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Il Geometra Veronese - Collegio dei Geometri della Provincia di ...

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il <strong>Geometra</strong> veronese<br />

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE<br />

La valutazione <strong>della</strong> consulenza<br />

allegazione <strong>dei</strong> fatti costitutivi del <strong>di</strong>ritto) e che il<br />

giu<strong>di</strong>ce ritenga che il suo accertamento richieda cognizioni<br />

tecniche, che egli non possiede o, comunque,<br />

che la prova del fatto, costitutivo <strong>della</strong> pretesa,<br />

sia impossibile o estremamente <strong>di</strong>ffi cile (consulente<br />

percipiente).<br />

Poiché la consulenza è un mezzo istruttorio e non<br />

un mezzo <strong>di</strong> prova, può essere utile precisare in che<br />

modo sono raccolti i fatti <strong>di</strong> prova nel processo.<br />

La prova, nel processo civile, è regolata da tre principi:<br />

- art. 2697 cod. civ.: onere a carico delle parti (regola<br />

sostanziale <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio);<br />

- art. 115, comma 1, cod. proc. civ.: principio <strong>di</strong>spositivo;<br />

- art. 116 cod. proc. civ.: principio del libero convincimento<br />

del giu<strong>di</strong>ce (a eccezione delle cosiddette<br />

prove legali).<br />

I mezzi, attraverso cui le parti possono fornire la<br />

prova <strong>dei</strong> fatti da esse allegati, sono:<br />

1. i documenti (cioè atti rappresentativi <strong>di</strong> fatti rilevanti<br />

ai fi ni <strong>di</strong> causa): atto pubblico e scrittura<br />

privata (più altri “oggetti”, che non sono documenti<br />

in senso stretto, come le fotografi e, le registrazioni<br />

sonore, visive, informatiche ecc.);<br />

2. i testimoni;<br />

3. la confessione (che si provoca con il cosiddetto<br />

interrogatorio formale o interpello);<br />

4. il giuramento decisorio.<br />

Inoltre, il giu<strong>di</strong>ce può ritenere raggiunta la prova <strong>di</strong><br />

un fatto sulla base delle presunzioni (art. 2727 cod.<br />

civ.).<br />

Art. 2697 cod. civ. - Onere <strong>della</strong> prova<br />

Chi vuol far valere un <strong>di</strong>ritto in giu<strong>di</strong>zio deve<br />

provare i fatti che ne costituiscono il fondamento.<br />

Chi eccepisce l’ineffi cacia <strong>di</strong> tali fatti ovvero<br />

eccepisce che il <strong>di</strong>ritto si è mo<strong>di</strong>fi cato o estinto<br />

deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.<br />

L’attore che si rivolge al giu<strong>di</strong>ce deve allegare i fatti,<br />

su cui si fonda la sua domanda, e fornire la prova <strong>di</strong><br />

essi.<br />

<strong>Il</strong> convenuto può:<br />

- svolgere mere azioni <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>fensivo;<br />

- sollevare eccezioni in senso stretto;<br />

- proporre domanda riconvenzionale.<br />

Nel secondo e terzo caso il convenuto è tenuto ad<br />

allegare i fatti, su cui si fondano l’eccezione o la<br />

domanda riconvenzionale, e, alla pari dell’attore,<br />

fornire prova <strong>di</strong> essi.<br />

A esclusione <strong>di</strong> quelli notori e <strong>di</strong> quelli non controversi,<br />

i fatti devono essere provati dalle parti (<strong>di</strong>vieto<br />

<strong>della</strong> cosiddetta scienza privata del giu<strong>di</strong>ce).<br />

Tornando al lavoro del consulente, qualora il giu<strong>di</strong>ce<br />

ritenga <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre le conclusioni, non ravvisandovi<br />

vizi <strong>di</strong> forma e <strong>di</strong> motivazioni, non deve<br />

in alcun modo giustificare tale fatto essendo sufficiente<br />

riferirsi a esso nelle proprie motivazioni che<br />

assumerà nella decisione <strong>della</strong> causa.<br />

Discorso <strong>di</strong>verso deve farsi qualora il giu<strong>di</strong>ce non<br />

con<strong>di</strong>vida le conclusioni dell’esperto, poiché non<br />

sufficientemente motivate o carenti <strong>di</strong> elementi<br />

probatori o comunque poco convincenti.<br />

In tal caso il giu<strong>di</strong>ce ha il dovere <strong>di</strong> assumere decisioni<br />

motivando il suo <strong>di</strong>verso convincimento e<br />

anche enunciando gli elementi <strong>di</strong> indagine e i criteri<br />

logico-giuri<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>mostranti la erroneità <strong>della</strong><br />

consulenza tecnica.<br />

Ossia, in buona sostanza, dovrà scendere in valutazioni<br />

<strong>di</strong> tipo tecnico-scientifico al fine <strong>di</strong> confutare<br />

sul proprio terreno l’operato del consulente.<br />

L’autonomia del giu<strong>di</strong>ce viene riaffermata in modo<br />

chiaro anche dal fatto che egli, nel caso che la<br />

consulenza tecnica <strong>di</strong> parte presentata da una parte<br />

sia motivata, esaustiva e circostanziata in or<strong>di</strong>ne<br />

ai fatti <strong>della</strong> causa, può basarsi su <strong>di</strong> essa per<br />

decidere la causa.<br />

Ciò tuttavia non significa che nel caso che <strong>di</strong>ssenta<br />

da essa debba motivare.<br />

Anche nel caso che la consulenza tecnica <strong>di</strong> ufficio<br />

venga criticata dalle parti in modo circostanziato<br />

e dettagliato, il giu<strong>di</strong>ce deve motivare in modo<br />

preciso il proprio convincimento ancorché non abbia<br />

<strong>di</strong>sposto la chiamata a chiarimenti dell’esperto<br />

laddove queste critiche si sostanziavano in <strong>di</strong>sapprovazioni<br />

strumentali e generiche.<br />

Infatti, in presenza <strong>di</strong> censure, però puntuali, dettagliate<br />

e motivate delle parti all’opera dell’esperto,<br />

il magistrato non può sfuggire al proprio onere<br />

<strong>di</strong> motivare.<br />

Paolo Fre<strong>di</strong>ani<br />

da “<strong>Il</strong> Consulente Immobiliare”<br />

Aprile 2010 33

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