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San Donato: wi-fi e lavori Il parco prende forma - Il Reporter

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lettere<br />

mattina.<br />

Spero che ci possiate aiutare in qualche modo,<br />

grazie,<br />

Mariella<br />

“MANTO DISSESTATO<br />

IN PIAZZA FARDELLA”<br />

Spettabile <strong>Reporter</strong>,<br />

già diverse volte ho sollecitato l’Amministrazione<br />

Comunale di Firenze a provvedere al rifacimento<br />

dell’asfalto di piazza Fardella, in zona Salviatino,<br />

Campo di Marte. La piazza ha un manto<br />

stradale completamente dissestato e potenzialmente<br />

pericoloso per chi viaggia e attraversa le<br />

strisce. Inoltre, la rotatoria già subisce il frequente<br />

transito giornaliero delle linee Ataf che hanno<br />

avvallato non di poco una parte dell’asfalto. In<br />

più, si aggiungono altrettante buche sparse. Mi<br />

domando: perché questa bella piazzetta, non<br />

irrilevante per le funzionalità urbane del suo<br />

intorno, viene considerata cosi “marginale” dal<br />

Comune di Firenze? Come è possibile vedere<br />

frequenti e dubbiosi <strong>lavori</strong> di asfaltatura nelle<br />

invia la tua segnalazione<br />

alla nostra redazione<br />

redazione@ilreporter.it<br />

L’ONORE (E L’ONERE) DI “DIFFERENZIARE”<br />

Gentili amici della Redazione,<br />

da qualche mese in largo Cantù è stato installato un cassonetto per la raccolta differenziata<br />

dei ri<strong>fi</strong>uti organici. Sensibile alla conclamata necessità di ampliare la raccolta<br />

differenziata, mi sobbarco (ho 82 anni d’età) l’onere di portare pressoché quotidianamente<br />

i ri<strong>fi</strong>uti <strong>fi</strong>no a Largo Cantù dalla mia abitazione in Via della Cernaia, nell’aspettativa<br />

dell’estensione del servizio anche alla zona di Piazza della Vittoria. Le ripetute richieste in<br />

tal senso rivolte al Quadrifoglio sono rimaste lettera morta: volete provarci voi?<br />

Ringraziando per l’attenzione,<br />

Mariateresa Gallo<br />

Gentile Mariateresa,<br />

innanzitutto le faccio i complimenti per il suo impegno e il suo senso civico che, da<br />

quello che ci racconta, neanche il passare degli anni riesce a scal<strong>fi</strong>re. Quello dei ri<strong>fi</strong>uti<br />

è un tema troppo spesso sottovalutato, se non quando l’argomento balza all’onore<br />

delle cronache nazionali nei casi come quelli che abbiamo visto e stiamo vedendo<br />

a Napoli o Palermo. Tardi, troppo tardi. Se è vero che in quei casi, oltre ai comportamenti<br />

dei cittadini, alle spalle ci sono altre e ben più gravi responsabilità, è anche vero<br />

che il primo passo per non arrivare a tanto deve essere compiuto – ogni giorno – da<br />

tutti noi, i cittadini. Non è dif<strong>fi</strong>cile, né troppo “faticoso”: basta dividere i ri<strong>fi</strong>uti che quotidianamente<br />

produciamo in casa, con un minimo d’attenzione e la consapevolezza<br />

di stare facendo – più di quanto spesso siamo portati a pensare - qualcosa di molto<br />

importante per l’ambiente. <strong>Il</strong> secondo passo, poi, è quello di gettare i ri<strong>fi</strong>uti (già differenziati)<br />

nei rispettivi cassonetti. E qui, qualche volta, iniziano i problemi. Come nel<br />

caso che lei ci ha raccontato. La vicinanza dei contenitori per ogni tipo di materiale<br />

(carta, plastica, organico, ecc.) alla propria abitazione è senza dubbio importante per<br />

incentivare tutti i cittadini a comportarsi correttamente, e va da sé che, al contrario,<br />

la loro lontananza dal portone di casa possa spingere a gettare indiscriminatamente<br />

tutta l’immondizia nel cassonetto blu (quello generico) chi non è dotato della necessaria<br />

“convinzione”. Nel numero di questo mese de “<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong>” abbiamo fatto,<br />

per ognuno dei cinque quartieri <strong>fi</strong>orentini, il punto della situazione sulla raccolta dei<br />

ri<strong>fi</strong>uti e sulla presenza dei necessari cassonetti, e nelle edizioni precedenti avevamo<br />

affrontato lo stesso argomento a Fiesole e Impruneta. Quello che ne è venuto fuori è<br />

la volontà di investire in nuove tecnologie per rendere il servizio sempre più ef<strong>fi</strong>ciente,<br />

oltre alla (gradita) notizia dell’arrivo di nuovi cassonetti (a patire da quelli per il materiale<br />

organico) dove prima non c’erano. Speriamo che tutto questo diventi presto<br />

realtà, e che alle intenzioni seguano i fatti. Noi saremo qui a controllare. Ma il necessario<br />

impegno che le aziende e gli enti preposti si devono assumere non deve essere<br />

vani<strong>fi</strong>cato da un comportamento non responsabile da parte di noi cittadini, che dobbiamo<br />

fare la nostra parte. Basta poco, ma il messaggio che deve passare è questo:<br />

con un minimo d’attenzione, tutti possiamo fare molto per l’ambiente. E in questo<br />

senso il comportamento “virtuoso” suo e di tutti coloro che seguono il suo esempio è<br />

da lodare e promuovere.<br />

Matteo Francini<br />

vie circostanti (via Centostelle e via Lungo l’Affrico)<br />

e lasciare invece una piazza in uno stato così<br />

pietoso da tanti anni? Non è il modo in un sito<br />

dove è presente anche e soprattutto una scuola<br />

media, la “Dino Compagni”. Basta poco per<br />

rompersi una caviglia e provocare altri peggiori<br />

inconvenienti. Grazie dell’attenzione.<br />

Un cordiale saluto.<br />

Alessandro Nencioni<br />

SAN FREDIANO, LA VOCE DEI RESIDENTI<br />

Gentile Redazione,<br />

sono un residente del quartiere di <strong>San</strong> Frediano.<br />

Ho letto sul numero di novembre della nascita<br />

della nuova Associazione <strong>San</strong> Frediano che<br />

avrebbe ritrovato l’unione tra artigiani, commercianti<br />

e residenti. L’articolo riporta anche di varie<br />

proposte fatte alla nuova Amministrazione dal<br />

vicepresidente dell’associazione stessa, una delle<br />

quali mi ha fatto letteralmente trasecolare. Mi<br />

riferisco alla richiesta di spostare la porta telematica<br />

sino all’angolo con Piazza del Carmine “per<br />

evitare la deserti<strong>fi</strong>cazione di certe zone, miglio-<br />

rando il commercio, quindi i problemi dovuti<br />

al degrado e alla sicurezza”. A parte il fatto che<br />

pur sforzandomi non riesco proprio a capire<br />

che nesso ci possa essere tra la localizzazione<br />

della porta telematica con il degrado e la sicurezza<br />

ma mi pare proprio incredibile che questa<br />

richiesta possa essere auspicata dai residenti.<br />

Questa assurda proposta avrebbe il solo effetto<br />

di estromettere Piazza del Carmine dalla Z.T.L.<br />

forse per “migliorare il commercio” non certo<br />

per migliorare la vita dei residenti che già con<br />

la situazione attuale hanno sempre dei grossi<br />

problemi di parcheggio. Ho parlato di questo<br />

con amici e conoscenti residenti nel quartiere<br />

(alcune decine di persone) e tutti erano del mio<br />

stesso parere, anzi appro<strong>fi</strong>tto di questo spazio<br />

per spiegare meglio le vere ragioni dei residenti,<br />

che vorrebbero non solo che la porta telematica<br />

rimanga dov’è ma auspicherebbero anche<br />

un maggior controllo dei molti furbetti che la<br />

aggirano percorrendo in contromano Via dei<br />

Cardatori (passando tra l’altro davanti alla scuola<br />

media Machiavelli) e anche da Via di Cestello<br />

(sempre in contromano). Per quanto riguarda<br />

l’ormai leggendario parcheggio sotterraneo di<br />

Piazza del Carmine i residenti sono assolutamente<br />

a favore a patto però che i posti siano<br />

a loro riservati. Nell’articolo non è chiaro a cosa<br />

si riferisca l’assessore Massimo Mattei quando<br />

riferisce che ha richiesto alla S.a.s di intervenire<br />

nelle situazioni più urgenti, mi permetto però di<br />

ricordargli che i residenti sono molti di più degli<br />

artigiani e dei commercianti del quartiere e soprattutto<br />

votano tutti a Firenze.<br />

Nel ringraziare dell’attenzione saluto cordialmente,<br />

Claudio Nucci<br />

LA SOSTA SENZA I VIGILINI<br />

Spettabile <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong>,<br />

premesso che sono un automobilista e che in<br />

famiglia abbiamo due auto, vorrei dire la mia<br />

sui “vigilini” e la loro “soppressione”. Certo posso<br />

parlare solo di via Mazzoni dove abito, ebbene,<br />

da quando non ci sono più i “vigilini” parcheggiare<br />

in quella strada è diventato quasi impossibile<br />

anche per i residenti. Tra le strisce blu c’è<br />

sosta senza pagamento di ticket e tra le strisce<br />

bianche sostano tutti fuorché i residenti... tanto<br />

nessuno controlla! Eppoi alle fermate dell’Ataf i<br />

passeggeri salgono e scendono con dif<strong>fi</strong>coltà<br />

poiché la fermata è occupata dalle auto in sosta.<br />

<strong>Il</strong> sindaco disse con enfasi che il compito<br />

che svolgevano i “vigilini” possono anzi devono<br />

svolgerlo i vigili urbani: giustissimo ma tra il<br />

dire e il fare... In via Mazzoni, infatti, questi tutori<br />

dell’ordine non li vediamo mai e se raramente,<br />

molto, molto raramente passano è il classico<br />

“passi e non baci” e così, come dicevo, è dif<strong>fi</strong>cile<br />

per i residenti parcheggiare: le auto sostano sul<br />

marciapiede, sulle strisce pedonali o in curva.<br />

Ora si parla di togliere i <strong>parco</strong>metri; fare strisce<br />

rosa e/o viola (colori non previsti dal codice della<br />

strada) e dare in af<strong>fi</strong>tto porzioni di strada. Ma<br />

non sarebbe meglio tornare con i piedi per terra<br />

e <strong>fi</strong>nirla con la demagogia?<br />

Cordialmente,<br />

Giancarlo Romoli<br />

GLI AVVALLAMENTI DI VIA DI SCANDICCI<br />

Carissimi redattori,<br />

ho letto con grande interesse l’articolo di Paola<br />

Ferri e di un altro o un’altra non meglio<br />

identi<strong>fi</strong>cato/a M.F. circa le situazioni di rischio<br />

che due amici del compianto Andrea Pellegrino<br />

hanno preso la lodevole iniziativa di evidenziare.<br />

Speriamo che la loro preziosa collaborazione<br />

trovi ascolto presso chi di dovere. Mi aggiungo a<br />

loro per fare questa segnalazione. Voglio parlare<br />

del tratto di Via di Scandicci compreso tra via<br />

Guardavia e l’Ospedale di Torregalli. E’ una vergogna<br />

per un Comune dal sindaco ef<strong>fi</strong>ciente e<br />

rampante all’elezione del quale non mi pento<br />

43<br />

di avere contribuito, mantenere una strada interessante<br />

un complesso ospedaliero così importante,<br />

piena di avvallamenti pericolosi che non<br />

possono non provocare sobbalzi a chi la percorre<br />

anche a velocità moderata e prudenziale.<br />

Ciò, penso, con grande disagio di chi ha anche<br />

la mala sorte di essere trasportato in ambulanza.<br />

<strong>Il</strong> Comune, alla confluenza di Via di Sof<strong>fi</strong>ano in<br />

Via di Scandicci ha da tempo apposto un cartello<br />

che ricorda un evento funesto accaduto più<br />

di quarant’anni fa, con invito alla prudenza, una<br />

prudenza che va raddoppiata per la presenza<br />

di un manto degno di una “trazzera” o di una<br />

viottola di campagna. Tralascio il rischio di chi la<br />

percorre in moto come il sottoscritto, che non<br />

è più un giovanotto, né ha abitudini di guide<br />

sportive. Anzi, a questo proposito, mi riprometto<br />

di misurare nei prossimi giorni gli avvallamenti<br />

più profondi e, successivamente darne<br />

immediata comunicazione alla Procura della<br />

Repubblica perché, in caso di incidente dovuto<br />

alla negligenza e alla cattiva manutenzione<br />

della carreggiata, si possa più agevolmente incriminare<br />

gli inadempienti per omissione d’atti<br />

d’uf<strong>fi</strong>cio. Certo che la presente venga tenuta<br />

nella debita considerazione, Vi porgo i miei più<br />

cordiali saluti.<br />

Riccardo Tucci<br />

SMENTITA DELL’ARTICOLO<br />

“E I CORSI DI LINGUA CERCANO SPAZIO”<br />

REPORTER OTTOBRE 2009<br />

La sottoscritta Anna Micheletti, IDC del laboratorio<br />

linguistico/culturale del Q5, presente all’annuale<br />

incontro di programmazione didattica e<br />

delle attività culturali con gli utenti del laboratorio,<br />

avvenuto il 16/09/2009, alla presenza della<br />

giornalista di <strong>Reporter</strong> Francesca Puliti, smentisce<br />

la veridicità dell’articolo in oggetto per i seguenti<br />

motivi:<br />

1)l’articolo appare come un’intervista ad Anna<br />

Micheletti, il suo nome infatti risulta per quattro<br />

volte e le frasi sono virgolettate, non come una<br />

conversazione con gli utenti come è effettivamente<br />

avvenuto<br />

2)gli argomenti esposti nell’articolo non sono<br />

quelli trattati nella suddetta sede<br />

3)le affermazioni attribuite alla sottoscritta pertanto,<br />

sono fuori luogo, fuori contesto e non<br />

rispondono alla verità.<br />

Nell’articolo compaiono inoltre errori evidenti<br />

quali<br />

1)il titolo introduttivo non risponde a verità, infatti<br />

la biblioteca non ha mai organizzato corsi<br />

di lingua, tale attività da anni, è prerogativa del<br />

laboratorio linguistico<br />

2)il titolo non risponde a verità perché gli spazi<br />

al DSU erano già stati garantiti dal Presidente<br />

Gianassi come infatti si evince dalla parte <strong>fi</strong>nale<br />

dell’articolo<br />

3)unico errore retti<strong>fi</strong>cato nel numero di novembre<br />

riguarda il pro<strong>fi</strong>lo professionale di Anna<br />

Micheletti come IDC del laboratorio di lingue e<br />

non come operatrice bibliotecaria.<br />

Per i motivi sovraesposti sono pertanto a richiedere<br />

una retti<strong>fi</strong>ca appropriata da pubblicare al<br />

più presto.<br />

Anna Micheletti<br />

Prendo atto delle sue parole e del fatto che tra<br />

noi possa esserci stato un fraintendimento<br />

sul taglio dell’articolo che, comunque, non è<br />

un’intervista. Nell’articolo in questione mi sono<br />

limitata a descrivere la situazione per discutere<br />

della quale ci eravamo incontrate insieme a un<br />

gruppo di utenti del laboratorio linguistico; nel<br />

redigerlo, ho ritenuto opportuno inserire anche<br />

alcune sue affermazioni fatte a ulteriore spiegazione<br />

della situazione. Mi rincresce invece che,<br />

secondo lei, il titolo possa non aver centrato in<br />

pieno l’argomento trattato e possa contenere<br />

alcune imprecisioni, di cui mi scuso.<br />

Francesca Puliti

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