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DIAGNOSI DI EPOCA DELLA MORTE - Aulett@'99

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<strong><strong>DI</strong>AGNOSI</strong> <strong>DI</strong> <strong>EPOCA</strong><br />

<strong>DELLA</strong> <strong>MORTE</strong><br />

a.argo


La tanatologia costituisce quella parte della<br />

medicina legale volta allo studio dei fenomeni<br />

ed alla individuazione dei segni che consentono<br />

di accertare la realtà e l’epoca della morte<br />

nonché la rapidità o meno del decesso.


Oggetto dello studio tanatologico:<br />

Le modificazioni che si verificano nell’organismo umano nel passaggio<br />

tra la vita e la morte e che consentono di accertare la realtà del decesso<br />

(TANATO<strong><strong>DI</strong>AGNOSI</strong>)<br />

Le alterazioni chimico-fisiche e, quindi, morfologiche del cadavere,<br />

con specifico riferimento ai diversi fattori in grado di influenzarne l’evoluzione<br />

e soprattutto ai relativi tempi di estrinsecazione e di apprezzabilità<br />

(TANATOCRONO<strong><strong>DI</strong>AGNOSI</strong>)<br />

Le alterazioni morfologiche anatomo ed istopatologiche, unitamente alle<br />

variazioni biochimiche-ormonali e di tutte le componenti bio-umorali<br />

che si verificano durante il periodo agonico<br />

(DOCIMASIE DELL’AGONIA)


FENOMENI TANATOLOGICI<br />

(Borri, 1914)<br />

Fenomeni Abiotici (o Negativi):<br />

Immediati:<br />

Arresto della funzionalità del sistema nervoso centrale<br />

Arresto dell’attività cardio-circolatoria<br />

Arresto della respirazione<br />

La loro assenza indica il cessare della vita, essi hanno<br />

solo utilità tanatodiagnostica e non certo<br />

tanatocronologica.


Consecutivi:<br />

Disidratazione con essiccamento cutaneo e mucoso<br />

Acidificazione<br />

Perdita della eccitabilità neuromuscolare<br />

Raffreddamento corporeo<br />

Ipostasi<br />

Rigidità cadaverica


Fenomeni Trasformativi del cadavere (Positivi):<br />

Autolisi<br />

Putrefazione<br />

Macerazione<br />

Saponificazione<br />

Mummificazione<br />

Corificazione


TANATOLOGIA FORENSE<br />

Diagnosi<br />

di<br />

morte<br />

(REALTÀ <strong>DELLA</strong> <strong>MORTE</strong>)<br />

TANATOLOGIA FORENSE<br />

Diagnosi<br />

di<br />

epoca della morte<br />

(TANATOCRONOLOGIA)<br />

Diagnosi<br />

di<br />

rapidità o meno della morte<br />

(DOCIMASIE DELL’AGONIA)


I PRINCIPALI SEGNI ABIOTICI<br />

La “Triade classica”:<br />

Algor Mortis<br />

Livor Mortis<br />

Rigor Mortis<br />

CONSECUTIVI


L’osservazione del raffreddamento del cadavere,<br />

dell’ insorgenza delle lividure ipostatiche e della<br />

rigidità cadaverica, se correttamente eseguita,<br />

permette la formulazione di una accettabile<br />

diagnosi tanatocronologica entro un breve<br />

lasso di tempo dal decesso, tanto più<br />

attendibile quanto più precoce è stato il rilievo<br />

dei tre segni post mortali.


Tuttavia, si tratta di un’insieme di variabili,<br />

quasi sempre tra di loro indipendenti,<br />

non circoscrivibili in rigidi schemi interpretativi,<br />

che non di rado determinano sostanziali<br />

variazioni nell’andamento dei principali<br />

fenomeni tanatologici, fino a sovvertirne il<br />

classico decorso, rendendo pertanto la stima<br />

tanatocronologica estremamente approssimativa<br />

se non addirittura fallace.


ALGOR MORTIS<br />

Il decremento post mortale della temperatura<br />

corporea è senza dubbio tra i fenomeni<br />

tanatologici più noti, tanto da essere<br />

volgarmente equiparato alla stessa realtà della<br />

morte.


ALGOR MORTIS<br />

ALGOR MORTIS


La temperatura corporea interna, nel vivente, a livello<br />

rettale è mediamente pari a 37°C.<br />

L’arresto delle funzioni vitali ed il conseguente venir meno<br />

dei processi metabolici fanno sì che il cadavere –<br />

esposto, come di consueto, ad una temperatura<br />

ambientale inferiore ai 37°C – raggiunga gradualmente<br />

la temperatura dell’ambiente circostante disperdendo<br />

progressivamente il proprio calore per conduzione,<br />

convezione, irraggiamento ed avaporazione.


Il decremento termico di un corpo è regolato dalla<br />

legge di Newton in base alla quale, la velocità della<br />

perdita di calore da parte di un oggetto caldo che si<br />

raffredda all’aria, a temperatura costante e in assenza di<br />

variabili quali la ventilazione e l’umidità, è in rapporto<br />

di proporzionalità diretta con la differenza tra la<br />

temperatura dell’oggetto stesso e quella ambientale ed è<br />

in relazione con la propria conduttività termica, cioè<br />

con la capacità di condurre calore, specifica di ogni<br />

sostanza.


Nella realtà clinica, tuttavia, il raffreddamento del<br />

corpo umano, a causa della eterogeneità dei<br />

tessuti e degli organi da cui è costituito, non<br />

segue tale legge, ma si raffredda secondo un<br />

andamento sigmoide decrescente con variazioni<br />

di temperatura meno rapide (plateau) nelle prime<br />

ore che seguono il decesso e nelle ore più<br />

prossime all’allineamento della temperatura<br />

corporea con la temperatura ambientale.


CURVE <strong>DI</strong> RAFFREDDAMENTO DEL CADAVERE:<br />

EFFETTIVA E TEORICA


Il peculiare andamento della curva di dispersione<br />

termica del corpo umano è determinato, per<br />

quanto attiene il primo plateau, dai fenomeni di<br />

vita residua che, in quanto metabolicamente<br />

attivi, producono piccole quantità di calore,<br />

rendendo quindi disomogeneo il progressivo<br />

raffreddamento corporeo (in alcuni casi<br />

determinando addirittura un lieve quanto<br />

transitorio iniziale innalzamento della<br />

temperatura cadaverica).


Il secondo plateau, invece, è da porre in relazione<br />

con la produzione di calore che si verifica a<br />

causa degli ormai incipienti fenomeni<br />

putrefattivi.


EVOLUZIONE DEL<br />

DECREMENTO<br />

TERMICO<br />

POST-MORTALE


PRIMO PERIODO:<br />

Durata: circa 3 ore<br />

Decremento termico: circa 0,5°C/1h<br />

SECONDO PERIODO:<br />

Durata: 6 - 8 ore<br />

Decremento termico: circa 1°C/1h<br />

TERZO PERIODO:<br />

Durata: minimo 11 ore, massimo 30 ore<br />

Decremento termico: ¾ di grado all’ora<br />

½ grado all’ora


Decremento termico post mortale


FATTORI INFLUENTI<br />

SUL DECREMENTO<br />

<strong>DELLA</strong> TEMPERATURA<br />

CADAVERICA


Fattori intrinseci:<br />

Costituzione corporea (pannicolo adiposo)<br />

Rapporto tra massa e superficie corporea<br />

Temperatura del corpo al momento della morte<br />

(ipotermia / ipertermia)<br />

Estese aree di perdita di sostanza cutanea<br />

post-traumatica (escoriazioni, ustioni,…)<br />

Sottigliezza della cute


Fattori estrinseci:<br />

Temperatura ambientale<br />

Umidità e ventilazione<br />

Indumenti<br />

Natura del mezzo ambiente


Approccio metodologico-operativo<br />

Toccare la superficie cadaverica è solo una<br />

manovra preliminare che, unitamente<br />

all’apprezzamento del fenomeno ipostatico e<br />

della rigidità cadaverica, consente di farsi un’idea<br />

circa l’epoca del decesso (recente o remota): se la<br />

superficie cutanea non ricoperta da indumenti<br />

risulta fredda al termotatto, saranno passate in<br />

via del tutto approssimativa 2-4 ore da decesso<br />

se ci si trova in luogo aperto, ovvero 6-8 ore se<br />

in ambiente chiuso.


Imprescrittibile, in ogni caso, il ricorso ad<br />

un’esatta rilevazione termometrica mediante<br />

termometro tanatologico.


Termometri tanatologici<br />

Termometro a mercurio:<br />

costituito da un’asta di vetro appositamente graduata e<br />

conformata al “L”, dotati di una branca terminante con<br />

il bulbo sufficientemente lunga da poter essere inserita<br />

nel canale ano-rettale per circa 10 cm.<br />

• Pregi: non devono essere continuamente tarati.<br />

• Difetti: fragilità.


Termometri tanatologici<br />

Termometro Digitale:<br />

in genere dotato di due sonde rispettivamente per la<br />

rilevazione della temperatura ambientale e di quella<br />

rettale.<br />

• Pregi:<br />

-Possono fornire la temperatura differenziale<br />

(Δt ambiente/cadavere) e memorizzare i risconti termometrici<br />

effettuati.<br />

-Alcuni modelli più moderni possono essere collegati ad un<br />

personal computer portatile che, se fornito di apposito<br />

software, può rappresentare automaticamente il diagramma<br />

della curva di dispersione termica.


Comunque vogliano essere effettuate le<br />

misurazioni, si sottolinea che:<br />

La temperatura ambientale deve essere misurata<br />

in modo da non esporre la sonda od il<br />

termometro a fonti dirette di calore, vento o<br />

umidità ed usando l’accortezza di effettuare il<br />

rilievo in stretta prossimità del cadavere.


La temperatura cadaverica va rilevata a livello del<br />

canale ano-rettale ad una profondità di circa 10 centimetri<br />

o, in alternativa, nei soggetti di sesso femminile, a livello del<br />

canale vulvo–vaginale.<br />

(ATTENZIONE: purchè il caso non presenti problematiche<br />

relative a violenza sessuale, al fine di non inficiare l’esame della<br />

eventuale lesività e/o il rilievo di materiale biologico quale<br />

possibile fonte di prova)<br />

Nota: la misurazione nel canale vaginale può essere preferita<br />

esclusivamente per maggiore pulizia, infatti è stato dimostrato che le<br />

misurazioni termometriche non sono alterate in modo significativo dalla<br />

presenza di abbondante materiale fecale anche quando le feci siano in<br />

evidente e precoce fase putrefattiva metabolicamente attiva e quindi in<br />

grado di produrre minime quantità di calore.


I rilievi termometrici devono essere effettuati in<br />

maniera non occasionale, bensì sistematica,<br />

mediante plurime misurazioni che consentano<br />

una ragionata ricostruzione della curva di<br />

dispersione termica cadaverica.


Sarebbe utile tracciare sullo stesso quadrante di un diagramma<br />

cartesiano (dove in ascissa sono riportati i tempi della<br />

misurazione ed in ordinata le temperature accertate) sia la<br />

temperatura ambientale che quella del cadavere. In tal modo si<br />

otterranno due curve di cui:<br />

Quella relativa al cadavere rappresenta l’indice di<br />

decremento termico del corpo nel periodo di osservazione;<br />

Quella relativa alla temperatura ambientale indica le eventuali<br />

variazioni della stessa durante il medesimo periodo di<br />

osservazione.<br />

Sovrapponendo e confrontando le curve così ottenute con il<br />

diagramma standard di riferimento si può risalire con una certa<br />

approssimazione all’ora della morte.


Le operazioni di inserimento e di rimozione del<br />

termometro rettale possono indurre una<br />

dilatazione dell’orifizio anale con conseguente<br />

aspetto beante dello stesso, da non interpretare<br />

in alcun caso come segno di avvenuto rapporto<br />

sessuale.


La misurazione della temperatura<br />

cadaverica, in certi casi, può essere<br />

controindicata o complessa


È CONTROIN<strong>DI</strong>CATA:<br />

Quando si sospetta una violenza sessuale o<br />

comunque un rapporto sessuale precedente il<br />

decesso.


È COMPLESSA:<br />

In ambienti poco illuminati e/o angusti<br />

Nei casi di depezzamento del cadavere<br />

Lesioni estese del perineo<br />

Occlusioni intestinali basse ….


Cosa fare allora?<br />

È POSSIBILE FARE RIFERIMENTO<br />

ALLA TEMPERATURA CUTANEA<br />

ASCELLARE O OMBELICALE.


ALGORITMI PER LA DETERMINAZIONE<br />

DELL’INTERVALLO POST <strong>MORTE</strong>M (PMI)<br />

A PARTIRE DAL RAFFREDDAMENTO<br />

DEL CADAVERE<br />

1. Rule of Thumbs (Moritz)<br />

2. De Saram et Al<br />

3. Fiddes e Patten<br />

4. Marshall e Hoare<br />

5. Green e Wright<br />

6. Al – Alousi e Anderson<br />

7. Henssge


NORMOGRAMMA<br />

di<br />

HENSGGE


Tra i vari modelli matematici proposti al fine di<br />

effettuare datazione della morte quanto più<br />

possibile corretta, Hensgge è quello che ha<br />

fornito una metodica che si contraddistingue<br />

per la notevole applicabilità nella pratica<br />

forense, in virtù della relativa semplicità<br />

metodologica.


Tale metodica si distingue per la notevole<br />

applicabilità nella pratica forense in virtù della<br />

relativa semplicità metodologica ma anche e<br />

soprattutto per la possibilità di impiego nelle<br />

fattispecie più differenti, in rapporto alle diverse<br />

condizioni ambientali, dal momento che<br />

vengono presi in considerazione la quasi totalità<br />

dei fattori in grado di modificare l’andamento<br />

del raffreddamento cadaverico.


Si basa sui principi enunciati nel 1962 da Marshall e<br />

Hoare secondo i quali per poter effettuare il calcolo<br />

dell’ora della morte, mediante un’equazione<br />

matematica, si devono comprendere valori costanti<br />

legati non solo alla temperatura rettale, a quella<br />

ambientale e al tempo trascorso dal decesso, ma<br />

anche altre costanti legate alla massa ed al peso<br />

corporeo, dal momento che l’andamento del plateau<br />

della curva di raffreddamento varia a seconda del peso<br />

corporeo ed è tanto più pronunciato quanto più<br />

quest’ultimo è elevato.


Henssge ha integrato tale sistema di calcolo<br />

introducendo un nuovo concetto secondo il<br />

quale la costante data dal rapporto superficie<br />

corporea/massa può essere sostituta dal solo<br />

peso corporeo.<br />

Apportando ulteriori modifiche al modello<br />

matematico di Marshall ed Hoare, Henssge lo<br />

semplificò creando un normogramma<br />

caratterizzato da una più semplice applicazione.


Il normogramma difatti consente in tempo reale la<br />

lettura del dato tanatocronologico purché si<br />

conoscano:


TEMPERATURA RETTALE


TEMPERATURA RETTALE<br />

TEMPERATURA AMBIENTALE


TEMPERATURA RETTALE<br />

TEMPERATURA AMBIENTALE<br />

PESO DEL CADAVERE


In base alla temperatura ambientale vengono<br />

utilizzati due differenti normogrammi:<br />

Per temperatura compresa tra -10°C e 23°C<br />

Per temperatura compresa tra 23°C e 35°C<br />

Ciò proprio in relazione all’estrema importanza della<br />

temperatura ambientale che, ricordiamo, deve<br />

essere quantificata in sede prossima al cadavere.


Quindi si deve poi procedere a:<br />

1) Valutare i FATTORI <strong>DI</strong> CORREZIONE<br />

quando il cadavere non è stato ritrovato nelle<br />

“condizioni standard di raffreddamento”<br />

(corpo nudo, giacente in posizione supina, con normale temperatura<br />

al momento del decesso, in assenza di ventilazione, in<br />

microclima privo di significative<br />

fonti di calore).<br />

I fattori di correzione includono tutte quelle variabili intrinseche<br />

ed estrinseche capaci di alterare il normale raffreddamento del<br />

cadavere.


2) Valutare se per il caso in questione non può<br />

essere applicato il metodo di Henssge.<br />

Esistono infatti delle controindicazioni<br />

assolute.


Controindicazioni assolute:<br />

Corpo rinvenuto in ambiente particolarmente assolato o<br />

con sistemi di condizionamento artificiale


Controindicazioni assolute:<br />

Corpo rinvenuto in ambiente particolarmente assolato o<br />

con sistemi di condizionamento artificiale<br />

Nel sospetto di una ipotermia cadaverica


Controindicazioni assolute:<br />

Corpo rinvenuto in ambiente particolarmente assolato o<br />

con sistemi di condizionamento artificiale<br />

Nel sospetto di una ipotermia cadaverica<br />

Qualora il luogo dove viene rinvenuto il cadavere non sia lo<br />

stesso nel quale è avvenuto il decesso


Controindicazioni assolute:<br />

Corpo rinvenuto in ambiente particolarmente assolato o<br />

con sistemi di condizionamento artificiale<br />

Nel sospetto di una ipotermia cadaverica<br />

Qualora il luogo dove viene rinvenuto il cadavere non sia lo<br />

stesso nel quale è avvenuto il decesso<br />

Qualora le informazioni circostanziali depongano per una<br />

variabilità della temperatura durante il periodo compreso tra<br />

il momento del decesso e l’osservazione da parte del<br />

medico legale


Controindicazioni assolute:<br />

Corpo rinvenuto in ambiente particolarmente assolato o<br />

con sistemi di condizionamento artificiale<br />

Nel sospetto di una ipotermia cadaverica<br />

Qualora il luogo dove viene rinvenuto il cadavere non sia lo<br />

stesso nel quale è avvenuto il decesso<br />

Qualora le informazioni circostanziali depongano per una<br />

variabilità della temperatura durante il periodo compreso tra<br />

il momento del decesso e l’osservazione da parte del<br />

medico legale<br />

In condizioni climatiche inusuali


3) Effettuare una doppia applicazione del<br />

normogramma, nel caso in cui non vi sia<br />

certezza dei parametri di base, che tenga conto<br />

di un range della temperatura ambientale e di un<br />

range del peso corporeo, così da ottenere non<br />

un solo dato tanatocronologico ma due dati,<br />

all’interno dei quali far cadere la diagnosi di<br />

epoca della morte.


Giorgetti et al. hanno portato a termine un lavoro<br />

che, integrando il normogramma di Hensgge,<br />

consente il calcolo dell’epoca della morte<br />

mediante il rilievo della temperatura cutanea<br />

(e non quella rettale) per mezzo di<br />

termometro digitale a contatto. Si è difatti<br />

riusciti a giungere ad una correlazione lineare tra<br />

la temperatura rettale e quella cutanea ascellare<br />

ed ombelicale.


Tale metodo è di utile impiego qualora il rilievo<br />

della temperatura rettale sia controindicato<br />

ovvero di complessa esecuzione.


La relazione lineare tra Temperatura rettale e<br />

Temperatura ascellare è risultata essere:


La relazione lineare tra Temperatura rettale e<br />

Temperatura ascellare è risultata essere:<br />

Per temperature ambientali inferiori a 15°C:<br />

T. rettale = -1,6881 + (1,2138 × T. Ascellare)


La relazione lineare tra Temperatura rettale e<br />

Temperatura ascellare è risultata essere:<br />

Per temperature ambientali inferiori a 15°C:<br />

T. rettale = -1,6881 + (1,2138 × T. Ascellare)<br />

Per temperature ambientali uguali o superiori a<br />

15°C:<br />

T. rettale = 2,0060 + (1,0453 × T. Ascellare)


La relazione lineare tra Temperatura rettale e<br />

Temperatura ombelicale (non influenzata<br />

dalla temperatura ambientale)<br />

è risultata essere:<br />

T. rettale = -2,3993 + (1,2429 × T. Ombelicale)


Regolo


Ottenuta la temperatura rettale si può quindi<br />

passare all’applicazione del normogramma di<br />

Hensgge e dei relativi fattori di correzione.<br />

Con tale metodo, l’errore nella stima dell’epoca<br />

della morte è di ± 1 ora per la sede ombelicale e<br />

di ± 1,8 ore per quella ascellare.


LIVOR MORTIS


La formazione delle ipostasi è da<br />

porre in relazione a:


La formazione delle ipostasi è da<br />

porre in relazione a:<br />

L’accumulo di sangue nelle zone più declivi del<br />

sistema vascolare dovuto alla forza di gravità


La formazione delle ipostasi è da<br />

porre in relazione a:<br />

L’accumulo di sangue nelle zone più declivi del<br />

sistema vascolare dovuto alla forza di gravità<br />

Lo svuotamento dei vasi arteriosi e la spinta<br />

della massa ematica verso la periferia ed il<br />

sistema venoso, per azione combinata della<br />

persistente attività contrattile arteriosa e della<br />

rigidità della muscolatura liscia delle arterie


Tempo di comparsa delle ipostasi<br />

E’ variabile. In genere iniziano a comparire<br />

circa ½ ora dopo la morte, ma sono ancora<br />

tenui, scarse e di colore rosa pallido.<br />

Confluiscono rendendosi più evidenti dopo 4-6<br />

ore.<br />

Raggiungono la massima estensione ed intensità<br />

tra la 12 a e la 18 a ora.


Cronologia del fenomeno ipostatico


Cronologia del fenomeno ipostatico<br />

1. Fase di migrazione totale (ipostasi mobili):<br />

Si protrae sino a 6 ore dalla morte.


Cronologia del fenomeno ipostatico<br />

1. Fase di migrazione totale (ipostasi mobili):<br />

Si protrae sino a 6 ore dalla morte.<br />

2. Fase di migrazione parziale (ipostasi semifisse):<br />

Si riscontra fino a 6-12 ore.


Cronologia del fenomeno ipostatico<br />

1. Fase di migrazione totale (ipostasi mobili):<br />

Si protrae sino a 6 ore dalla morte.<br />

2. Fase di migrazione parziale (ipostasi semifisse):<br />

Si riscontra fino a 6-12 ore e talora anche 48 ore<br />

dal decesso.<br />

3. Fase di fissità assoluta (ipostasi fisse):<br />

Oltre 12 ore dal decesso.


Colore delle ipostasi<br />

ROSSO VINOSO<br />

↓<br />

ROSSO VERDASTRO (per il sopraggiungere<br />

della putrefazione - solfometaemoglobina)<br />

↓<br />

BRUNO (fase putrefattiva più avanzata –<br />

ematina)


Tale fenomeno cadaverico, a causa della variabilità<br />

della sua insorgenza e della sua successiva<br />

evoluzione, è scarsamente utilizzabile per una<br />

attendibile stima dell’epoca della morte, a meno<br />

che non venga inserito in una valutazione<br />

complessiva congiuntamente ad altri parametri<br />

di valutazione (soprattutto il decremento<br />

termico post mortale).


RIGOR MORTIS


Processo Biochimico di Base<br />

È stata accreditata la teoria che nella formazione ed evoluzione di<br />

tale fenomeno svolga un ruolo fondamentale la adenosintrifosfato<br />

(ATP).<br />

Il progressivo decremento fino alla scomparsa dell’ATP nel<br />

muscolo, a causa della mancata sintesi post mortale, causerebbe<br />

la gelificazione dei filamenti di actina e di miosina, con<br />

formazione di un’acto-miosina insolubile che manterrebbe le<br />

fibre muscolari in uno stato di accorciamento e di rigidità.<br />

La risoluzione spontanea della rigidità si realizza quando l’autolisi<br />

post mortale e l’iniziale putrefazione provocano la lisi dei<br />

miofilamenti ed il distacco dell’actina dalla miosina, con il<br />

risultato di un completo e definitivo rilasciamento della rigidità<br />

post mortale.


Fattori influenzanti il rigor mortis:<br />

Fattori estrinseci:<br />

Temperatura:<br />

La Bassa temperatura ne ritarda la comparsa e la<br />

diffusione, ma ne favorisce l’intensità e la durata;<br />

L’Alta temperatura ne anticipa la comparsa ma ne accelera<br />

la risoluzione (poiché vengono favorite le reazioni<br />

enzimatiche che portano alla formazione e poi alla<br />

risoluzione dei ponti acto-miosinici).


Fattori intrinseci:<br />

Il grado di sviluppo muscolare<br />

L’età<br />

Il tipo di morte:<br />

Nell’avvelenamento da stricnina o da composti organofosforici<br />

sono anticipate l’insorgenza e l’evoluzione;<br />

In tutti gli stati di iperattività muscolare di poco<br />

precedenti l’exitus (epilessia, tetano, eclampsia, asfissia<br />

acuta, elettrocuzione), la rigidità è intensa e precoce, ma di<br />

rapida scomparsa.


Comparsa, evoluzione e cronologia<br />

della rigidità cadaverica:<br />

Compare dopo 3 – 4 h dalla morte<br />

Si diffonde completamente a tutte le<br />

articolazioni tra la 7 a e la 12 a ora<br />

Raggiunge la massima intensità verso la 36 a -48 a<br />

ora<br />

La risoluzione si completa entro la 72 a ora


Fase di insorgenza<br />

Fase di stabilizzazione<br />

Fase di risoluzione<br />

Legge di Nysten


Fase di insorgenza:<br />

Si manifesta primariamente ai muscoli masseteri ed<br />

ai muscoli nucali, con coinvolgimento dapprima<br />

della articolazione temporo-mandibolare e poi<br />

estendendosi ai muscoli del collo, degli arti superiori,<br />

del tronco ed infine degli arti inferiori.


Fase di insorgenza:<br />

Si manifesta primariamente ai muscoli masseteri ed<br />

ai muscoli nucali, con coinvolgimento dapprima<br />

della articolazione temporo-mandibolare e poi<br />

estendendosi ai muscoli del collo, degli arti superiori,<br />

del tronco ed infine degli arti inferiori.<br />

Fase di stabilizzazione:<br />

L’irrigidimento totale del corpo si mantiene<br />

stazionario per circa 36-48 ore dalla morte.


Fase di insorgenza:<br />

Si manifesta primariamente ai muscoli masseteri ed<br />

ai muscoli nucali, con coinvolgimento dapprima<br />

della articolazione temporo-mandibolare e poi<br />

estendendosi ai muscoli del collo, degli arti superiori,<br />

del tronco ed infine degli arti inferiori.<br />

Fase di stabilizzazione:<br />

L’irrigidimento totale del corpo si mantiene<br />

stazionario per circa 36-48 ore dalla morte.<br />

Fase di risoluzione:<br />

La rigidità si dissolve gradualmente secondo un<br />

andamento cranio-caudale, scomparendo dopo<br />

72-84 ore.


ATTENZIONE: nonostante il rigor mortis si<br />

manifesti clinicamente seguendo un andamento<br />

cranio-caudale, si è accertato che esso inizia<br />

simultaneamente a livello di tutti i distretti<br />

muscolari, rendendosi però manifesto prima a<br />

carico dei muscoli più piccoli (quali quelli del<br />

volto e del collo) e successivamente a carico dei<br />

muscoli più voluminosi.


Il rigor mortis è un parametro tanatologico<br />

certamente più affidabile rispetto alle ipostasi<br />

ma, in ogni caso, è caratterizzato da una limitata<br />

attendibilità in relazione all’estrema variabilità sia<br />

dell’insorgenza che della risoluzione.<br />

Pertanto i vari AA. non lo considerano un<br />

parametro valido ai fini della<br />

tanatocronodiagnosi, poiché mancano parametri<br />

standard di riferimento da applicare al singolo<br />

caso.


POTENZIALITA’<br />

TANATOCRONO<strong>DI</strong>AGNOSTICHE<br />

DEI SEGNI<br />

ABIOTICI CONSECUTIVI<br />

NON APPARTENENTI ALLA<br />

“TRIADE CLASSICA”


Il fenomeno tanatocronologico può essere<br />

ulteriormente ristretto mediante altri parametri<br />

non correlati alla temperatura corporea del<br />

cadavere o agli altri fenomeni della “Triade<br />

classica”.


OFTALMOTANATOCRONOLOGIA<br />

Parte della tanatocronologia che si basa sui<br />

segni post mortali oculari conseguenti alla<br />

disidratazione e ed alla eccitabilità<br />

neuromuscolare residua


REAZIONE PUPILLARE ALLA STIMOLAZIONE<br />

FARMACOLOGICA<br />

OPACITA’ CORNEALE<br />

SEGMENTAZIONE DEI VASI <strong>DELLA</strong> RETINA<br />

MO<strong>DI</strong>FICAZIONI DEL COLORE <strong>DELLA</strong> RETINA<br />

PRESSIONE INTRAOCULARE


Dagli studi sulla stimolazione farmacologica<br />

dell’iride nel cadavere, condotti da Klein A. e Klein S.<br />

è emerso che:<br />

Il fenomeno diviene macroscopicamente visibile in un intervallo<br />

post mortem compreso tra i 5 ed i 30 minuti; la reazione<br />

permane per un tempo massimo pari ad un’ora.<br />

La quantità di farmaco non influenza né la durata della reazione,<br />

né l’intensità della stessa.<br />

Maggiore è l’intervallo post mortale (PMI), maggiore è il tempo<br />

di inizio della contrazione muscolare dal momento in cui si<br />

instilla il farmaco.<br />

L’intensità della reazione è muscolare è inversamente<br />

proporzionale all’intervallo post mortem.


Modificazioni del bulbo oculare<br />

conseguenti alla disidratazione<br />

(evidenziabili tra le 12 e le 24 ore dalla morte)<br />

Riduzione della tensione endo-oculare con conseguente<br />

riduzione della consistenza del bulbo oculare<br />

(digitopressione)<br />

Opacamento della cornea (specie se le palpebre sono rimaste<br />

aperte): perdita di lucentezza, formazione di piccole ripiegature,<br />

infossamento (dopo circa 24 ore)<br />

Macchie triangolari, di colore bruno-nerastro (macchie<br />

sclerocorticali di Sommer-Larcher) ai lati dell’iride; secondarie<br />

alla visualizzazione per trasparenza del pigmento scuro della<br />

coroide per disseccamento della sclera.


Sono tutti segni riscontrabili generalmente tra<br />

le 12 e le 24 ore dopo la morte ma è opinione<br />

comune che siano poco utili ai fini della stima<br />

tanatocronologica poiché eccessivamente<br />

influenzati dai fattori estrinseci (temperatura<br />

ambiente ed umidità), quanto di quelli intrinseci<br />

(apertura della rima palpebrale).


Divisero il periodo post mortale in 4 fasi:<br />

1) Primo giorno dopo la morte: acqua e MPS sono<br />

ancora fermi ai valori iniziali;<br />

2) Dal 1° al 3° giorno p.m.: MPS ancora normali;<br />

l’acqua aumenta notevolmente;<br />

3) Dal 3° al 6° giorno: i MPS decrescono gradualmente<br />

mentre l’acqua mantiene sempre valori elevati;<br />

4) Dal 6° giorno in poi: MPS ed acqua notevolmente<br />

diminuiti.


Limiti:<br />

Non vi sono dubbi che l’opacamento della cornea<br />

è fortemente influenzato da vari fattori tra cui:<br />

• la posizione delle palpebre (chiuse o aperte);<br />

• la temperatura esterna;<br />

• la ventilazione ambientale;<br />

• la eventuale immersione del cadavere in acqua;<br />

• il seppellimento.


Età<br />

Fattori che possono falsare il dato<br />

tanatocronologico:<br />

Patologie oculari primitive o secondarie<br />

Modalità e causa del decesso<br />

Fattori estrinseci


RIGI<strong>DI</strong>TÀ MUSCOLARE<br />

Atteggiamento: mandibola serrata, collo rigido, testa fissa e<br />

iperestesa, mani chiuse a pugno, arti sup. semiflessi, arti inf.<br />

iperestesi.<br />

Palpazione: muscoli induriti e accorciati.<br />

Movimenti artico/ari: impossibili per fissità di tutte le<br />

articolazioni.<br />

Risoluzione artificiale: flessione forzata del braccio: la rigidità<br />

viene vinta, ma si riforma se recente.<br />

Ordine di comparsa: cranico - caudale (prima la mandibola,<br />

infine gli arti inf.), risoluzione nello stesso ordine.<br />

Tempo di comparsa: inizio 2-3 h, completamento 12-24 h,<br />

risoluzione dopo 72-84 ore.


IPOSTASI<br />

Ispezione: a cadavere supino compaiono le macchie<br />

rosso-vinose nelle regioni dorsali.<br />

Tempo di comparsa: inizio 1/2 - 1 h, estensione completa<br />

12-18 h.<br />

Ipostasi mobili: scompaiono con la digitopressione o<br />

cambiando posizione al cadavere fino a 6-8 h. Ipostasi fisse:<br />

dopo 12-15 h.<br />

Ipostasi viscerali: polmoni, cervelletto, stomaco, reni.<br />

Caratteri particolari: per la sede (impiccati, annegati), per il<br />

colore (avvelenamenti, morte da freddo).<br />

Significato: l'ipostasi è segno sicuro di morte.<br />

Diagnosi differenziale: con le ecchimosi.


RAFFREDDAMENTO<br />

Temperatura: al termotatto cutaneo il cadavere si sente ancora<br />

caldo o già freddo. Prendere la temperatura rettale e quella<br />

ambientale.<br />

Curva termica post-mortale: temperatura rettale di ora in ora;<br />

sulle ordinate i valori della temperatura, sulle ascisse il tempo.<br />

Caduta non graduale della temperatura e raffreddamento<br />

completo in 18-24 ore.<br />

Significato: la temperatura corporea a 24°-22° è segno di<br />

morte.


<strong>DI</strong>SIDRATAZIONE<br />

Segni cutanei: aspetto pergamenaceo in zone di cute sottile<br />

(labbra, pinne nasali, scroto): comparsa dopo alcune ore.<br />

Segni oculari: bulbi flaccidi, cornea opacata, cristallino torbido,<br />

macchia scleroticale. Tempo di comparsa: 12-24 ore.<br />

Diagnosi differenziale: con escoriazioni, abrasioni, unghiature,<br />

solchi cutanei da compressione.


PUTREFAZIONE<br />

Periodo cromatico: macchia verde, da solfometaemoglobina,<br />

sulla parete addominale destra:<br />

Tempo di comparsa: dopo 18-24 h d'estate, 3-8 gg. d'inverno.<br />

Significato: la macchia verde è segno sicuro di morte.<br />

Stadi successivi: enfisematoso dopo 3-6 giorni, colliquativo<br />

dopo 2-4 mesi, scheletrizzazione dopo 3-5 anni.


Il meccanismo putrefattivo consiste nella degradazione e<br />

decomposizione dei tessuti ad opera di germi anaerobi e<br />

aerobi, i cui enzimi provocano la fermentazione putrida dei<br />

tessuti stessi con formazione di gas e di sostanze provenienti<br />

dalla scissione dei componenti organici, già attaccati dalla<br />

autolisi.<br />

Per azione dei germi vengono scisse le proteine, già attaccate<br />

dall'autolisi, che sono degradate a peptidi, aminoacidi, amine<br />

libere e gas vari (idrogeno solforato, ammoniaca, azoto e altri<br />

gas putrifici).<br />

I carboidrati, già degradati ad acido lattico dall'autolisi, sono<br />

scissi ulteriormente ad acqua e anidride carbonica, che sono i<br />

prodotti terminali della glicolisi cadaverica. Anche i lipidi<br />

vengono demoliti a glicerina e ad acidi grassi che sono<br />

ulteriormente degradati ad acidi grassi inferiori e a sostanze<br />

volatili.


Dalla decomposizione putrefattiva delle sostanze organiche si<br />

formano, ed è noto, composti basici azotati, le ptomaine, che<br />

in parte si comportano come alcaloidi dal punto di vista<br />

chimico, alcune inerti, altre tossiche.<br />

L'andamento della putrefazione è influenzato da vari fattori di<br />

diversa natura, inerenti al cadavere o all'ambiente esterno, cioè<br />

intrinseci o estrinseci.<br />

Età<br />

Costituzione fisica<br />

Cause e modalità del decesso<br />

Integrità del cadavere<br />

•temperatura ambiente: quella<br />

compresa tra i 25° e i 35°C. è ottimale<br />

•umidità dell'aria<br />

•Indumenti<br />

•1 h in estate = 1 giorno in inverno<br />

•Regola di Casper: x = 1,2,8


Periodo cromatico: macchia verde, da solfometaemoglobina,<br />

sulla parete addominale destra: tra le 18 e le 36 ore dalla morte<br />

Tempo di comparsa: dopo 18-24 h d'estate, 3-8 gg. d'inverno.<br />

Significato: la macchia verde è segno sicuro di morte.<br />

Stadi successivi: enfisematoso dopo 3-6 giorni (gas putrefattivi<br />

per opera dei germi anaerobi (azoto, ammoniaca, metano,<br />

idrogeno libero e solforato, anidride carbonica, ecc.): forma<br />

batraciana, faccia negroide, aspetto gigantesco<br />

Colliquativo: malacia cadaverica dopo 2-3 settimane dalla morte<br />

in estate e dopo alcuni mesi (2-4) in inverno; colore da<br />

verdastro diviene bruno nerastro per trasformazione del<br />

pigmento ematico in ematina<br />

Scheletrizzazione dopo 3-5 anni.


ALTRE FORME <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>STRUZIONE DEL CADAVERE<br />

Alla distruzione del cadavere, oltre i processi ordinari della<br />

putrefazione, possono partecipare la fauna, rappresentata da<br />

animali di varia specie (larve di insetti, insetti, pesci, crostacei,<br />

uccelli, mammiferi roditori e carnivori) e la flora (miceti) che<br />

attaccano le parti molli dei cadaveri abbandonati all'aperto,<br />

immersi nell'acqua o inumati a poca profondità.<br />

La fauna cadaverica è costituita soprattutto da insetti i quali, nei<br />

cadaveri esposti all'aria, si avvicendano a "squadre", attratti dai<br />

prodotti organici della decomposizione post-mortale.


1. Già nel periodo cromatico compare la prima squadra, formata da ditteri, cioè<br />

la comune mosca domestica, la calliphora e la curtoneura, che depongono<br />

sul cadavere le uova, da cui nascono miriadi di larve così voraci da ridurre<br />

d'estate un cadavere in scheletro entro poche settimane.<br />

2. Quando inizia l'enfisema putrefattivo, compare la seconda squadra di mosche,<br />

del genere lucilia, sarcophaga e cynomya, che depongono anch'esse larve<br />

molto voraci nella distruzione delle parti molli.<br />

3. Dopo 3-6 mesi, allorché il cadavere comincia a irrancidire con liberazione<br />

di acidi grassi volatili (fermentazione butirrica), interviene la terza squadra,<br />

composta da coleotteri e lepidotteri, i quali continuano l'opera di<br />

demolizione organica.<br />

4. In seguito, attratta dai liquami putridi in fermentazione caseosa, interviene<br />

la quarta squadra, costituita da altre specie di mosche (pyophila casei, cioè la<br />

mosca del formaggio e del salame) e da alcuni coleotteri del genere<br />

corynetes, che invade il cadavere dopo circa un anno dalla morte.<br />

5. Superata la fase della fermentazione butirrica e caseosa e iniziata la<br />

colliquazione putrida con fermentazione ammoniacale, si presentano altre<br />

specie di ditteri e di coleotteri, formanti la quinta squadra, quali le specie<br />

tyreophora, ophyra, lonchea, necrophorus, sylpha e saprinus.


6. Quando è stata distrutta gran parte della materia organica, entra in campo<br />

la sesta squadra, formata da acari prosciugatori (genere uropoda, trachynotus,<br />

glyciphagus, serrator, ecc.) che assorbono la maggior parte dei liquami<br />

cadaverici e provocano, a distanza di oltre 1 anno dalla morte, il<br />

disseccamento dei tessuti.<br />

7. Le parti molli così disseccate nonché i tessuti più resistenti, quali i<br />

tendinei, i legamenti e le cartilagini, vengono attaccati dalla settima squadra,<br />

composta da alcuni coleotteri e lepidotteri, cioè farfalle e scarafaggi del<br />

genere aglossa, tinolea, attagenus e anthrenus, che provvedono alla riduzione<br />

scheletrica operando a distanza di circa 1-3 anni dalla morte.<br />

8. Gli ultimi resti di sostanza organica ancora presenti vengono eliminati<br />

dalla ottava squadra, formata da piccoli coleotteri del genere tenebrio e ptinus,<br />

che dal quarto al quinto anno completano la scheletrizzazione.

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