iscrizioni parlanti - Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari ...
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FRANCO BENUCCI E GIULIA FOLADORE<br />
‘ISCRIZIONI PARLANTI’ E ‘ISCRIZIONI INTERPELLANTI’<br />
NELL’EPIGRAFIA MEDIEVALE PADOVANA<br />
L’ultima riga dell’iscrizione riporta la data del 31 agosto 1370,<br />
corrispondente a quella della presunta morte <strong>di</strong> Manno Donati, a seguito<br />
della battaglia <strong>di</strong> Reggio, come è in<strong>di</strong>cata in un’anonima Cronichetta<br />
fiorentina (“In calen <strong>di</strong> Settembre messer Manno Donati s’andò in Para<strong>di</strong>so<br />
per l’affanno ch’avea auto nella battaglia”) e come la si deduce dalle<br />
Historie fiorentine <strong>di</strong> Leonardo Bruni e <strong>di</strong> Domenico Buoninsegni, nonché<br />
dalla lettera <strong>di</strong> Lombardo della Seta a Petrarca, in risposta alla quale<br />
quest’ultimo compose e trasmise il testo dell’epitaffio (originariamente privo<br />
della data e comprensivo invece <strong>di</strong> tre ulteriori versi non riportati poi<br />
nell’epigrafe: “Italie externisque procul notissimus oris, ignotus patrie vixi:<br />
que forte sepultum optabit reducem, fors quem contempsit amabit”). 19<br />
Tuttavia, molte fonti documentarie coeve in<strong>di</strong>cano chiaramente che Manno<br />
Donati rimase in vita ben oltre quella data, almeno fino al 1374, 20 trattandosi<br />
verosimilmente a fine agosto 1370 <strong>di</strong> un caso <strong>di</strong> morte apparente, dovuto al<br />
sovraffaticamento subito nella battaglia, analogo a quello occorso a Ferrara<br />
allo stesso Petrarca, in occasione del suo viaggio a Roma nell’aprile 1370,<br />
“quando per trenta ore il grande poeta giacque nell’incoscienza e fu creduto<br />
morto”. 21 (G.F.)<br />
3.3. C’è poi una terza classe <strong>di</strong> <strong>iscrizioni</strong>, i cui testi si rivolgono a un TU<br />
‘ipostatico’ variamente presente nei testi stessi (ess. in (4): si tratta <strong>di</strong> testi<br />
orazionali rivolti alla Vergine o a Cristo), oppure a un TU ‘interno’, per così<br />
<strong>di</strong>re, cioè coincidente col tema (o uno dei temi) del testo stesso (ess. in (5): si<br />
tratta <strong>di</strong> testi funerari che interpellano come destinatario lo stesso defunto o<br />
il luogo in cui questi operò e fu sepolto): in tutti i casi, il TU rinvia in realtà a<br />
un referente che potrebbe benissimo (come avviene in altri testi, e<br />
19 Cfr. Wilkins 1960: 383-90.<br />
20 Le si veda riunite e <strong>di</strong>scusse in Wilkins 1960: 390-2. Ad esempio, il poeta minore<br />
fiorentino Francesco <strong>di</strong> Bivigliano degli Alberti afferma che quando venne<br />
battezzato a Padova nel 1371, furono suoi padrini Francesco Petrarca, Tommaso del<br />
Garbo e Manno Donati; inoltre, i Gatari lo annoverano nella loro Cronaca carrarese<br />
come uno dei membri del consiglio generale <strong>di</strong> Padova convocato da Francesco il<br />
Vecchio da Carrara nel luglio del 1372 (cfr. Me<strong>di</strong>n-Tolomei 1912: 63 r. 17).<br />
Assieme al fratello Pazzino, Manno Donati è registrato come ancora vivente in un<br />
prospetto fiscale fiorentino del 15 giugno 1375, mentre il 20 novembre dello stesso<br />
anno vengono eseguiti dei pagamenti da parte del fratello e <strong>di</strong> altri familiari in<br />
qualità <strong>di</strong> heredes domini Manni: tenendo conto dei tempi necessari per la<br />
trasmissione da Padova a Firenze della notizia della morte e per la sua registrazione,<br />
pare verosimile che egli sia morto l’anno prima, come conferma anche il<br />
manoscritto Strozzi 305, XXXVII dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Firenze, che nel 1374<br />
ricorda Pazzino come “tutore <strong>di</strong> Manno del q. messer Manno d’Apardo Donati”.<br />
21 Kohl 1992: 49.<br />
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