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Note del corso di Fisica Matematica A

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154 6 Cenni <strong>di</strong> meccanica dei continui deformabili<br />

in virtù <strong>del</strong>le equazioni indefinite <strong>del</strong>l’equilibrio. Quin<strong>di</strong> si conclude che<br />

<br />

Ω1 =<br />

(Φ2,3 −Φ3,2)ρdv<br />

V<br />

e dovendo essere Ω1 = 0 per ogni possibile scelta <strong>del</strong> volume V segue che<br />

Analogamente segue che<br />

Φ2,3 = Φ3,2.<br />

Φ1,3 = Φ3,1 e Φ1,2 = Φ2,1<br />

completando la <strong>di</strong>mostrazione.<br />

Le equazioni indefinite (6.55, 6.56, 6.57) e le (6.58) non bastano da sole per lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’equilibrio<br />

<strong>di</strong> un continuo deformabile, ma occorrono anche le cosiddette con<strong>di</strong>zioni al contorno. Queste ultime<br />

si ottengono osservando che, per l’equilibrio, la forza superficiale esterna Ψ assegnata e gli sforzi<br />

specifici esercitati dal corpo sulla faccia interna <strong>del</strong>la superficie <strong>di</strong> contorno σ devono avere vettore<br />

risultante nullo, ossia essere Φ = −Ψ, cioè, per le (6.50),<br />

Φ1,1α1 +Φ2,1α2 +Φ3,1α3 = −Ψ1; (6.60)<br />

Φ1,2α1 +Φ2,2α2 +Φ3,2α3 = −Ψ2; (6.61)<br />

Φ1,2α1 +Φ2,2α2 +Φ3,2α3 = −Ψ2. (6.62)<br />

Le equazioni (6.55), (6.56), (6.57) e (6.58) devono essere verificate per ogni punto <strong>del</strong> corpo mentre<br />

le (6.60), (6.61) e (6.62) devono essere verificate per ogni punto <strong>del</strong>la superficie.<br />

6.3.5 Le equazioni costitutive<br />

Le considerazioni fin qui svolte valgono per un qualunque continuo deformabile e proprio per questa<br />

loro generalità il problema <strong>del</strong>l’equilibrio è ancora indeterminato. In realtà non si sono fatte ancora<br />

intervenire le proprietà fisiche e strutturali <strong>del</strong> corpo che <strong>di</strong>stinguono un corpo elastico da un fluido,<br />

ad esempio; occorre cioè assegnare le equazioni costitutive, che ovviamente variano da tipo a tipo<br />

<strong>di</strong> corpo deformabile. In particolare i flui<strong>di</strong> perfetti (liqui<strong>di</strong> e gas non viscosi) sono caratterizzati<br />

dalla proprietà che lo sforzo Φdσ su un elemento <strong>di</strong> superficie dσ qualsiasi all’interno <strong>del</strong> fluido è<br />

sempre normale a dσ stesso. In altre parole in un fluido perfetto non esistono sforzi <strong>di</strong> taglio,<br />

quin<strong>di</strong> rispetto a un qualsiasi sistema <strong>di</strong> assi è sempre<br />

Φ1,2 = Φ2,3 = Φ3,1 = 0. (6.63)<br />

Ciò significa che qualunque sistema <strong>di</strong> assi è un sistema <strong>di</strong> assi principali per la quadrica associato<br />

allo stress, cioè tale quadrica è una sfera. Inoltre, affinchè poi l’equazione<br />

rappresenti una sfera si deve avere<br />

Φ1,1x 2 1 +Φ2,2x 2 2 +Φ3,3x 2 3 = 1<br />

Φ1,1 = Φ2,2 = Φ3,3 = P.<br />

Da ciò segue subito il principio <strong>di</strong> Pascal: in un fluido il valore ΦN <strong>del</strong>lo sforzo specifico<br />

(normale) su dσ è in<strong>di</strong>pendente dall’orientazione <strong>di</strong> dσ; infatti è

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