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Note del corso di Fisica Matematica A

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106 5 Dinamica: equazioni <strong>di</strong>fferenziali <strong>del</strong> moto<br />

5.1.2 Dinamica <strong>del</strong> punto su traiettoria prestabilita<br />

Nel caso in cui il moto <strong>del</strong> punto non sia libero occorre<br />

una analisi basata sulla natura dei vincoli. Supponendo<br />

nota a priori la traiettoria γ <strong>di</strong> un punto P allora per caratterizzare<br />

il moto non rimane che determinare la legge oraria<br />

s = s(t) dove s è la lunghezza <strong>del</strong>l’arco γ fra una arbitraria<br />

origine e P, misurata positivamente in un prefissato verso<br />

(ascissa curvilinea <strong>di</strong> P). La (5.1) proiettata, in ciascun<br />

punto <strong>del</strong>la γ, sulla rispettiva tangente, orientata nel verso<br />

<strong>del</strong>le s crescenti, <strong>di</strong>venta:<br />

m¨s = Ft +Φt<br />

(5.2)<br />

dove la componente tangenziale Φt <strong>di</strong> Φ è, per lo più, incognita.<br />

TuttaviavisonodeicasiincuilaΦt èpreventivamente<br />

assegnabile. In particolare: un punto vincolato su una<br />

curva priva <strong>di</strong> attrito si muove su <strong>di</strong> essa come se<br />

γ<br />

<br />

Φ<br />

.<br />

<br />

. <br />

Fig. 5.1. Nel caso <strong>di</strong> moto <strong>di</strong> un punto vincolato<br />

ad una traiettoria prestabilita γ liscia la reazione<br />

vincolare Φ é normale alla retta tangente.<br />

fosse esclusivamente soggetto all’azione <strong>del</strong>la forza attiva (tangenziale), cioé Φt = 0. La<br />

(5.2) in questo caso si riduce alla<br />

m¨s = Ft. (5.3)<br />

Se la componente tangenziale Ft <strong>del</strong>la forza totale è una funzione f(˙s,s;t) nota la (5.3) assumerà la<br />

forma<br />

m¨s = f(˙s,s;t) (5.4)<br />

e, nell’ipotesi <strong>di</strong> limitatezza, continuità e derivabilità nei tre argomenti <strong>del</strong>la f, la (5.4) ammette<br />

una, ed una sola, soluzione (nel dominio considerato) sod<strong>di</strong>sfacente alle con<strong>di</strong>zioni iniziali assegnate.<br />

Quin<strong>di</strong> la (5.3) (più precisamente nella forma (5.4)) è sufficiente per caratterizzare univocamente il<br />

moto.<br />

Proiettando la (5.1), per ogni punto <strong>del</strong>la traiettoria, sulla rispettiva normale principale ˆn (orientata<br />

verso il centro <strong>di</strong> curvatura <strong>del</strong>la traiettoria) si ottiene, ricordando l’espressione an = v 2 /ρc <strong>del</strong>la<br />

accelerazione normale,<br />

Φn = m v2<br />

−Fn<br />

ρc<br />

dove ρc è il raggio <strong>di</strong> curvatura e v = |˙s| il modulo <strong>del</strong>la velocità. La componente Φn <strong>del</strong>l’azione<br />

complessiva Φ esercitata dai vincoli si chiama reazione centripeta <strong>del</strong>la traiettoria. Proiettando<br />

la (5.1) sulla binormale infine si ottiene che 0 = Fb +Φb, cioé Φb = −Fb.<br />

Esempio: anello <strong>del</strong>la morte<br />

Consideriamo un anello <strong>del</strong>la morte <strong>di</strong> raggio R = 3 metri e calcoliamo quale è la velocità minima<br />

che deve essere mantenuta per evitare <strong>di</strong> cadere nel vuoto. La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ”non <strong>di</strong>stacco” è data<br />

da Φn > 0 e si ha <strong>di</strong>stacco quando Φn = 0. Quin<strong>di</strong> la velocità minima vmin è tale che<br />

m v2 min<br />

ρc<br />

−Fn = 0 dove ρc = R e Fn = −mgcosα,<br />

t<br />

<br />

(5.5)

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