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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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mantenuta nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> fine lotta, come monumento). Sul Gianicolo, il cui<br />

fronte, dopo il rientro dagli scontri sui Castelli, era stato affidato al gen. Garibal<strong>di</strong>,<br />

esercitò la sua missione con un coraggio quasi suicida padre Ugo Bassi che<br />

giunse a <strong>di</strong>sinnescare anche le spolette delle granate francesi inesplose.<br />

Ma è sul Vascello che bisogna sempre fermare l’attenzione: era comandato dal<br />

col. Me<strong>di</strong>ci ed era stato formato il Reparto <strong>di</strong> questi, inizialmente, da volontari<br />

toscani rafforzato via via da altri <strong>di</strong> varie provenienze. Si coprirono <strong>di</strong> gloria i<br />

lombar<strong>di</strong> del battaglione <strong>di</strong> Luciano Manara (400 per<strong>di</strong>te su 800 effettivi!). Proprio<br />

l’ultimo giorno <strong>di</strong> guerra morì all’ospedale <strong>di</strong> S. Maria dei Pellegrini il poeta<br />

ventenne Goffredo Mameli (autore dei versi del nostro Inno nazionale), che era<br />

stato ferito ad un piede e morì <strong>di</strong> cancrena. Lo stesso Luciano Manara, ferito<br />

al capo l’ultimo giorno <strong>di</strong> battaglia (30 giugno 49), assistito da Ugo Bassi, morì<br />

al posto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> S. Maria della Scala in Trastevere. Al suo funerale<br />

in S.Lorenzo in Lucina ancora Ugo Bassi pronunciò l’orazione funebre, molto<br />

commovente, vestito della camicia rossa dei garibal<strong>di</strong>ni. Il 3 luglio 1849 Garibal<strong>di</strong><br />

lasciò Roma per il nord e il 6° Regg.to <strong>di</strong> linea (“L’Unione”), consegnato in<br />

Castel S. Angelo, venne sciolto non essendo fra le forze permanenti dello Stato<br />

pontificio. Il ten.col. T. Rossi non si vide concesso il grado militare permanente<br />

e tornò in patria con gli altri reduci e finì, ancora giovane, per una allora e spesso<br />

mortale epidemia <strong>di</strong> colera.<br />

Per un giu<strong>di</strong>zio finale sulle operazioni e sulla condotta dei Reparti composti<br />

da sud<strong>di</strong>ti, poi <strong>di</strong>venuti per loro volontà citta<strong>di</strong>ni, della nostra sub-regione, storicamente<br />

Romagna occidentale e che per la massima precisione ci è piaciuto<br />

chiamare Padusa, non si può fare altro che inchinarsi al loro valore, in qualche<br />

caso eccezionale, sia nella campagna del Veneto (1848) sia soprattutto nella <strong>di</strong>fesa<br />

della loro Repubblica romana (1849), che anche oggi sentiamo più che mai come<br />

nostra.<br />

Essi erano borghesi, intellettuali e popolani delle città e dei borghi che per la<br />

prima volta si trovavano ad affrontare un nemico agguerrito e baldanzoso per<br />

le molte vittorie, scarsamente armati e per niente addestrati. Fecero essi tutto il<br />

possibile. da sottolineare che la Costituzione della Repubblica romana del 1849<br />

votata, in Campidoglio, giusto l’ultimo giorno <strong>di</strong> guerra, avanzatissima, può essere<br />

ben considerata la progenitrice della nostra Carta Costituzionale del 1948,<br />

proclamata praticamente cent’anni dopo.<br />

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