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Note del corso di Fisica Matematica A

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74 4 Statica<br />

Punto appoggiato ad un piano qualsiasi (non necessariamente orizzontale)<br />

Sia il punto P appoggiato ad una parete piana e sia soggetto alla sollecitazione <strong>di</strong> certe forze attive<br />

<strong>di</strong> cui sia F la risultante (incluso il peso se P è un punto materiale pesante); in<strong>di</strong>chiamo con ˆ N la<br />

normale interna in P alla parete, cioé la perpen<strong>di</strong>colare al piano orientata nel verso in cui al punto<br />

è vietato il moto dal vincolo. Segue quin<strong>di</strong> come con<strong>di</strong>zione necessaria per l’equilibrio in P la<br />

relazione<br />

F· ˆ N = FN ≥ 0. (4.2)<br />

Denotiamo con Ft = F − FN ˆ N la componente <strong>del</strong>la forza F secondo il piano; in<strong>di</strong>cando con fs il<br />

coefficiente <strong>di</strong> attrito <strong>del</strong> punto P rispetto alla parete, la con<strong>di</strong>zione necessaria e sufficiente per<br />

l’equilibrio è data, sotto l’ipotesi (4.2), dalla relazione<br />

|Ft| ≤ fsFN. (4.3)<br />

È ovvio che sotto la con<strong>di</strong>zione FN < 0 il vincolo, per la sua natura unilaterale, non è atto a limitare<br />

in alcun modo la libertà <strong>del</strong> punto (quin<strong>di</strong> si comporta come un punto materiale libero soggetto alla<br />

forza F).<br />

Punto appoggiato ad una superficie σ qualsiasi<br />

Sefs èilcoefficiente<strong>di</strong>attrito<strong>di</strong>P sullasuperficieσ edFN eFt sonorispettivamenteleintensità<strong>del</strong>le<br />

componenti <strong>di</strong> F secondo la normale interna e il piano tangente, le con<strong>di</strong>zioni necessarie e sufficienti<br />

per l’equilibrio sono date dalle (4.2) e (4.3). La (4.3) si può scrivere come<br />

|Ft|<br />

FN<br />

= tgα ≤ fs,<br />

dove α è l’angolo formato dal vettore F e la normale alla superficie. Se in<strong>di</strong>chiamo con φ l’angolo<br />

la cui tangente è f allora la (4.3) <strong>di</strong>venta α ≤ φ. Chiamando angolo <strong>di</strong> attrito questo angolo φ<br />

e falda interna <strong>del</strong> cono <strong>di</strong> attrito il luogo <strong>del</strong>le semirette uscenti da P che formano l’angolo φ<br />

con la normale interna, conclu<strong>di</strong>amo che per l’ equilibrio <strong>di</strong> un punto materiale appoggiato<br />

ad una superficie è necessario e sufficiente che la forza attiva totale non sia esterna alla<br />

falda interna <strong>del</strong> cono <strong>di</strong> attrito.<br />

Commento sull’attrito: sapendo che la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> equilibrio <strong>del</strong> punto deve essere F+φ =<br />

0 e chiamando falda esterna <strong>del</strong> cono <strong>di</strong> attrito la falda opposta al vertice <strong>del</strong>la falda interna,<br />

possiamo affermare che: la reazione φ, che una superficie materiale σ esplica su <strong>di</strong> un<br />

punto materiale P in contatto con essa, <strong>di</strong>pende dalla sollecitazione totale attiva F <strong>di</strong><br />

P. In con<strong>di</strong>zioni statiche, la φ è sempre rivolta verso l’esterno ed è non esterna alla<br />

falda esterna <strong>del</strong> cono <strong>di</strong> attrito. La componente tangenziale <strong>del</strong>la reazione φ, in con<strong>di</strong>zioni<br />

statiche, si <strong>di</strong>ce attrito radente o statico. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto considerato, secondo alcuni autori<br />

l’attritovieneconsideratocomeunaforzaattiva(peròincognita!);questainterpretazioneègiustificata<br />

dall’osservazione che l’attrito interviene sul punto come una azione in grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne il moto<br />

ed ha quin<strong>di</strong> tutte le caratteristiche <strong>di</strong> una forza resistente; mentre non può essere interpretato come<br />

una reazione vincolare poiché non limita a priori in alcun modo gli spostamenti e le velocità <strong>del</strong><br />

punto.

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