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Note del corso di Fisica Matematica A

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Lavoro <strong>del</strong>le forze posizionali<br />

3.1 Concetti e postulati fondamentali <strong>del</strong>la meccanica 55<br />

In questo caso non è necessaria la conoscenza <strong>del</strong>le equazioni <strong>del</strong> moto <strong>del</strong> punto <strong>di</strong> applicazione <strong>del</strong><br />

punto P, ma basta conoscere la traiettoria. Infatti, se<br />

P = P(s), ossia x = x(s), y = y(s), z = z(s) (3.9)<br />

sono le equazioni <strong>di</strong> tale traiettoria allora la forza posizionale ha vettore<br />

F = F(P)<br />

che, mentre P percorre tale traiettoria, risulta definito come funzione <strong>del</strong>la sola variabile s. Tenendo<br />

presente che dP = vdt segue che il lavoro compiuto dalla forza (F,P) lungo la curva (3.9) fra due<br />

punti generici P1 = P(s1) e P2 = P(s2) sarà determinato dall’integrale curvilineo<br />

<br />

t2<br />

L = F·vdt = F·dP = dL (3.10)<br />

t1<br />

γP 1 ,P 2<br />

dove dL = F · dP prende il nome <strong>di</strong> lavoro infinitesimo e dove abbiamo operato il cambio <strong>di</strong><br />

variabile t → P(t), γP1,P2 è la traiettoria percorsa dal punto P nell’intervallo [t1,t2]. Osservando che<br />

v = ˙sˆt e dP = dsˆt allora si può esprimere il lavoro finito L come<br />

<br />

s2 s2 dx<br />

L = Ftds = Fx<br />

ds +Fy<br />

dy<br />

ds +Fz<br />

<br />

dz<br />

ds<br />

ds<br />

s1<br />

s1<br />

dove Ft è la componente <strong>del</strong> vettore <strong>del</strong>la forza riguardo alla <strong>di</strong>rezione tangente alla traiettoria in P<br />

nel verso <strong>del</strong>le s crescenti.<br />

Dalla (3.10) si può dedurre che se si inverte il verso <strong>del</strong> cammino <strong>del</strong> punto <strong>di</strong> applicazione, il<br />

lavoro <strong>di</strong> una forza posizionale cambia verso.<br />

Nel caso <strong>di</strong> forze posizionali è allora evidente che il lavoro non <strong>di</strong>pende esplicitamente dal tempo<br />

t, inoltre dalla (3.10) appare anche evidente che il lavoro non <strong>di</strong>pende dalla legge oraria ma solo<br />

dalla traiettoria.<br />

Lavoro <strong>del</strong>le forze conservative<br />

Per questa classe <strong>di</strong> forze posizionali si verifica la circostanza che per il calcolo <strong>del</strong> lavoro non si<br />

richiede nemmeno la conoscenza <strong>del</strong>la traiettoria <strong>del</strong> punto <strong>di</strong> applicazione <strong>del</strong>la forza, ma basta ne<br />

siano assegnati gli estremi P1 e P2. Infatti:<br />

dL = F·dP = dU<br />

dove U(x,y,z) rappresenta il potenziale. Integrando la (3.10), si ottiene per il lavoro L lungo un<br />

qualsiasi cammino <strong>del</strong> punto <strong>di</strong> applicazione da P1(x1,y1,z1) a P2(x2,y2,z2) il valore<br />

Pertanto abbiamo il seguente risultato.<br />

γP 1 ,P 2<br />

L = U(x2.y2,z2)−U(x1,y1,z1). (3.11)<br />

Teorema 3.7. Qualunque sia il cammino descritto dal punto <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> una forza conservativa<br />

entro il suo campo, il lavoro da essa compiuto è uguale alla <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> potenziale fra la<br />

posizione <strong>di</strong> arrivo e quella <strong>di</strong> partenza <strong>del</strong> punto <strong>di</strong> applicazione.

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