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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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città <strong>di</strong> Torino, che attribuivano il potere <strong>di</strong> sorveglianza alla Questura e<br />

introducevano l’istituzione <strong>di</strong> un apposito Ufficio Sanitario operante in<br />

<strong>di</strong>retta relazione con essa. Il carteggio conservato nell’Archivio Storico<br />

<strong>di</strong> Persiceto, alla voce “Polizia - Meretrici”, (quello che non si è trovato,<br />

come detto più sopra, a Crevalcore) inizia invece nel maggio 1863, dopo<br />

che le istituzioni regie si erano già stabilmente installate ed era già attiva<br />

la “Regia delegazione Mandamentale <strong>di</strong> S. Giovanni in Persiceto” della<br />

Polizia, cui spettava, fra gli altri, anche il compito <strong>di</strong> applicare il Regolamento<br />

Cavour. da quel momento i mittenti e i destinatari delle corrispondenze<br />

relative alla prostituzione <strong>di</strong>ventarono stabilmente il delegato <strong>di</strong> Pubblica<br />

Sicurezza, l’Ufficio Sanitario, la Questura e i <strong>di</strong>rettori me<strong>di</strong>ci dell’Ufficio<br />

Sanitario e del Sifilocomio <strong>di</strong> Bologna, il Sindaco, oltre al Comando dei<br />

Regi Carabinieri.<br />

Quali erano i contesti e le persone che determinavano i <strong>di</strong>versi aspetti<br />

del controllo della prostituzione locale?<br />

Nel primo momento <strong>di</strong> applicazione dei regolamenti il compito<br />

principale delle autorità consisteva nell’in<strong>di</strong>viduare le presunte prostitute,<br />

così da poterle assoggettare alla visita sanitaria coatta. Poiché i<br />

regolamenti affermavano che erano da considerarsi meretrici le donne<br />

che esercitavano notoriamente la prostituzione, il criterio <strong>di</strong> accertamento<br />

si fondava sulle voci della “pubblica fama”. Non tutte le voci giungevano<br />

ad essere svelate e registrate nelle pubbliche carte, bensì solo quelle che<br />

riguardavano gli ambienti più poveri, “miserabili”, in quanto era la miseria<br />

che conduceva i casi alle autorità, tenute ad occuparsi <strong>di</strong> chi non aveva<br />

mezzi per sostenersi. Coloro che i mezzi li avevano contavano su riguardo<br />

e riservatezza e gestivano le loro faccende in un modo più <strong>di</strong>screto! In ogni<br />

caso, all’inizio gli sconcertati impiegati del decaduto governo pontificio<br />

si trovarono a dover affrontare un compito imbarazzante e scabroso e si<br />

dovettero improvvisamente occupare <strong>di</strong> malattie vergognose e <strong>di</strong> oscure<br />

parti anatomiche femminili. Nella pratica amministrativa tuttavia, tranne<br />

che nei certificati me<strong>di</strong>ci, praticamente “pornografici” nella crudezza del<br />

loro linguaggio, per nascondere l’imbarazzo, si cercava <strong>di</strong> usare eufemismi<br />

e giri <strong>di</strong> parole, quali “mal francese” o “male attaccaticcio”, “parti<br />

pudende”, “tributi mensili”, “arte meretricia” o “ turpe mestiere”.<br />

Sebbene constatasse con un certo rammarico che era stato “impossibile<br />

in questa città fondare una casa <strong>di</strong> tolleranza”, il delegato segnalava che<br />

esistevano non poche prostitute, in particolare nella zona attorno a Porta<br />

Ferrara e al canale, dove frequenti clamori notturni suscitavano i reclami<br />

dei citta<strong>di</strong>ni e delle autorità. Tuttavia l’esame della documentazione mostra

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