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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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crevalcorese, dove, a detta <strong>di</strong> don Angelo Frabetti, “ portarono la peste dei vizi e<br />

la totale rovina della gioventù locale”. A <strong>di</strong>sturbare il cappellano della chiesa <strong>di</strong> San<br />

Silvestro era probabilmente la <strong>di</strong>ffusione degli ideali legati all’insurrezione che<br />

continuavano a minacciare il potere temporale dello Stato Pontificio.<br />

Nei mesi seguenti furti e rapine si intensificarono, ma più che alla presenza<br />

degli esiliati estensi nel nostro territorio, erano da attribuire alla scarsità <strong>di</strong> mezzi<br />

<strong>di</strong> sostentamento della popolazione.<br />

Nei Bollettini politici inviati al Governo sono continue le richieste, presentate<br />

dal Priore Vecchi, <strong>di</strong> interventi per favorire l’occupazione fra i braccianti:<br />

“- 8 Aprile Manca ad una gran parte <strong>di</strong> questi numerosi Braccianti il lavoro nell’attuale<br />

stagione, e mancano pure i mezzi ed i lavori anche a questa Magistratura onde poter impiegare<br />

un numero si grande <strong>di</strong> operai ascendenti a circa al n° 400.<br />

Ieri l’altro 6 corr. Si attrupparono in numero <strong>di</strong> centotrenta e più <strong>di</strong> costoro, e vennero in<br />

quest’ufficio chiedendo voler lavorare per guadagnarsi il vivere ed a stento si poterono <strong>di</strong>ssipare<br />

col dargli baj cinque per ciascuno.<br />

Questa carica si è pur adoperata presso i pochi proprietari <strong>di</strong> risaie, onde impieghino questa<br />

gente sfacendata, il che si è ottenuto per un certo numero, e per pochi giorni, stante i pochi lavori<br />

delle risaje, che sono ormai terminati.<br />

-15 Aprile, continua il bisogno <strong>di</strong> trovare lavoro alli Braccianti, ma non si sa il modo d’impiegarli,<br />

ed il bisogno e lagnanze cresceranno, mentre in breve cessano le vangature e la semina<br />

delle risaie, ed in proporzione della moltitu<strong>di</strong>ne pochi sono quelli che passeranno a lavorare nel<br />

Veronese.<br />

-22 Aprile, Fuori dè furti su descritti che suppongonsi commessi purtroppo da tanta gente<br />

priva <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> sussistenza, uniti a male intenzionati, la popolazione sarebbe quieta e tranquilla,<br />

stante che lo spirito pubblico non soffre alterazione veruna.<br />

-29 Aprile, L’impegno <strong>di</strong> dare pane, o lavoro a molti Braccianti ha recato molto imbarazzo.<br />

Ora però pare cessato dacchè parte partono pel Veronese, a parte maggiore sono spe<strong>di</strong>ti alli<br />

lavori dell’Argine <strong>di</strong> Reno alla Bastia.<br />

Si è dovuto però far arrestare, e tradurre al Governo <strong>di</strong> S.Giovanni certo Luigi Allegretti,<br />

che oltre a farsi capo è più ar<strong>di</strong>mentoso degli altri usava parole insolenti”.<br />

Per favorire l’occupazione dei braccianti vennero inoltre intrapresi lavori <strong>di</strong><br />

allargamento della strada per Bologna e <strong>di</strong> acciottolamento della strada maestra<br />

del paese.<br />

Al fine <strong>di</strong> allontanare le insi<strong>di</strong>e rivoluzionare dal proprio territorio, il governo<br />

Pontificio iniziò una lenta e progressiva repressione dei coinvolti nell’insurrezione.<br />

In territorio crevalcorese, confinante con lo stato estense, si intensificarono le<br />

perlustrazioni delle guar<strong>di</strong>e locali, prima forense e poi rurale, e dei Carabinieri, in<br />

qualche occasione affiancati a reparti mobili <strong>di</strong> Carabinieri e guar<strong>di</strong>e pontificie.<br />

Anche alcuni Crevalcoresi che parteciparono alla rivolta ritennero più prudente<br />

emigrare, fra questi Rebigiani don Achille, parroco a Palata, emigrato in Fran-<br />

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