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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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forza fra <strong>di</strong> loro variabile che marciarono verso Bondeno/Stellata e Ferrara onde<br />

riunirsi così da formare battaglioni <strong>di</strong> civici mobili il cui comando doveva essere<br />

assunto dal gen. Ferrari (mentre l’esercito regolare era affidato al piemontese gen.<br />

G. durando che, “fuori quadro” (aveva combattuto in Spagna nelle guerre carliste),<br />

aveva assunto servizio nell’esercito pontificio. Alla Stellata <strong>di</strong> Bondeno confluirono<br />

le colonne <strong>di</strong> Cento, Crevalcore, Persiceto e S.Agata B. che andarono a costituire<br />

sei Compagnie <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> uomini ciascuna, formando così un battaglione <strong>di</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a civica mobile che si volle chiamare “<strong>di</strong> Cento”, con forti reazioni contrarie<br />

da parte dei volontari delle altre Comunità (figurarsi il campanilismo dell’epoca...).<br />

Sentendo montare lo scontento si dovette interessare della questione lo stesso<br />

gen. durando che decise per il nome <strong>di</strong> “Basso Reno”, <strong>di</strong> assonanza napoleonica,<br />

essendo il comandante dei corpi non regolari, ossia non permanenti, gen. Ferrari,<br />

ancora lontano.<br />

Il battaglione composto <strong>di</strong> sei Compagnie, dove la 1.a e la 2.a erano <strong>di</strong> Cento<br />

e Pieve, la 3.a <strong>di</strong> Crevalcore, la 4.a <strong>di</strong> Persiceto, la 5.a mista e la 6.a <strong>di</strong> S.Agata B.,<br />

mentre successivamente si aggregarono altre due Compagnie <strong>di</strong> Castel Bolognese,<br />

la 7.a e la 8.a del cap. Bu<strong>di</strong>ni, in seguito concentratesi in una sola, per questione <strong>di</strong><br />

personale.<br />

Il comandante il battaglione “Basso Reno” era il vecchio comandante della<br />

guar<strong>di</strong>a civica stanziale <strong>di</strong> Cento ten. col. Vito <strong>di</strong>ana che doveva la sua nomina ai<br />

maneggi dell’arcivescovo <strong>di</strong> Ferrara mons. Cadolini e all’alto funzionario centese,<br />

in servizio nel governo <strong>di</strong> Roma, avv. Francesco Borgatti (destinato ad un brillante<br />

avvenire nel parlamento del futuro Regno d’Italia) 12 . Ciò è la riprova del sistema<br />

delle nomine pontificie.<br />

Il <strong>di</strong>ana aveva in sott’or<strong>di</strong>ne i maggiori Berselli <strong>di</strong> Cento e Rossi <strong>di</strong> Crevalcore<br />

e decise <strong>di</strong> passare il Po, il che avvenne puntualmente con traghettamento<br />

13 nella zona <strong>di</strong> Sermide il giorno 5 <strong>di</strong> aprile del 1848, primo dei reparti<br />

pontifici, se non fosse che il futuro me<strong>di</strong>co centese Didaco Facchini riven<strong>di</strong>-<br />

12 Franceso Borgatti (Renazzo1818-Firenze 1885). Cattolico conservatore, apertosi, sempre con<br />

molta cautela, alle nuove istanze dei tempi. In stretti rapporti personali con l'arcivescovo <strong>di</strong> Ferrara<br />

Cadolini, su suggerimento o in accordo con questi, fu all'origine della (infelice) scelta <strong>di</strong> Vito<br />

<strong>di</strong>ana al comando prima della Guar<strong>di</strong>a civica centese e poi del battaglione civico mobile del “Basso<br />

Reno”, nell'avanzata su Ostiglia. Il Borgatti, laureatosi in Legge a Bologna, si trasferì nella papalina<br />

Roma (in gran fermento) ottenendo subito una serie <strong>di</strong> alti incarichi nei ministeri pontifici. Diresse<br />

il giornale “La speranza”. Segretario generale del ministero degli esteri, snodo cruciale nei rapporti<br />

fra i vari Stati italiani e segnatamente col Piemonte. Ebbe subdolamente contraria la Segreteria <strong>di</strong><br />

stato vaticana. dopo l'Unità fu più volte eletto dai centesi deputato alla Camera italiana e, più tar<strong>di</strong>,<br />

nominato dal Re senatore (allora carica a vita). Successivamente <strong>di</strong>venne, del Senato, vicepresidente<br />

reggente.<br />

Ebbe ruolo <strong>di</strong> primo piano nel giu<strong>di</strong>zio per alto tra<strong>di</strong>mento contro l'Ammiraglio Pellion <strong>di</strong> Persano,<br />

celebrato dal Senato del regno, sedente in Alta corte <strong>di</strong> giustizia, per la vergognosa sconfitta subita<br />

dalla flotta nel mare <strong>di</strong> Lissa (1866). Fu inoltre Ministro <strong>di</strong> Grazia e giustizia e dei culti dal 1866 al<br />

1867 nel Gabinetto <strong>di</strong> Bettino Ricasoli.<br />

13 Non esistevano ancora ponti galleggianti e tanto meno fissi, nella zona.<br />

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