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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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109<br />

aveva espresso una scelta pro-unità, il sindaco vi si recò per consegnare al re un<br />

contributo volontario <strong>di</strong> 10.000£ per sostenere “la guerra per l’in<strong>di</strong>pendenza”:<br />

così era in<strong>di</strong>cata nei documenti.<br />

Come si può notare, non solo la Legazione era stata abbandonata, ma anche<br />

la moneta antica. Il 1860 portò progressivamente il passaggio dagli scu<strong>di</strong>, dai baj<br />

alle lire.<br />

Altri cambiamenti entravano nella vita dei citta<strong>di</strong>ni. Infatti il primo Gennaio<br />

1861, oltre a tornare Bolognesi, i Crevalcoresi adottarono il sistema metrico<br />

decimale per i pesi e le misure, in base ad un decreto del Governo Generale delle<br />

Romagne del 1859 7 .<br />

Il 13 Maggio 1860 fu festeggiata l’adozione dello Statuto Sabaudo, la carta<br />

costituzionale che apriva spiragli <strong>di</strong> partecipazione democratica. Nella festa<br />

organizzata, però, “i preti delle legazioni”rifiutarono <strong>di</strong> cantare nella Chiesa<br />

Parrocchiale; il Te deum fu eseguito da tre (preti) modenesi 8 .<br />

Erano passati pochi mesi dai festeggiamenti seguiti alla nomina del deputato<br />

all’Assemblea Nazionale dell’Ottobre 1859. In quell’occasione invece le votazioni<br />

furono aperte dai rintocchi del campanile e le celebrazioni avvennero fra inni,<br />

grida come “Viva Vittorio Emanuele” e grazie rese in Chiesa, per cui sembrava<br />

che si potesse comporre la laicità del momento e la religiosità paesana, come<br />

spesso accadeva nei comuni più o meno gran<strong>di</strong> della “bassa”.<br />

Il 17 Luglio morì a Milazzo Petronio Setti, un giovane crevalcorese che si<br />

era arruolato al seguito delle camicie rosse <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>, sbarcate in Sicilia l’11<br />

Maggio per rendere ancora più veloce il processo <strong>di</strong> annessione del Sud Italia<br />

che non intraprese la via dei plebisciti 9 .<br />

Oltre a Setti, altri moriranno sotto la ban<strong>di</strong>era italiana: Barbieri Aurelio,<br />

Bergamaschi Luigi, Malaguti Giovanni, Malavasi Enrico, caduti a Custoza nel<br />

1866.<br />

Meletti scrive che molti furono i volontari pronti a combattere per<br />

l’in<strong>di</strong>pendenza: chi combattè nel regio esercito come Albertini Emi<strong>di</strong>o, Poppi<br />

Francesco, Fregni Luigi, il dottor Federico Rossi che si arruolò come soldato<br />

semplice, chi nei garibal<strong>di</strong>ni come Breveglieri Valerio 10 .<br />

E’ il caso <strong>di</strong> ricordare che in territorio veneto e romano erano morti nel 1848<br />

e nel 1849 il capitano Cremonini domenico, Bellinelli Luigi, Cremonini Luigi,<br />

Grenzi Pietro, Paltrinieri Gaetano, Righi Luigi, Rondelli Giovanni, i cui nomi<br />

sono oggi sulle lapi<strong>di</strong> affisse nell’ingresso del nostro palazzo comunale.<br />

Elisabetta Rossi, figlia come si è già detto del capitano Tommaso Rossi, in<br />

un manoscritto presumibilmente redatto dopo il 1849, racconta <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> legati<br />

al proprio soggiorno a Roma durante gli scontri per <strong>di</strong>fendere la costituzione<br />

della Repubblica Romana. In queste memorie scrisse <strong>di</strong> un eroico episo<strong>di</strong>o in<br />

7 L. Meletti, cit, Parte III, ibidem<br />

8 L. Meletti, cit, Parte II, ibidem<br />

9 L. Meletti, cit,Parte II, idem<br />

10 L. Meletti, cit, Parte III, ibidem

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