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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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“essendo… molto giovane e da marito” si fece un tentativo <strong>di</strong> curarla in<br />

paese per non infamarla inviandola al carcere correzionale.<br />

Quando nel 1869 si avviò la regolare pratica della visita bisettimanale<br />

l’Ospedale civile aveva messo a <strong>di</strong>sposizione un locale al piano terreno del<br />

palazzo SS. Salvatore, sede dell’Ospedale omonimo, con accesso dal lato<br />

Sud, dove fino a non molti anni fa era ubicato l’Ufficio Postale. Poiché il<br />

corridoio su cui affacciava tale camera era <strong>di</strong>rettamente collegato da un<br />

lato all’ingresso principale e alla scala per i reparti <strong>di</strong> infermeria del piano<br />

superiore, dall’altro alla Piazza oggi detta Sassoli, si venivano a ingenerare<br />

incresciosi incontri o scontri fra i malati <strong>di</strong> ogni età e sesso, i <strong>di</strong>pendenti<br />

e le donne pubbliche che trascendevano in scostumate condotte. Esse<br />

davano spesso motivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo con il loro linguaggio, il loro berciare, il<br />

loro sconcio comportamento ed abbigliamento e per <strong>di</strong> più non mancava<br />

l’indecoroso sollazzo dei giovanotti e dei per<strong>di</strong>tempo che nei giorni e<br />

orari <strong>di</strong> visita sfilavano su e giù per la piazza per vedere e irridere le<br />

prostitute che vi convenivano. Con una specie <strong>di</strong> “blitz” la presidenza<br />

dell’Ospedale revocò <strong>di</strong> punto in bianco la concessione della camera, e<br />

ne scaturì una polemica col <strong>Comune</strong> e una denuncia alla Prefettura,<br />

fino a che si giunse ad una ricucitura dello strappo quando l’Ospedale<br />

concesse dapprima un altro locale al piano superiore dello stabilimento,<br />

più appartato e riguardato (forse quello subito a destra dello scalone <strong>di</strong><br />

accesso in fondo agli attuali uffici della Biblioteca Comunale) e in seguito<br />

due locali nella Pia Casa <strong>di</strong> Ricovero, a pianterreno nella via del portico<br />

<strong>di</strong> S. Francesco (quello del vecchio Ospedale), con accesso da una porta<br />

che dava sull’angolo con via Borletto, più defilati e più adatti allo scopo.<br />

Abitualmente venivano obbligate a visita tutte le donne sospette <strong>di</strong><br />

“darsi in braccio al meretricio” anche se non erano iscritte nel registro e<br />

non erano in possesso del libretto. Le donne trovate affette da “celtico<br />

malore” venivano inviate a cura coatta, ma i me<strong>di</strong>ci erano piuttosto<br />

approssimativi nel decidere <strong>di</strong> quale malattia si trattasse e per lo più si<br />

limitavano a descrivere i sintomi e le lesioni, tanto che la Questura<br />

ancora nel 1870 doveva riba<strong>di</strong>re che al Sifilocomio dovevano essere inviate<br />

solo donne affette da “vera lue”.

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