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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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107<br />

Crevalcore scelsero, dunque, senza dubbio alcuno la via della costruzione <strong>di</strong> uno<br />

stato unitario.<br />

Meletti nei suoi Annali riporta per l’Emilia i seguenti dati:<br />

Popolazione 2.127.105<br />

Iscritti 526.218<br />

Votanti 427.512<br />

Annessione 426.006<br />

Regno separato 756<br />

Voti nulli 750<br />

Anche in quei territori che cent’anni dopo andranno a costituire la regione<br />

emiliana, il risultato fu molto netto e a favore dello stato unico.<br />

Con l’aiuto delle cronache manoscritte redatte dallo stu<strong>di</strong>oso locale Lorenzo<br />

Meletti, è possibile seguire per sommi capi le vicende del Consiglio post-unitario.<br />

Risulta così che la classe politica praticamente non mutò dopo il plebiscito; si<br />

mo<strong>di</strong>ficarono i titoli - non più Priore e Anziani, ma Sindaco e Assessori - però gli<br />

uomini a capo dell’amministrazione sostanzialmente non cambiarono. Si trattava<br />

dei possidenti, dei professionisti, i “notabili” del paese che si autodefinivano”<br />

costituzionali” o “costituzionalisti”, fedeli all’ideale monarchico coniugato al culto<br />

della famiglia reale e ad una visione “agrarista” della vita economica e sociale 5 .<br />

Il 18 Marzo 1860 le province emiliane e la Toscana entrarono quin<strong>di</strong> a far<br />

parte del Regno <strong>di</strong> Sardegna con un formale atto pubblico, il voto, per <strong>di</strong>mostrare<br />

anche all’Europa che la strada intrapresa era con<strong>di</strong>visa dal popolo.<br />

Occorre restringere il campo quando si parla <strong>di</strong> “popolo” rispetto alle elezioni:<br />

in realtà gli aventi <strong>di</strong>ritto al voto erano esclusivamente i citta<strong>di</strong>ni maschi, maggiori<br />

<strong>di</strong> 21 anni e con una certa <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> censo, sia per il voto amministrativo<br />

che politico.<br />

Il 3 Febbraio 1861 ebbe inizio la prima legislatura del parlamento italiano. Fu<br />

eletta da 239.583 elettori, la metà circa del corpo elettorale che rappresentava<br />

a sua volta l’1,9 % degli abitanti del regno che ammontavano a 21.700.000<br />

citta<strong>di</strong>ni. Il suffragio era rigidamente censitario: il requisito minimo per accedervi<br />

era il pagamento <strong>di</strong> almeno quaranta lire annue <strong>di</strong> imposte in<strong>di</strong>rette. Nel 1882<br />

verrà “allargato” al 7% della popolazione. La via della partecipazione politica<br />

ampiamente democratica era ancora molto in salita.<br />

Non bisogna però pensare che, essendo escluse dal voto, le donne italiane<br />

fossero completamente estranee alle lotte e alle riven<strong>di</strong>cazioni. Molte mogli,<br />

fidanzate, amanti e donne libere da legami sentimentali, appoggiarono e <strong>di</strong>scussero<br />

le scelte risorgimentali, fossero esse mazziniane, cavouriane, costituzionaliste…<br />

5 Magda Abbati, Un comune Emiliano fra 1800 e 1900: Crevalcore , Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia<br />

dell’Università <strong>di</strong> Bologna, Corso <strong>di</strong> Storia Contemporanea, a. a. 1987-1988

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