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Note del corso di Fisica Matematica A

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Derivata sostanziale e derivata locale<br />

6.2 Cinematica dei continui deformabili 143<br />

Corrispondentemente ad qualsiasi grandezza fisica f = f(x1,x2,x3,t) si hanno due tipi <strong>di</strong> derivate<br />

rispetto al tempo, secondo che si consideri la variazione <strong>di</strong> f per una determinata particella, e quin<strong>di</strong><br />

tenendo costanti x 0 1,x 0 2,x 0 3 e pensando x1,x2,x3 variabili nel tempo secondo la (6.15) ottenendo<br />

f = f[xi(x 0 j;t),t],<br />

o per un dato punto <strong>del</strong>lo spazio, e quin<strong>di</strong> tenendo costanti x1,x2,x3 ottenendo<br />

f = f(xi,t).<br />

La prima derivata, detta sostanziale, si denota con df<br />

; la seconda derivata, detta locale, si denota<br />

dt<br />

con ∂f<br />

∂t .<br />

Per trovare la relazione tra le due derivate si osserva che la derivata sostanziale vale<br />

df ∂f ∂f ∂f ∂f<br />

= + ˙x1 + ˙x2 + ˙x3<br />

dt ∂t ∂x1 ∂x2 ∂x3<br />

= ∂f<br />

∂t +v1<br />

∂f ∂f ∂f<br />

+v2 +v3 =<br />

∂x1 ∂x2 ∂x3<br />

∂f<br />

+v·∇f (6.18)<br />

∂t<br />

dove ∇f è il vettore <strong>di</strong> componenti ∂f ∂f ∂f<br />

, , ∂x1 ∂x2 ∂x3<br />

6.2.3 Equazioni <strong>di</strong> continuità<br />

Moti stazionari<br />

calcolate in (x1(t),x2(t),x3(t)).<br />

Definizione 6.1. Si chiama moto stazionario il moto <strong>di</strong> un mezzo quando, da un punto <strong>di</strong> vista<br />

locale, la velocità v è costante rispetto al tempo:<br />

∂v1 ∂v2 ∂v3<br />

= = = 0.<br />

∂t ∂t ∂t<br />

Cioé in un qualsiasi punto <strong>del</strong>lo spazio la velocità <strong>del</strong> mezzo non varia in grandezza né in <strong>di</strong>rezione<br />

con il tempo.<br />

Flusso <strong>di</strong> un fluido<br />

Sia assegnata, nello spazio occupato da un fluido in movimento, una superficie regolare σ fissa e su<br />

<strong>di</strong> essa assegniamo, ad arbitrio, un verso positivo per la normale ˆ N. Si chiama flusso <strong>del</strong> fluido<br />

attraverso la superficie σ la massa <strong>di</strong> fluido che l’attraversa, per unità <strong>di</strong> tempo. Se la superficie σ<br />

è chiusa allora si chiama flusso uscente il flusso calcolato orientando la normale verso l’esterno, e<br />

flusso entrante quello calcolato con la convenzione opposta. Si ha che:<br />

Teorema 6.2. Sia σ una superficie chiusa non normale ˆ N uscente, sia v la velocità che hanno le<br />

particelle nell’attraversare σ e sia ρ la densità <strong>del</strong> fluido; allora il flusso Ψ uscente attraverso la<br />

superficie σ in una unità <strong>di</strong> tempo è dato da<br />

<br />

Ψ = ρvNdσ, vN = v· ˆ N. (6.19)<br />

σ<br />

Dimostrazione. Infatti, fissato l’elemento <strong>di</strong> superficie infinitesimo dσ, la quantitá <strong>di</strong> fluido che attraversa<br />

σ nell’unitá <strong>di</strong> tempo sará dato dalla massa (infinitesima) ρdσ moltiplicata per la velocitá<br />

<strong>di</strong> queste particelle normale alla superficie. Sommando rispetto a tutti i contributi infinitesimi si<br />

ottiene la (6.19).

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