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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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tico furono veramente rivoluzionari e in questi avvenimenti ci sono sempre<br />

vincitori e vinti: lo Stato pontificio fu certamente perdente, sotto l’aspetto<br />

politico ed economico, con la scomparsa della sua sovranità, la soppressione<br />

degli or<strong>di</strong>ni religiosi “regolari” e la conseguente confisca dei loro beni fon<strong>di</strong>ari.<br />

La riorganizzazione politica territoriale portò alla nascita della Repubblica<br />

confederale cispadana, la prima ad inalberare il tricolore bianco-rosso-verde<br />

(ma la prima ban<strong>di</strong>era ebbe i tre colori francesi, <strong>di</strong>sposti orizzontalmente).<br />

Venne sud<strong>di</strong>visa territorialmente, alla francese, in <strong>di</strong>partimenti nominati da<br />

fiumi o specchi d’acqua.<br />

Cento <strong>di</strong>venne il capoluogo del <strong>di</strong>partimento dell’ “Alta Padusa” (antico<br />

specchio vallivo che si estendeva per tutto il territorio <strong>di</strong> interesse). Successivamente<br />

la Repubblica cispadana confluì in quella Cisalpina e quin<strong>di</strong> nel<br />

Regno d’Italia, con Milano capitale.<br />

Nonostante certe durezze ed egoismi francesi 3 era stato fatto un grande<br />

passo avanti verso un nuovo stato <strong>di</strong> cose anche se la finale sconfitta napoleonica<br />

<strong>di</strong> Waterloo spense, almeno per il momento, il grande sogno delle classi<br />

italiane più evolute culturalmente.<br />

La Restaurazione<br />

Così come è stato necessario esaminare le “ra<strong>di</strong>ci napoleoniche” del Risorgimento<br />

italiano è giocoforza delineare il quadro della cosiddetta Restaurazione,<br />

ossia della riorganizzazione dei territori e delle relative sovranità secondo<br />

le imposizioni delle Potenze vincitrici che avevano sconfitto Napoleone.<br />

La risistemazione dell’Europa tendeva innanzitutto a rimettere o, appunto,<br />

a restaurare gli antichi Stati pre-napoleonici tenendo però conto delle mutazioni<br />

irreversibili intervenute nel quasi ventennio “francese” e ciò riuscì molto<br />

bene sotto la <strong>di</strong>rezione abile del Ministro degli esteri austriaco Metternich,<br />

accorto <strong>di</strong>plomatico (specie nella cura degli interessi particolari austriaci).<br />

Se in qualche modo si erano restaurati stati e sovrani era però opera impossibile<br />

rimettere in<strong>di</strong>etro cultura e mentalità delle popolazioni che avevano<br />

assaporato il gusto della libertà e della citta<strong>di</strong>nanza anche se ciò non avvenne<br />

sempre nell’ampiezza teorizzata dagli intellettuali: dopotutto era stato un<br />

ventennio in larga parte passato in stato <strong>di</strong> guerra e la mano <strong>di</strong> Parigi si era<br />

fatta sentire pesantemente. Le varie classi della popolazione avevano partecipato<br />

alle vicende in modo <strong>di</strong>verso a seconda dei casi. La nobiltà, per convinzione<br />

o per convenienza, si era schierata con gli stati francofili. La borghesia<br />

degli affari era stata la maggiore beneficiaria della situazione anche per la<br />

costituzione <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> ampio mercato comune “ante litteram” che aveva<br />

soppiantato le tante frontiere (e relative dogane) vigenti nell’antico regime.<br />

Gli intellettuali avevano goduto <strong>di</strong> un clima insperato, una integrale realizza-<br />

3 Non secondaria la colossale razzia <strong>di</strong> opere d'arte or<strong>di</strong>nata dal Generale in capo per costituire il<br />

grande museo nazionale <strong>di</strong> Parigi.<br />

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