08.06.2013 Views

Flavio Soriga, Diavoli di Nuraiò - Sardegna Cultura

Flavio Soriga, Diavoli di Nuraiò - Sardegna Cultura

Flavio Soriga, Diavoli di Nuraiò - Sardegna Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

che anche se non frequenta tanto i libri se la ricorda,<br />

quella frase del Manzoni, quelle pagine che lo riguardano,<br />

eh, si <strong>di</strong>ce davanti allo specchio, tutto è uguale<br />

dappertutto, tutto si ripete, cosa posso farci io se sono<br />

così? e alle signore sciancate senza conforto per la carne<br />

che chiama e non trova risposta, ché i mariti piuttosto<br />

che toccarle se ne vanno per i viali dannati della città,<br />

alle signore sciancate sgraziate gonfiate dagli anni<br />

dalle meren<strong>di</strong>ne, dai panni da sbattere e lavare, alle<br />

signore che nel silenzio della sacrestia gli chiedono<br />

consigli, aiuto, pietà, può forse prete Mulas <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />

stare zitte e tenersi tutto dentro, che ascoltare quelle<br />

storie per lui è peccato? eh, ascolta prete Mulas, ascolta<br />

fa domande, chiede conto <strong>di</strong> atti e pensieri, pover’uomo<br />

che non sa <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no<br />

sarà l’amante <strong>di</strong> Francesca Nieddu? si interroga fissando<br />

la piazza, quello <strong>di</strong> cui mi ha parlato comare<br />

Peppina, il finanziere <strong>di</strong> Trento che la ragazza ha conosciuto<br />

in <strong>di</strong>scoteca, che vuole portarla al peccato<br />

mortale, che non fa che chiederle quello? e perché se<br />

ne sta lì a fissare il portone, allora, continua a torturarsi<br />

don Mulas, cosa vuole dalla casa <strong>di</strong> Domined<strong>di</strong>o?<br />

vorrà chiedermi <strong>di</strong>spensa per quell’atto orrendo? (e il<br />

sacerdote si asciuga la fronte, blocca i pensieri che vorrebbero<br />

prender forma <strong>di</strong> immagini, Francesca Nieddu<br />

che pecca col ragazzo biondo che siede nella piazza al<br />

<strong>di</strong> là del vetro, che non si decide ad andar via)<br />

oppure il fidanzato <strong>di</strong> Fabiana Spina che ha vent’anni<br />

e le cosce più sode <strong>di</strong> tutto il paese e le fa vedere a<br />

150<br />

tutti e quando mi racconta i peccati se le accarezza con<br />

la scusa <strong>di</strong> tirar giù la minigonna, sarà lui? che magari<br />

qualche malalingua gli ha detto che esagero con le occhiate<br />

e le domande e s’è girato male…<br />

e va avanti così per dubbi ed ipotesi il pastore <strong>di</strong><br />

anime che non si dà pace, ché qualcosa <strong>di</strong> nuovo è qualcosa<br />

<strong>di</strong> brutto, si sa, e da fuori vengono solo a portarci<br />

sciagure, si sa, e almeno la Domenica potrebbero starsene<br />

tranquilli nelle loro città e lasciar stare chi prega<br />

e riposa come è scritto <strong>di</strong> fare. Almeno la domenica,<br />

che gliene rimarrebbero abbastanza <strong>di</strong> giorni per peccare<br />

e portare <strong>di</strong>sturbo, per togliere la pace a chi niente<br />

gli ha fatto, ai poveri Cristi che vanno a messa, al buon<br />

pastore che li bene<strong>di</strong>ce.<br />

C’era qualcosa che non funzionava, Mauro lo sentiva,<br />

qualcosa <strong>di</strong> storto, che non andava<br />

anche se aveva comprato le paste alla crema e il giornale<br />

economico e sul tavolo <strong>di</strong> marmo poggiavano<br />

marmellate <strong>di</strong> Francia e d’Inghilterra e l’estate sarebbe<br />

arrivata presto abbronzandogli la faccia ancora magra<br />

e piacevole e due boxer col pe<strong>di</strong>gree facevano la guar<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong>etro il cancello e Fra Nicola vegliava tranquillo<br />

dalla cornice accanto alla porta e le rose in giar<strong>di</strong>no<br />

splendevano <strong>di</strong> molti colori e la sua amante <strong>di</strong> città gli<br />

baciava le guance con labbra calde e saporite e lo chiamava<br />

principe azzurro dolcezza mia e il bambino nell’altra<br />

camera dormiva sereno e biondo aggrappato ad<br />

un sogno <strong>di</strong> fate e castelli,<br />

ugualmente qualcosa non andava.<br />

151

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!