ARS AMANDI - Liceo Scientifico XXV Aprile

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09.06.2013 Views

95 già fatta esperta, credimi, ne avrai solo per te eserciti. Passeggia sotto i portici ombrosi di Pompeo, quando cavalca il sole sopra il dorso dell'erculeo Leone, o dove aggiunse 100 la madre i doni ai doni del figliolo, ricco lavoro di stranieri marmi; rècati sotto i portici, adornati di antichi quadri, quelli che da Livia che li ordinò prendono il nome, o quelli 105 dove con le Belidi, che ai cugini prepararono morte, sta feroce con snudata la spada il padre loro. Né trascurare Adone che da Venere ebbe onore di pianto, o dei Giudei 110 le cerimonie ad ogni sette giorni, né i templi egizi e la giovenca adorna di puro lino: ella fa sì che molte si mutino in ciò ch'ella fu di Giove. Persino il Foro (e chi potrebbe crederlo?) 115 è propizio ad Amor: più d'una fiamma nel rumoroso Foro alta riarse. Presso il tempio marmoreo di Venere, dove all'aperto un getto la ninfa Appia fa irromper d'acqua, spesso l'avvocato 120 cade in braccio d'amore: nonché d'altri, spesso si scorda di curar se stesso. Qui anche al più facondo le parole mancano a un tratto: è da aggiornar la causa: non è più cosa altrui, è cosa sua! 125 Dal tempio accanto Venere sorride. Guardalo, era avvocato, ora vorrebbe essere egli il cliente. Ma i teatri, siano riservati alle tue cacce: ce n'è da soddisfare ogni capriccio. 130 Tutto vi troverai: amore e scherzo, quella che ti godrai solo una volta, quella che val la pena mantenere. Come, portando il loro cibo insieme, vengono e vanno a schiera le formiche, 135 o come l'api, scelti i loro boschi e i campi profumati, alle corolle volan dei fiori e dei fragranti timi, così, tutta agghindata, corre ai giochi la donna là, dove la folla è densa. 140 E quante sono! A me sovente accadde di non saper chi scegliere. A vedere viene la donna e per esser veduta: luogo fatale, questo, al suo pudore. Fosti Romolo tu, primo, a instaurare 145 giochi eccitanti, quando maritasti i tuoi celibi eroi con le Sabine! Non c'erano ancor veli sul teatro non c'eran marmi, e sulle scene il croco non si spargeva rosso e profumato. 150 Semplici fronde ornavano la scena, tagliate dal boscoso Palatino, e nessun'arte; gli uomini accalcati stavano sulle erbose gradinate, riparando dal sole, con i rami, 155 le teste irsute. Ciascuno quel giorno, fisso con gli occhi, scelse la ragazza, e per un pezzo in sé tacitamente rinfocolò l'ardore. Sulla scena un ballerino intanto saltellava 160 battendo a terra il piede per tre volte al rude ritmo d'una piva etrusca. Quando infine, nel mezzo d'un applauso (un applauso sincero d'una volta), Romolo dette il segno sospirato 165 alla sua gente di buttarsi a preda, tutti in piedi balzarono in un grido rivelatore, e con bramose mani furono sulle donne. Come un volo di timide colombe fugge l'aquila, 170 od una fresca agnella fugge il lupo, tremarono così quelle alla furia di tanti maschi. Non serbò nessuna il colore di prima: eguale in tutte era il timore, ma appariva in loro 175 nei modi più diversi: ché qualcuna già si strappava nel dolor le chiome, altra sedeva come inebetita; altra mesta taceva, altra la madre con alti strilli reclamava invano; 180 questa piangeva, quella si stupiva; l'una fuggiva, l'altra era di sasso. E mentre erano tutte trascinate verso il vicino letto maritale, in mezzo a loro ce ne fu più d'una 185 cui la paura accrebbe la vaghezza. Se poi qualcuna fu ribelle troppo e si negò al compagno, egli la strinse più forte a sé con più bramoso amplesso,

e: « Perché », disse, « questi begli occhioni 190 te li sciupi così? Sarò soltanto per te ciò che tuo padre è per tua madre! ». O Romolo, tu solo ai tuoi soldati sapesti dare gioie così grandi: a questo patto, son soldato anch'io! 195 Certamente è per questo che i teatri, da quel solenne esempio, sono ancora tanto insidiosi ad ogni bella donna. Non ti scordare mai, questo è importante, le corse dei cavalli. Il vasto circo, 200 quante comodità con tanta folla! Non bisognano cenni alla ragazza per dir cose segrete, né ti occorre che lei ti mandi a gesti la risposta. Basta che tu ti sieda accanto a lei, 205 se nessuno lo vieta, e che al suo fianco tu stringa il tuo quanto più tu puoi. E’ facile, del resto, ché a teatro siete costretti l'uno accanto all'altro anche s'ella non vuole: è il luogo in sé 210 che fa che tu la tocchi ad ogni modo. Subito cerca d'attaccar discorso, le solite parole da principio: infórmati con cura, premuroso, di chi sono i cavalli nella pista, 215 poi favorisci, senza perder tempo, quello che piace a lei, qualunque sia. Se appariranno poi le statue eburnee dei grandi numi, allora applaudi forte a Venere signora. E se per caso, 220 come succede, le si posa in grembo un granello di polvere, tu, pronto, cogli con le tue dita quel granello; se non c'è nulla, coglilo lo stesso. Mostrale sempre quanto sei gentile. 225 Se la sua veste striscia troppo in terra, chìnati premuroso a sollevarla, che non debba sporcarsi. E tu, in compenso, potrei dare un'occhiata alle sue gambe senza ch'ella protesti. Stai attento 230 che qualche spettatore dietro voi non prema coi ginocchi le sue spalle. Son le piccole cose a conquistare testoline leggere; a molti infatti bastò disporre con attenta cura 235 e mano pronta dietro a lei un cuscino, o darle un po' di fresco, sventolando semplice tavoletta, o porle ai piedi un concavo sgabello. A nuovi amori il circo t'aprirà sempre la strada, 240 e la tragica arena, con la folla intenta e ansiosa. Quivi quante volte ha combattuto il figlio della dea! e chi s'aspetta le ferite altrui quante volte è ferito! Mentre parla, 245 od una mano stringe, od al vicino chiede il programma, poiché già ha scommesso, per sapere chi vinca, colto al volo geme ferito e sente a fondo in sé l'aerea freccia dell'alato iddio: 250 da spettatore è fatto attore anch'egli! Se tu sapessi quel che accadde ai giochi che Cesare ordinò, or non è molto, quando pose di fronte navi greche contro navi persiane! Quanta gente, 255 che bella gioventù! Uomini e donne da un mare all'altro: il mondo intero a Roma venne in quei giorni. Chi tra tanta gente non trovò donna che l'innamorasse? Quanti e quanti soffrirono le pene 260 d'un amor forestiero! Ed ora Cesare s'appresta a conquistare quanto avanza al dominio del mondo. O estremo Oriente, tu sarai nostro, finalmente! O Parto, tu questa volta sconterai la pena! 265 0 bandiere di Crasso, rallegratevi, voi che doveste sopportare affronto dalle barbare mani: ecco, s'avanza vendicatore un Cesare fanciullo: è appena giovinetto, ma già guida 270 guerre non da fanciullo. O gente sciocca, non contare più gli anni degli dèi: è precoce nei Cesari il valore! Divino, il genio gli anni suoi precorre, non tollera l'ignavia dell'attesa. 275 Bimbo ancora, il Tirinzio con le mani i due serpenti strangolò, già degno fin dalla culla di suo padre Giove. E tu che ancora sei fanciullo, o Bacco, quanto già fosti grande allorché l'India 280 tutta tremò alla vista dei tuoi tirsi! Ora, o giovane Cesare, la guerra sotto gli auspici condurrai del padre, e con pari coraggio, e vincerai con l'animo e gli auspici di tuo padre!

e: « Perché », disse, « questi begli occhioni<br />

190 te li sciupi così? Sarò soltanto<br />

per te ciò che tuo padre è per tua madre! ».<br />

O Romolo, tu solo ai tuoi soldati<br />

sapesti dare gioie così grandi:<br />

a questo patto, son soldato anch'io!<br />

195 Certamente è per questo che i teatri,<br />

da quel solenne esempio, sono ancora<br />

tanto insidiosi ad ogni bella donna.<br />

Non ti scordare mai, questo è importante,<br />

le corse dei cavalli. Il vasto circo,<br />

200 quante comodità con tanta folla!<br />

Non bisognano cenni alla ragazza<br />

per dir cose segrete, né ti occorre<br />

che lei ti mandi a gesti la risposta.<br />

Basta che tu ti sieda accanto a lei,<br />

205 se nessuno lo vieta, e che al suo fianco<br />

tu stringa il tuo quanto più tu puoi.<br />

E’ facile, del resto, ché a teatro<br />

siete costretti l'uno accanto all'altro<br />

anche s'ella non vuole: è il luogo in sé<br />

210 che fa che tu la tocchi ad ogni modo.<br />

Subito cerca d'attaccar discorso,<br />

le solite parole da principio:<br />

infórmati con cura, premuroso,<br />

di chi sono i cavalli nella pista,<br />

215 poi favorisci, senza perder tempo,<br />

quello che piace a lei, qualunque sia.<br />

Se appariranno poi le statue eburnee<br />

dei grandi numi, allora applaudi forte<br />

a Venere signora. E se per caso,<br />

220 come succede, le si posa in grembo<br />

un granello di polvere, tu, pronto,<br />

cogli con le tue dita quel granello;<br />

se non c'è nulla, coglilo lo stesso.<br />

Mostrale sempre quanto sei gentile.<br />

225 Se la sua veste striscia troppo in terra,<br />

chìnati premuroso a sollevarla,<br />

che non debba sporcarsi. E tu, in compenso,<br />

potrei dare un'occhiata alle sue gambe<br />

senza ch'ella protesti. Stai attento<br />

230 che qualche spettatore dietro voi<br />

non prema coi ginocchi le sue spalle.<br />

Son le piccole cose a conquistare<br />

testoline leggere; a molti infatti<br />

bastò disporre con attenta cura<br />

235 e mano pronta dietro a lei un cuscino,<br />

o darle un po' di fresco, sventolando<br />

semplice tavoletta, o porle ai piedi<br />

un concavo sgabello. A nuovi amori<br />

il circo t'aprirà sempre la strada,<br />

240 e la tragica arena, con la folla<br />

intenta e ansiosa. Quivi quante volte<br />

ha combattuto il figlio della dea!<br />

e chi s'aspetta le ferite altrui<br />

quante volte è ferito! Mentre parla,<br />

245 od una mano stringe, od al vicino<br />

chiede il programma, poiché già ha scommesso,<br />

per sapere chi vinca, colto al volo<br />

geme ferito e sente a fondo in sé<br />

l'aerea freccia dell'alato iddio:<br />

250 da spettatore è fatto attore anch'egli!<br />

Se tu sapessi quel che accadde ai giochi<br />

che Cesare ordinò, or non è molto,<br />

quando pose di fronte navi greche<br />

contro navi persiane! Quanta gente,<br />

255 che bella gioventù! Uomini e donne<br />

da un mare all'altro: il mondo intero a Roma<br />

venne in quei giorni. Chi tra tanta gente<br />

non trovò donna che l'innamorasse?<br />

Quanti e quanti soffrirono le pene<br />

260 d'un amor forestiero! Ed ora Cesare<br />

s'appresta a conquistare quanto avanza<br />

al dominio del mondo. O estremo Oriente,<br />

tu sarai nostro, finalmente! O Parto,<br />

tu questa volta sconterai la pena!<br />

265 0 bandiere di Crasso, rallegratevi,<br />

voi che doveste sopportare affronto<br />

dalle barbare mani: ecco, s'avanza<br />

vendicatore un Cesare fanciullo:<br />

è appena giovinetto, ma già guida<br />

270 guerre non da fanciullo. O gente sciocca,<br />

non contare più gli anni degli dèi:<br />

è precoce nei Cesari il valore!<br />

Divino, il genio gli anni suoi precorre,<br />

non tollera l'ignavia dell'attesa.<br />

275 Bimbo ancora, il Tirinzio con le mani<br />

i due serpenti strangolò, già degno<br />

fin dalla culla di suo padre Giove.<br />

E tu che ancora sei fanciullo, o Bacco,<br />

quanto già fosti grande allorché l'India<br />

280 tutta tremò alla vista dei tuoi tirsi!<br />

Ora, o giovane Cesare, la guerra<br />

sotto gli auspici condurrai del padre,<br />

e con pari coraggio, e vincerai<br />

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