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Abbi cura di me! - Santuario della Guardia

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Perio<strong>di</strong>co ROC - La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Spe<strong>di</strong>zione in Abbona<strong>me</strong>nto Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - MP/GENOVA NO/51/2011 - n. 02 anno 116 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Taxe perçue - Tassa riscossa - CMP GE Aeroporto<br />

2/febbraio 2011<br />

<strong>Abbi</strong> <strong>cura</strong> <strong>di</strong> <strong>me</strong>!<br />

Le stagioni <strong>della</strong> vita,<br />

le sue fragilità,<br />

le nostre risposte.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Genova<br />

osservatorio - <strong>me</strong>moria - comunicazione - proposta<br />

... e c’era la Madre <strong>di</strong> Gesù<br />

Gv. 2,1


il Sommario<br />

7 le fonti del credere se la croce va alla guerra<br />

gianfranco paro<strong>di</strong><br />

8 la Guar<strong>di</strong>a in... e<strong>di</strong>cola via s. vincenzo, portoria<br />

enrico quaglia<br />

9 e<strong>di</strong>toriale la collera dei poveri... ci siamo!<br />

marco granara<br />

10 osservatorio vita da accogliere ad ogni età<br />

gianfranco paro<strong>di</strong>, alma severino<br />

20 le ragioni del credere e fu sera e fu mattina<br />

mirco mazzoli<br />

26 cronache<br />

30 il ricordo e la preghiera<br />

Quattro pagine centrali<br />

otto “mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> operare”...<br />

4 scrivere e rispondere<br />

marco granara<br />

19 succede in Chiesa<br />

alma severino<br />

24 due minuti per pensare<br />

nucci scipilliti, laura siccar<strong>di</strong><br />

Associato all’U.S.P.I.<br />

Unione Stampa<br />

Perio<strong>di</strong>ca Italiana<br />

Stampa B.N. MARCONI s.r.l.<br />

Passo Ruscarolo, 71 - 16153 Genova<br />

Tel. 010.651.59.14<br />

laGuar<strong>di</strong>a dei piccoli 14<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

pensierino <strong>della</strong> sera 19<br />

padre nostro... in famiglia 25<br />

marcello monticone<br />

La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Anno 116 o n. 02<br />

Autorizzazione n. 2/84 del 17.1.1984<br />

del Tribunale <strong>di</strong> Genova


“Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza <strong>della</strong> vita, sostenendo<br />

e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura <strong>della</strong> vita che la<br />

accolga e la custo<strong>di</strong>sca dal concepi<strong>me</strong>nto al suo termine naturale e che la favorisca sempre,<br />

anche quando è debole e bisognosa <strong>di</strong> aiuto”. Queste parole sono tratte dal <strong>me</strong>ssaggio dei Vescovi<br />

italiani per la 33 a giornata mon<strong>di</strong>ale per la vita che è stata celebrata il 6 febbraio.<br />

Sono innu<strong>me</strong>revoli oggi le minacce alla vita umana, ma la più grave è certa<strong>me</strong>nte quella<br />

culturale che vuol far credere che la vita sia solo ciò che ci per<strong>me</strong>tte <strong>di</strong> esistere nel limite del<br />

tempo riservato al nostro apparire sulla terra (affermazione che ha conseguenze gravissi<strong>me</strong>).<br />

Noi accogliamo l’invito dei nostri Vescovi e ci impegniamo a non cedere alle lusinghe <strong>di</strong> chi<br />

vuol farci credere che la vita è tale se rispetta determinati livelli <strong>di</strong> normalità in<strong>di</strong>cati da chi,<br />

evidente<strong>me</strong>nte, non ama la vita nella sua pienezza.<br />

La vita è quel dono che Dio ci ha fatto per partecipare alla sua eternità, così dal<br />

mo<strong>me</strong>nto stesso in cui una persona è concepita è stata im<strong>me</strong>rsa nel “tempo <strong>di</strong> Dio” e la sua<br />

vita non avrà mai fine. Nella nostra libertà possiamo scegliere il para<strong>di</strong>so o l’inferno, ma<br />

non possiamo scegliere <strong>di</strong> non esistere! Analoga<strong>me</strong>nte possiamo accogliere o rifiutare la vita<br />

degli altri, ma non potremo mai negare loro l’abbraccio infinito <strong>di</strong> Dio.<br />

Nel concreto la vita terrena è spesso gravata da <strong>di</strong>fficoltà anche pesanti dovute a malattia,<br />

povertà, solitu<strong>di</strong>ne, egoismo, violenza…: tutte motivazioni che possono far scegliere ad una<br />

persona <strong>di</strong> agire contro la vita stessa.<br />

Se vogliamo operare a favore <strong>di</strong> una nuova cultura che rispetti la vita dobbiamo iniziare da noi<br />

stessi. Molti <strong>di</strong>sagi potrebbero essere alleviati, risolti o evitati se ci comportassimo co<strong>me</strong><br />

una grande famiglia. Non possiamo limitarci a puntare il <strong>di</strong>to contro chi non ce la fa ad<br />

accogliere la vita o a rispettarla nel suo concludersi naturale. Tutti siamo nel mondo un dono<br />

che Dio ha fatto all’umanità, quin<strong>di</strong> ciascuno ha il dovere <strong>di</strong> non abbandonare nessuno:<br />

per <strong>di</strong>rla con le parole del Vangelo, dobbiamo amare il prossimo, cioè quella persona<br />

alla quale ci siamo avvicinati perché ci siamo accorti che era nel bisogno (leggiamo bene la<br />

parabola del buon Samaritano!).<br />

Con fiducia ci rivolgiamo a Maria, madre del Signore <strong>della</strong> Vita. A lei, che ha scelto <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

sì a Dio dall’annunciazione alla Croce del figlio, sino ai primi passi <strong>della</strong> Chiesa<br />

nascente, e lo ha fatto per amore <strong>della</strong> vita <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi, chie<strong>di</strong>amo il<br />

coraggio <strong>di</strong> saper spendere il nostro tempo terreno a favore <strong>della</strong> vita<br />

<strong>di</strong> ogni persona, con particolare attenzione alle situazioni <strong>di</strong> debolezza.<br />

Su questo argo<strong>me</strong>nto rifletteremo ancora nelle pagine de<br />

laGuar<strong>di</strong>a e poi andremo a visitare<br />

la comunità cristiana <strong>di</strong> Nairobi,<br />

scopriremo ancora una volta<br />

<strong>di</strong> cosa è capace lo Spirito<br />

Santo che agisce<br />

sempre nella Chiesa.<br />

La Madonna <strong>della</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a ci protegga<br />

sempre.<br />

Buona lettura.<br />

Don Fernando<br />

fernando pri<strong>me</strong>rano<br />

a Proposito<br />

3


scrivere e rispondere<br />

Così non ce la possiamo fare.<br />

Aiuto e aiuti...<br />

Caro don, mi sono recato all’estero per un certo periodo e <strong>di</strong> ritorno in Italia, all’aeroporto <strong>di</strong><br />

Roma, <strong>me</strong>ntre attendevo un volo interno, mi sono soffermato sugli schermi delle notizie a ciclo<br />

continuo. Una peggio dell’altra. Sciagure a parte, mi riferisco a quelle <strong>di</strong> carattere politico,<br />

o <strong>me</strong>glio, che riguardano uomini politici, ma che con la politica non hanno molto a che fare.<br />

Assente da un po’ dal mio paese, ho avuto l’amara sensazione <strong>di</strong> ritrovarlo molto malridotto.<br />

Lo stesso presidente <strong>della</strong> CEI ha detto: “La collettivita’ guarda sgo<strong>me</strong>nta gli attori <strong>della</strong> scena<br />

pubblica, e respira un evidente <strong>di</strong>sagio morale”. Qual è la ricetta per guarire?<br />

Carlo C. – viaggiatore non <strong>di</strong>stratto<br />

Non ci sono “ricette facili”. Se vuole una battuta: c’è da ricostruire l’uomo dalle sue ra<strong>di</strong>ci. Un impegno<br />

– se non <strong>di</strong>satteso perché troppo lungo e complesso, co<strong>me</strong> quasi sempre succede – che, alla lunga è<br />

davvero risolutorio. Gesù è venuto per questo e ci ha assi<strong>cura</strong>to: “Io ho vinto il mondo” , ma, prima ci<br />

ha anche detto in tutte le for<strong>me</strong> che sarà dura per lui e per noi, ma che l’ultima parola, dopo la croce,<br />

sarà la risurrezione. Solo questa è <strong>cura</strong> preventiva e risolutiva. Noi cristiani siamo stati investiti <strong>di</strong><br />

questa missione, con Lui e co<strong>me</strong> Lui. Le <strong>di</strong>agnosi lagnose, il demandare colpe e responsabilità verso<br />

l’alto, il manlevarsi da responsabilità nostre, non solo non risolve ma incancrenisce la situazione.<br />

Spesso ho l’impressione che anche noi – uomini <strong>di</strong> Chiesa – siamo su queste posizioni statiche, ambigue.<br />

Spesso inseguiamo le e<strong>me</strong>rgenze e gestiamo bene o male il quoti<strong>di</strong>ano malessere, schiacciati sul<br />

presente, qualche volta nostalgici verso il passato. Parliamo <strong>di</strong> “missione” fino alla noia, da decenni<br />

ormai, ma siamo ancora troppo auto referenti e ripiegati su noi stessi. Ancora troppo parolai e poco<br />

fattivi nella conversione.<br />

Così la sua in<strong>di</strong>gnazione – legittima e doverosa – rimane ristretta a neppure la <strong>me</strong>tà dei sè <strong>di</strong>centi<br />

cattolici “praticanti”, co<strong>me</strong> da ponderate statistiche recenti... (!) E, soprattutto, la “missione”<br />

spesso l’abbiamo ridotta a condurre gente alle antiche e nuove for<strong>me</strong> <strong>di</strong> emozioni spirituali...<br />

la “formazione” seria, fatta <strong>di</strong> catechesi, <strong>di</strong> esperienza <strong>di</strong> vita nuova e alternativa alla <strong>me</strong><strong>di</strong>ocrità<br />

imperante, <strong>di</strong> ascesi verso stili <strong>di</strong> vita più evangelici e <strong>me</strong>no mondani, è <strong>di</strong>sattesa<br />

perché troppo complessa, coinvolgente e impegnativa. Con cristiani <strong>di</strong> questo tipo... non<br />

si salverà proprio nessuno, crescerà il nu<strong>me</strong>ro dei lagnosi recriminatori e <strong>di</strong>minuirà<br />

sempre più quello dei “testimoni” cre<strong>di</strong>bili. Non ci aveva parlato, Gesù, <strong>di</strong> un<br />

“lievito” che avrebbe fer<strong>me</strong>ntato tutta la pasta? Non c’è altra via. Se qualcuno<br />

ce la propone, più facile, è un falso.<br />

4


Scuola o scuole?<br />

Tra <strong>di</strong>ritti<br />

e doveri...<br />

Leggo sui quoti<strong>di</strong>ani questa<br />

frase del card. Bagnasco:<br />

“Speriamo, auspichiamo che<br />

i genitori possano presto<br />

esercitare il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scegliere<br />

serena<strong>me</strong>nte per l’educazione<br />

dei propri figli; la scuola<br />

svolge un ruolo particolare<br />

in appoggio alla famiglia”.<br />

Parla dei genitori in generale<br />

o <strong>di</strong> quelli che mandano i<br />

figli alle private cattoliche?<br />

Perché la Chiesa continua<br />

in questa battaglia? E se un<br />

giorno anche le altre confessioni<br />

religiose volessero scuole<br />

gestite da loro religiosi e<br />

secondo il loro credo? E se lo<br />

volessero rappresentanze culturali<br />

che, ad esempio, propugnano<br />

il valore <strong>della</strong> laicità<br />

o una vita che am<strong>me</strong>tte<br />

aborto, <strong>di</strong>vorzio ed eutanasia<br />

co<strong>me</strong> scelte <strong>di</strong> libertà? Non<br />

è <strong>me</strong>glio una scuola pubblica,<br />

<strong>di</strong> tutti, dove insegnanti<br />

- anche credenti e consacrati,<br />

per carità - e studenti si confrontino<br />

nella pluralità delle<br />

opinioni? Scusi lo sfogo, ma<br />

certi chio<strong>di</strong> fissi <strong>della</strong> Chiesa<br />

mi sembrano <strong>di</strong>fese <strong>di</strong> parte.<br />

Agata R. - Genova<br />

Il Car<strong>di</strong>nale crede <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere<br />

con questo i tuoi <strong>di</strong>ritti e tu...<br />

sospetti che voglia <strong>di</strong>fendere <strong>di</strong>ritti<br />

<strong>di</strong> parte! Che peccato, questo<br />

equivoco! Credo che il Car<strong>di</strong>nale<br />

sia molto lontano dal<br />

voler fare <strong>di</strong>scriminazioni tra<br />

i due tipi <strong>di</strong> scuola. Lasci però<br />

che mi acco<strong>di</strong> anch’io all’idea<br />

risponde mons. marco granara, rettore del santuario<br />

rettore@santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

<strong>della</strong> libertà, da parte <strong>di</strong> chi ha<br />

la prima responsabilità educativa<br />

(i genitori), <strong>di</strong> scegliere i collaboratori<br />

scolastici che sembrano<br />

loro più coerenti con la loro<br />

visione <strong>della</strong> vita. Se poi anche<br />

altri volessero scegliere in<strong>di</strong>rizzi<br />

<strong>di</strong>versi, <strong>di</strong> tipo laico o religioso (e<br />

già ci sono), liberi anche loro <strong>di</strong><br />

farlo. In una sana competizione<br />

tra soggetti <strong>di</strong> pari <strong>di</strong>ritti e doveri<br />

sarà la resa dei fatti a <strong>di</strong>stinguere<br />

i soggetti educativi. Potrei<br />

finire qui. I cattolici che non<br />

vogliono mi<strong>me</strong>tizzarsi, che vorrebbero<br />

espri<strong>me</strong>re in privato e in<br />

pubblico i principi del Vangelo,<br />

rispettosi dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutti, non<br />

debbono per questo sentirsi obbligati<br />

alla scuola con più espliciti<br />

riferi<strong>me</strong>nti confessionali, ma<br />

non dovrebbero neppure sentirsi<br />

estranei, marginalizzati altrove<br />

dove culture – non <strong>di</strong>co genuina<strong>me</strong>nte<br />

laiche, ma laiciste – vorrebbero<br />

imporre in<strong>di</strong>scriminata<strong>me</strong>nte<br />

una cultura dominante.<br />

Si <strong>di</strong>ce che “gli assenti hanno<br />

sempre torto”. Anche in questo<br />

caso sta ai cristiani <strong>di</strong> mischiarsi<br />

a tutti, senza <strong>di</strong>scriminazioni<br />

<strong>di</strong> sorta, né create né subite, e<br />

lavorare con tutti, da insegnanti,<br />

genitori o alunni, perché sia<br />

chiaro per tutti che il Vangelo –<br />

se ben capito, vissuto e tras<strong>me</strong>sso<br />

– non <strong>di</strong>scrimina nessuno e<br />

promuove quanto <strong>di</strong> bene c’è in<br />

ogni cultura. Quanto alle scuole<br />

pubbliche condotte da religiosi,<br />

debbono sapere che il loro ruolo,<br />

più che fonte <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificazioni<br />

polemiche, deve aprire a<br />

una responsabilità maggiore. La<br />

storia spesso ha fatto <strong>di</strong>re che<br />

certe scuole, nate nelle migliori<br />

intenzioni, sono spesso state per<br />

molti... scuole <strong>di</strong> ateismo.<br />

Vale ancora e<br />

sempre pregare?<br />

Sì, ma...<br />

Ho questo problema con la<br />

fede. Sento <strong>di</strong> persone che<br />

pregano con fede per la vita<br />

<strong>di</strong> amici, parenti, persino per<br />

persone che non conoscono<br />

<strong>di</strong>retta<strong>me</strong>nte. Esistono anche<br />

gruppi <strong>di</strong> preghiera per una<br />

causa particolare. Pregano<br />

notte e giorno per ottenere<br />

da Dio una grazia o un miracolo.<br />

E nulla. Mi chiedo:<br />

non hanno vera fede? O non<br />

è così che funziona, con Dio?<br />

Eppure Gesù non invitava ad<br />

avere fede per ottenere? Perché<br />

nel Vangelo si narra <strong>di</strong><br />

miracoli e non sempre questi<br />

avvengono nella nostra vita?<br />

Tommaso N. - Savona<br />

Anche molti cristiani rischiano<br />

<strong>di</strong> far la figura dei sacerdoti <strong>di</strong><br />

Baal (la prego <strong>di</strong> andare a leggere<br />

il testo 1 Re 18,20,46) che, agitatissimi,<br />

invocavano il loro <strong>di</strong>o<br />

perché facesse scendere il fuoco<br />

sul sacrificio. Niente! Il profeta<br />

Elia – simpaticissimo – li prende<br />

in giro: “Gridate più forte, perché<br />

è un <strong>di</strong>o! È occupato, è in affari,<br />

forse è in viaggio; forse dor<strong>me</strong>,<br />

ma si sveglierà”. Gridarono più<br />

forte ma... niente! Anche moltissimi<br />

cristiani sembrano pregare<br />

giorno e notte anche per le<br />

cause più nobili (le vocazioni, la<br />

pace, la giustizia per i poveri...)<br />

e i risultati? Anche il nostro Dio<br />

“forse dor<strong>me</strong>”?<br />

Non ci sarà un qualche inghippo<br />

(?!) nel concetto stesso <strong>di</strong> preghiera<br />

che ci portiamo appresso,<br />

che fa <strong>della</strong> nostra preghiera una<br />

5


scrivere e rispondere<br />

grande ambiguità? Pregare<br />

è prima <strong>di</strong> tutto chiedere<br />

o, ancor prima, è “ralazionarci<br />

con Dio”? Ma,<br />

eventual<strong>me</strong>nte, con “quale”<br />

Dio? Il <strong>di</strong>o/tappabuchi “che ci<br />

pensa lui”, co<strong>me</strong> se noi fossimo<br />

degli automi incapaci <strong>di</strong> intendere<br />

e volere? O il Dio che, stimandoci<br />

e rispettandoci co<strong>me</strong> ci<br />

ha fatto – intelligenti, liberi, capaci<br />

<strong>di</strong> responsabilità, collaboratori<br />

con Lui al compi<strong>me</strong>nto<br />

<strong>della</strong> Sua volontà – ci chiede collaborazione<br />

responsabile? Allora<br />

“pregare” non vorrà <strong>di</strong>re, prima,<br />

“ascoltarlo” ed entrare<br />

gradual<strong>me</strong>nte con Lui nella Sua<br />

volontà? “Non fate co<strong>me</strong> i pagani<br />

quando pregate - <strong>di</strong>ce Gesù –<br />

che a forza <strong>di</strong> parole credono <strong>di</strong><br />

essere ascoltati” (Mt. 6,7). Certo<br />

che ci ha detto anche <strong>di</strong> “chiedere<br />

e bussare” ma, alla fine, il<br />

dono più grande sarà... “il Suo<br />

Spirito” (Lc. 11,13), cioè l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

<strong>della</strong> sua volontà,<br />

dei suoi tempi, del Suo e del nostro<br />

ruolo nelle vicende. Pregare<br />

e non ascoltare, pregare e non<br />

cambiare, pregare e non rimboccarci<br />

le maniche per il nostro<br />

ruolo... forse non è pregare cristiano.<br />

Le vocazioni, la salute,<br />

la giustizia, la pace... sono doni<br />

<strong>di</strong> Dio e opera dell’uomo. La sua<br />

volontà final<strong>me</strong>nte in<strong>di</strong>viduata<br />

e scelta co<strong>me</strong> unica e prioritaria:<br />

“Questa è la volontà del Padre<br />

mio, che nulla vada perduto <strong>di</strong><br />

ciò che è suo e che tutti abbiano<br />

la ‘vita in pienezza’”. Questo è<br />

lo spazio in cui muoverci, ascoltando,<br />

lodando e chiedendo. Qui<br />

c’è la nostra pace. Fuori <strong>di</strong> qui,<br />

rischiamo <strong>di</strong> essere ri<strong>di</strong>coli co<strong>me</strong><br />

i sacerdoti <strong>di</strong> Baal. E... non per<br />

colpa <strong>di</strong> Dio.<br />

6<br />

Che ne è <strong>di</strong><br />

questi giovani?<br />

Vedo tanti giovani sposarsi,<br />

ma ne vedo anche tanti rimanere<br />

soli. Solo questione <strong>di</strong> situazione<br />

economica precaria<br />

o anche confusione senti<strong>me</strong>ntale<br />

e immaturità? Che percezione<br />

avete alla Guar<strong>di</strong>a, dove<br />

so che vengono tanti giovani,<br />

spesso lontani dalla Chiesa?<br />

È poi più partito il gruppo <strong>di</strong><br />

giovani legato al <strong>Santuario</strong>, <strong>di</strong><br />

cui ho letto qualche <strong>me</strong>se fa<br />

sul vostro bollettino?<br />

Gian Luigi T. – Genova Sestri<br />

Ieri mi si sono presentati un Lui e<br />

una Lei, sereni, belli... Mi aspettavo<br />

che mi chiedessero le modalità<br />

per sposarsi alla Guar<strong>di</strong>a. No, mi<br />

chiedevano se era possibile fissare<br />

una data per celebrare il 25° <strong>di</strong><br />

matrimonio, insie<strong>me</strong> a figli e nipoti.<br />

Meravigliatissimo, gli chiedo<br />

se si sono, per caso, sposati a<br />

<strong>di</strong>eci anni! “No, io ne avevo 22 e<br />

lei 19”. Eccezione, non c’è dubbio,<br />

se guar<strong>di</strong>amo all’oggi. Certo,<br />

oggi, mille motivi procrastinano<br />

questa decisione (insicurezze economiche,<br />

paura dell’impegno totalitario<br />

e definitivo, delusioni <strong>di</strong><br />

fronte ai falli<strong>me</strong>nti altrui, fragilità<br />

generazionali, immaturità...).<br />

Percezioni alla Guar<strong>di</strong>a? Tutto<br />

questo è vero e riscontrabile, ma,<br />

con questo, gratta gratta, e<strong>me</strong>rgono<br />

nostalgie e rimpianti per<br />

un altro modo <strong>di</strong> fare ed essere<br />

“famiglia” che, nonostante mille<br />

inquina<strong>me</strong>nti culturali, rimane<br />

nel fondo del cuore dei giovani<br />

co<strong>me</strong> una grande nostalgia. Questo<br />

prevale oltre tutte le fragilità e<br />

le contrad<strong>di</strong>zioni: i giovani sono<br />

“buoni e sani” alla ra<strong>di</strong>ce, ma<br />

sono anche “tra<strong>di</strong>ti” da idee e<br />

modelli presentati co<strong>me</strong> vincenti<br />

(sesso, successo e sol<strong>di</strong>) e invece<br />

sono ideali fasulli. Questi li hanno<br />

affascinati e tra<strong>di</strong>ti, lusingati<br />

e lasciati, co<strong>me</strong> vecchie ciabatte<br />

usate e gettate. Avere tempo,<br />

modo, cre<strong>di</strong>bilità per “credere<br />

in loro”, “<strong>di</strong>re loro la verità tutta<br />

intera”, tras<strong>me</strong>ttere loro altri<br />

modelli <strong>di</strong> riferi<strong>me</strong>nto, oggi <strong>me</strong>no<br />

appariscenti ma presenti e affascinanti<br />

più che mai... è <strong>di</strong> un’urgenza<br />

incre<strong>di</strong>bile. Ieri sera, alla<br />

Messa, sono arrivati con leggero<br />

ritardo, due giovani (fidanzati?<br />

sposini?) che avevano al braccio<br />

altri due giovani, <strong>di</strong>sabili gravi.<br />

Si sono sistemati nelle panche e<br />

hanno seguito tutti e quattro la<br />

Messa in modo esemplare. Chi<br />

lo fa fare, a due giovani fidanzati,<br />

<strong>di</strong>... “rovinarsi” il po<strong>me</strong>riggio<br />

<strong>della</strong> Do<strong>me</strong>nica portandosi a<br />

zonzo due amici <strong>di</strong>sabili? Anche<br />

questi sono giovani e belli. E<br />

hanno molto da <strong>di</strong>re, forse molto<br />

<strong>di</strong> più <strong>di</strong> quanti si sono sbronzati<br />

in birreria. O no? Lei poi mi<br />

chiede del gruppo giovani <strong>di</strong> cui<br />

si è parlato. Si, è partito e, <strong>di</strong>rei,<br />

benone! Siamo già arrivati a 15<br />

presenze in poche settimane. Il<br />

clima è bello, libero per ogni tipo<br />

<strong>di</strong> problemi e<strong>me</strong>rgenti e – ve l’assicuro<br />

– nonostante la simpatia<br />

e la serenità dell’incontro, non si<br />

parla mai <strong>di</strong> sce<strong>me</strong>nze. Per chi<br />

vuole affacciarsi, al mo<strong>me</strong>nto, e<br />

in attesa <strong>di</strong> vederci alla Guar<strong>di</strong>a<br />

col tempo migliore e con l’arrivo<br />

dell’ora legale, ci si vede ogni<br />

martedì sera intorno alle 20,<br />

in centro città presso il “Centro<br />

Banchi” – Piazza De Marini. Basta<br />

una previa telefonata a <strong>me</strong><br />

per aggiungere un po’ <strong>di</strong> pasta...


zando all’esterno le pulsioni guerresche <strong>di</strong><br />

questi cavalieri era sembrato a papa Urbano<br />

II, ban<strong>di</strong>tore <strong>della</strong> prima crociata,<br />

un modo per allontanare dall’Europa il fl agello<br />

delle continue guerre che devastavano<br />

il continente.<br />

• Turbe <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperati letteral<strong>me</strong>nte ridotti alla<br />

fa<strong>me</strong> dalle continue guerre furono facil<strong>me</strong>nte<br />

manipolati da pseudo profeti, che facevano<br />

intravvedere loro prospettive <strong>di</strong> riscatto.<br />

• I regni dell’epoca, ma anche le nascenti<br />

repubbliche marinare italiane, avevano<br />

visto nell’avventura in Terra Santa la<br />

prospettiva, i primi, <strong>di</strong> au<strong>me</strong>ntare il loro<br />

potere, le seconde, <strong>di</strong> incre<strong>me</strong>ntare i loro<br />

traffi ci com<strong>me</strong>rciali.<br />

La combinazione <strong>di</strong> questi fattori spiega il favore<br />

con cui fu accolto l’appello alla prima<br />

crociata lanciato nel 1095 dal papa Urbano<br />

II. Anzi i primi a <strong>me</strong>ttersi in moto, prima dei<br />

cavalieri regolar<strong>me</strong>nte armati, furono bande<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sperati che si avviarono a pie<strong>di</strong> lungo<br />

la costa dell’Adriatico orientale attraversando<br />

poi Montenegro, Macedonia e abbandonandosi<br />

a razzie e saccheggi per sfamarsi. Malattie<br />

e un <strong>di</strong>sastroso scontro coi Turchi annientarono<br />

questa “armata” raccogliticcia. I<br />

le Fonti del Credere<br />

gianfranco paro<strong>di</strong><br />

Se la croce va alla guerra<br />

Consentire onsentire ai cristiani il libero accesso<br />

ai luoghi santi, in in mano ai musulmani<br />

dalla fi ne del I millennio, fu la giustifi<br />

cazione più ricorrente per la promozione<br />

delle crociate. Tuttavia, quello delle crociate<br />

fu un processo molto più complesso alla<br />

cui base sta una quantità <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong>versi.<br />

• Le zone <strong>me</strong>ri<strong>di</strong>onali dell’Europa erano<br />

soggette a continue scorrerie da parte <strong>di</strong><br />

pirati barbareschi che crearono nelle<br />

popolazioni un clima <strong>di</strong> terrore ma<br />

anche <strong>di</strong> rancore generalizzato verso<br />

tutto ciò che ricordava l’Islam.<br />

• Era presente in Europa una nobiltà estre- estrema<strong>me</strong>nte<br />

litigiosa e violenta: : in<strong>di</strong>riz- in<strong>di</strong>riz- cavalieri invece fecero le cose<br />

un po’ <strong>me</strong>glio ed effettiva<strong>me</strong>nte riuscirono<br />

a giungere sotto le mura <strong>di</strong> Gerusalem<strong>me</strong><br />

(si stima però che vi giunse un decimo dei<br />

centomila partiti). E qui nell’asse<strong>di</strong>o e nella<br />

successiva conquista <strong>della</strong> città, questi cavalieri<br />

si macchiarono <strong>di</strong> incre<strong>di</strong>bili episo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

violenza. Un regno latino fu comunque<br />

costituito nella città santa e via via anche nei<br />

territori circostanti. Ma furono regni decisa<strong>me</strong>nte<br />

deboli che richiesero continui invii <strong>di</strong><br />

rinforzi: per questo motivo furono ban<strong>di</strong>te<br />

altre 6 crociate che si svolsero in un arco<br />

<strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> quasi 200 anni. Alla fi ne però i<br />

regni latini del <strong>me</strong><strong>di</strong>o oriente furono defi nitiva<strong>me</strong>nte<br />

abbattuti. Per ragioni <strong>di</strong> spazio non<br />

possiamo qui raccontare tutto quello che successe<br />

in quei due secoli (nascita degli or<strong>di</strong>ni<br />

militari cavallereschi, guerre non solo tra<br />

cristiani e musulmani ma anche tra gli stessi<br />

cristiani <strong>di</strong> oriente e <strong>di</strong> occidente, rivalità<br />

e lotte intestine tra “crociati”). Possiamo<br />

solo ricordare che centinaia <strong>di</strong> migliaia<br />

<strong>di</strong> persone furono trucidate, con pari<br />

ferocia, da una parte e dall’altra. Il ricordo<br />

<strong>di</strong> quegli eventi continua a segnare i<br />

rapporti tra le due sponde del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

fi no ai giorni nostri.<br />

7


La Guar<strong>di</strong>a in... e<strong>di</strong>cola<br />

8<br />

enrico quaglia<br />

V ia S. Vincenzo,<br />

Portoria<br />

GENOVA<br />

Al nu<strong>me</strong>ro 68 canc esiste un’e<strong>di</strong>cola<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a che va cercata<br />

all’interno del cortile dell’Oratorio delle<br />

ani<strong>me</strong> e <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>della</strong> cintura,<br />

confraternita agostiniana.<br />

Nelle vicinanze si trova LA CHIESA DI SAN-<br />

TO STEFANO, che si ammira anche dalla<br />

sottostante e centralissima Via XX Settembre.<br />

Già abbazia benedettina fondata nel 960<br />

dal vescovo Teodolfo II, si tratta <strong>di</strong> un complesso<br />

architettonico <strong>di</strong> grande valore. Al suo<br />

interno si può ammirare la tavola col <strong>di</strong>pinto<br />

raffi gurante il martirio <strong>di</strong> Santo Stefano <strong>di</strong><br />

Guido Romano (1526). Oggi è santuario<br />

citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a.<br />

Foto: Stefano Perfumo<br />

Prega<br />

per i nostri giovani<br />

Perché Gesù è rimasto in città senza avvertire?<br />

Non lo avremmo mai pensato, o Maria.<br />

Era un giovane <strong>di</strong> cui vi fi davate,<br />

tu e Giuseppe, poiché, <strong>di</strong>ce il vangelo:<br />

“Stava sotto<strong>me</strong>sso e cresceva<br />

in sapienza, età e grazia”...<br />

Perché vi ha fatto questo,<br />

ben sapendo che vi avrebbe fatto soffrire?<br />

Che cosa voleva “<strong>di</strong>re” con la sua fuga,<br />

e che voi non avete capito?<br />

Quando i nostri giovani<br />

vogliono “affermarsi”, o Maria,<br />

non capiamo più <strong>di</strong> te e Giuseppe!<br />

E soffriamo tante angosce...<br />

Aiutaci dunque o Maria,<br />

a cercare ogni giorno<br />

co<strong>me</strong> riprendere il <strong>di</strong>alogo,<br />

co<strong>me</strong> mostrare che abbiamo<br />

ancora fi ducia, e co<strong>me</strong> far capire<br />

che malgrado le nostre goffaggini<br />

vogliamo soltanto aiutare a crescere...<br />

Prega per i nostri adolescenti, o Maria,<br />

e per tutti gli adolescenti.<br />

Ma prega anche per noi, Maria.<br />

Suor Emmanuelle


e<strong>di</strong>toriale<br />

marco granara<br />

La collera dei poveri...<br />

Ci siamo!<br />

La storia si ripete. Corsi<br />

e ricorsi... Si è detto e<br />

scritto che “è maestra <strong>di</strong> vita”,<br />

la storia. Purtroppo non per<br />

tutti e sempre. Ma <strong>di</strong> fronte<br />

alla oggettività e inesorabilità<br />

<strong>di</strong> certi avveni<strong>me</strong>nti, chi<br />

sfugge, chi vorrebbe far finta<br />

<strong>di</strong> non capire è solo un “fuori<br />

storia” che pagherà più caro<br />

<strong>di</strong> altri il conto che non torna.<br />

Sono sul piazzalone <strong>della</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a, al luogo chiamato<br />

“osservatorio”. Ci vado spesso<br />

in quel luogo magico e chiedo<br />

alla Madonna il dono <strong>della</strong>...<br />

sua vista per guardare con gli<br />

occhi <strong>di</strong> Dio quanto sta avvenendo<br />

e quanto si prospetta<br />

con certi “segni dei tempi” già<br />

in attuazione. In questi giorni,<br />

sta ribollendo l’Africa del<br />

nord, molti poveracci, a costo<br />

<strong>di</strong> morire e a prezzi per loro<br />

impossibili, fuggono dalla miseria<br />

e cercano <strong>di</strong> invadere il<br />

“sogno Europa”... Sembra un<br />

contagio inarrestabile: dalla<br />

Tunisia all’Egitto, allo Ye<strong>me</strong>n,<br />

all’Algeria, alla Libia... A quando<br />

il Marocco e altri ancora?<br />

Fino a un certo punto questa<br />

valanga umana che asse<strong>di</strong>a<br />

i “palazzi” dei poteri sembra<br />

sia riuscita nell’intento senza<br />

sostanziali violenze. Ma,<br />

già in Libia, proprio in queste<br />

ore, non è così e, <strong>me</strong>ntre<br />

alcuni “satrapi” che sembravano<br />

immortali e intoccabili<br />

son riusciti a fuggire carichi<br />

<strong>di</strong> lingotti d’oro e sostenuti<br />

da Banche mon<strong>di</strong>ali conniventi,<br />

altri ci provano ancora<br />

compiendo carneficine... Fino<br />

a quando? Gli eserciti stessi,<br />

fatti da povera gente scalcagnata,<br />

miserabili co<strong>me</strong> i loro<br />

concitta<strong>di</strong>ni, stanno passando<br />

dalla parte <strong>di</strong> un popolo<br />

che riven<strong>di</strong>ca libertà e giustizia<br />

per tutti. I nostri satrapi<br />

locali, fino a ieri amiconi <strong>di</strong><br />

quei capoccia, non si sa se<br />

per opportunismo politico o<br />

per una connivenza <strong>di</strong> idee e<br />

<strong>di</strong> <strong>me</strong>todo, corrono ai ripari<br />

per fermare le invasioni, per<br />

prendere – ora – <strong>di</strong>stanze che<br />

dovevano essere prese molto<br />

prima...<br />

Io, sto ripensando in cuor<br />

mio molte cose... Sono tornato<br />

a rileggermi quelle pagine<br />

– davvero profetiche – <strong>di</strong><br />

44 anni or sono, quelle <strong>della</strong><br />

“Populorum Progressio”<br />

del “gran<strong>di</strong>ssimo” Paolo VI<br />

(e co<strong>me</strong> vorrei consigliare ai<br />

molti amici che mi leggono<br />

<strong>di</strong> tornare a fare altrettanto!!!).<br />

Il monito, ben ragionato<br />

e motivato, ai paesi ricchi<br />

per affrettare una giusta con<strong>di</strong>visione<br />

dei beni e la scelta<br />

<strong>di</strong> nuovi stili <strong>di</strong> vita , miranti<br />

più all’essere che all’avere,<br />

paventava già allora il rischio<br />

che “ostinandosi, non potranno<br />

che suscitare il<br />

giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Dio e la collera<br />

dei poveri, con conseguenze<br />

impreve<strong>di</strong>bili”.<br />

Noi, qui alla Guar<strong>di</strong>a, non<br />

siamo né politici né strateghi.<br />

Siamo solo degli “osservatori”<br />

– “Guar<strong>di</strong>a” non vuol<br />

<strong>di</strong>re “Vedetta”? – che cercano<br />

<strong>di</strong> guardare le cose con gli occhi<br />

<strong>di</strong> Dio... La Sapienza conta<strong>di</strong>na,<br />

così ben tradotta dai<br />

primi protagonisti <strong>di</strong> questa<br />

storia e lasciata a noi co<strong>me</strong><br />

stile e mandato, è la sintesi<br />

<strong>della</strong> Fede, <strong>della</strong> Speranza e<br />

<strong>della</strong> Carità: un nuovo modo<br />

<strong>di</strong> vivere intravisto da Maria<br />

stessa co<strong>me</strong> costante storica<br />

<strong>di</strong> quel Dio che “esalta gli<br />

umili” e “rimanda i ricchi a<br />

mani vuote”. Noi vorremmo<br />

stare dalla parte <strong>di</strong> “questo”<br />

Dio, con Maria e, ogni volta<br />

che ve<strong>di</strong>amo ripetersi questa<br />

storia nelle complesse vicende<br />

del mondo, troviamo solo<br />

conferma a quanto ci è stato<br />

detto e ci vien solo voglia <strong>di</strong><br />

affrettare questi tempi <strong>di</strong> Dio<br />

proponendo a noi stessi e ai<br />

nostri pellegrini uno stile <strong>di</strong><br />

vita schierato da questa parte,<br />

quella <strong>di</strong> Dio e dei poveri. I nostri<br />

lettori troveranno da questo<br />

nu<strong>me</strong>ro (v. pagine centrali)<br />

proposte consone a questo<br />

stile. Sono da perseguire con<br />

decisone e tradurre in fatti <strong>di</strong><br />

libertà, <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> essenziale,<br />

<strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> gioia.<br />

9


Afebbraio si è celebrata la Giornata per la Vita.<br />

Un valore con<strong>di</strong>viso da tutti?<br />

Vita da accogliere<br />

gianfranco paro<strong>di</strong><br />

Tutti conosciamo con<br />

quanto impegno la<br />

Chiesa si de<strong>di</strong>chi a <strong>di</strong>fendere<br />

la sacralità <strong>della</strong> vita,<br />

a cominciare dal suo inizio<br />

e dalla sua fi ne, quando cioè<br />

l’in<strong>di</strong>viduo è più debole e in<strong>di</strong>feso,<br />

quin<strong>di</strong> incapace <strong>di</strong> far<br />

valere il suo <strong>di</strong>ritto a vivere.<br />

E sa il cielo quanti attentati<br />

a questo <strong>di</strong>ritto possono verifi<br />

carsi in questi mo<strong>me</strong>nti.<br />

Ma la vita può aver necessità<br />

<strong>di</strong> essere <strong>di</strong>fesa anche in altri<br />

mo<strong>me</strong>nti inter<strong>me</strong><strong>di</strong>, quando<br />

una malattia, una <strong>di</strong>sgrazia,<br />

un guaio economico,<br />

la rottura <strong>di</strong> un rapporto interpersonale<br />

possono <strong>me</strong>ttere<br />

in crisi un’esistenza e<br />

segnare il destino <strong>di</strong> un uomo<br />

per il resto dei suoi giorni.<br />

Per parlare <strong>di</strong> questi temi e<br />

dell’impegno dei cristiani<br />

in questo campo, abbiamo<br />

incontrato Mons. Marino<br />

Poggi, vicario episcopale<br />

per la testimonianza<br />

e il servizio <strong>della</strong> carità<br />

dell’Arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Genova<br />

e <strong>di</strong>rettore <strong>della</strong> Caritas<br />

Diocesana <strong>di</strong> Genova.<br />

“La vita ha un altissimo valore<br />

– pre<strong>me</strong>tte Mons. Poggi<br />

10<br />

- che è giusto venga costante<strong>me</strong>nte<br />

‘celebrato’, cioè portato<br />

a conoscenza <strong>di</strong> tutti. Il<br />

problema è che quando una<br />

vita è ormai formata e tende<br />

a svolgersi secondo i normali<br />

canoni essa è un “dato <strong>di</strong> fatto”,<br />

sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti e<br />

non pone particolari questioni.<br />

Viceversa, quando la vita<br />

sta per formarsi o è appena<br />

formata, la sua realtà non è<br />

così evidente e possono registrarsi<br />

opinioni <strong>di</strong>a<strong>me</strong>tral<strong>me</strong>nte<br />

opposte sul<br />

suo stesso essere (problemi<br />

etici legati a embrioni,<br />

feti, speri<strong>me</strong>ntazioni incontrollate).<br />

Analoga<strong>me</strong>nte si<br />

può <strong>di</strong>re del volgere al termine<br />

<strong>della</strong> vita, quando<br />

concetti co<strong>me</strong> encefalogramma<br />

piatto, coma irreversibile,<br />

accani<strong>me</strong>nto<br />

terapeutico, pongono l’accento<br />

su realtà che devono<br />

essere trattate col massimo<br />

rispetto. Sono, sia in un caso<br />

che nell’altro, temi tal<strong>me</strong>nte<br />

importanti che non<br />

debbono essere lasciati<br />

al libero arbitrio dei singoli,<br />

ma devono necessaria<strong>me</strong>nte<br />

essere <strong>di</strong>sciplinati<br />

da precise normative che sta-<br />

biliscano criteri univoci <strong>di</strong><br />

comporta<strong>me</strong>nto. È evidente<br />

che poi, una volta defi niti i<br />

principi, sarà bene che nessuno<br />

si erga a giu<strong>di</strong>ce infl essibile<br />

o peggio partigiano <strong>di</strong><br />

schiera<strong>me</strong>nti contrapposti.<br />

Pre<strong>me</strong>sso questo, è del tutto<br />

evidente che ci sono temi legati<br />

alla vita or<strong>di</strong>naria delle<br />

persone che devono essere<br />

seguiti dalla Chiesa con altrettanta<br />

attenzione”.<br />

C’è il problema <strong>della</strong> scuola<br />

che deve essere capace <strong>di</strong><br />

impartire vera educazione e<br />

non essere costruita a misura<br />

dei gusti <strong>di</strong> ciascuno. C’è il<br />

problema <strong>della</strong> salute dove<br />

si assiste ad un pericoloso<br />

deteriora<strong>me</strong>nto dei rapporti<br />

tra sanitari e pazienti: questi<br />

ultimi tendono a <strong>di</strong>ventare<br />

sempre più dei nu<strong>me</strong>ri, degli<br />

oggetti e non delle persone<br />

con <strong>di</strong>ritti. C’è il problema<br />

delle <strong>di</strong>pendenze da alcool<br />

e droga. C’è il mondo degli<br />

in<strong>di</strong>genti e delle persone<br />

senza <strong>di</strong>mora che devono<br />

essere sfamati ma special<strong>me</strong>nte<br />

devono essere in<strong>di</strong>rizzati<br />

per aiutarli a superare<br />

la loro con<strong>di</strong>zione. Ci sono i


Il soffi o dell’esistenza<br />

ad ogni età<br />

<strong>di</strong>ritti dei portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap.<br />

“Il problema - annota Mons.<br />

Poggi - è che in tutti questi<br />

campi si avverte una desolante<br />

assenza <strong>di</strong> valori:<br />

prima <strong>di</strong> qualsiasi <strong>di</strong>scorso è<br />

necessario fare or<strong>di</strong>ne nella<br />

gerarchia dei valori stessi. Ma<br />

special<strong>me</strong>nte è necessario che<br />

non ci limitiamo a interventi<br />

<strong>di</strong> facciata ma che facciamo<br />

scelte che impegnano il<br />

nostro modo <strong>di</strong> ragionare.<br />

Per esempio, parlando <strong>di</strong><br />

han<strong>di</strong>cap non serve a niente<br />

eliminare le barriere architettoniche<br />

se poi non siamo<br />

capaci <strong>di</strong> accogliere la perso-<br />

na portatrice dell’han<strong>di</strong>cap.<br />

E infi ne bisogna far nascere<br />

nuova<strong>me</strong>nte nella gente il<br />

criterio <strong>della</strong> ‘gratuità’<br />

del servizio. Questo non<br />

vuol <strong>di</strong>re che non ci debbano<br />

essere delle persone che svolgano<br />

in maniera remunerata<br />

interventi <strong>di</strong> assistenza. Queste<br />

persone ci vogliono ed è<br />

bene che ci siano; è però importante<br />

che anche in questo<br />

rapporto <strong>di</strong> lavoro possano<br />

mantenere vera solidarietà e<br />

partecipazione. E questo rapporto<br />

<strong>di</strong> solidarietà e partecipazione<br />

è il carisma specifi co<br />

<strong>di</strong> chi fa attività <strong>di</strong> volontariato”.<br />

Nonostante tutte le<br />

osservatorio<br />

ombre che caratterizzano la<br />

nostra società, sappiamo che<br />

in Italia è molto alto il<br />

nu<strong>me</strong>ro delle persone che<br />

gratuita<strong>me</strong>nte si prendono<br />

<strong>cura</strong> <strong>di</strong> altri, aderendo<br />

a enti o associazioni. Istituti<br />

e congregazioni religiose dal<br />

loro canto svolgono un prezioso<br />

ruolo <strong>di</strong> catalizzatori e<br />

promotori <strong>di</strong> queste attività.<br />

Nelle pagine che seguono<br />

siamo andati a conoscere due<br />

tra le tante realtà che a Genova<br />

operano concreta<strong>me</strong>nte<br />

per dare sostegno a persone<br />

che per varie ragioni sono<br />

state segnate dalle vicissitu<strong>di</strong>ni<br />

<strong>della</strong> vita.<br />

11<br />

Foto: Matteo Favati


Amore, entusiasmo, professionalità:<br />

i propellenti giusti per gran<strong>di</strong> opere piene <strong>di</strong> vita.<br />

Un Abbraccio alla<br />

vita che<br />

<strong>di</strong> Alma Severino<br />

L’AMORE per la qualità <strong>della</strong> vita fi n dal primo respiro<br />

<strong>di</strong> un neonato, l’ENTUSIASMO per realizzare un “nido”<br />

adatto a piccoli ospiti in <strong>di</strong>ffi coltà per problemi familiari,<br />

sociali, economici ed ambientali, la PROFESSIONALITÀ<br />

per seguire i neonati da 0 a 6-8 <strong>me</strong>si: questi gli ingre<strong>di</strong>enti<br />

che hanno per<strong>me</strong>sso <strong>di</strong> realizzare un progetto <strong>di</strong>ffi cile.<br />

Le Piccole Suore Missionarie<br />

<strong>della</strong> Carità<br />

<strong>di</strong> Don Orione hanno<br />

una Casa a Quezzi, sulle colline<br />

<strong>di</strong> Genova, per gli esercizi<br />

spirituali, circondata da<br />

fasce coltivate ad ulivi: in<br />

questa bellissima oasi <strong>di</strong> verde,<br />

ci sono anche alcune casette,<br />

un poco celate alla vista<br />

<strong>di</strong> coloro che abitano nei<br />

palazzi vicini.<br />

Un giorno è nata l’idea <strong>di</strong><br />

un’Associazione che potesse<br />

ospitare i neonati che<br />

vengono posti sotto la tutela<br />

del Tribunale dei Minori<br />

perché la famiglia non può<br />

assi<strong>cura</strong>re le mini<strong>me</strong> ed essenziali<br />

cure o perché vengono<br />

abbandonati dalle madri.<br />

Una piccola percentuale <strong>di</strong><br />

essi, infatti, trova accoglienza<br />

in seno a famiglie che li<br />

ricevono in adozione o in<br />

affi da<strong>me</strong>nto ed hanno così<br />

l’opportunità <strong>di</strong> cominciare<br />

una vita “normale”. Un’altra<br />

parte, più consistente, per<br />

12<br />

vari motivi (neonati in attesa<br />

<strong>di</strong> una siero-conversione, gravi<br />

problemi <strong>di</strong> tipo psico-patologico<br />

<strong>della</strong> madre o alcoolismo<br />

o tossico<strong>di</strong>pendenza)<br />

resta in attesa che il Tribunale<br />

possa decidere se reintegrarli<br />

o <strong>me</strong>no nella famiglia <strong>di</strong><br />

origine. In linea <strong>di</strong> massima,<br />

nell’attesa che venga deciso<br />

il loro futuro, i neonati sotto<br />

tutela del Tribunale vengono<br />

ricoverati negli ospedali<br />

presso i reparti pe<strong>di</strong>atrici o <strong>di</strong><br />

neonatologia, senz’altro <strong>cura</strong>ti<br />

ma senza la possibilità <strong>di</strong> ricevere<br />

in modo continuativo<br />

l’affetto, il calore e le “coccole”<br />

così necessari a coloro che<br />

si affacciano alla vita.<br />

Ezio Fulcheri è presidente<br />

dell’Associazione “L’abbraccio<br />

<strong>di</strong> Don Orione”, che ha<br />

fondato con il prof. Sandro<br />

Trasino, il prof. Giorgio<br />

Bentivoglio, la dr.a Marina<br />

Gualco e Suor Caterina<br />

Adelfi o, Madre Provinciale<br />

delle Piccole Suore Missionarie<br />

<strong>della</strong> Carità <strong>di</strong> Don Orione.<br />

Una delle casette che si<br />

trovano nell’area a<strong>di</strong>acente<br />

alla Casa delle Suore è stata<br />

ristrutturata, con gravi <strong>di</strong>ffi -<br />

coltà soprattutto <strong>di</strong> carattere<br />

fi nanziario, e dopo un anno e<br />

<strong>me</strong>zzo era pronta per accogliere<br />

i nuovi nati in <strong>di</strong>ffi coltà. In<br />

occasione <strong>della</strong> visita <strong>di</strong> Papa<br />

Benedetto XVI a Genova,<br />

nel maggio del 2008, il Car<strong>di</strong>nale<br />

Angelo Bagnasco ha<br />

voluto donare simbolica<strong>me</strong>nte<br />

al Pontefi ce due istituzioni<br />

genovesi: proprio l’Associazione<br />

“L’abbraccio <strong>di</strong><br />

Don Orione” ed il “Centro<br />

Aiuto alla Vita” (C.A.V.).<br />

La nuova casa può ospitare 8<br />

neonati (10 nelle e<strong>me</strong>rgenze).<br />

La durata <strong>di</strong> permanenza<br />

nella casa è variabile (3- 6 - 8<br />

<strong>me</strong>si massimo) in quanto il<br />

Tribunale dei Minori nel suo<br />

iter ha un lasso <strong>di</strong> tempo, che<br />

può essere più o <strong>me</strong>no lungo,<br />

per decidere la soluzione migliore<br />

per il bambino.<br />

Nei primi <strong>me</strong>si <strong>di</strong> vita è necessario<br />

che il neonato riceva<br />

gli stimoli giusti perché<br />

è il periodo più importante<br />

per “aprirsi al mondo” ed ha<br />

quin<strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong> essere circondato<br />

da amorevoli gesti


e non solo da cure adeguate<br />

per la sua sopravvivenza; ci<br />

vuole l’abbraccio <strong>di</strong> un essere<br />

umano che de<strong>di</strong>ca a lui la<br />

sua premurosa attenzione,<br />

cosa pressoché impossibile<br />

in un ospedale, anche<br />

dei più attrezzati.<br />

Nella struttura dell’Associazione<br />

sono presenti le Suore,<br />

affi ancate da alcuni educatori<br />

che hanno il compito <strong>di</strong><br />

seguire i bambini. Non mancano<br />

i volontari che “spendono”<br />

alcune ore per aiutare<br />

a svolgere in molti mo<strong>di</strong> il<br />

lavoro necessario.<br />

Un nuovo progetto è in<br />

“gestazione” e i suoi fautori<br />

sperano <strong>di</strong> realizzarlo a<br />

breve: è la ristrutturazione<br />

<strong>di</strong> un’altra casetta sempre<br />

situata nell’area delle Suore<br />

per potere ospitare le madri<br />

in stato interessante<br />

che hanno, per vari motivi,<br />

<strong>di</strong>ffi coltà a portare<br />

avanti la loro gravidanza.<br />

Questo progetto sarebbe<br />

un ulteriore passo per le Suore<br />

per de<strong>di</strong>care tutto il nucleo<br />

operativo alla vita nascente.<br />

(per saperne <strong>di</strong> più: www.<br />

abbracciodonorione.it)<br />

Presidente e cofondatore<br />

dell’Associazione<br />

“L’abbraccio <strong>di</strong> Don Orione”<br />

Il soffi o dell’esistenza<br />

osservatorio<br />

nasce<br />

A favore dell’uomo,<br />

con il sorriso <strong>di</strong> Dio<br />

Un incontro che fa pensare<br />

Si chiamano Suore Missionarie <strong>della</strong> Carità ma forse<br />

sono più note co<strong>me</strong> suore <strong>di</strong> Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta.<br />

Una piccola comunità <strong>di</strong> queste suore si è inse<strong>di</strong>ata a Prà, nel<br />

ponente <strong>di</strong> Genova, da ormai 16 anni. È costituita da 5 suore<br />

provenienti da 3 continenti: tre suore sono in<strong>di</strong>ane, una è africana<br />

e una italiana. L’attuale superiora, suor Ermina, in<strong>di</strong>ana, è<br />

in procinto <strong>di</strong> lasciare Genova per un altro incarico in una casa<br />

<strong>di</strong> Roma. Le Suore Missionarie <strong>della</strong> Carità, accanto ai tre voti<br />

tra<strong>di</strong>zionali, ne e<strong>me</strong>ttono un quarto: quello <strong>di</strong> “restare sempre<br />

povere al servizio dei più poveri”.<br />

Quando le abbiamo incontrate, abbiamo subito chiesto co<strong>me</strong> mai<br />

una congregazione, nata per aiutare i poveri <strong>della</strong> terra, che normal<strong>me</strong>nte<br />

si pensano concentrati nel sud del mondo, abbia sentito<br />

la necessità <strong>di</strong> fondare delle case anche nella ricca Europa<br />

(nella sola Italia centro-settentrionale ce ne sono ben 12). Suor<br />

Ermina ci ha spiegato che il problema se lo era posto anche Madre<br />

Teresa quando le era stato chiesto <strong>di</strong> mandare le sue Suore in<br />

tutto il mondo e quin<strong>di</strong> anche in Europa. E proprio venendo nei<br />

nostri paesi, capì che anche da noi ci sono schiere sempre più<br />

nu<strong>me</strong>rose <strong>di</strong> poveri. Oggi accanto ai “vecchi” poveri ci sono<br />

anche quelli “nuovi”. Per eventi imprevisti, persone “normali”<br />

da un giorno all’altro fi niscono in <strong>me</strong>zzo ad una strada e la loro<br />

con<strong>di</strong>zione è ancora più tragica perché sono del tutto impreparate<br />

ad affrontare la nuova situazione. Ma oltre la povertà materiale<br />

da noi è presente una povertà <strong>di</strong> altro tipo che forse può essere<br />

peggiore <strong>della</strong> mancanza <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>: la povertà spirituale e l’incapacità<br />

<strong>di</strong> aprirsi agli altri.<br />

E allora ecco che piccole comunità <strong>di</strong> suore co<strong>me</strong> quella <strong>di</strong> Prà<br />

sono capaci <strong>di</strong> far sorgere dal nulla un refettorio che ogni giorno<br />

<strong>di</strong>stribuisce gratuita<strong>me</strong>nte 70 pasti cal<strong>di</strong>, <strong>di</strong> offrire alloggio<br />

a madri con bambini piccoli in <strong>di</strong>ffi coltà e senza casa,<br />

<strong>di</strong> prendersi <strong>cura</strong> <strong>di</strong> famiglie abitanti nei rioni più degradati.<br />

E tutto questo viene fatto, questo è vera<strong>me</strong>nte importante, col<br />

sorriso sulle labbra.<br />

L’istituto non ha e non cerca fi nanziatori, ma riesce a svolgere<br />

la sua attività grazie all’opera <strong>di</strong> volontari e sulla base <strong>di</strong><br />

offerte <strong>di</strong> cibo e danaro da parte <strong>di</strong> singoli: la fi ducia<br />

nella Provvidenza è fonda<strong>me</strong>ntale nella loro vita.<br />

Gianfranco Paro<strong>di</strong><br />

13


laGuar<strong>di</strong>a<br />

dei<br />

piccoli<br />

L‛unico <strong>di</strong>spiacere che avevo era <strong>di</strong> non<br />

avere un fi glio: in tanti anni che stavamo<br />

insie<strong>me</strong>, Sara non <strong>me</strong> ne aveva dato neanche<br />

uno e ormai non era più tanto giovane.<br />

Povera Sara, era il suo cruccio continuo<br />

non poter avere fi gli! Ai miei tempi questo<br />

per una donna era quasi una vergogna!<br />

Eppure Dio mi aveva pro<strong>me</strong>sso una <strong>di</strong>scendenza<br />

nu<strong>me</strong>rosa co<strong>me</strong> le stelle del<br />

cielo! Non capivo, ma nello stesso tempo<br />

mi fi davo <strong>di</strong> Dio e pensavo “lasciamo fare<br />

a Lui”. Un giorno, <strong>me</strong>ntre <strong>me</strong> ne stavo sulla<br />

soglia <strong>della</strong> mia tenda vi<strong>di</strong> arrivare tre<br />

giovani: sentii nel cuore che erano persone<br />

speciali, forse erano angeli del Signore.<br />

Li pregai <strong>di</strong> accettare la mia ospitalità e<br />

feci preparare un ricco pranzo. Dopo aver<br />

mangiato mi chiesero <strong>di</strong> Sara e uno dei tre<br />

mi <strong>di</strong>sse: “Tornerò qui tra un anno e Sara<br />

avrà avuto un fi glio”. Sara stava nascosta<br />

dentro la tenda e aveva sentito: si mise<br />

a ridere pensando: “Sono vecchia, co<strong>me</strong><br />

14<br />

I personaggi <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Salvezza<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

Abramo, Sara e il fi glio del riso<br />

potrò avere un fi glio?”. Ma il giovane la<br />

udì e <strong>di</strong>sse: “Vi è forse cosa impossibile<br />

a Dio?” E così fu. Mi nacque un fi glio e il<br />

suo no<strong>me</strong> fu Isacco, il fi glio del riso, e la<br />

gioia mia e <strong>di</strong> Sara fu piena.<br />

Isacco cresceva vivace e buono e io lo<br />

amavo sopra ogni cosa, ma un giorno Dio<br />

mi <strong>di</strong>sse: “Pren<strong>di</strong> tuo fi glio e offri<strong>me</strong>lo in<br />

sacrifi cio sul monte Moria”. Mi sentii morire,<br />

ma Dio aveva parlato e subito caricai<br />

l‛asino con la legna, presi Isacco e con due<br />

servi mi avviai verso il luogo in<strong>di</strong>catomi.<br />

Due giorni durò il viaggio e lo strazio del<br />

mio cuore. Mentre camminavamo pensavo<br />

che i Cananei, il popolo in <strong>me</strong>zzo a cui vivevo,<br />

offrivano sacrifi ci umani alle loro<br />

<strong>di</strong>vinità; potevo io essere <strong>me</strong>no <strong>di</strong> loro?<br />

Se Dio mi chiedeva questo sacrifi cio non<br />

potevo rifi utarmi, anche se, lo confesso, in<br />

fondo al cuore avevo una <strong>di</strong>sperata speranza.<br />

Poi Isacco e io da soli salimmo il monte.<br />

Isacco portava la legna, io avevo il fuoco e<br />

il coltello. Sulla cima e<strong>di</strong>fi cai un altare <strong>di</strong><br />

pietra, legai mio fi glio e stavo per immolarlo<br />

quando una voce mi fermò la mano. Che<br />

gioia sentire: “Non uccidere il bambino.<br />

Ora so che temi Dio”. Vi<strong>di</strong> tra i cespugli<br />

un montone, allora lo presi e lo sacrifi cai al<br />

posto <strong>di</strong> mio fi glio e Dio <strong>di</strong> nuovo mi parlò<br />

e le sue parole mi scendevano nel cuore<br />

co<strong>me</strong> balsamo: “In fede mia ti giuro che in<br />

premio <strong>di</strong> non avermi rifi utato tuo fi glio, ti<br />

col<strong>me</strong>rò <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zioni e farò la tua <strong>di</strong>scendenza<br />

nu<strong>me</strong>rosa co<strong>me</strong> le stelle del cielo e<br />

la sabbia <strong>della</strong> riva del mare”.<br />

Ero felice: compresi che Dio aveva voluto<br />

<strong>me</strong>ttermi alla prova, ma non voleva sacrifi<br />

ci umani. Il mio Dio era <strong>di</strong>verso dagli<br />

idoli dei Cananei. Mi prostrai e adorai<br />

il mio Dio.


OTTO “MODI DI ESSERE<br />

E DI OPERARE”...<br />

Alla ricerca <strong>di</strong> “un essenziale”<br />

da vivere e con<strong>di</strong>videre con altri.<br />

Mo<strong>di</strong> “essere e <strong>di</strong> vivere”: così li vogliamo<br />

chiamare. <strong>Abbi</strong>amo rifl ettuto<br />

insie<strong>me</strong> nel tempo dell’Avvento passato,<br />

partendo dall’inquietu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>ffusa che si coglie<br />

in giro un po’ dovunque. Molti hanno già<br />

risolto approdando al nichilismo (niente vale<br />

niente, tutto inutile) o fi nendo in recriminazioni<br />

infi nite, alienanti quanto mai.<br />

Noi abbiamo frugato nella storia, anche quella<br />

del nostro <strong>Santuario</strong> e abbiamo guardato<br />

con occhi <strong>me</strong>no schifati a una forte realtà<br />

già esistente anche se spesso <strong>di</strong>sattesa e poco<br />

nota.<br />

Da qui abbiamo ricavato questi “otto gruppi <strong>di</strong><br />

proposte”, in parte già attuate da qualcuno e<br />

quin<strong>di</strong> “possibili”, tra forti idealità e obiezioni<br />

realistiche. Un noto motivo <strong>di</strong>ce che: “Quando<br />

si sogna da soli, il sogno rimane un sogno...<br />

Ma, quando a sognare cominciamo ad essere<br />

in due, il sogno è già un po’ realtà”.<br />

Vuoi anche tu sognare con noi? Sarai in buona<br />

compagnia, perche tanti “sognatori” – in<br />

primis il nostro Benedetto Pareto, i suoi familiari<br />

e i suoi amici – ti hanno preceduto e hanno<br />

fatto cose davvero gran<strong>di</strong>. Hanno imparato<br />

loro ad “essere” uomini e donne <strong>di</strong>gnitosi<br />

e felici <strong>di</strong> un essenziale capito e con<strong>di</strong>viso e,<br />

così, hanno coinvolto altri in cose più gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> loro che, a un primo approccio, sembravano<br />

impossibili.<br />

Ecco, se vuoi, leggi, pensa, prega e...<br />

(continua a pag. II)<br />

Chi ha già esperienza in <strong>me</strong>rito...<br />

Chi si ritrova in questi modelli possibili...<br />

si faccia vivo e ci aiuti a costruire insie<strong>me</strong>.<br />

I


Otto “mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> operare”...<br />

(segue da pag. I)<br />

1Un GRUPPO <strong>di</strong> GENITORI per “Educare<br />

all’ Essenziale, senza demandare ad altri i<br />

compiti nostri”.<br />

Stefano e Stefania (coniugi con 2 fi gli) sono preoccupati<br />

– co<strong>me</strong> tanti altri genitori – del futuro<br />

dei loro fi gli, dell’inseri<strong>me</strong>nto in un mondo<br />

complesso, a volte rischioso eppure necessario<br />

per lo 1sviluppo normale <strong>della</strong> crescita dei fi gli<br />

(scuola, sport, tempo libero, mass <strong>me</strong><strong>di</strong>a, comunità<br />

parrocchiale...). Co<strong>me</strong> affrontare senza subire?<br />

Co<strong>me</strong> raccordare le varie agenzie educative <strong>di</strong><br />

cui sopra per ottenere da loro un aiuto coerente<br />

alla loro idea <strong>di</strong> educazione alla vita? Ne hanno<br />

parlato con Massimo e Cristina (coniugi con 2<br />

fi gli poco più gran<strong>di</strong>)... Con loro hanno allargato<br />

con fi ducia lo sguardo e la proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

il che fare anche con altri genitori più sensibili.<br />

Li hanno trovati e altri si uniranno cammin<br />

facendo. Hanno chiesto al Parroco <strong>di</strong> potersi responsabilizzare<br />

co<strong>me</strong> animatori delle strutture<br />

parrocchiali esistenti e <strong>di</strong> un complesso lavoro <strong>di</strong><br />

animazione, <strong>di</strong> raccordo con le altre realtà educative.<br />

Il Parroco ne è stato ben contento. Stanno<br />

avviando una “Scuola genitori”, un centro<br />

costante<strong>me</strong>nte aperto alle attività integrative e<br />

sempre educative verso le fasce dell’età evolutiva.<br />

Si sono detti che il primo modo <strong>di</strong> contrastare<br />

una cultura permissiva, consumistica, materialista<br />

e trasgressiva è quello <strong>di</strong> testimoniare ai fi gli<br />

e ad altri la possibilità <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> vita basato<br />

sulla ricerca <strong>di</strong> ESSENZIALE e su motivazioni ideali<br />

profonde, coscienti e salde (FEDE ADULTA).<br />

Ne è nato un “GRUPPO <strong>di</strong> PROGETTAZIONE<br />

e ATTUAZIONE <strong>di</strong> SOSTEGNO EDUCATIVO”.<br />

Stanno camminando in queste <strong>di</strong>rezioni. Con<br />

fatica ma con crescente sod<strong>di</strong>sfazione anche in<br />

base ai primi frutti che ne e<strong>me</strong>rgono.<br />

2GRUPPO <strong>di</strong> ARTIGIANI a sostegno ai bisogni<br />

essenziali <strong>di</strong> <strong>me</strong>no abbienti.<br />

Paolo, con Giovanni, Roberto e... (artigiani e<strong>di</strong>li)<br />

sensibili ai problemi pratici legati alla prima<br />

e unica abitazione <strong>di</strong> persone <strong>me</strong>no abbienti,<br />

impossibilitate a provvedere in proprio, si sono<br />

uniti per aprire gli occhi concreta<strong>me</strong>nte e per<br />

rispondere ai bisogni <strong>di</strong> piccoli lavori <strong>di</strong> ristrutturazione,<br />

adegua<strong>me</strong>nto, imbiancatura, rifaci<strong>me</strong>nto<br />

servizi essenziali <strong>di</strong> famiglie in <strong>di</strong>ffi coltà.<br />

II II2<br />

Lo fanno trovando il tempo negli intervalli del<br />

loro lavoro e cercando tutte le collaborazioni che<br />

possono venire da altri artigiani co<strong>me</strong> loro (elettricisti,<br />

idraulici, falegnami...) o coor<strong>di</strong>nando gli<br />

interventi. Anche loro, da credenti, si sono posti<br />

il problema <strong>della</strong> qualità e <strong>della</strong> consistenza <strong>della</strong><br />

loro Fede, nonché <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> vita coerente.<br />

Sono insie<strong>me</strong> con questi tre obiettivi CONCRETI<br />

(aiutarsi a crescere per aiutare altri).<br />

3GRUPPO <strong>di</strong> AUTOAIUTO tra FAMIGLIE<br />

<strong>di</strong> MONO e BASSO REDDITO.<br />

Molte famiglie a “mono e basso red<strong>di</strong>to” fanno<br />

fatica ad arrivare <strong>di</strong>gnitosa<strong>me</strong>nte a fi ne <strong>me</strong>se e a<br />

3<br />

vivere con serenità e in semplicità. In tutta Italia<br />

e anche <strong>di</strong> più all’estero, sono già attivi gruppi<br />

<strong>di</strong> persone che si sono <strong>me</strong>ssi insie<strong>me</strong> per aiutarsi<br />

a intraprendere e mantenere uno stile <strong>di</strong> vita<br />

consono e tuttavia sereno e <strong>di</strong>gnitoso intorno a<br />

un “essenziale” insie<strong>me</strong> in<strong>di</strong>viduato, promosso,<br />

con<strong>di</strong>viso e testimoniato. Spesso si sono chiamati<br />

“gruppi <strong>di</strong> auto aiuto”. Iniziative <strong>di</strong>verse <strong>di</strong><br />

coor<strong>di</strong>na<strong>me</strong>nto <strong>di</strong> spesa, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> case<br />

per vacanze, uso con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> stru<strong>me</strong>nti <strong>di</strong> utilità<br />

comune... Le vie e i livelli sono <strong>di</strong>versi: c’è<br />

chi punta ad<strong>di</strong>rittura a for<strong>me</strong> <strong>di</strong> vita comune in<br />

unità abitative consone al rispetto dell’in<strong>di</strong>pendenza<br />

dei singoli nuclei familiari, che prevede e<br />

attua for<strong>me</strong> <strong>di</strong> “cassa comune” e ruoli lavorativi<br />

inter<strong>di</strong>pendenti e razionalizzati (v. l’esperienza<br />

israeliana del kibbutz o quella <strong>della</strong> comunità <strong>di</strong><br />

Nomadelfi a o delle Case Famiglia <strong>della</strong> Papa Giovanni<br />

XXIII...). Ma ci sono anche vie inter<strong>me</strong><strong>di</strong>e<br />

<strong>di</strong> coinvolgi<strong>me</strong>nto più graduato. Anche qui, alla<br />

base, la ricerca <strong>di</strong> un ESSENZIALE IDEALE (FEDE<br />

MATURA E PENSATA) e <strong>di</strong> uno STILE <strong>di</strong> VITA<br />

sull’ESSENZIALE.<br />

4 GRUPPO <strong>di</strong> auto aiuto tra FAMIGLIE<br />

NUMEROSE (dai tre fi gli in su...)<br />

Co<strong>me</strong> sopra, per motivi analoghi e <strong>me</strong>to<strong>di</strong> simili.<br />

Penalizzare la vita e i valori connessi solo<br />

o prevalente<strong>me</strong>nte per motivi socio/economici<br />

è una vera per<strong>di</strong>ta. Guardare la famiglia co<strong>me</strong><br />

“problema” invece che co<strong>me</strong> “risorsa” è un impoveri<strong>me</strong>nto<br />

che apre ad altri problemi più gravi<br />

ancora. “Mettersi insie<strong>me</strong>” tra famiglie sapienti e


4 5<br />

coraggiose per tallonare chi <strong>di</strong> dovere in <strong>me</strong>rito e<br />

per rimboccarci le maniche è dare luogo e spazio<br />

automatica<strong>me</strong>nte ad una scuola <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> socialità<br />

che non ha pari in un’epoca <strong>di</strong> “chiacchiere”<br />

sui “fatti” più naturali e centrali del vivere umano.<br />

Gruppi <strong>di</strong> questo tipo non saranno solo gruppi<br />

<strong>di</strong> auto aiuto, ma contributo a una maturazione<br />

civica collettiva <strong>di</strong> grande valore e spessore.<br />

La scelta <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> vita basato sull’essenziale<br />

sarà, in questo caso, quasi d’obbligo. Ma nel frattempo<br />

potrebbe <strong>di</strong>ventare una reciproca scuola<br />

<strong>di</strong> vita valida sempre, anche quando potessero<br />

cambiare in <strong>me</strong>glio le con<strong>di</strong>zioni economiche<br />

del nucleo familiare. La vita libera e sobria non<br />

è una necessità, quasi una condanna da subire,<br />

solo per “chi non può”. È una proposta <strong>di</strong> “libertà”<br />

e <strong>di</strong> “qualità” per tutti, anche per gli abbienti<br />

o i privilegiati dalla vita. Saranno, anche qui ancora<br />

una volta, i più poveri che “insegneranno a<br />

vivere” e a reinventare un sistema <strong>di</strong> maggiore<br />

giustizia e fraternità sociale.<br />

5GRUPPO <strong>di</strong> ADOZIONE “a vicinanza”,<br />

relazionale, economico ed educativo, tra<br />

famiglie più abbienti (non solo <strong>di</strong> valori economico/fi<br />

nanziari, ma <strong>di</strong> altri valori) verso<br />

famiglie che non ce la farebbero a riprendersi<br />

e camminare da soli. Mandare quattro sol<strong>di</strong><br />

a bambini e famiglie “a <strong>di</strong>stanza” è un modo<br />

lodevole e forse in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> impegno, da in-<br />

centivare ancora <strong>di</strong> più. Ma “farsi carico” <strong>di</strong> un<br />

mo<strong>me</strong>nto o un periodo o <strong>di</strong> un tempo indeterminato<br />

<strong>di</strong> famiglie che sono impari al loro<br />

compito per una forma <strong>di</strong> sostegno da parte <strong>di</strong><br />

chi dalla vita ha avuto <strong>di</strong> più, spesso, è l’unica<br />

strada alternativa alla cronicità e al degrado totale.<br />

Segue o precede, co<strong>me</strong> per gli altri, anche<br />

per questo gruppo la ricerca dell’ESSENZIALE<br />

anche per sé (Vita libera dal superfl uo e Fede<br />

più motivata e matura).<br />

6<br />

6GRUPPO <strong>di</strong> SOSTEGNO e <strong>di</strong> INSERIMEN-<br />

TO nella vita, su un criterio <strong>di</strong> “essenzialità”<br />

(primo lavoro, scuola d’obbligo, ecc... Fede...) per<br />

GIOVANI e MENO ABBIENTI.<br />

Giovani che non si sposano perché non hanno<br />

neppure in vista l’essenziale... Persone che, se sostenute<br />

al<strong>me</strong>no per un periodo <strong>di</strong> prova, potrebbero<br />

riprendere con le proprie gambe. Trovare e<br />

avviare for<strong>me</strong> <strong>di</strong> lavoro (cooperative <strong>di</strong> servizi o<br />

altro), rinveni<strong>me</strong>nto, attrezzatura e gestione <strong>di</strong><br />

abitazioni “a tempo”... (Es. Una pia e anziana<br />

signora ha <strong>me</strong>sso a <strong>di</strong>sposizione del gruppo, attraverso<br />

la <strong>me</strong><strong>di</strong>azione parrocchiale, una sua seconda<br />

casa che aveva bisogno <strong>di</strong> qualche lavoro<br />

<strong>di</strong> ripristino, da utilizzare, per i primi anni <strong>di</strong> vita<br />

matrimoniale, da parte <strong>di</strong> giovani sposi o famiglie<br />

<strong>me</strong>no abbienti. Poi verrà la casa popolare o forse<br />

anche la casa propria... Altre persone, fi dando-<br />

(continua a pag. IV)<br />

III


Otto “mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> operare”...<br />

(segue da pag. III)<br />

si dalla serietà delle persone del gruppo, hanno<br />

<strong>me</strong>sso a <strong>di</strong>sposizione (alcune in prestito/<br />

investi<strong>me</strong>nto, altre co<strong>me</strong> offerta una tantum)<br />

anche notevoli som<strong>me</strong> <strong>di</strong> denaro da investire<br />

nell’utilità convenuta. È una chiamata per persone<br />

con una loro stabilità economica che,<br />

dal loro red<strong>di</strong>to reinvestito intelligente<strong>me</strong>nte<br />

e da loro risorse professionali, potrebbero<br />

creare lavoro, aprire possibilità che, da soli,<br />

sarebbero impensabili: per i propri fi gli stessi<br />

e per quelli d’altri. Questa partenza in sor<strong>di</strong>na,<br />

dal basso, li ha invogliati a cercare stili <strong>di</strong><br />

vita <strong>di</strong> grande sobrietà e ricerca <strong>di</strong> essenzialità<br />

per loro stessi.<br />

7GRUPPI 7<strong>di</strong> PROFESSIONISTI (dentisti –<br />

<strong>me</strong><strong>di</strong>ci – avvocati... professionisti ancora<br />

in esercizio o da poco in quiescenza) o altri<br />

che potrebbero <strong>me</strong>ttere la loro professionalità<br />

a servizio gratuito <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> e<strong>me</strong>rgenza<br />

(alcolismo, tossico<strong>di</strong>pendenza, patologie rare,<br />

sostegno a principianti in lavori autonomi a<br />

rischio...). Su questo fronte ci sono già <strong>di</strong>verse<br />

for<strong>me</strong> <strong>di</strong> impegno avviate e collaudate, ma<br />

spesso condotte in forma in<strong>di</strong>vidualistica, senza<br />

il conforto, confronto e sostegno <strong>della</strong> pari<br />

competenza “in gruppo”. Sono già molte le<br />

esperienze <strong>di</strong> questo tipo in cammino, perché<br />

non pensare ancora altre, sollecitati da “problemi<br />

concreti” che bussano alla nostra porta.<br />

Alcuni <strong>di</strong>cono, convinti: “Se posso, sono<br />

a <strong>di</strong>sposizione... Se ha bisogno, mi chiami e<br />

vedrò quel che potrò fare”. Lodevoli e preziose<br />

<strong>di</strong>sponibilità, ma... si può fare un ulteriore<br />

passo <strong>di</strong> responsabilità, quello <strong>di</strong> coinvolgere<br />

IV<br />

altri, <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare doni <strong>di</strong>versi per uno scopo<br />

comune, riunendosi in “gruppo”, dall’in<strong>di</strong>vidualismo<br />

alla solidarietà.<br />

8GRUPPI <strong>di</strong> BUON VICINATO che partono<br />

dalla costruzione devozionale <strong>di</strong> una<br />

Cappella/Chiesetta/E<strong>di</strong>cola alla Madonna <strong>della</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a per poi …<br />

Può partire dall’iniziativa <strong>di</strong> una singola persona,<br />

<strong>di</strong> una famiglia, <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> amici dello<br />

stesso 8ambiente territoriale o <strong>di</strong> lavoro. Quasi<br />

tutte le Cappelle – Chiesette – Santuari o anche<br />

semplici e<strong>di</strong>cole sono nate così. Qualcuno<br />

l’ha costruite a sue spese, la maggior parte col<br />

contributo lavorativo o fi nanziario <strong>di</strong> tutti gli<br />

interessati. Ma, non avrebbe senso una costruzione,<br />

pur lodevole, che non sfociasse in una<br />

“costruzione” <strong>di</strong> altro, più importante, tra tutti<br />

gli interessati. Dai sassi, alla Fede, dal plastico<br />

allo spirituale, dal simbolo alla realtà <strong>di</strong> una<br />

comunità <strong>di</strong> amici che si fa “chiesa” e <strong>di</strong>venta<br />

una concreta “presenza <strong>di</strong> Dio” in quell’ambiente.<br />

La Fede poi, per essere autentica, ha<br />

bisogno <strong>della</strong> verifi ca, la “prova del nove” <strong>della</strong><br />

Carità. Così, il semplice muratore, unito ad<br />

altri, <strong>di</strong>venterà un operatore <strong>di</strong> solidarietà, <strong>di</strong><br />

giustizia e <strong>di</strong> pace. “Dove due o più saranno insie<strong>me</strong><br />

nel mio No<strong>me</strong>, vi do la mia parola che ci<br />

sarò anch’io in <strong>me</strong>zzo a loro”. Così l’iniziativa,<br />

pur lodevole, non si ferma al “devozionale”,ma<br />

<strong>di</strong>venta inizio <strong>di</strong> una ricostruzione reciproca.<br />

Può nascere un piccolo se<strong>me</strong> che può <strong>di</strong>ventare<br />

un albero che raccoglie anche gli uccelli del<br />

cielo che vengono da ogni dove.<br />

... dalla devozione alla solidarietà...


I MAGGIO - Fissati i mo<strong>me</strong>nti salienti <strong>della</strong> Beatifi cazione<br />

del Servo <strong>di</strong> Dio Papa Giovanni Paolo II:<br />

- veglia <strong>di</strong> preparazione nella sera <strong>di</strong> sabato 30 aprile<br />

al Circo Massimo <strong>di</strong> Roma, organizzata dalla Diocesi <strong>di</strong><br />

Roma, <strong>di</strong> cui il Papa fu vescovo;<br />

- celebrazione <strong>della</strong> beatifi cazione, in Piazza San Pietro,<br />

con inizio alle ore 10.00, presieduta da Papa Benedetto XVI.<br />

La partecipazione non è regolata da biglietti ma l’accesso<br />

alla Piazza e alle zone a<strong>di</strong>acenti sarà sotto la tutela delle forze<br />

dell’or<strong>di</strong>ne;<br />

- venerazione delle spoglie del nuovo Beato nella Basilica <strong>di</strong><br />

San Pietro, davanti l’Altare <strong>della</strong> Confessione, la stessa<br />

do<strong>me</strong>nica I Maggio fi no ad esauri<strong>me</strong>nto del fl usso dei<br />

fedeli;<br />

- S. Messa <strong>di</strong> ringrazia<strong>me</strong>nto lunedì 2 Maggio, alle<br />

ore 10.30 in Piazza San Pietro, presieduta dal Card. Tarcisio<br />

Bertone, Segretario <strong>di</strong> Stato.<br />

La tumulazione delle spoglie del nuovo Beato nella Basilica<br />

Vaticana, presso la Cappella <strong>di</strong> San Sebastiano,<br />

avverrà poi in forma privata.<br />

10 MARZO - Viene presentato alla stampa il libro<br />

“Gesù <strong>di</strong> Nazaret - Seconda Parte. Dall’ingresso<br />

in Gerusalem<strong>me</strong> fi no alla risurrezione”<br />

(Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana), <strong>di</strong> Joseph Ratzinger<br />

- Benedetto XVI. Il volu<strong>me</strong> continua e completa<br />

quello scritto dal pontefi ce nel 2007.<br />

Pensierino <strong>della</strong> sera<br />

Co<strong>me</strong> sarà che a teatro<br />

cerchiamo sempre<br />

i posti in prima fi la<br />

e in chiesa ci se<strong>di</strong>amo sempre<br />

nelle ulti<strong>me</strong> panche?<br />

succede in Chiesa<br />

alma severino<br />

19


20<br />

mirco mazzoli<br />

Primo giorno<br />

Dov’è Dio? Sono arrivato a<br />

Nairobi da qualche ora e mi<br />

ripeto questa domanda. Sono<br />

qui per un’esperienza <strong>di</strong> volontariato<br />

con i ragazzi <strong>della</strong><br />

baraccopoli <strong>di</strong> Kayole, grazie<br />

ad un progetto <strong>di</strong> Musical<strong>me</strong>nte<br />

e Intersos finanziato<br />

dalla Regione Liguria. Musical<strong>me</strong>nte<br />

è un’associazione<br />

genovese che agisce attraverso<br />

la musica per far e<strong>me</strong>rgere<br />

le risorse personali e <strong>di</strong><br />

gruppo; Intersos è una organizzazione<br />

non governativa<br />

italiana che opera in contesti<br />

<strong>di</strong> e<strong>me</strong>rgenza internazionale:<br />

a Nairobi si occupa <strong>di</strong> contrasto<br />

all’Aids e alla malnutrizione,<br />

insie<strong>me</strong> a WOFAK,<br />

associazione <strong>di</strong> donne del posto.<br />

Siamo partiti in quattro.<br />

Con i suoi quattro milioni <strong>di</strong><br />

abitanti, il traffico impazzito,<br />

i marciapie<strong>di</strong> <strong>di</strong> terra rossa<br />

pieni <strong>di</strong> gente, i poveri fermi<br />

ai crocicchi e sugli spartitraffico.<br />

Nairobi mi appare da subito<br />

bellissima e caotica. Ho<br />

sempre pensato <strong>di</strong> dover fare<br />

un viaggio del genere, prima<br />

Un viaggio in Africa<br />

tra musica, povertà e fede<br />

E fu sera e fu mattina.<br />

Storia <strong>di</strong> una<br />

piccola creazione<br />

o poi, un battesimo in quella<br />

parte <strong>di</strong> mondo che vive con<br />

<strong>me</strong>no <strong>di</strong> un dollaro al giorno,<br />

per capire cosa posso fare<br />

io. Adesso che ci sono ho la<br />

sensazione <strong>di</strong> non poter fare<br />

nulla. Di fronte ad una delle<br />

più gran<strong>di</strong> e affascinanti città<br />

africane, con due terzi <strong>della</strong><br />

popolazione sottoali<strong>me</strong>ntata,<br />

mi sento un uomo senza<br />

più riferi<strong>me</strong>nti e mi chiedo:<br />

dov’é Dio, in tutto questo?<br />

Secondo giorno<br />

Con Ambra, Emanuela e Dario,<br />

i miei compagni in questa<br />

esperienza, vado alla scoperta<br />

del Westland, il nostro<br />

quartiere. A gennaio è estate,<br />

da queste parti. Il sole è caldo<br />

e asciutto, i marciapie<strong>di</strong> sono<br />

costeggiati da rive erbose, con<br />

piante spontanee dai fiori accesi<br />

e coltivazioni in vaso.<br />

La gente che incontro non è<br />

tutta uguale co<strong>me</strong> ieri, colgo<br />

alcune fisionomie e i primi<br />

segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenza sociale:<br />

oggi <strong>di</strong>stinguo l’uomo con la<br />

ventiquattr’ore, la donna in<br />

tailleur, il ragazzo con le scar-<br />

pe rotte che tenta <strong>di</strong> venderci<br />

fiori. L’aria è fresca, in cielo<br />

viaggiano ron<strong>di</strong>ni e ibis neri,<br />

dallo sgraziato becco ricurvo<br />

e dai potentissimi richiami,<br />

co<strong>me</strong> avessero un trombetta<br />

in gola. Gli abitanti <strong>di</strong> Nairobi<br />

sembrano solo giovani,<br />

vedo poche persone d’età,<br />

in giro. Camminano, rapi<strong>di</strong>,<br />

per chilo<strong>me</strong>tri, in massa. Chi<br />

può, prende il matatu, una<br />

sorta <strong>di</strong> taxi collettivo che<br />

non si ferma, accosta e rallenta<br />

<strong>me</strong>ntre l’addetto apre la<br />

porta scorrevole e ti risucchia<br />

o ti scarica. I matatu sono<br />

le formiche <strong>di</strong> questa città,<br />

brulicano senza posa in ogni<br />

<strong>di</strong>rezione. Dai milioni <strong>di</strong> passi,<br />

dalle migliaia <strong>di</strong> <strong>me</strong>zzi in<br />

circolazione, sale la terra ocra<br />

che incen<strong>di</strong>a l’aria. A sorpresa,<br />

sono proprio i matatu i<br />

primi a parlarmi <strong>di</strong> Dio, qui:<br />

sul cofano ostentano scritte<br />

co<strong>me</strong> “Dio ti bene<strong>di</strong>ca”,<br />

“Gesù ti ama”, “E’ un miracolo<br />

<strong>di</strong> Dio”. Nel groviglio<br />

del traffico, i bus portano in<br />

giro <strong>me</strong>ssaggi <strong>di</strong> speranza per<br />

il popolo <strong>della</strong> strada.


Terzo giorno<br />

In modo più evidente che in<br />

una città europea, a Nairobi le<br />

classi sociali si strutturano in<br />

base alla loro prossimità alla<br />

strada. Chi è inserito, vive<br />

e lavora in bei condomini<br />

protetti da cancelli e guar<strong>di</strong>e,<br />

per via <strong>di</strong> un alto tasso<br />

<strong>di</strong> microcriminalità; chi è ai<br />

margini, per lo più persone<br />

venute dalle campagne a cercar<br />

lavoro in città, si ferma<br />

sul marciapiede: in prima fi la<br />

i questuanti, le carriole dei<br />

ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> ananas e le pietre<br />

roventi <strong>di</strong> chi offre pannocchie<br />

arrostite, un passo<br />

in<strong>di</strong>etro il vestiario prêt-àporter<br />

steso in bella mostra<br />

sugli alberi e <strong>di</strong>etro ancora<br />

le botteghe in muratura, soprattutto<br />

ricambi e pneumatici<br />

per auto e camion, che si<br />

scassano spesso, a causa delle<br />

profonde buche nell’asfalto.<br />

Più <strong>di</strong> tutti mi colpiscono i<br />

portatori <strong>di</strong> carretti, gli uomini-muli<br />

che caricano <strong>di</strong> tutto<br />

e tirano, avventurandosi con<br />

le facce tese nel traffi co che<br />

non li aspetta e li ricaccia ai<br />

lati. A Nairobi lavori duro, se<br />

non vuoi perdere. Se per<strong>di</strong><br />

si vede, se per<strong>di</strong> stai fermo.<br />

Noto un ragazzino seduto su<br />

un pagliericcio, la tuta impregnata<br />

<strong>di</strong> polvere, una piccola<br />

sco<strong>della</strong> per raccogliere gli<br />

spiccioli, una croce al collo.<br />

Oscilla sul bacino, è denutrito<br />

e cieco. Neppure la fortuna <strong>di</strong><br />

vedere questo magnifi co sole.<br />

Il nostro primo impatto con i<br />

ragazzi che vivono nella baraccopoli<br />

dà le vertigini. La<br />

strada polverosa si riempie<br />

<strong>di</strong> bambini festanti, ripetono<br />

le ragioni del credere<br />

“Co<strong>me</strong> stai?” e cercano <strong>di</strong> attirare<br />

la nostra attenzione. Ci<br />

circondano, ci prendono per<br />

mano, ci seguono dappresso,<br />

con le scarpe senza lacci, le<br />

ciabatte rotte o troppo gran<strong>di</strong>,<br />

qualcuno a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>. Visitiamo<br />

il centro che Intersos<br />

e WOFAK hanno impiantato<br />

qui: offre un pasto ad oltre<br />

100 bambini e ragazzi e segue<br />

le famiglie, a cominciare<br />

dal problema Aids. Nei <strong>di</strong>ntorni<br />

palazzine grigie e baracche<br />

in lamiera, un rivolo<br />

d’acqua intriso <strong>di</strong> spazzatura<br />

in cui rovistano i maiali, antenne<br />

<strong>della</strong> tv innalzate su<br />

lunghe pertiche <strong>di</strong> legno. Il<br />

cielo è un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> luce, a<br />

pochi <strong>me</strong>tri da <strong>me</strong> volteggiano<br />

due gran<strong>di</strong> falchi. Respiro<br />

e sento <strong>di</strong> essere dove Dio ci<br />

ha preceduto.<br />

Quarto giorno<br />

L’attività con 30 bambini e ragazzi<br />

dello slum prosegue con<br />

grande entusiasmo. La musica<br />

porta fuori le energie migliori.<br />

Introduciamo i ragazzi<br />

ad esercizi <strong>di</strong> recitazione, <strong>di</strong><br />

canto, <strong>di</strong> ballo. “Sono pieni <strong>di</strong><br />

passioni sopite”, ci <strong>di</strong>cono i<br />

loro educatori. Fin dall’inizio,<br />

subito dopo la prima risata insie<strong>me</strong>,<br />

i ragazzi hanno lasciato<br />

che il loro affetto ci si attaccasse<br />

addosso, a rischio <strong>di</strong><br />

soffrire, una volta fi nito tutto.<br />

Ma la sofferenza per loro è<br />

una con<strong>di</strong>zione quoti<strong>di</strong>ana,<br />

non le per<strong>me</strong>ttono <strong>di</strong> soffocare<br />

la voglia <strong>di</strong> sognare.<br />

Vengo sorpreso dalla commozione<br />

quando capisco quali<br />

potenzialità <strong>di</strong> vita avrebbero<br />

questi ragazzi e che proba-<br />

bil<strong>me</strong>nte non potranno mai<br />

sfruttarle. Oggi però si sorride,<br />

si <strong>di</strong>ce grazie. Ann ha<br />

otto anni, pochissi<strong>me</strong> parole,<br />

risate delicate che non riesce<br />

a trattenere e due occhi che<br />

sparano, limpi<strong>di</strong> e potenti.<br />

Ann, Iddah, Fridah, Cosmas,<br />

George, Ivy e tutti gli altri ti<br />

salutano con un sincero “God<br />

bless you”, Dio ti bene<strong>di</strong>ca, e<br />

io, con il mio cristianesimo<br />

complicato da mille contrappunti,<br />

mi sorprendo a non saper<br />

rispondere.<br />

(continua a pag. 22)<br />

21<br />

Foto: Emanuela Balletti


Quinto giorno<br />

Nairobi è sempre più dentro<br />

<strong>di</strong> noi. L’Africa ha un potere<br />

tutto suo <strong>di</strong> richiamarti pian<br />

piano, facendoti capire che ci<br />

sei nato anche tu, in questo<br />

posto, millenni fa. La città<br />

sopporta i contrasti tra le due<br />

società che la abitano, quella<br />

organizzata e produttiva e<br />

quella abbrancata, stentata.<br />

Con la stessa signorilità dei<br />

suoi elefanti, Nairobi passa<br />

da un giorno all’altro sperando<br />

<strong>di</strong> trovare un nuovo<br />

equilibrio e un altro habitat.<br />

Oggi è il giorno delle visite.<br />

Con Ellen, la counselor <strong>di</strong><br />

WOFAK, an<strong>di</strong>amo a casa <strong>di</strong><br />

alcuni ragazzi. Camminiamo<br />

sotto il sole equatoriale, sulle<br />

strade <strong>di</strong> terra battuta, costeggiate<br />

da timi<strong>di</strong> quadrati<br />

<strong>di</strong> orto e nuvole <strong>di</strong> sacchetti<br />

<strong>di</strong> plastica: è co<strong>me</strong> se la plastica<br />

<strong>di</strong> <strong>me</strong>zzo mondo fosse<br />

stata sollevata nel vento e<br />

scaricata in Africa. Sopra una<br />

collinetta <strong>di</strong> detriti dor<strong>me</strong><br />

una capra, nel cortile sterrato<br />

<strong>della</strong> scuola i bambini giocano<br />

a calcio con i grembiuli<br />

storti. Infi liamo uno stretto<br />

vicolo <strong>di</strong> lamiere, percorso<br />

da un canale <strong>di</strong> scolo a cielo<br />

22<br />

Un viaggio in Africa<br />

tra musica, povertà e fede<br />

E fu sera e fu mattina.<br />

Storia <strong>di</strong> una piccola creazione<br />

(segue da pag. 21)<br />

aperto e gremito <strong>di</strong> panni stesi,<br />

tra cui ci facciamo strada<br />

<strong>di</strong>etro ad Ellen ed ai ragazzi.<br />

Samuel apre la porta <strong>della</strong> sua<br />

baracca con orgoglio: saranno<br />

tre <strong>me</strong>tri quadrati, dentro<br />

c’è un letto, su cui il ragazzo<br />

ha la premura <strong>di</strong> farci sedere.<br />

Niente acqua, niente luce,<br />

niente gas, niente mobili.<br />

Solo il letto ad un piazza. Ci<br />

vivono lui, la mamma e altri<br />

sei fratelli, più uno in arrivo.<br />

Il papà se ne è andato. Pagano<br />

15 dollari al <strong>me</strong>se, per niente.<br />

La mamma arriva, ci bacia, ci<br />

parla dei suoi fi gli con occhi<br />

mansueti e saggi, <strong>di</strong>ce: “Ho<br />

solo il desiderio che possano<br />

concludere gli stu<strong>di</strong>”. Lo stu<strong>di</strong>o<br />

è la sola via d’uscita. Alle<br />

pareti è appesa una macchinina<br />

in fi l <strong>di</strong> ferro e un quadretto<br />

sbia<strong>di</strong>to con su scritto<br />

“Gesù ti amo”. Stiamo seduti<br />

tutti insie<strong>me</strong> in silenzio, nella<br />

penombra afosa delle lamiere:<br />

Samuel e gli altri ci guardano<br />

contenti. Sulla via del ritorno<br />

mi sento pieno <strong>di</strong> quel niente<br />

e <strong>di</strong> quegli sguar<strong>di</strong>. Penso<br />

a quale ricchezza siano capaci<br />

<strong>di</strong> tras<strong>me</strong>tterti queste<br />

persone. Al centro WOFAK,<br />

i ragazzi ci aspettano, sem-<br />

pre più pronti e collaborativi.<br />

Balliamo e cantiamo. A fi ne<br />

attività, il loro educatore li<br />

raduna, rivolge loro un lungo<br />

<strong>di</strong>scorso in swahili. Alla fi ne<br />

pregano. A Nairobi esistono<br />

centinaia <strong>di</strong> chiese, tra e<strong>di</strong>fi ci<br />

in muratura e semplici lamiere,<br />

appartenenti alla chiesa<br />

cattolica ma anche alle più<br />

sparute confessioni cristiane,<br />

ciascuna con il suo pastore, il<br />

suo pre<strong>di</strong>catore carismatico.<br />

Domani è do<strong>me</strong>nica. I più si<br />

<strong>me</strong>tteranno un abito buono<br />

ed andranno a cantare inni.<br />

Qualcuno ci chiede se siamo<br />

cristiani. “Sì”. “Allora domani<br />

andate a <strong>me</strong>ssa”. “Domani<br />

an<strong>di</strong>amo a fare un safari”.<br />

Sorridono. “Ci sono chiese<br />

anche dentro al parco”.<br />

Sesto giorno<br />

A <strong>me</strong>ssa non an<strong>di</strong>amo, più<br />

per i tempi ferrei che regolano<br />

la visita al parco che per<br />

cattiva volontà, <strong>me</strong>ttiamola<br />

così. Quando ti si para davanti<br />

lo spettacolo del mondo<br />

libero, però, fi nisci per<br />

pregare, ecco<strong>me</strong>. Nel silenzio<br />

<strong>della</strong> savana, parlano il vento<br />

sottile e le nubi alte, il brucare<br />

sordo delle zebre, i salti


delle gazzelle e le famiglie <strong>di</strong><br />

rinoceronti che sbuffano assopite<br />

sulla riva del lago, il<br />

volo ondoso dei fenicotteri<br />

rosa e dei pellicani, la veglia<br />

dei leoni all’ombra dell’acacia<br />

gialla. Tutto ti avvolge, ti<br />

fascia <strong>di</strong> luce lattiginosa che<br />

ti viene voglia <strong>di</strong> mangiarla<br />

tanto è bella e ti appare potente<br />

la fantasia del Creatore.<br />

Ora mi pare che non sia un<br />

lusso im<strong>me</strong>rgersi nella natura.<br />

In Africa capisco che il<br />

mondo vorrebbe appartenere<br />

agli animali quanto agli uomini.<br />

Settimo giorno<br />

E’ il giorno <strong>della</strong> prova fi nale<br />

in cui i ragazzi si esibiscono<br />

davanti a genitori e amici ed<br />

è anche il giorno <strong>della</strong> nostra<br />

partenza per l’Italia. La grande<br />

terrazza del centro WO-<br />

FAK si è riempita, il gruppo<br />

è motivato. Riproponiamo<br />

le ragioni del credere<br />

gli esercizi <strong>di</strong> questi giorni,<br />

le coreografi e, alcune canzoni.<br />

Il pubblico applaude sod<strong>di</strong>sfatto.<br />

La performance si<br />

chiude con un recitato tratto<br />

dai racconti <strong>di</strong> speranza che<br />

i ragazzi ci hanno confi dato<br />

in questi giorni. “Io ho un<br />

sogno: <strong>di</strong>ventare un <strong>me</strong><strong>di</strong>co,<br />

un maestro, un pilota <strong>di</strong> aeroplano,<br />

una suora, per aiutare<br />

la mia gente, istruire i bambini,<br />

andar lontano e tornare<br />

con qualcosa <strong>di</strong> nuovo, pregare<br />

per tutti. Voglio essere<br />

un cantante, un’attrice, per<br />

tras<strong>me</strong>ttere quello che ho<br />

dentro. Voglio stu<strong>di</strong>are duro<br />

e aiutare i miei genitori quando<br />

fanno fatica”. La gente annuisce,<br />

con quel movi<strong>me</strong>nto<br />

solenne del capo che è tipico<br />

<strong>di</strong> qui. Il mo<strong>me</strong>nto che segue<br />

lo spettacolo coincide con il<br />

nostro <strong>di</strong>stacco dai ragazzi<br />

<strong>di</strong> Kayole. La contentezza si<br />

trasforma in commozione,<br />

alcuni piangono con grande<br />

<strong>di</strong>gnità, senza scuoti<strong>me</strong>nti,<br />

immobili, le braccia conserte.<br />

Qualcuno lascia il suo saluto<br />

alla videoca<strong>me</strong>ra: “Siete<br />

stati un dono prezioso, mi<br />

mancherete. Non <strong>di</strong><strong>me</strong>nticatemi”.<br />

Risaliamo sul nostro<br />

taxi a fatica, <strong>me</strong>ntre una piccola<br />

folla si accalca attorno e<br />

ci saluta sempre più da lontano.<br />

Sono stati giorni intensi<br />

per l’anima ed il corpo. Ora<br />

l’aereo attraversa la notte alla<br />

volta dell’Italia. Ho bisogno<br />

<strong>di</strong> riposare, <strong>di</strong> elaborare il<br />

tumulto delle cose. Bastano<br />

sette ore <strong>di</strong> volo per essere a<br />

casa. E fu sera e fu mattina.<br />

È innegabile, mi sento smarrito<br />

e nuovo. Co<strong>me</strong> una silenziosa<br />

creazione dentro.<br />

Proprio là dove mi sembrava<br />

assente, in un povero nulla, il<br />

Creatore aveva già preparato<br />

per noi cose buone e giuste.<br />

23<br />

Foto: Emanuela Balletti


2 minuti per pensare<br />

24<br />

Una pillola <strong>di</strong> saggezza...<br />

a <strong>cura</strong> <strong>di</strong> Enrico Quaglia<br />

SE TACI, TACI PER AMORE,<br />

SE PARLI, PARLA PER AMORE;<br />

SE RICHIAMI,<br />

RICHIAMA PER AMORE,<br />

SE PERDONI, PERDONA PER AMORE.<br />

(S.Agostino)<br />

ah!<br />

ah!<br />

ah...<br />

ah...<br />

ah!<br />

nucci scipilliti, laura siccar<strong>di</strong><br />

IL PARACADUTE<br />

Un alto uffi ciale dell’Accademia<br />

Navale a<strong>me</strong>ricana<br />

era un pilota dell’aviazione<br />

durante la guerra in<br />

Vietnam. Dopo 75 combatti<strong>me</strong>nti,<br />

il suo aereo fu <strong>di</strong>strutto<br />

da un missile, il pilota<br />

fu espulso e paracadutato<br />

in territorio nemico. Fu catturato<br />

e tenuto prigioniero per sei anni. Attual<strong>me</strong>nte<br />

tiene conferenze sulle lezioni tratte da quell’esperienza.<br />

Un giorno, <strong>me</strong>ntre era con sua moglie al ristorante, un uomo al tavolo vicino si alzò e gli <strong>di</strong>sse:<br />

“Lei è Charles Plumb! Lei è stato abbattuto in Vietnam!” Colto <strong>di</strong> sorpresa Plumb esclamò:<br />

“Co<strong>me</strong> fa a saperlo?” L’altro rispose: “Io avevo avvolto il suo paracadute!” L’ex-pilota rimase<br />

senza fi ato per la sorpresa e la gratitu<strong>di</strong>ne. L’uomo gli strinse la mano e <strong>di</strong>sse: “Suppongo che<br />

abbia funzionato!” Plumb lo rassicurò: “Certa<strong>me</strong>nte ha funzionato, se così non fosse stato, io<br />

non sarei qui oggi.”<br />

Di notte, non riuscendo a dormire, si fi gurò quell’uomo co<strong>me</strong> doveva essere allora, con la<br />

<strong>di</strong>visa <strong>della</strong> Marina, cercò <strong>di</strong> pensare a quante volte doveva essergli passato accanto sulla portaerei,<br />

a quante volte poteva averlo visto senza mai avergli detto “Buongiorno, co<strong>me</strong> va?” o<br />

qualsiasi altra cosa, perché si sa, lui era un pilota da combatti<strong>me</strong>nto e l’altro era soltanto un<br />

marinaio. Pensò alle molte ore che quel marinaio aveva passato al lungo tavolo <strong>di</strong> legno nelle<br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>della</strong> nave, intento a intrecciare con grande <strong>cura</strong> i teli e a piegare le sete <strong>di</strong> ciascun<br />

paracadute, tenendo nelle proprie mani il destino <strong>di</strong> qualcuno che non conosceva.<br />

Ora Plumb chiede al suo pubblico: “Chi sta confezionando il vostro paracadute?” Ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi ha qualcuno che provvede a ciò <strong>di</strong> cui abbiamo bisogno durante il giorno. Tutti noi<br />

abbiamo paracaduti: paracaduti spirituali, <strong>me</strong>ntali, affettivi, fi nanziari.<br />

Riconosciamo e cerchiamo <strong>di</strong> essere grati alle persone che preparano il nostro paracadute.<br />

Non sappiamo quando avremo bisogno <strong>di</strong> aprirlo.<br />

... e un sorso <strong>di</strong> buon umore<br />

D U E SERPENTI, M A D R E E FIGLIO, STRISCIANO TRANQUILLI<br />

N E L B O S C O, A D U N C E R T O P U N T O<br />

IL FIGLIO SERPENTINO C H I E D E:<br />

- Mamma noi siamo velenosi?<br />

- No, perché?<br />

- Meno male,<br />

mi sono appena morso la lingua!


LA MIA FEDE<br />

<strong>di</strong> Charles de Foucauld, Ed. Città Nuova<br />

Charles De Foucauld è considerato<br />

un grande testimone<br />

<strong>della</strong> fede e ha vissuto<br />

con ra<strong>di</strong>calità ogni mo<strong>me</strong>nto<br />

<strong>della</strong> sua vita. E tutta questa<br />

ra<strong>di</strong>calità ma anche la bellezza<br />

<strong>della</strong> sua esperienza traspare<br />

prepotente<strong>me</strong>nte dagli<br />

scritti raccolti nel libro che vi<br />

proponiamo.<br />

Le parole del beato Charles<br />

sono riportate fedel<strong>me</strong>nte<br />

dall’autore e poi com<strong>me</strong>ntate,<br />

rese accessibili al lettore<br />

per guidarlo attraverso la<br />

conoscenza e la rifl essione<br />

su temi fonda<strong>me</strong>ntali per la<br />

fede <strong>di</strong> ciascuno.<br />

Ogni fase <strong>della</strong> sua vita è “raccontata”,<br />

rivissuta, <strong>me</strong><strong>di</strong>tata,<br />

Padre Nostro...<br />

in famiglia<br />

approfon<strong>di</strong>ta e riletta<br />

con occhi attenti,<br />

capaci <strong>di</strong> decifrare<br />

il signifi cato nasco-<br />

sto <strong>di</strong> certe parole o<br />

eventi.<br />

Il testo è piuttosto<br />

breve ma offre un orizzonte<br />

infi nito al quale<br />

affacciarsi, l’orizzonte<br />

<strong>della</strong> fede: all’inizio<br />

<strong>di</strong> quest’anno, questa<br />

lettura suona co<strong>me</strong> un<br />

invito a riscoprire le ragioni<br />

del proprio credere<br />

per vivere ogni storia con<br />

gioia, sapendo una volta<br />

per tutte che Qualcuno è<br />

venuto a manifestarci il<br />

senso <strong>della</strong> nostra vita e,<br />

con grande passione, continua<br />

a rivelarcelo giorno<br />

per giorno.<br />

Padre Nostro che sei nei cieli...<br />

Alt...! Co<strong>me</strong> nei cieli! E<br />

qui in terra? Tra le bollette e<br />

le spese scolastiche, mangiare<br />

e vestire, le ferie, le spese<br />

per la macchina e la casa,<br />

ecc... ecc... è qui che dovremmo<br />

avere vicino Dio, altro che nei<br />

cieli. La vita frenetica che assorbe<br />

una famiglia moderna è<br />

qualcosa che <strong>di</strong>strae ed allontana dalla <strong>di</strong><strong>me</strong>nsione<br />

verticale <strong>della</strong> vita dell’uomo. Il<br />

contatto con quel Padre che nella famiglia<br />

ha posto il suo primo se<strong>me</strong> <strong>di</strong> chiesa do<strong>me</strong>stica<br />

è compro<strong>me</strong>sso dai mille problemi<br />

(veri o fi nti che siano) in cui sono im<strong>me</strong>rsi<br />

leggere fa bene!<br />

ilaria giusto<br />

marcello monticone<br />

genitori e fi gli. I primi alle<br />

prese con i problemi sul<br />

lavoro che si rifl ettono sulla<br />

serenità dei fi gli i quali sono<br />

spesso stra-protetti ed impegnati<br />

in mille attività non solo scolastiche<br />

ma anche sportive. Unite<br />

a questo una rilassatezza riguardo<br />

agli aspetti <strong>della</strong> fede (sempre più<br />

generica e sempre più lontana dalle<br />

chiese) e il gioco è fatto! Facile quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

che Dio se ne sta lassù e qui nisba! Se non<br />

si può o non si vuole vedere che, co<strong>me</strong> <strong>di</strong>ce<br />

una nota canzone, “... il cielo è sempre più<br />

blu”, allora sarà <strong>di</strong>ffi cile riuscire a vedere che<br />

oltre il cielo c’è un Padre che ci ama.<br />

25


cronaca<br />

26<br />

Dall’Uruguay, dopo 60 anni<br />

Pudore vorrebbe che il cronista non<br />

<strong>me</strong>ttesse il naso in certe cose. Ma,<br />

in questo caso, spero mi si assolva in partenza.<br />

Ecco la notizia. È una fredda mattina<br />

<strong>di</strong> febbraio – fuori c’è anche una spruzzata <strong>di</strong><br />

neve, riservata alla cima del monte, sembra<br />

un regalo per questo piccolo gruppetto <strong>di</strong> pellegrini<br />

che si affacciano, un anziano signore<br />

<strong>di</strong> 80 anni e tre suoi giovani nipoti, un maschio<br />

e due ragazzine. Sono accompagnati al<br />

<strong>Santuario</strong> da una coppia <strong>di</strong> parenti genovesi.<br />

Loro stessi sono oriun<strong>di</strong> liguri, <strong>di</strong> Uscio per la<br />

precisione e si chiamano Caprile. La fredda<br />

mattinata riserva il <strong>Santuario</strong> quasi solo per<br />

loro. Tutto qui? Non è certo il primo e l’unico<br />

gruppo <strong>di</strong> emigranti che ritornano. Alla Guar<strong>di</strong>a,<br />

è un fatto molto abituale il ritorno commosso<br />

dei <strong>di</strong>scendenti dei nostri emigrati.<br />

Alla fine <strong>della</strong> Messa si presentano al rettore<br />

celebrante. Si scopre che questo venerando<br />

anziano, Angelo Caprile, che ha seguito la<br />

Messa con commozione crescente, è anche<br />

papà del Padre Andres Caprile, orionino <strong>di</strong><br />

Montevideo, fino a qualche anno fa rettore<br />

È partito il gruppo dei giovani...<br />

È partito da oltre un <strong>me</strong>se. Sono già arrivati<br />

a quin<strong>di</strong>ci i giovani partecipanti...<br />

Si sono dati un no<strong>me</strong> provvisorio “3G”<br />

(gruppo giovani guar<strong>di</strong>a). Hanno aperto un<br />

gruppo <strong>di</strong> comunicazione telematica attraverso<br />

Facebook. Sembrano interessati e convinti<br />

<strong>della</strong> vali<strong>di</strong>tà <strong>della</strong> cosa: è comunque e<br />

sempre una porta aperta dalla quale si può<br />

entrare e uscire con piena libertà. Chi decide<br />

<strong>di</strong> entrare e seguire rimane, passaparola e<br />

porta altri amici. Così, senza campagne <strong>di</strong> arruola<strong>me</strong>nto:<br />

se è valido si va avanti, se no, si<br />

cambia o si chiude. Dove? Co<strong>me</strong>? Quando?<br />

Ci si vede al mo<strong>me</strong>nto in centro città, ospiti<br />

del “Centro Banchi”, ogni martedì sera<br />

intorno alle 20, magari poco prima. Co<strong>me</strong>?<br />

Il gruppo è informale, non ci sono schemi<br />

preconfezionati, c’è solo la volontà da parte<br />

<strong>di</strong> tutti <strong>di</strong> non sciupare un’occasione preziosa<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> costì e già<br />

ospite del nostro <strong>Santuario</strong> in occasione del<br />

primo “Convegno delle Guar<strong>di</strong>e del mondo”<br />

<strong>di</strong> qualche anno fa. Il freddo pungente<br />

sembra non <strong>di</strong>sturbare questi pellegrini, anzi,<br />

i ragazzi per la prima volta vedono e toccano...<br />

la neve. Il sottoscritto curioso cronista –<br />

in <strong>di</strong>sparte per non <strong>di</strong>sturbare assoluta<strong>me</strong>nte<br />

questo passaggio <strong>di</strong> emozioni – vede il grande<br />

vecchio, con accanto il suo nipote, inginocchiato<br />

e profonda<strong>me</strong>nte raccolto in Basilica.<br />

Lo sente cantare a voce alta il canto <strong>della</strong><br />

“sua” Madonna dei padri, che aveva cantato<br />

tante volte da bambino salendo al <strong>Santuario</strong><br />

e che, evidente<strong>me</strong>nte, non aveva cessato<br />

<strong>di</strong> cantare nelle lontane terre d’emigrazione.<br />

Chi è presente e vede non può trattenere le<br />

lacri<strong>me</strong> che scendono, spudorate, dagli occhi<br />

<strong>di</strong> tutti. La visita al resto: i presepi, il luogo dei<br />

ricor<strong>di</strong>ni da riportarsi a casa, la neve, il cuore<br />

che si riempie <strong>di</strong> emozioni... Piccola grande<br />

nota <strong>di</strong> cronaca, strappata furtiva<strong>me</strong>nte<br />

a una fredda mattina invernale qualunque.<br />

Ma, davvero qualunque?<br />

<strong>di</strong> scambio <strong>di</strong> idee, dubbi, obiettivi comuni.<br />

Così, con la spontaneità del giovane che<br />

pensa e che, quando trova un clima <strong>di</strong> libertà<br />

vera, riesce a tirar fuori anche i suoi rospi<br />

più recon<strong>di</strong>ti, senza paura <strong>di</strong> essere giu<strong>di</strong>cato<br />

per le sue idee. I giovani hanno accettato e,<br />

pare gra<strong>di</strong>to, la presenza <strong>di</strong> un vecchio prete,<br />

il rettore del nostro <strong>Santuario</strong>. Lui <strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

trovarsi bene, qualche volta interviene e <strong>di</strong>ce<br />

la sua, spesso interrogato dai giovani stessi.<br />

Poi, complice una pizza o altro, la serata si<br />

apre anche alla scoperta delle competenze<br />

dei singoli partecipanti e a sognare possibili<br />

sviluppi anche operativi. Ce n’è già abbastanza,<br />

vero? C’è solo ancora da <strong>di</strong>re che<br />

– passando parola e telefonando al vecchio<br />

Don Marco (3351346764) – si può affacciare<br />

chiunque, dai 18 ai 30..., per <strong>di</strong>re: “Martedì<br />

ci sono anch’io”.


<strong>Santuario</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

CERANESI (GE)<br />

CORSI DI ESERCIZI SPIRITUALI 2011<br />

1<br />

Esercizi Spirituali per Religiose<br />

Madre Azia Ciairano<br />

24 Luglio sera - 29 po<strong>me</strong>riggio.<br />

2<br />

Esercizi<br />

3<br />

Esercizi<br />

4<br />

Esercizi<br />

Spirituali<br />

per l’Età <strong>della</strong> Sapienza (Terza Età)<br />

18 Settembre sera - 21 po<strong>me</strong>riggio.<br />

Spirituali<br />

per Sacerdoti e Religiosi<br />

16 Ottobre sera - 21 po<strong>me</strong>riggio.<br />

Spirituali<br />

per Sacerdoti e Religiosi<br />

6 Novembre sera - 11 po<strong>me</strong>riggio.<br />

Per informazioni e prenotazioni:<br />

Accoglienza <strong>Santuario</strong>: tel. 0107235810 - 0107235809<br />

www.santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

27


cronaca<br />

La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a e... la sua Libia<br />

Stiamo andando in stampa con questo nu<strong>me</strong>ro<br />

de “laGuar<strong>di</strong>a” e stanno arrivando<br />

notizie terribili dalla Libia. Questa mattina si<br />

parla <strong>di</strong>... 10 mila morti! Quando la rivista<br />

arriverà nelle vostre case, ci saranno nuovi<br />

sviluppi: speriamo che non siano ancora<br />

più tragici. Dalla nostra Guar<strong>di</strong>a, si pensa da<br />

tempo, ma oggi più che mai, a una presenza<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a in quella terra<br />

martoriata. Dal 1926 la Madonna è arrivata<br />

a Tripoli, ha trovato tanta devozione da<br />

parte <strong>di</strong> italiani e <strong>di</strong> locali. Si costruì un suo<br />

santuario, <strong>di</strong>sastrato in seguito e ricostruito.<br />

Oggi è chiuso e non abbiamo notizie dell’immagine<br />

<strong>della</strong> nostra Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a.<br />

Sappiamo <strong>della</strong> devozione delle “suore bianche”,<br />

così chiamate, e forse ancora presenti<br />

in Libia e dei moltissimi italiani che allora<br />

vivevano laggiù. Noi ripren<strong>di</strong>amo, con queste<br />

notizie, a pregare e sperare. Vorremmo<br />

quasi te<strong>me</strong>raria<strong>me</strong>nte sfidare l’amore <strong>di</strong> Maria<br />

perché non solo risulti la “guar<strong>di</strong>ana” <strong>di</strong><br />

quel popolo ma – co<strong>me</strong> sa fare Lei con Dio –<br />

sappia trovare le strade per passare dalla trage<strong>di</strong>a<br />

a una nuova vita per quel popolo e per<br />

i popoli dell’Africa intera. Noi sappiamo che<br />

anche la fede Mussulmana conosce e venera<br />

Maria co<strong>me</strong> la “Madre del profeta Gesù”. Per<br />

noi cristiani, certo non è così, ma un grado<br />

<strong>di</strong> parentela anche così e per questo è già stabilito.<br />

La Madonna saprà far trovare le strade<br />

per questo cammino <strong>di</strong> unificazione, sofferta<br />

e graduale, <strong>di</strong> tutti i popoli. Chi legge, si ritrovi<br />

a pregare anche per questo. Quale voto<br />

potremmo fare – non si è sempre usato così,<br />

quasi co<strong>me</strong> per un affettuoso ricatto alla Ma-<br />

28<br />

<strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a a Tripoli,<br />

inaugurato il 18 aprile 1926,<br />

<strong>di</strong>strutto dai bombarda<strong>me</strong>nti nel 1941, ricostruito nel 1949.<br />

Oggi utilizzato co<strong>me</strong> deposito.<br />

dre nei tempi più <strong>di</strong>fficili – quando avessimo<br />

i segni del suo intervento <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong><br />

pace? Dovremo pensarlo insie<strong>me</strong>...


Due iniziative per la Quaresima<br />

Il Papa ci ha dato un’in<strong>di</strong>cazione comune e preziosa per tutti: “Per la Quaresima, riscopriamo<br />

la gioia del donare”. Roba da poco? In<strong>di</strong>cazione scontata? In una cultura<br />

dell’egoismo ra<strong>di</strong>cale (“È bene ciò che è bene per <strong>me</strong>” – “Fatti miei!”...) e dell’in<strong>di</strong>fferenza,<br />

non è per niente scontata! Prima <strong>di</strong> questo, lo stesso Papa da sempre insiste – e pare sia il<br />

“problema che gli sta più a cuore” fra tutti – che si arrivi, fra i cristiani, a una “Fede più<br />

pensata e amica dell’intelligenza”. Co<strong>me</strong> non unire, per la Quaresima, le due in<strong>di</strong>cazioni?<br />

Rinnovarci per portare il grande Dono <strong>della</strong> Fede in Gesù ai nostri fratelli, lontani o<br />

comunque più deboli nelle cose <strong>di</strong> Dio. Alla Guar<strong>di</strong>a, alcune iniziative in coerenza...<br />

1. La Messa... con la coda<br />

Cos’è sta novità? Non era già lunga a suffi cienza la Messa al <strong>Santuario</strong>? Aggiungere<br />

anche una... coda? Si, questa notizia farà solo sorridere quanti, scontata<strong>me</strong>nte, vanno<br />

a Messa solo per “salvare il precetto”e guardando l’orologio. Ma sono sempre <strong>di</strong> più<br />

coloro che chiederebbero uno spazio per... “<strong>di</strong>re anche la loro” dopo l’ascolto <strong>della</strong><br />

Parola <strong>di</strong> Dio nella Messa do<strong>me</strong>nicale. Un piccolo sondaggio volante <strong>di</strong> qualche giorno<br />

fa, a basilica quasi piena, ha visto alzare oltre <strong>me</strong>tà <strong>della</strong> mani in approvazione<br />

dell’idea <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care un po’ <strong>di</strong> tempo oltre e fuori <strong>della</strong> Messa, in una sala accanto alla<br />

Chiesa, per dare ai fedeli la possibilità <strong>di</strong> intervenire, <strong>di</strong> integrare, <strong>di</strong> chiarire dubbi,<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare piste possibili <strong>di</strong> applicazione concreta alla vita <strong>di</strong> ogni giorno. Così<br />

si farà – speri<strong>me</strong>ntal<strong>me</strong>nte ogni do<strong>me</strong>nica <strong>di</strong> quaresima e, se utile, si proseguirà<br />

anche dopo – un incontro subito dopo le Messe delle 11 e del po<strong>me</strong>riggio. Così,<br />

appena usciti <strong>di</strong> chiesa, subito dopo la Messa, nella sala Papa Benedetto (uscendo a<br />

sinistra in piano), avremo un po’ <strong>di</strong> tempo a nostra <strong>di</strong>screzione, per dare spazio agli<br />

interventi <strong>di</strong> tutti. Arrivederci!<br />

2. Il Dono del Vangelo a chi...<br />

Sì, chi vorrà decidersi a “passare da una fede scontata a una Fede Pensata”, potrà<br />

presentarsi in Sacrestia, con un piccolo foglietto <strong>di</strong> richiesta e <strong>di</strong> impegno trovato ai<br />

pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Maria davanti al suo altare. Lì, singoli e coppie <strong>di</strong> sposi, riceveranno, con<br />

un mandato e una bene<strong>di</strong>zione speciale, il dono del libro dei Vangeli e alcune<br />

in<strong>di</strong>cazioni per l’uso. La Madonna, che venne e viene con questo suo unico desiderio<br />

“Fate quello che Lui vi <strong>di</strong>rà”, condurrà questa ripresa e il suo prosieguo nel tempo. Da<br />

qui anche la garanzia che, prestissimo, “questo tipo <strong>di</strong> cristiani”, che non vogliono più<br />

vivere una fede solo d’ abitu<strong>di</strong>ne scontata, riscopriranno la “gioia <strong>di</strong> farne dono” co<strong>me</strong><br />

ci ha chiesto <strong>di</strong> speri<strong>me</strong>ntare il Papa. Oh, co<strong>me</strong> vorremmo, che ci fosse la coda, in sacrestia<br />

<strong>di</strong> gente così! E voi ci sarete?<br />

29


il ricordo e la preghiera<br />

Stefano Mario Canepa 88 anni<br />

Genova<br />

Cle<strong>me</strong>ntina Strappazzon 87 anni<br />

San Vito d’Arsiè (BL)<br />

Caterina Lucia Oliveri 87 anni<br />

Novi Ligure (AL)<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

30<br />

Rosa Ottonello 97 anni<br />

Genova-Prà<br />

Francesca Massa 70 anni<br />

Montoggio (GE)<br />

Carlos Campora<br />

San Nicolas (Argentina)<br />

Can<strong>di</strong>do Paro<strong>di</strong> 88 anni<br />

S. Stefano Larvego - Campomorone<br />

Rosa Repetto 80 anni<br />

Genova-Cesino<br />

Paola Merlo 90 anni<br />

Genova-Palmaro<br />

■ Lunedì 3 gennaio - Don Primo Poggi, rettore<br />

del <strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> Divina Misericor<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Centurano (Caserta) con Don Andrea e un<br />

gruppo <strong>di</strong> pellegrini <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse zone.<br />

■ Sabato 15 gennaio - Bivacco dei Cresiman<strong>di</strong><br />

<strong>della</strong> Parrocchia <strong>di</strong> S. Quirico (GE).<br />

■ Lunedì 17 gennaio - Sale in pellegrinaggio<br />

il gruppo “Masci”.<br />

■ Sabato 22 gennaio - Bivacco del gruppo<br />

Scout Ge 50 <strong>di</strong> Bolzaneto (GE).<br />

■ Mercoledì 26 gennaio - Compiono una breve<br />

visita al <strong>Santuario</strong> un gruppo <strong>di</strong> persone dell’Università<br />

<strong>della</strong> terza età <strong>di</strong> Pisa (42 persone).<br />

■ Giovedì 27 gennaio - Il sig. Caprile A. nativo<br />

<strong>di</strong> Uscio (GE) e da 60 anni residente a<br />

Montevideo (Uruguay) torna a inginocchiarsi<br />

davanti alla Madonna e le canta alcune strofe<br />

<strong>di</strong> “Vergine Benedetta”.<br />

■ Sabato 5 febbraio - Padre Beniamino (Gesuita)<br />

celebra la S. Messa, sono con lui 5 novizi.<br />

Do<strong>me</strong>nico Casarino 86 anni<br />

Genova-Multedo<br />

Luciano Ballari 73 anni<br />

Genova-Struppa<br />

Carlo Torre 97 anni<br />

Genova-Multedo<br />

Alma Rosa Cerruti 65 anni<br />

Manesseno (GE)<br />

Giuseppe Dellepiane 82 anni<br />

Genova-Bolzaneto<br />

Anna Benvenuto 93 anni<br />

Teriasca - Sori (GE)<br />

■ Lunedì 7 febbraio - Sale al <strong>Santuario</strong> la Sig.<br />

ra Granata A. da Lercara Fred<strong>di</strong> (PA) con figli e<br />

famigliari, testimonia che a Lercara, ove risiede,<br />

davanti ad una e<strong>di</strong>cola <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a , tutti i giorni un gruppo <strong>di</strong> persone<br />

si ritrova per la recita del S. Rosario.<br />

■ Venerdì 11 febbraio - Giunge un gruppo<br />

da Voghera con don Loris Giaco<strong>me</strong>lli (Orinino)<br />

per il loro pellegrinaggio.<br />

■ Sabato 12 febbraio - Un gruppo <strong>di</strong> P. Gasparino<br />

sale a pie<strong>di</strong> al <strong>Santuario</strong> e celebra la<br />

S. Messa alle 22,30.<br />

■ Do<strong>me</strong>nica 13 febbraio - Don Gianni Casiraghi<br />

accompagna un gruppo <strong>di</strong> pellegrini da<br />

S. Zenone <strong>di</strong> Cambriago (MI).<br />

■ Sabato 19 febbraio - La Sig.ra Grilli accompagna<br />

un gruppo <strong>di</strong> pellegrini <strong>di</strong> Genova.<br />

■ Martedì 22 febbraio - Giungono dalla<br />

Francia 9 persone e un Sacerdote e pernottano<br />

al <strong>Santuario</strong>.


informazioni utili<br />

Abbona<strong>me</strong>nti a “laGuar<strong>di</strong>a” 2011<br />

Italia: Or<strong>di</strong>nario 15,00 Sostenitore 30,00<br />

Estero: Or<strong>di</strong>nario 26,00 Sostenitore 37,00<br />

$ 30 $ 50<br />

Gli abbona<strong>me</strong>nti a “laGuar<strong>di</strong>a”, si possono fare,<br />

oltre che al <strong>Santuario</strong>, anche presso:<br />

- Ufficio Amm.vo, Via Serra 6/A (solo mattino)<br />

tel. 010 561033 e-mail: amministr.guar<strong>di</strong>a@libero.it;<br />

- Ufficio Pastorale <strong>della</strong> Curia, P.zza Matteotti 4;<br />

- Libreria San Paolo, P.zza Matteotti 31/R;<br />

- Libreria L.D.C., Via Rolando 63/R.<br />

Conto Corrente Postale n. 387167<br />

IBAN: IT30 I 07601 01400 000000387167<br />

intestato a: <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Orari<br />

Il <strong>Santuario</strong> è aperto tutti i giorni dalle ore 7,30 alle 12 e dalle<br />

14 alle 19,00. Nei giorni festivi dalle ore 7 alle 19,00 ininterrotta<strong>me</strong>nte<br />

(nell’ora solare la chiusura è alle 18,30).<br />

Sante Messe<br />

Ora Solare festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 16.<br />

feriali: ore 9,30 - 16.<br />

sabato: ore 9,30 - 11<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 16.<br />

Ora Legale festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 17.<br />

feriali: ore 9,30 - 11 - 17.<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 17.<br />

Rosario<br />

do<strong>me</strong>nica e festivi ore 10 e ore 16 alla Cappella dell’Apparizione.<br />

Tutti i giorni feriali in Basilica ore 17,00 (ora<br />

solare) ore 18,00 (ora legale).<br />

In<strong>di</strong>rizzo <strong>Santuario</strong> N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

piazza <strong>Santuario</strong>, 4 - 16014 Ceranesi (GE)<br />

Amministrazione<br />

Via Serra, 6 A<br />

16122 Genova - Tel. 010.561033<br />

e-mail: amministr.guar<strong>di</strong>a@libero.it<br />

Con approvazione ecclesiastica<br />

L’ufficio abbona<strong>me</strong>nti, offerte<br />

e Sante Messe del <strong>Santuario</strong> è<br />

aperto dalle ore 8,30 alle 12,00 e<br />

dalle ore 14,00 alle 17,00.<br />

Foto defunti:<br />

formato tessera 25,00.<br />

Foto dei Gruppi:<br />

formato grande 50,00.<br />

Foto dei Bambini: pubblicazione <strong>della</strong><br />

foto gratuita per i bambini nuovi abbonati.<br />

Telefoni<br />

Prefisso da tutta Italia Genova compresa: 010;<br />

prefisso internazionale dall’estero: +39 010.<br />

Segreteria 010 72351<br />

Centralino 010 7235810<br />

Fax segr. 010 7235805<br />

Suore 010 7235813<br />

Rettore 010 7235811 (solo ore pasti)<br />

Vice Rettore 010 7235809<br />

E-mail <strong>Santuario</strong>: segreteria@santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

E-mail Rettore: rettore@santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

sito internet: www.santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

Per soggiornare al <strong>Santuario</strong><br />

• Il <strong>Santuario</strong> è attrezzato per accogliere persone<br />

singole, famiglie e gruppi anche nu<strong>me</strong>rosi. La<br />

gestione dell’accoglienza è stata da tempo affidata<br />

a Cooperative <strong>di</strong> servizi e a trattorie private.<br />

Le con<strong>di</strong>zioni e le prenotazioni si possono trovare<br />

al nu<strong>me</strong>ro <strong>della</strong> segreteria del <strong>Santuario</strong>.<br />

Per arrivare al <strong>Santuario</strong> con il servizio A.T.P.<br />

Bolzaneto FF.SS. - <strong>Santuario</strong> (dal 19 settembre 2010 al 19 giugno 2011)<br />

FeStivi da Bolzaneto: 08.50 - 10.40 - 13.20 - 16.20<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 09.50 - 12.00 - 14.40 - 17.15<br />

Feriali da Bolzaneto: 08.35 - 15.05 dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />

Stazione Ferroviaria Brignole - <strong>Santuario</strong> - autolinea gran turiSmo<br />

(dal 19 settembre 2010 al 19 giugno 2011 - ad esclusione del 1° maggio)<br />

FeStivi dalla Stazione FF.SS. Brignole (Piazza ver<strong>di</strong>): 08.30 - 16.00<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 14.40<br />

Feriali dalla Stazione FF.SS. Brignole (Piazza ver<strong>di</strong>): 08.10 - 14.45 dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />

Fermate inter<strong>me</strong><strong>di</strong>e: Piazza De Ferrari, Stazione FS Principe, Via Milano, Piazza Montano, Piazza Pallavicini, Via Pastorino.<br />

Per informazioni: Tel. 010 54674410 oppure www.atp-spa.it<br />

Redazione<br />

Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Anna Gatti, Ilaria Giusto,<br />

Gianfranco Paro<strong>di</strong>,<br />

Marcello Monticone, Marina Paro<strong>di</strong>,<br />

Enrico Quaglia, Nucci Scipilliti,<br />

Alma Severino, Laura Siccar<strong>di</strong>,<br />

Ivana Zanobelli.<br />

... e c’era la Madre <strong>di</strong> Gesù<br />

Le quote <strong>di</strong> abbona<strong>me</strong>nto non sono ritoccate per i <strong>me</strong>no abbienti. Per chi può - soprattutto ora che<br />

un nuovo provve<strong>di</strong><strong>me</strong>nto <strong>di</strong> legge ha au<strong>me</strong>ntato a <strong>di</strong>smisura le spese <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione - chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong><br />

aderire in libertà a rinnovare l’abbonato con la quota dell’abbonato sostenitore (E 30,00).<br />

C/C Bancario n. 59722/80 Banca Carige - Sede<br />

<strong>di</strong> Genova - IBAN: IT79 Q 06175 01400 000005972280<br />

intestato a: Amministrazione <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Direttore Responsabile<br />

Fernando Pri<strong>me</strong>rano<br />

Responsabile <strong>di</strong> redazione<br />

Mirco Mazzoli<br />

Fotografie<br />

Michele Ferraris,<br />

archivio fotografico<br />

I dati personali <strong>di</strong> ogni singolo abbonato vengono usati esclusiva<strong>me</strong>nte per la gestione degli abbona<strong>me</strong>nti in conformità alla vigente legge sulla privacy (n. 675 del 31-12-96)<br />

La testata “La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a” fruisce dei contributi statali <strong>di</strong>retti <strong>di</strong> cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.<br />

La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Tariffa Associazioni Senza Fini <strong>di</strong> Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbona<strong>me</strong>nto Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova - Mensile - Imprimé à Taxe reduite - Taxe perçue - Tassa riscossa - Filiale <strong>di</strong> Genova - Italia<br />

1/gennaio 2 0 1 1<br />

Rivestiti <strong>di</strong> preghiera<br />

Para<strong>me</strong>nti e tesori <strong>della</strong> Chiesa,<br />

tra arte ed espressione <strong>di</strong> lode.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Genova<br />

osservatorio - <strong>me</strong>moria - comunicazione - proposta<br />

Gv. 2,1


Bassorilievo dell’ altare <strong>della</strong> prima Chiesa, oggi in Sacrestia (1530).<br />

Èla prima raffigurazione, in bassorilievo marmoreo, dell’apparizione con la figura del veggente Benedetto<br />

Pareto. Sono passati appena quarant’anni dal “fatto”. Costruita la prima cappella, Benedetto<br />

vivente, era proseguita “la fabbrica” con la nuova Chiesa/<strong>Santuario</strong>, inaugurata nel giugno 1530. Probabil<strong>me</strong>nte,<br />

nel frattempo, Benedetto è mancato, e, anche in sua <strong>me</strong>moria, l’altare <strong>della</strong> nuova chiesa<br />

porta sul paliotto la prima immagine <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a e del suo collaboratore fedele.<br />

L’immagine porta il bimbo sul braccio destro e ha il manto che, nella scultura artigianale del tempo,<br />

sembra prevalente. Non ci sono in<strong>di</strong>cazioni del veggente, se non il gesto in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> Maria che invita<br />

a “Costruire qui”. L’altare, oggi, si trova nella Sacrestia del <strong>Santuario</strong> e lì può essere ammirato. È una<br />

prima significativa opera <strong>di</strong> un certo valore per un santuario fatto da conta<strong>di</strong>ni. Alla Guar<strong>di</strong>a, per<br />

molto tempo, non passeranno i gran<strong>di</strong> personaggi – e neppure gli artisti più noti – <strong>della</strong> storia del<br />

tempo. Il protagonismo è prevalente<strong>me</strong>nte <strong>della</strong> gente umile e conta<strong>di</strong>na. Un’in<strong>di</strong>cazione evangelica<br />

rispettata? Maria, colei che cantava al Dio “che esalta gli umili e respinge i boriosi”, non<br />

avrà voluto scegliere in coerenza? Sono davvero i “Gran<strong>di</strong>” che fanno storia o quel “resto” <strong>di</strong><br />

popolo umile che si fida del Suo Signore e costruisce con Lui e per Lui?<br />

laGuar<strong>di</strong>a<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Genova<br />

16122 GENOVA - ANNO 116 - N. 02 FEBBRAIO 2011<br />

PERIODICO ROC - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003<br />

(CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1 - MP/GENOVA NO/51/2011<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. TAxE PERçUE - TASSA RISCOSSA - CMP GE AEROPORTO

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