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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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nizzazione.<br />

I parroci erano costretti a consegnare i libri parrocchiali per la formazione dei<br />

ruoli e delle liste.<br />

Nei giorni fra il 21 e il 24 gennaio 1849 si svolsero liberamente le elezioni con<br />

i seggi vigilati dagli uomini della Guar<strong>di</strong>a civica. I votanti furono 250.000 ossia il<br />

30% degli aventi <strong>di</strong>ritto: dato ottimo considerata l’opposizione <strong>di</strong> larga parte del<br />

clero e l’assenza della maggioranza delle arretrate campagne. Risultarono eletti<br />

200 deputati che si inse<strong>di</strong>arono il 5 febbraio 1849 e circa 120 <strong>di</strong> questi risultarono<br />

a favore <strong>di</strong> una Repubblica ( l’8 febbraio 1848), il cui decreto <strong>di</strong> proclamazione<br />

(9 febbraio 1849) venne redatto dal budriese Quirico Filopanti (soltanto 20<br />

votarono per il già <strong>di</strong>mostrato impossibile stato costituzionale clericale).<br />

Il 18 marzo 1849 si emise il decreto che cambiava la denominazione della<br />

Guar<strong>di</strong>a civica in Guar<strong>di</strong>a nazionale. Alla fine dello stesso mese un corpo <strong>di</strong> 7mila<br />

francesi sbarcava a Civitavecchia e si spostava verso Roma, percorrendo la via<br />

Aurelia con quartier generale a Castel <strong>di</strong> Guido.<br />

I francesi, che contavano su <strong>di</strong> una favorevole accoglienza della popolazione,<br />

rimasero delusi.<br />

Non avevano forze sufficienti per porre un asse<strong>di</strong>o classico alla città, ovvero<br />

circondarla nel suo perimetro <strong>di</strong> oltre 30 km, per cui puntarono alla posizione<br />

migliore e cioè alla più elevata: il colle Gianicolo da dove le loro artiglierie potevano<br />

battere con il fuoco tutta intera (o quasi) la città e specie il centro storico.<br />

Lo schieramento francese quin<strong>di</strong> andava da monte Mario sull’ala sinistra alla<br />

Basilica <strong>di</strong> S. Paolo sulla destra, a cavallo del Tevere, dove lanciarono un ponte<br />

galleggiante.<br />

Tentarono <strong>di</strong> impadronirsi nella zona <strong>di</strong> monte Mario dell’antico ponte Rotto<br />

(p. Milvio), che però venne valorosamente <strong>di</strong>feso. Per tutto il resto delle malandate<br />

mura Aureliane si limitarono ad effettuare perlustrazioni con pattuglie <strong>di</strong><br />

cavalleria. I francesi attaccarono il giorno 30 <strong>di</strong> aprile sulla <strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> porta<br />

Cavalleggeri- porta Angelica, ma con una errata valutazione nei confronti dei<br />

<strong>di</strong>fensori, vennero clamorosamente respinti, soffrendo centinaia <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te.<br />

A quel punto subentrò una pausa con il comandante francese Au<strong>di</strong>not installato<br />

a villa doria-Pamphili fuori <strong>di</strong> porta S. Pancrazio. Si iniziò una strana tregua<br />

fatta <strong>di</strong> messaggi fra il generale francese e il Triumvirato che teneva il potere<br />

governativo <strong>di</strong> Roma, ma che aveva il chiaro scopo <strong>di</strong> fare arrivare dalla Francia<br />

a Civitavecchia grossi rinforzi <strong>di</strong> truppe (e soprattutto <strong>di</strong> artiglierie). Quin<strong>di</strong> considerato<br />

l’enorme vantaggio in fatto <strong>di</strong> addestramento ed equipaggiamento dei<br />

francesi sui repubblicani e l’arrivo del corpo <strong>di</strong> rinforzo, non c’erano più dubbi<br />

sull’esito della lotta. Se ai vantaggi sopra descritti si aggiungeva pure l’attacco<br />

dei napoletani verso i colli Albani e la provincia <strong>di</strong> Frosinone ed era annunciato<br />

anche l’arrivo <strong>di</strong> truppe spagnole che avrebbero, poi si vide, scorrazzato nel Lazio<br />

senza però mai costituire un grosso problema militare, la Repubblica era finita.<br />

Garibal<strong>di</strong> pure era arrivato a Roma con la sua Legione denominata “italiana”<br />

e si mise a <strong>di</strong>sposizione della Repubblica. Venne subito impiegato a respingere i<br />

napoletani, che sconfisse a Velletri. I francesi attaccarono villa Corsini (detta dei<br />

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