iscrizioni parlanti - Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari ...
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FRANCO BENUCCI E GIULIA FOLADORE<br />
‘ISCRIZIONI PARLANTI’ E ‘ISCRIZIONI INTERPELLANTI’<br />
NELL’EPIGRAFIA MEDIEVALE PADOVANA<br />
supporto materiale dell’epigrafe stessa (campana, statua, lastra), che si<br />
<strong>di</strong>chiara opera (10.e: Gregorius me fecit) o frutto della committenza (10.i:<br />
Calle morans Blasi me insculpsit Bartholomeus pistor, v. n. 31) <strong>di</strong> qualcuno,<br />
o che interpella illocutivamente i propri fruitori, per un loro intervento a<br />
favore dell’ILLE tematizzato (10.a: Omnes, rogo, orate pro requiente):<br />
potremo definire tali <strong>iscrizioni</strong> come ‘propriamente <strong>parlanti</strong>’, dato che esse<br />
danno <strong>di</strong>rettamente parola all’oggetto iscritto, senza ulteriori rinvii<br />
referenziali (in questi casi il vero produttore del testo si ‘autocancella’,<br />
nascondendosi del tutto <strong>di</strong>etro al proprio prodotto).<br />
Più ampia è invece la serie <strong>di</strong> <strong>iscrizioni</strong> dove il vero referente dell’EGO<br />
che figura come emittente del testo è il defunto che tramite quel testo si<br />
presenta ai posteri (10.b: Ortus eram Patavi, Iacobus …; 10.d: Id quod es<br />
ante fui, […] Lup[us]; 10.f: Baldus […] steti […] per annos; 10.g:<br />
Maximus hoc tumulo […] contegor …; 10.h: Francisc[us] […] certavi<br />
mondo penis …; 10.j Famoxus doctor notus in orbe fui […] Iohannes; 10.k:<br />
Gualpertinus ego, olim de stirpe Muxorum …; 10.l: Gatta Melata fui …;<br />
10.m: Virtute probatus in armis, Bonçanellus eram …; 10.n: Constantia<br />
[…] mole defeci mortis agonis …; 10.o: Paulus in exiguo contegor hoc<br />
tumulo …; 10.p: Miles eram magnus factis et nomine Mannus …) e ne<br />
richiede eventualmente il suffragio (v. paragrafo 4). In alcuni <strong>di</strong> questi casi<br />
(10.f,l,m,p) il defunto è tuttora visivamente presente alla situazione<br />
comunicativa grazie alla sua figura incisa sulla lastra tombale, giacente sul<br />
sarcofago o affrescata subito al <strong>di</strong> sopra, ma nella maggior parte <strong>di</strong> essi la<br />
sua presenza era (in origine e, a fortiori, è ora) solo intuibile all’interno della<br />
sepoltura: in<strong>di</strong>pendentemente da questo aspetto, che potremo definire <strong>di</strong><br />
presenza contestuale, è evidente che in tutti questi casi il testo epigrafico ‘sta<br />
per’ il defunto che ne è ricoperto e funge in certo senso da ‘fumetto’ per la<br />
sua ‘autopresentazione’ e per il suo <strong>di</strong>alogo con viatores e sequentes.<br />
Definiremo quin<strong>di</strong> tali <strong>iscrizioni</strong> come ‘pseudo<strong>parlanti</strong>’, nel senso appunto<br />
che danno parola a un EGO referenzialmente <strong>di</strong>stinto dal loro supporto<br />
materiale, pur comportando comunque una ‘autocancellazione’ del vero<br />
produttore del testo (eccezionale da questo punto <strong>di</strong> vista è il caso <strong>di</strong> (10.d),<br />
in cui il produttore del testo risulta coincidente col defunto stesso: vivens<br />
fecit).<br />
Del tutto analogo a questi casi <strong>di</strong> <strong>iscrizioni</strong> ‘pseudo<strong>parlanti</strong>’ è quello in<br />
(10.c), dove il vero referente dell’EGO emittente va inteso come S. Marco,<br />
contestalmente rappresentato dal leone alato (v. n. 28), che, all’indomani<br />
della conquista <strong>di</strong> Padova da parte <strong>di</strong> Venezia e della conseguente<br />
‘de<strong>di</strong>zione’ della città alla Serenissima, ricorda ai padovani la loro nuova<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>ti promettendo pace, tranquillità e buon governo in<br />
cambio della loro fedeltà: sceptra tenens, Marcus, letis promitto triumphis<br />
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