo allora che una scuola che
contempla il momento del “fare” come
scoperta delle “cose del mondo” e
della propria interiorità, possa condurci
a una piccola rivoluzione: quella di
aiutare i bambini a diventare persone
che esercitano in modo personale ed
autentico il proprio pensiero, il più
lontano possibile dall'omologazione e
il più vicino possibile all'espressione
libera di se stessi.
Piccoli giochi col legno e con la terra
per coltivare una grande speranza.
E allora via, rimbocchiamoci le maniche
e continuiamo a lavorare!

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
A fine Novembre, i ragazzi di quarta e
quinta, in giorni diversi, hanno potuto
visitare il Planetario di Padova. Una
guida li ha introdotti in un viaggio cosmico
entro il Sistema Solare, come
lanciati in una virtuale navicella spaziale.
Le immagini quasi tridimensionali
della cupola stellare hanno creato una
suggestione così realistica del ‘viaggio’
che lo stupore dei ragazzi era tangibile
e … udibile! Di seguito poi, complici
due giornate limpidissime di sole, hanno
potuto scrutare, individualmente e
con strumentazioni adatte, le
“macchie” solari, lo spettro dei colori e
i vortici solari. Un’esperienza che ha
aggiunto valore ed entusiasmo alle
lezioni di scienze legate all’astronomia.
Le nostre scuole
Via Montello, 16/a Marostica
Tel. e Fax 0424.780518
E.mail: cartolibreriailpunto@libero.it
SCUOLE in RILIEVO
CITTA’ MURATE E
VORTICI SOLARI
Tra sperimentazione e istruzione
A cura della Scuola Primaria di Marsan
I ragazzi di quarta sono poi proseguiti
per Cittadella in una sorta di gemellaggio
tra città murate, mentre quelli di
quinta si sono soffermati a Padova
dove hanno anche completato il percorso
fatto a scuola sulla conoscenza
di Giotto, visitando la
Cappella degli Scrovegni.
Qui hanno potuto
constatare come il pittore
sia stato il precursore
di un nuovo modo
di dipingere, introducendo
lo sfondo, l’espressività
dei volti e la
narrazione. Alla fine, in
linea col motto della
nostra scuola, ripreso
dal detto di Confucio
“Chi ascolta dimentica,
chi vede ricorda, chi fa impara”, si sono
cimentati in un laboratorio di pittura
ad affresco con cartone, intonachino,
perforazione col punteruolo, spolvero
e sinopia, creando una loro opera.
SUI TESTI SCOLASTICI NUOVI SCONTO 10%
RITIRIAMO E VENDIAMO
TESTI SCOLASTICI USATI
25

Le nostre scuole
Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
26
SENTIERI E
POESIA
A Santa Caterina si comincia
camminando
di Antonella Alberti
L'anno scolastico è iniziato all'insegna
del “Cammin@altopiano”, iniziativa
che ha visto tutte le scuole dell'Altopiano,
e non solo, in una camminata per i
sentieri del territorio. Accompagnati
dal poeta Andrea Vollman, abbiamo
raggiunto le contrade più lontane di
Santa Caterina. Lungo il percorso abbiamo
fatto delle soste in cui il poeta ci
ha letto delle poesie legate ad alcuni
aspetti della natura. Ci siamo poi ritrovati
insieme agli alunni di Lusiana, Crosara
e Conco presso il campo sportivo
dove le guardie forestali ci hanno fatto
riflettere sull'importanza del passeggiare
in montagna e dell’equipaggiarsi
correttamente. Da tanti anni nel plesso
si affronta il tema dell'educazione ambientale,
sia come conoscenza del territorio,
che come tutela del paesaggio.
Infatti anche quest'anno abbiamo aderito
alle proposte dell'Etra sul risparmio
energetico e sulle fonti di energia alternativa.
Grazie al contributo economico
offerto dal “Comitato Donne” si sono
potute organizzare alcune attività di
integrazione didattica: lettura con insegnante
di madre lingua inglese per la
classe quinta, attività musicale per tutte
le classi ed educazione all'affettività
per alunni e genitori di classe quinta.
Prosegue inoltre, anche quest'anno, il
progetto di plesso “Un libro per crescere”
con letture giornaliere da parte
delle insegnanti e attività di animazione
alla lettura organizzate dalla Biblioteca
Comunale di Lusiana. Allora, tutti in
carrozza. Si parte! aa
Via Marconi, 5 – MASON VIC.
0424-708055
www.lemacelleriedelgusto.it
Via Roma, 52 – BRESSANVIDO
347-1718418

Anno 6, Numero 16 – Novembre 2012
In classe con la società
(segue da pag.5)
condizione indispensabile per un corretto
approccio degli insegnanti con
gli studenti, e degli studenti con il
mondo. Quello che vedono i ragazzi,
quello che sentono, ma ancor più quello
che portano a casa è una lezione di
umanità, una competenza sociale,
fatta proprio di relazioni che si intrecciano.
Da anni si propone come strategia
assai formativa per gli alunni il
“cooperative learning”, altrimenti
noto come “studio cooperativo”. Anche
se non è ancora così diffuso nelle
nostre azioni didattiche, è sicuramente
una modalità rilevante ai fini dell’efficacia
degli apprendimenti, e laddove
viene applicata emergono risultati
interessanti. Ma abbiamo visto che
risultati maggiori si possono raccogliere
quando anche gli insegnanti si prestino
a condividere, fra loro, progetti e
percorsi educativi. Però non basta che
i docenti di uno stesso Consiglio di
Classe si incontrino periodicamente o
magari settimanalmente, per decreto.
Occorre che alla base vi sia uno spirito
di condivisione e di ricerca, pronto a
raccogliere sfide e a mettersi in discussione,
che non nasconda i limiti, ma
neanche le potenzialità. In una parola:
uno spirito di umanità.
Se si potesse pensare a una scuola che
abbia come “centro” la costruzione di
un’intensa rete relazionale, avremmo
già fatto vivere ai nostri studenti un’esperienza
unica e spendibile, in una
vita che richiede sempre più elasticità,
competenze sociali e sensibilità collettiva.
Tutti aspetti di cui la nostra socie-
tà sente un’impellente quanto improrogabile
necessità.
Su tv e giornali, anche di questi giorni,
si denuncia il grave stato dei beni culturali
e ambientali del nostro Paese:
biblioteche nelle quali spariscono volumi
antichi; aree archeologiche il cui
degrado favorisce crolli e furti; il dissesto
idrogeologico, che provoca oramai
ogni anno dei veri disastri.
Il nostro bel Paese è veramente fragile,
ma la ricchezza culturale e naturalistica
rappresenta un’opportunità che
a detta di molti potrebbe farci uscire
dalla crisi prima di altre nazioni. Insomma,
una vera e propria miniera
d’oro. Ma allora cosa ci frena? Perché
una valanga di miliardi vengono persi
annualmente dall’erario a causa dell’evasione
fiscale? Mutuando una frase
di Indro Montanelli possiamo dire che
il nostro è il Paese del “particulare”. Il
SCUOLE in RILIEVO
Paese dell’interesse
individuale, di
casta e di corporazione.
Ancora
oggi chi “fa i soldi”
in maniera
poco chiara viene
definito un
“furbo”, uno che
ha saputo raggirare
lo Stato. Ci
manca troppo
spesso la considerazione
del collettivo,
del bene comune.
Neanche a
scuola impariamo
a lavorare insieme.
Nessuno lo
insegna, o forse
solo pochi. Questa
disaffezione al gruppo, alla comunità,
al pubblico ha certamente anche radici
storiche, soprattutto in alcune aree
del Paese. Non è però motivo sufficiente
per farci desistere dal promuovere
azioni educative concrete, vere,
spinte a valorizzare il lavoro d’insieme
con obiettivi condivisi. Forse tanta
insoddisfazione e frustrazione negli
insegnanti, a fronte di un lungo e faticoso
lavoro, deriva per lo più da un
approccio professionale svolto sovente
in solitaria.
La scuola può fare molto. Noi come
insegnanti possiamo fare molto. Un
cammino svolto assieme, dove il centro
non sia solo l’alunno, ma la rete
relazionale nel suo complesso, costituita
da tutti gli attori del gioco, allontana
il rischio dell’isolamento e aumenta
la considerazione positiva sul
ruolo di ciascuno. fc
Scuola Media Statale
di Crosara
www.iclusiana.it
www.scuoleinrilievo.it
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