ARS AMANDI - Liceo Scientifico XXV Aprile

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285 A tanto nome devi tanto inizio, principe ora dei giovani e domani principe degli anziani. Ogni ferita vendica dei fratelli. Di tuo padre rivendica i diritti. Fu tuo padre, 290 padre a noi tutti, che ti diede l'armi: occupa invece un regno il tuo nemico al padre suo con frode rapinato. Armi sante tu porti; scellerate sono le sue saette: le tue insegne 295 hanno a sostegno la pietà e il diritto. Ormai Giustizia vuole vinti i Parti, siano vinti dall'armi! Tu, mio duce, reca al Lazio le prede dell'Oriente! O padre Marte, o tu, Cesare padre, 300 siate propizi a lui ch'alza le vele! Voi lo potete: ché già l'uno è dio, l'altro lo diverrà. Ecco, lo sento, tu vincerai; ed io ti canterò carmi votivi e con più forte voce 305 t'innalzerò la lode. Le tue schiere precederai sul campo e col mio carme le inciterai; e che non sia da meno, di fronte al tuo valor la mia parola! Schiene di Parti io canterò fuggenti 310 e il petto dei Romani e l'armi aguzze che dietro sé saettano i nemici volgendosi sul dorso dei cavalli. Tu, che fuggi per vincere, che lasci, o Parto, al vinto? Già t'incombe Marte 315 con funesto presagio. Verrà il giorno in cui, Cesare, tu, fulgente d'oro, bellissimo tra tutti, al tuo trionfo verrai coi quattro candidi cavalli. Davanti a te, con le catene al collo, 320 saranno i duci, e non potranno più fuggire a scampo: giovani e fanciulle correranno a vederti lietamente; a tutti questo giorno aprirà il cuore. Se qualche donna allora chiederà 325 i nomi di quei re, i luoghi, i monti e quali fiumi righino le terre, tu rispondi su tutto; se nessuna ti chiede nulla, e tu parla lo stesso; e se qualcosa non saprai, tu dilla 330 come tu la sapessi. « Ecco », dirai, « questo è l'Eufrate dalla fronte cinta di verdi canne; e quello a cui discende lunga la chioma azzurra è il fiume Tigri; ecco, ecco gli Armeni ». E dirai questa 335 la Persia esser di Danae, quell'altra una città dell'achemenie valli; quel prigioniero o l'altro tutti duci: e i nomi che dirai saranno veri, se li saprai, o almeno verosimili. 340 Mille occasioni ti daranno poi mense e banchetti, ove potrai cercare oltre al solito vino i tuoi capricci. Sovente Amore qui, rosso di fiamma, poté umiliare tra le molli braccia 345 le dure corna a Bacco ebbro di vino; ma quando il vino poi l'ali ad Amore, sempre assetato, ha intriso, allora il dio soggiace greve e non sa più volare: scrolla invano da sé l'umide penne, 350 ed è rischioso l'esserne spruzzati. Appresta il vino i cuori e alla passione li fa più pronti: sfumano i pensieri; nel molto vino ogni penar si stempra. Risorge allora il riso, ed anche il povero 355 alza la fronte: dalla fronte fugge ogni ruga, ogni affanno, ogni dolore. Sincerità spalanca a tutti i cuori, oggi tra noi sì rara; ogni menzogna scuote da noi il dio. Sovente allora 360 ai giovani rapì la donna il cuore, e fu nei vini come fiamma Amore dentro la fiamma. Ma non ti fidare troppo d'un lume incerto di lucerna: la notte e il vino nuocciono al giudizio 365 della. vera bellezza. In piena luce guardò le dee Paride, allorquando disse a Venere: " Tu, Venere, vinci e l'una e l'altra!”. Sfuma nella notte ogni difetto e non ha peso alcuno: 370 le donne al buio sono tutte belle. Chiedi alla luce se una gemma è pura, se ben tinta di porpora è una lana; al giorno chiedi se una donna vale. Impossibile dirti i mille luoghi 375 per la caccia di femmine. Più facile sarebbe in mare numerar la rena. Pensa a Baia, la bella, al vasto mare che cinge Baia ed alle sue sorgenti che fumano di zolfo. Il cor ferito

380 portando via di là, disse più d'uno: « Non era tanto salubre quest'acqua come si dice! ». Oppure, in mezzo al bosco, al suburbano tempio di Diana, dove s'acquista con la spada onore: quivi la dea, ch'è vergine ed i dardi odia d'Amore, tra i fedeli ha sparso e spargerà molte ferite ancora. Fin qui, sul carro dei miei versi alterni t'ha insegnato Talia donde tu scelga 390 la donna che amerai, chi devi amare, e dove hai da gettare le tue reti. Ora m'accingo a dirti in quale modo tu prenderai colei che più ti piacque: opera questa d'arte più sottile. 395 Uomini, chiunque siate, ovunque siate, ascoltatemi attenti; tutti insieme porgete orecchio a ciò che vi prometto! Per prima cosa, dunque, sii ben certo che non c'è donna al mondo che non possa 400 divenire la tua: e tu l'avrai, purché tu sappia tendere i tuoi lacci. Zittiranno gli uccelli a primavera, le cicale in estate; volgeranno alle lepri la schiena i can menatici, 405 prima che donna sappia rifiutarsi a chi la sa coprire di carezze: cede e più cede quando par non voglia. Come l'uomo, così gode la donna il piacere furtivo: l'uomo finge, 410 ma malamente; meglio sa la donna nascondere l'ardore. Se per primi non chiedessimo più pietà di baci la donna, vinta, chiederebbe lei. Nei molli prati al toro alza la femmina 415 il suo muggito; leva la polledra il nitrito al cornipede stallone. Più trattenuta in noi, né tanto fiera è la passione: ha un limite nell'uomo l’ardor virile. Che. dirò di Biblide, 420 ch'arse d'insano amore del fratello, punendo in sé l'infamia con un laccio? Mirra suo padre amò, ma non d'amore dovuto a un padre: ed ora sta nascosta sotto dura corteccia. Noi ci ungiamo 425 con quanto ella distilla col suo pianto giù dal tronco odoroso, ed ogni goccia tramanda ancora agli uomini il suo nome. Lungo le valli ombrose ed i pendii dolci dell'Ida, v'era un bianco toro, 430 la gloria dell'armento, appena tocco da un tenue ciuffo nero tra le corna; una sola la macchia, ogni altra parte candida tutta. Avrebbero voluto le giovenche di Cnosso e di Cidone 435 sentirlo ardente sopra il loro dorso. Per lui d'amore adultero riarse Pasife allora, ed invidiosa odiava le giovenche formose. Ciò che canto è noto a tutti né lo può negare, 440 benché bugiarda, Creta, che sostiene cento città. Raccontano che al toro recasse ella medesima tremante foglie novelle e teneri virgulti; ecco, ella va compagna dell'armento 445 né la trattiene l'onta del marito: ecco, da un toro è vinto il re Minosse. Perché t'adorni, Pasife, di vesti tanto preziose? Il tuo amato ignora questi gioielli. Che ti val specchiarti 450 quando l'armento cerchi lungo i monti? Perché ti lisci, folle, tante volte i bei capelli già ravviati tanto? Credi almeno allo specchio: esso ti dice che giovenca non sei. Come vorresti 455 che in fronte ti spuntassero le corna! Non cercare adulterio, se Minosse ti piace ancora; o se lo vuoi tradire, offriti a un uomo! Ella per selve e boschi è trascinata folle e delirante 460 lontana dal suo letto maritale: come Baccánte corre infuriata dal dio aonio. Ah, quante volte allora guardando una giovenca alzò lamento: « Perché piace costei al mio signore? 465 Guarda come davanti a lui sull'erba gioca felice! Crede forse, stolta, d'apparirgli più bella? ». E volle ingiusta che quella fosse trascinata via, lontano dall'armento, e sotto il giogo 470 la fece porre senza colpa alcuna, o volle che cadesse sull'altare per falso sacrificio: e nelle mani strinse felice i visceri immolati della rivale. E di rivali quante 475 ne trascinò agli altari degli dèi per trovare la pace, e quante volte,

380 portando via di là, disse più d'uno:<br />

« Non era tanto salubre quest'acqua<br />

come si dice! ». Oppure, in mezzo al bosco,<br />

al suburbano tempio di Diana,<br />

dove s'acquista con la spada onore:<br />

quivi la dea, ch'è vergine ed i dardi<br />

odia d'Amore, tra i fedeli ha sparso<br />

e spargerà molte ferite ancora.<br />

Fin qui, sul carro dei miei versi alterni<br />

t'ha insegnato Talia donde tu scelga<br />

390 la donna che amerai, chi devi amare,<br />

e dove hai da gettare le tue reti.<br />

Ora m'accingo a dirti in quale modo<br />

tu prenderai colei che più ti piacque:<br />

opera questa d'arte più sottile.<br />

395 Uomini, chiunque siate, ovunque siate,<br />

ascoltatemi attenti; tutti insieme<br />

porgete orecchio a ciò che vi prometto!<br />

Per prima cosa, dunque, sii ben certo<br />

che non c'è donna al mondo che non possa<br />

400 divenire la tua: e tu l'avrai,<br />

purché tu sappia tendere i tuoi lacci.<br />

Zittiranno gli uccelli a primavera,<br />

le cicale in estate; volgeranno<br />

alle lepri la schiena i can menatici,<br />

405 prima che donna sappia rifiutarsi<br />

a chi la sa coprire di carezze:<br />

cede e più cede quando par non voglia.<br />

Come l'uomo, così gode la donna<br />

il piacere furtivo: l'uomo finge,<br />

410 ma malamente; meglio sa la donna<br />

nascondere l'ardore. Se per primi<br />

non chiedessimo più pietà di baci<br />

la donna, vinta, chiederebbe lei.<br />

Nei molli prati al toro alza la femmina<br />

415 il suo muggito; leva la polledra<br />

il nitrito al cornipede stallone.<br />

Più trattenuta in noi, né tanto fiera<br />

è la passione: ha un limite nell'uomo<br />

l’ardor virile. Che. dirò di Biblide,<br />

420 ch'arse d'insano amore del fratello,<br />

punendo in sé l'infamia con un laccio?<br />

Mirra suo padre amò, ma non d'amore<br />

dovuto a un padre: ed ora sta nascosta<br />

sotto dura corteccia. Noi ci ungiamo<br />

425 con quanto ella distilla col suo pianto<br />

giù dal tronco odoroso, ed ogni goccia<br />

tramanda ancora agli uomini il suo nome.<br />

Lungo le valli ombrose ed i pendii dolci<br />

dell'Ida, v'era un bianco toro,<br />

430 la gloria dell'armento, appena tocco<br />

da un tenue ciuffo nero tra le corna;<br />

una sola la macchia, ogni altra parte<br />

candida tutta. Avrebbero voluto<br />

le giovenche di Cnosso e di Cidone<br />

435 sentirlo ardente sopra il loro dorso.<br />

Per lui d'amore adultero riarse<br />

Pasife allora, ed invidiosa odiava<br />

le giovenche formose. Ciò che canto<br />

è noto a tutti né lo può negare,<br />

440 benché bugiarda, Creta, che sostiene<br />

cento città. Raccontano che al toro<br />

recasse ella medesima tremante<br />

foglie novelle e teneri virgulti;<br />

ecco, ella va compagna dell'armento<br />

445 né la trattiene l'onta del marito:<br />

ecco, da un toro è vinto il re Minosse.<br />

Perché t'adorni, Pasife, di vesti<br />

tanto preziose? Il tuo amato ignora<br />

questi gioielli. Che ti val specchiarti<br />

450 quando l'armento cerchi lungo i monti?<br />

Perché ti lisci, folle, tante volte<br />

i bei capelli già ravviati tanto?<br />

Credi almeno allo specchio: esso ti dice<br />

che giovenca non sei. Come vorresti<br />

455 che in fronte ti spuntassero le corna!<br />

Non cercare adulterio, se Minosse<br />

ti piace ancora; o se lo vuoi tradire,<br />

offriti a un uomo! Ella per selve e boschi<br />

è trascinata folle e delirante<br />

460 lontana dal suo letto maritale:<br />

come Baccánte corre infuriata<br />

dal dio aonio. Ah, quante volte allora<br />

guardando una giovenca alzò lamento:<br />

« Perché piace costei al mio signore?<br />

465 Guarda come davanti a lui sull'erba<br />

gioca felice! Crede forse, stolta,<br />

d'apparirgli più bella? ». E volle ingiusta<br />

che quella fosse trascinata via,<br />

lontano dall'armento, e sotto il giogo<br />

470 la fece porre senza colpa alcuna,<br />

o volle che cadesse sull'altare<br />

per falso sacrificio: e nelle mani<br />

strinse felice i visceri immolati<br />

della rivale. E di rivali quante<br />

475 ne trascinò agli altari degli dèi<br />

per trovare la pace, e quante volte,

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