37 Febbraio 1831, Crevalcore - Esposizione del tricolore dal Palazzo Comunale
38 utilizzati come quartiere dalla Guar<strong>di</strong>a Nazionale in Epoca Napoleonica, venne organizzata la caserma della nuova forza militare, subito posta sotto la sorveglianza <strong>di</strong> sentinelle. Comandante in capo della Guar<strong>di</strong>a Nazionale <strong>Crevalcorese</strong> fu eletto il sig. Giuseppe Michelini. La strategia militare a <strong>di</strong>fesa del governo e della nuova costituzione era suggerita da un volantino <strong>di</strong>ffuso a Bologna il 7 Febbraio, intitolato “ Nuovo catechismo pel 1831” che pre<strong>di</strong>cava: “Chi non potrà avere uno schioppo, prenderà una forca, un ba<strong>di</strong>le, la falce del fieno <strong>di</strong>rizzata, un bastone con una punta <strong>di</strong> ferro. Quando il nemico minaccia le frontiere, bisogna subito ritirare i viveri, i bestiami, e le munizioni nei borghi, nelle castella, e nelle città; e là, all’imboccatura <strong>di</strong> tutte le strade, coprirsi <strong>di</strong> barricate, alte cinque pie<strong>di</strong>, e ripetute anche nell’interno, a cento passi <strong>di</strong>stanti uno dall’altra. Bisogna inoltre preparare nelle case dei sassi e delle pietre. Quando il nemico si presenterà, gli uomini armati si <strong>di</strong>fenderanno <strong>di</strong>etro le barricate, e le donne, i vecchj, ed i ragazzi, dalle finestre e dai tetti getteranno sul nemico i sassi, le pietre, i tegoli stessi. Il paese che sarà minacciato farà subito suonare la campana a martello; ed i paesi circonvicini, che non avranno il nemico in vista, invieranno imme<strong>di</strong>atamente tutti gli uomini armati in soccorso del paese attaccato. In questo modo nessun nemico, per forte che sia, potrà sottomettere il popolo”. Il nemico possente, addestrato ed equipaggiato, era già arrivato in soccorso della duchessa <strong>di</strong> Parma e del duca <strong>di</strong> Modena. Si trattava dell’esercito Austriaco che a Fiorenzuola d’Arda il 2 Marzo sconfisse gli insorti parmensi e tre giorni dopo a Novi quelli modenesi. Il 6 <strong>di</strong> Marzo, giorno successivo alla battaglia, la notizia della sconfitta degli insorti modenesi giunse e si <strong>di</strong>ffuse in paese per opera <strong>di</strong> un certo Petronio Accorsi, crevalcorese e volontario nei dragoni della provincia <strong>di</strong> Modena, corpo militare in cui era corso ad arruolarsi nei giorni successivi all’insurrezione. Petronio Vecchi, Priore <strong>di</strong> Crevalcore, per evitare allarmismi fra la popolazione pose il reduce sotto la custo<strong>di</strong>a del corpo <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a e informò imme<strong>di</strong>atamente il Governo provvisorio della Città e Provincia <strong>di</strong> Bologna, della vittoria austriaca: “il battaglione dell’arciduca <strong>di</strong> Modena arrivò jeri a Carpi <strong>di</strong>rigendosi verso Modena ma che <strong>di</strong>mostratosi coi liberali e venuto alla zuffa con questi fosse prima sconfitto, ma che <strong>di</strong>ppoi rinforzato da truppa tedesca furono i liberali respinti”; e del conseguente sviluppo della situazione : “<strong>di</strong>versi modenesi <strong>di</strong> Bomporto che hanno confirmata la avanti detta Notizia, <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigersi a Castelfranco per raggiungervi i liberali modenesi ivi dovuti ritirarsi per l’urto dè tedeschi “. Le notizie trasmesse al Governo Bolognese furono integrate ancora dal Priore, verso sera, da un secondo <strong>di</strong>spaccio che riportava: “6 marzo 1831.