Flavio Soriga, Diavoli di Nuraiò - Sardegna Cultura
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Tre<strong>di</strong>ci<br />
Era arrivato con la corriera delle sette da Cagliari,<br />
nessuno l’aveva mai visto prima, un viso così non si<br />
<strong>di</strong>mentica, soprattutto da noi dove non arrivano forestieri,<br />
nessun turista, neppure <strong>di</strong> passaggio.<br />
era bello, bellissimo.<br />
Come Dio in terra, come un angelo del Para<strong>di</strong>so, tanto<br />
che quando Mariano Deiana appena svegliato lo vide<br />
passare, dalla finestra del suo soggiorno, pensò fosse arrivato<br />
il momento, che il Signore l’avesse mandato a<br />
prendere, e si toccò ancora il fegato, come faceva sempre<br />
in quei giorni, e vide che c’era il sole in strada e pensò<br />
che tra un mese al massimo le ragazze avrebbero iniziato<br />
a spogliarsi nelle spiagge e quando la moglie entrò<br />
nella stanza con il caffè appena fatto lo trovò in lacrime,<br />
singhiozzante, in bocca parole troppo pesanti per<br />
venir fuori, sul viso uno sguardo che voleva <strong>di</strong>re non ce<br />
la faccio, è primavera e la mia donna è ancora bellissima,<br />
Marianna mia non ce la faccio e aiutami tu a <strong>di</strong>rlo<br />
al Signore, che proprio non ce la faccio a morire col sole,<br />
che magari in autunno, o il prossimo inverno…<br />
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