Note del corso di Fisica Matematica A
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128 5 Dinamica: equazioni <strong>di</strong>fferenziali <strong>del</strong> moto<br />
Commento al Principio <strong>di</strong> D’Alembert<br />
Alcuni autori (ad esempio Gallavotti e Dell’Antonio) preferiscono introdurre il principio dei lavori<br />
virtuali (Il lavoro virtuale <strong>del</strong>le reazioni vincolari è nullo) e poi specificare che i vincoli per i quali<br />
questo principio è sod<strong>di</strong>sfatto si chiamano vincoli perfetti o vincoli ideali. Si verifica sperimentalmente<br />
che, nel caso <strong>di</strong> sistemi meccanici, quanto più le superfici <strong>di</strong> vincolo sono ”levigate” o ”lisce”<br />
allora tanto migliore è la descrizione <strong>del</strong> moto me<strong>di</strong>ante il principio <strong>di</strong> D’Alambert.<br />
Osserviamo anche che questo principio è giustificato esclusivamente dalla verifica sperimentale e<br />
non è conseguenza <strong>del</strong>le tre leggi <strong>di</strong> Newton. La sua importanza risiede nel fatto che questo principio<br />
permette <strong>di</strong> caratterizzare quei sistemi meccanici per i quali la equazione <strong>di</strong> Newton rappresenta un<br />
problemabenposto(cioésihalaesistenzaedunicità<strong>del</strong>lasoluzioneperognidatoinizialecompatibile<br />
con il vincolo e la continuità rispetto ai dati iniziali).<br />
Osserviamo infine che altri autori postulano la vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la equazione (o relazione) simbolica<br />
<strong>del</strong>la Dinamica e da questa fanno <strong>di</strong>scendere il principio dei lavori virtuali; questo approccio, seppur<br />
legittimo, priva il principio dei lavori virtuali <strong>del</strong>la evidenza sperimentale e lo fa <strong>di</strong>scendere da un<br />
postulato più astratto.<br />
5.3.5 Equazioni <strong>di</strong>fferenziali <strong>del</strong> moto <strong>di</strong> un sistema olonomo in coor<strong>di</strong>nate lagrangiane<br />
Riferiamo il nostro sistema olonomo S, ad una n−upla qualsiasi <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate lagrangiane in<strong>di</strong>pendenti<br />
qh dove n denota il grado <strong>di</strong> libertà <strong>del</strong> sistema. Sia Ps = Ps(qh;t) che, derivate rispetto al<br />
tempo, danno le velocità<br />
e gli spostamenti virtuali<br />
vs =<br />
n ∂Ps<br />
h=1<br />
∂qh<br />
˙qh + ∂Ps<br />
∂t<br />
, s = 1,...,N, (5.64)<br />
n ∂Ps<br />
δPs = δqh, s = 1,...,N, (5.65)<br />
h=1 ∂qh<br />
dove le n componenti δqh sono arbitrarie e in<strong>di</strong>pendenti. Riprendendo la equazione simbolica<br />
<strong>del</strong>la Dinamica, considerata valida per tutti gli spostamenti virtuali, si ha:<br />
N N<br />
msas ·δPs = Fs ·δPs. (5.66)<br />
s=1 s=1<br />
Per il secondo membro, lavoro virtuale δL <strong>del</strong>le forze attive complessivo, si ha identicamente:<br />
N n<br />
N<br />
Fs ·δPs = Qhδqh dove Qh = Fs ·<br />
s=1 h=1<br />
s=1<br />
∂Ps<br />
∂qh<br />
(5.67)<br />
è la componente <strong>del</strong>la sollecitazione attiva secondo la coor<strong>di</strong>nata lagrangiana qh. Quanto<br />
al primo membro <strong>del</strong>la (5.66) esso si può scrivere, dalla (5.65), come<br />
N n<br />
N<br />
msas ·δPs = τhδqh, dove τh = msas ·<br />
s=1 h=1<br />
s=1<br />
∂Ps<br />
. (5.68)<br />
∂qh