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Note del corso di Fisica Matematica A

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2.1 Cinematica <strong>del</strong> punto 19<br />

e la sua intensità vale v = r| ˙ θ|; come si poteva prevedere dalla (2.13) essendo vρ = ˙ρ = 0. Affinché il<br />

motocircolaresiauniforme(cioé ˙s(t) = r ˙ θ = Cost)occorre,ebasta,che ˙ θ siacostante;sein<strong>di</strong>cheremo<br />

ω = ˙ θ allora dovremmo avere θ(t) = ωt+θ0, dove θ0 è l’anomalia <strong>di</strong> P nell’istante t = 0. In questo<br />

caso l’accelerazione <strong>di</strong>venta<br />

a = ¨xî+ ¨yˆj = −ω 2 (P −O) = ω 2 (O−P).<br />

Si noti che l’accelerazione è sempre <strong>di</strong>retta dal punto P verso il centro <strong>del</strong> cerchio in quanto, trattandosi<br />

<strong>di</strong> un moto uniforme, l’accelerazione deve risultare tutta centripeta.<br />

Definizione 2.9. Definiamo armonico il moto <strong>del</strong> tipo<br />

dove r è l’ampiezza, ω la frequenza e θ0 la fase iniziale.<br />

x(t) = rcos(ωt+θ0) (2.21)<br />

Il moto armonico ha accelerazione che sod<strong>di</strong>sfa alla seguente equazione <strong>di</strong>fferenziale: ¨x = −ω 2 x.<br />

I parametri r e θ0 sono determinati in base alle con<strong>di</strong>zioni iniziali.<br />

Moti centrali, moti Kepleriani e formula <strong>di</strong> Binet<br />

Definizione 2.10. Il moto <strong>di</strong> un punto P si <strong>di</strong>ce centrale se la linea <strong>di</strong> azione <strong>del</strong>l’accelerazione a<br />

passa sempre per un punto O fisso, detto centro <strong>del</strong> moto. Si ha la seguente con<strong>di</strong>zione vettoriale<br />

caratteristica dei moti centrali:<br />

cioé si annulla il momento <strong>del</strong>l’accelerazione rispetto ad O.<br />

(P −O)×a = 0; (2.22)<br />

Dalla (2.22) segue che la velocità areolare <strong>di</strong> ogni moto centrale rispetto al centro O è un vettore<br />

(P −O)×v e<br />

costante. Infatti: V = 1<br />

2<br />

d dP<br />

{(P −O)×v} =<br />

dt dt<br />

×v+(P −O)×a = (P −O)×a. (2.23)<br />

Quin<strong>di</strong>: il moto è centrale se, e solo se, (P −O)×v = c, c denota un vettore costante. Da quanto<br />

scritto in precedenza segue che ogni moto centrale è un moto piano. In particolare, scegliendo<br />

il sistema <strong>di</strong> riferimento in modo che il moto avvenga nel piano (O;x,y), cioé z = ˙z = ¨z = 0, allora<br />

(P −O)×v ha due componenti nulle, mentre la terza vale x˙y − ˙xy = c costante.<br />

Dalle (2.17) segue che i moti centrali, caratterizzati da aθ = 0, devono sod<strong>di</strong>sfare alla seguente<br />

equazione <strong>di</strong>fferenziale:<br />

2˙ρ ˙ θ+ρ ¨ θ = 0 o ρ 2˙ θ = c. (2.24)<br />

In particolare si può dare alla accelerazione ra<strong>di</strong>ale aρ una espressione puramente geometrica,<br />

cioé in<strong>di</strong>pendente dalle derivate <strong>di</strong> ρ e θ rispetto a t, e fare intervenire soltanto l’equazione<br />

polare ρ = ρ(θ) <strong>del</strong>la traiettoria. Infatti, se c = 0 allora deve necessariamente essere ˙ θ = 0 da cui<br />

si può, per il teorema <strong>del</strong>la funzione inversa, ricavare t = t(θ) e quin<strong>di</strong> ρ = ρ(θ) = ρ[t(θ)]. Ora,<br />

pensando ρ = ρ(θ) si ottiene che

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