Flavio Soriga, Diavoli di Nuraiò - Sardegna Cultura

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08.06.2013 Views

invitavo a cena, e non lo vedi come torna a casa dopo una sera con quella, non gliela leggi la rabbia quando torna dopo essersi fottuto la figlia dello squalo, e non lo sai che lo squalo non sorride mai se non ha fatto un buon affare? E che madre sei se non capisci che è solo un affare, che tuo figlio è come un carico di grano, come un pacchetto di voti sicuri, come un nuovo terreno fatto edificabile, come uno qualunque dei traffici di quell’affamato, un investimento alla voce figlia, un ottimo affare visto che costa poco e rende la felicità della bambina purtroppo bruttina, bruttissima diciamo, e tu non sei sua madre per capire tutto questo, e non stai forse inghiottendo amaro per paura, o davvero cerchi di illuderti che tutto tornerà apposto, eh! Quando mai? – Tu non ti sposi, dopodomani. Perché qualcosa c’era, dopotutto, lo sa Davide, lo sapeva infondo cosa doveva fare, adesso che lo avevano chiamato per giocare al posto di Franchino, urlarlo, così, senza giri senza storie, urlare in quella frase tutto quello che aveva dentro: che no, che non si può fare finta di niente, che loro sanno, come lui, e stanno zitti solo perché vogliono i soldi del debito e sperano che vengano fuori da quel matrimonio, sperano di azzannare lo squalo per mezzo di quel cretino che si sta facendo inculare anche ora, tranquillo con la canna in bocca e il Porto in mano. 128 – Tu non ti sposi, dopodomani – e silenzio teso e tutti gli sguardi su di lui. E Davide che trema di già, il bicchiere di Chivas gocciola particelle microscopiche di whisky sulle piastrelle bianche da ricchi dei fratelli Manca, il suo viso tirato è una nuvola nerissima, potendo esploderebbe in bestemmie e lacrime rabbiose, il tremito arriva fino alle labbra, sembra che preghi Davide Sulis che forse ha persino paura, perché adesso si fanno i conti e si vede chi paga e chi prende. – Eh, o Davide, non fare il minchione che lo fai spaventare questo ragazzo! Siediti e prendi le carte, che tocca a te. Sabino non sembra preoccupato, calmo guarda il maestro in piedi proprio davanti a lui e gli sorride, gli tende la mano destra porgendogli il mazzo, nessun nervosismo. Marcello, gelato, ha la bocca aperta e gli occhi spalancati. Abbassa lo sguardo verso il bicchiere, si toglie le cuffie del walkman. – Non sto scherzando, ragazzi, lui non si sposa dopodomani. Franchino mangia arachidi da un piattino ricolmo davanti a se, Franchino ha guardato il fratello solo un secondo, ma già lo sapeva, lo sentiva, che era aria di pioggia, che ci poteva scappare il temporale, Franchino ha guardato il fratello solo un secondo e poi ha puntato gli occhietti su Marcellino, adesso si caga 129

invitavo a cena, e non lo ve<strong>di</strong> come torna a casa dopo<br />

una sera con quella, non gliela leggi la rabbia quando<br />

torna dopo essersi fottuto la figlia dello squalo, e non<br />

lo sai che lo squalo non sorride mai se non ha fatto un<br />

buon affare? E che madre sei se non capisci che è solo<br />

un affare, che tuo figlio è come un carico <strong>di</strong> grano,<br />

come un pacchetto <strong>di</strong> voti sicuri, come un nuovo terreno<br />

fatto e<strong>di</strong>ficabile, come uno qualunque dei traffici<br />

<strong>di</strong> quell’affamato, un investimento alla voce figlia,<br />

un ottimo affare visto che costa poco e rende la<br />

felicità della bambina purtroppo bruttina, bruttissima<br />

<strong>di</strong>ciamo, e tu non sei sua madre per capire tutto<br />

questo, e non stai forse inghiottendo amaro per paura,<br />

o davvero cerchi <strong>di</strong> illuderti che tutto tornerà apposto,<br />

eh! Quando mai?<br />

– Tu non ti sposi, dopodomani.<br />

Perché qualcosa c’era, dopotutto, lo sa Davide, lo<br />

sapeva infondo cosa doveva fare, adesso che lo avevano<br />

chiamato per giocare al posto <strong>di</strong> Franchino, urlarlo,<br />

così, senza giri senza storie, urlare in quella frase<br />

tutto quello che aveva dentro: che no, che non si<br />

può fare finta <strong>di</strong> niente, che loro sanno, come lui, e<br />

stanno zitti solo perché vogliono i sol<strong>di</strong> del debito e<br />

sperano che vengano fuori da quel matrimonio, sperano<br />

<strong>di</strong> azzannare lo squalo per mezzo <strong>di</strong> quel cretino<br />

che si sta facendo inculare anche ora, tranquillo con<br />

la canna in bocca e il Porto in mano.<br />

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– Tu non ti sposi, dopodomani – e silenzio teso e<br />

tutti gli sguar<strong>di</strong> su <strong>di</strong> lui.<br />

E Davide che trema <strong>di</strong> già, il bicchiere <strong>di</strong> Chivas<br />

gocciola particelle microscopiche <strong>di</strong> whisky sulle<br />

piastrelle bianche da ricchi dei fratelli Manca, il suo<br />

viso tirato è una nuvola nerissima, potendo esploderebbe<br />

in bestemmie e lacrime rabbiose, il tremito arriva<br />

fino alle labbra, sembra che preghi Davide Sulis<br />

che forse ha persino paura, perché adesso si fanno i<br />

conti e si vede chi paga e chi prende.<br />

– Eh, o Davide, non fare il minchione che lo fai<br />

spaventare questo ragazzo! Sie<strong>di</strong>ti e pren<strong>di</strong> le carte,<br />

che tocca a te.<br />

Sabino non sembra preoccupato, calmo guarda il<br />

maestro in pie<strong>di</strong> proprio davanti a lui e gli sorride,<br />

gli tende la mano destra porgendogli il mazzo, nessun<br />

nervosismo.<br />

Marcello, gelato, ha la bocca aperta e gli occhi spalancati.<br />

Abbassa lo sguardo verso il bicchiere, si toglie<br />

le cuffie del walkman.<br />

– Non sto scherzando, ragazzi, lui non si sposa dopodomani.<br />

Franchino mangia arachi<strong>di</strong> da un piattino ricolmo<br />

davanti a se, Franchino ha guardato il fratello solo un<br />

secondo, ma già lo sapeva, lo sentiva, che era aria <strong>di</strong><br />

pioggia, che ci poteva scappare il temporale, Franchino<br />

ha guardato il fratello solo un secondo e poi ha<br />

puntato gli occhietti su Marcellino, adesso si caga<br />

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