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Sulle tracce della storia - Sezione Vicenza

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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />

<strong>Sulle</strong> <strong>tracce</strong> <strong>della</strong> <strong>storia</strong><br />

Notiziario <strong>della</strong> sezioNe di ViceNza<br />

ANNO 2008 - NUMERO 4 - OTTOBRE - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong>


2 - La feritoia del Torrione<br />

Ricordo ancora il 4 novembre del ‘68.<br />

Giovane cronista alle prime armi dovevo<br />

scrivere la cronaca delle manifestazioni<br />

per i 50 anni <strong>della</strong> fine <strong>della</strong><br />

Grande Guerra, che a Feltre avevano<br />

un significato in più, perché era anche<br />

l’anniversario <strong>della</strong><br />

Liberazione dagli<br />

Austroungarici.<br />

E il corteo<br />

dei reduci entrò a Feltre proprio<br />

da quella via 31 Ottobre percorsa<br />

50 anni prima dopo essere<br />

scesi dal Grappa. Ero troppo<br />

giovane per capire a chi mi trovavo<br />

di fronte e conoscevo poco<br />

quegli eventi accaduti anche lì attorno<br />

alle mie montagne. E non mi<br />

era troppo simpatica quell’atmosfera<br />

da “Anniversario<br />

<strong>della</strong> vittoria”, con<br />

relativa retorica e<br />

discorsi roboanti.<br />

Adesso ci apprestiamo<br />

a celebrare<br />

i 90 dalla fine <strong>della</strong><br />

Grande Guerra.<br />

Reduci non ce ne sono<br />

più. Ma non è che<br />

con loro se n’è andato<br />

anche il ricordo<br />

di quegli episodi.<br />

Al contrario. È un<br />

ricordo che cresce<br />

con il passare degli<br />

anni, che acquista la<br />

sua giusta dimensione.<br />

Il Quattro Novembre non è<br />

più anniversario di vittoria, ma<br />

la celebrazione <strong>della</strong> fine di un<br />

immane conflitto, di sofferenze<br />

per milioni di giovani in tutta Europa,<br />

di disagi per le popolazioni. È l’omaggio riconoscente al sacrificio,<br />

al coraggio, alla sopportazione di tanti soldati guidati<br />

con perizia o mandati allo sbaraglio. Senza distinzione di<br />

bandiera. In tutte le guerre.<br />

Mi sembra che in questi ultimi anni ci sia una recupero e una<br />

giusta lettura del significato <strong>della</strong> Grande Guerra. Lo dimostra<br />

l’importante lavoro di ripristino delle opere sui teatri di<br />

guerra sulle Alpi, che vede gli alpini e l’Ana (anche qui!)<br />

in prima linea. E proprio quest’anno il “Premio fedeltà alla<br />

Quattro novembre<br />

montagna” dell’Ana nazionale è andato a chi si è distinto nel<br />

recupero dei manufatti bellici; la cerimonia di consegna si<br />

è svolta al Falzarego, proprio in uno dei più grandi teatri di<br />

guerra in alta montagna.<br />

Un significato particolare poi hanno avuto i tradizionali<br />

pellegrinaggi sull’Adamello, sul Grappa in occasione<br />

dell’adunata di Bassano, sull’Ortigara<br />

sotto la bufera, e sul Pasubio,<br />

in una giornata di vento<br />

gelido. Particolare<br />

molto importante,<br />

a queste ed altre<br />

cerimonie partecipano<br />

rappresentanti<br />

di eserciti che una volta<br />

erano nemici e che ora<br />

sono fratelli nel rendere<br />

omaggio ai combattenti<br />

di allora.<br />

Questo nuovo modo<br />

di vedere la Grande<br />

Guerra arriva in un<br />

momento in cui nella<br />

nostra società crescono<br />

tutt’altri modelli,<br />

come l’egoismo e<br />

l’intolleranza, il profitto<br />

a tutti i costi, lo<br />

scarso rispetto delle<br />

regole. Non è di tutti,<br />

per fortuna, e fra<br />

le eccezioni ci sono<br />

gli alpini, baluardo<br />

di solidarietà, senso<br />

civico e fratellanza.<br />

Ci metteranno un<br />

impegno particolare<br />

per onorare i protagonisti<br />

del ‘15 - ‘18,<br />

accogliendo la proposta<br />

del nostro presidente<br />

Corrado Perona a tutti gli alpini italiani: un minuto<br />

di silenzio alle 19.30 del prossimo 3 novembre e una fiaccola<br />

o un lume da accendere ai monumenti ai Caduti di tutti i<br />

paesi che ospitano gruppi e sezioni dell’Ana, nel momento<br />

in cui un falò sarà acceso sull’Ortigara e al Doss Trento,<br />

davanti al monumento a Cesare Battisti. Certi che una preghiera,<br />

un pensiero riconoscente aiuta a far trovare la pace<br />

eterna a chi è morto o ha sofferto per la guerra.<br />

Dino Biesuz


IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />

SOMMARIO<br />

NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZA<br />

ANNO 2008 - NUMERO 4 - OTTOBRE - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong><br />

<strong>Sulle</strong> <strong>tracce</strong> <strong>della</strong> <strong>storia</strong><br />

08-0638 Alpin fa Grado_4.indd 1 13-10-2008 8:46:39<br />

Pag.<br />

• La “feritoia” del torrione 2<br />

• Nello zaino 8<br />

• Nello zaino dei giovani 12<br />

• Le nostre storie 13<br />

• Gli Alpini e lo Sport 15<br />

• Alpini che si fanno onore 16<br />

• Protezione civile 17<br />

• Incontri 18<br />

• Lettere in redazione 22<br />

• La vita dei Gruppi 23<br />

• Riflessioni 30<br />

• Rinnovo direttivi 30<br />

• Notizie familiari 32<br />

• “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…” 34<br />

Anno 2008 - n. 4 - Ottobre<br />

Spediz. in abbonamento postale<br />

Aut. Tr. <strong>Vicenza</strong> 26-4-53 n. 67<br />

Gratis ai soci<br />

Abbonamento annuo Euro 13<br />

Tiratura 21.000 copie<br />

Direzione redazione:<br />

Torrione degli Alpini<br />

36100 <strong>Vicenza</strong> - Viale B. D’Alviano, 6<br />

Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353<br />

Web Site: www.anavicenza.it<br />

E-mail: vicenza@ana.it<br />

C.C.P. 13008362<br />

Direttore responsabile:<br />

Dino Biesuz<br />

Comitato redazione:<br />

Presidente: Giuseppe Galvanin<br />

Direttore Respondabile: Dino Biesuz - 347 4145567<br />

Direttore Editoriale:<br />

Gianni Periz - 348 2469163 - Uff. 0445 362206<br />

Redattori:<br />

Beltramello Luigi - 333 5807866 - 0444 560881<br />

Brazzale Marco - 328 8183998 - 0445 314409<br />

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Impaginazione e stampa:<br />

Tipografia RUMOR s.r.l.<br />

36100 <strong>Vicenza</strong> - Italy<br />

Via dell’Economia, 127<br />

Tel. 0444.961566 - Fax 0444.963311<br />

Nella prima di copertina: Agosto 2008, Seleny Jar, omaggio<br />

degli alpini <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> al piccolo ossario costruito per<br />

raccogliere i resti affioranti sul terreno di tutti i caduti <strong>della</strong><br />

battaglia (articolo a pag. 6).<br />

Nell’ultima di copertina: Il campione del mondo di<br />

Skiroll Emanuele Sbabo, del GSA <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong><br />

(articolo a pag. 16).<br />

Lettera aperta ai giovani<br />

Cari giovani alpini,<br />

questa volta mi rivolgo direttamente a voi.<br />

Vi sarà giunta voce che ormai da un po’ di tempo<br />

l’Associazione vi sta chiamando a raccolta per rinforzare<br />

le fila. Intendiamoci subito. Non si tratta<br />

di una questione di numeri, non vogliamo cioè che<br />

v’iscriviate all’Ana solo perché noi “veci” possiamo<br />

poi vantarci in sede nazionale di aver incrementato le tessere. Se così fosse,<br />

non starei qui a perdere tempo a scrivervi.<br />

In realtà non voglio nemmeno parlarvi dei valori che l’Ana tra mille difficoltà<br />

e controcorrente rispetto ai tempi, cerca di portare avanti con il suo<br />

esempio. E non lo faccio perché voi, queste cose, già le sapete.<br />

Vi invito oggi, come ho fatto in altre occasioni, a partecipare attivamente<br />

alle nostre attività, alla vita dei gruppi e, in alternativa alla Commissione<br />

Giovani <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong>. Quest’ultima da qualche anno è impegnata nell’organizzazione<br />

d’iniziative giovanili e di aggregazione all’interno dell’Ana.<br />

Ricordo, solo ad esempio, il torneo quadrangolare di calcio o le attività<br />

estive in montagna che quest’anno prenderanno piede anche a <strong>Vicenza</strong>.<br />

Lo so che come tutti, molti di voi hanno fatto la naja sacramentando, ma<br />

l’hanno comunque fatta. E so anche che magari davanti alle vostre morose<br />

o ai vostri amici che non hanno fatto la naja tra gli alpini, dire che partecipate<br />

alla vita dell’Ana non fa “tendenza”.<br />

Vi chiedo, e allora? Io non credo alla realtà giovanile del Veneto e del<br />

Vicentino che viene dipinta dalla Tv e dalla stampa. Io non credo che le ultime<br />

generazioni che hanno fatto in tempo a fare la naja siano così smidollate<br />

da non pensare ad altro che al proprio edonistico tornaconto. Se è così,<br />

i primi ad aver fallito siano noi genitori, noi vostri zii e fratelli maggiori.<br />

So che la verità non è questa perché, all’ultima adunata sezionale di Arsiero,<br />

alcuni di voi erano presenti e con orgoglio portavano chi il gagliardetto, chi<br />

lo striscione dei giovani, chi il vessillo, chi semplicemente sfilava e basta.<br />

Ma siete ancora troppo pochi. Se volete davvero impegnarvi con serietà<br />

nelle vostre comunità, se volete davvero credere in qualcosa, iscrivetevi e<br />

partecipate alla vita dell’Ana e <strong>della</strong> Protezione Civile Alpina.<br />

Troverete all’inizio qualche resistenza da parte dei “veci”, e magari vi accorgerete<br />

che in alcuni casi sarete risucchiati in vecchie dispute che a voi<br />

sembreranno solo perdite di tempo. Ma perseverate, abbiate il coraggio di<br />

portare avanti un lavoro che magari non subito, ma sicuramente nel tempo,<br />

vi darà soddisfazione. E la soddisfazione più grande l’avrete proprio<br />

quando le vostre morose o i vostri amici vi guarderanno con ammirazione<br />

per l’impegno e il lavoro che avete fatto. E che, in altre parole, significa<br />

sicurezza in sé stessi e forza di carattere.<br />

Avanti ragazzi miei, coraggio. Non sia mai che proprio agli alpini sia imputata<br />

una mancanza di attributi. Non lo fanno rivolti a noi “veci”, tanto più<br />

non c’è ragione che lo si faccia a voi giovani.<br />

Giuseppe Galvanin<br />

3


4 - Nello zaino<br />

Pasubio 2008<br />

Perona agli alpini in armi: “Il futuro dell’ANA siete Voi!”<br />

Corrado Perona<br />

Sabato 6 e domenica 7 settembre è stato celebrato in modo<br />

solenne l’annuale pellegrinaggio sul Monte Pasubio. Erano<br />

circa duemila gli alpini che sono saliti ad onorare i protagonisti<br />

di una pagina di <strong>storia</strong> che a merito si colloca tra le più<br />

cruente <strong>della</strong> Grande Guerra. Oggi, a novant’anni da quegli<br />

eventi, l’Ana ha portato il labaro nazionale con le sue 213<br />

medaglie appuntate su quei luoghi dove italiani e austriaci<br />

hanno combattuto e sono morti.<br />

Alle cerimonie che si sono susseguite sono intervenute le<br />

massime autorità dell’Ana con in testa il presidente nazionale<br />

Corrado Perona, il nostro Bepi Galvanin e tanti altri ancora;<br />

esponenti del mondo istituzionale come l’assessore regionale<br />

Elena Donazzan e quello provinciale Nereo Galvanin, i<br />

sindaci di <strong>Vicenza</strong>, Schio e Valli del Pasubio; il vescovo di<br />

<strong>Vicenza</strong> Cesare Nosiglia, che la sezione berica ringrazia per<br />

la generosa attenzione.<br />

Il Pasubio e il futuro dell’Ana<br />

Alla commemorazione sul Pasubio hanno partecipato anche<br />

alpini in armi. Ufficiali superiori come il colonnello Maggian,<br />

certo, ma anche il colonnello Macci, allora comandante del<br />

7°Rgt Alpini, il colonnello Buffa, comandante del 2°Rgt Art.<br />

da Montagna “<strong>Vicenza</strong>” e, soprattutto, un picchetto armato<br />

di alpini di truppa.<br />

Proprio a questi ultimi si è rivolto con parole di speranza<br />

il presidente nazionale Perona. Infatti, insistendo sull’importanza<br />

del ricordo del passato, il presidente ha indicato<br />

in loro, in questi giovani alpini in armi, il futuro dell’Ana.<br />

Loro, in altre parole, sono i<br />

futuri soci dell’Associazione<br />

Nazionale Alpini. Sono<br />

in molti ad aver interpretato<br />

le condivisibili frasi di<br />

Perona come una presa di<br />

posizione nell’ormai annosa<br />

questione di chi debba<br />

far parte o meno dell’Ana e<br />

con che titolo. L’Ana sono<br />

gli alpini, cioè chi ha fatto<br />

il servizio militare. Gli<br />

amici degli alpini e i loro<br />

sponsor politici, per ora,<br />

possono ancora aspettare.<br />

Gli uomini e la montagna<br />

Al di là <strong>della</strong> facile retorica<br />

che spesso avvolge le manifestazioni<br />

patriottiche con<br />

parole e cerimoniali triti e<br />

ritriti, ciò che vale la pena di<br />

ricordare del Pasubio 2008 è<br />

il singolare contegno di tut-


ti. Alpini, gente comune, autorità civili e religiose, consapevoli<br />

di dove si trovavano, hanno ritrovato nel raccoglimento<br />

in montagna la sacralità dell’evento.<br />

L’intento di evitare a qualsiasi costo confusioni e polemiche<br />

è stato rispettato anche nei fatti. Tanto che non si è<br />

Il Dente Italiano. Sotto, tricolori al vento durante la cerimonia.<br />

Nello zaino - 5<br />

approfittato dell’occasione per accompagnare il presidente<br />

Corrado Perona a Bocchetta Campiglia, perché si rendesse<br />

conto di persona del costoso e criticato “monumento”,<br />

reso “presentabile” dalla ripulitura dalle scritte fatta alcuni<br />

giorni prima <strong>della</strong> cerimonia. Il Pasubio è montagna sacra<br />

non solo dei vicentini, ma di tutti i soldati italiani, quindi<br />

Bocchetta Campiglia è un problema che interessa tutta la<br />

nazione. E molti alpini si aspettano che anche L’Alpino dia<br />

rilievo e prenda posizione su una costruzione che molti alpini<br />

(ma anche chi non ha portato la penna nera) considerano<br />

un modo discutibile di ricordare i soldati morti proprio<br />

sul Pasubio.<br />

Detto questo, ci spiace anche osservare che la testata giornalistica<br />

Il Giornale di Schio e la Val Leogra, se pur nella legittima<br />

libertà editoriale, abbia approfittato <strong>della</strong> cerimonia per<br />

portare avanti l’idea di una salita a corda (leggi cabinovia)<br />

per trasportare i turisti in cima al Pasubio. Liberi di pensarla<br />

come la si vuole, ma noi ripetiamo la contrarietà nel considerare<br />

il Pasubio un luogo turistico come tanti altri.<br />

Federico Murzio


6 - Nello zaino<br />

Un viaggio nella memoria<br />

Diario del primo pellegrinaggio sezionale in terra russa<br />

Il raccoglimento nella steppa<br />

Tra il 9 e il 16 agosto scorso si è svolto il primo pellegrinaggio<br />

<strong>della</strong> sezione alpini in Russia, visitando i luoghi<br />

laddove combatterono tra gli altri, molti soldati vicentini.<br />

Nell’occasione è stato anche inaugurato un cippo-ossario a<br />

Selenj Yar.<br />

Da <strong>Vicenza</strong> siamo partiti in quaranta, tutti motivati a compiere<br />

un viaggio all’indietro nella memoria e negli affetti.<br />

Molti di questi quaranta, infatti, in Russia avevano perso un<br />

parente, fratello o zio che fosse. Se ogni viaggio ha infine<br />

un suo perché, il nostro è rappresentato da un debito che ci<br />

sentivamo di saldare verso appunto quegli uomini. Il tutto è<br />

stato reso possibile grazie alla fraterna collaborazione con<br />

l’associazione russa Tainfun che racchiude un gruppo di ap-<br />

Onore ai Caduti<br />

I resti dei Caduti che affiorano nella steppa<br />

passionati e cultori <strong>della</strong> <strong>storia</strong> e che ha materialmente costituito<br />

il cippo.<br />

Medaglie e ricordi personali<br />

Tanto per farsi un’idea indicativa di cosa rappresenta Selenj<br />

Yar, è bene partire da un po’ di <strong>storia</strong>. E questa è la <strong>storia</strong>,<br />

almeno da quanto ad oggi mi risulta, dei 264 soldati italiani<br />

che lì hanno perso la vita. Di certo, sono molti di più.<br />

Trentatrè erano vicentini. Cento dei Caduti hanno avuto vari<br />

riconoscimenti al valore. Parliamo di 6 medaglie d’oro, 44<br />

d’argento, 37 di bronzo e 17 croci al valor militare. Dei trentatré<br />

vicentini, 8 sono stati decorati.<br />

In questa occasione ci limitiamo a<br />

Selenj Yar, ricordiamo però che nel vicino<br />

cimitero di Kolubaja Kriniza sono<br />

sepolti 165 alpini dell’8° Reggimento.<br />

Come accennavo poco fa, 18 dei quaranta<br />

partecipanti al pellegrinaggio in Russia<br />

avevano motivi affettivi, per così dire, o<br />

di parentela per affrontare la fatica del<br />

viaggio. Gianni Boscardin ad esempio,<br />

capogruppo di Creazzo, aveva il cognato<br />

Massimo Poretto A Rossosch, invece,<br />

la signora Luciana Rizzo ha riconosciuto<br />

immediatamente la foto del fratello<br />

Odino nel Museo del professor Morozof<br />

allestito nel seminterrato dell’asilo costruito<br />

dagli alpini di quella città.<br />

Grazie poi all’amico e interprete Dimitri<br />

Ozino di Biella, abbiamo ritrovato la gavetta<br />

del valtellinese Domenico Picceni,<br />

del 1° Rgt. genio reparto lanciafiamme<br />

aggregato alla Divisione Tridentina.


Gavetta che è stata poi consegnata al figli Alberto e Giorgio<br />

durante l’adunata sezionale di Arsiero lo scorso settembre<br />

2008.<br />

Tra passato e presente<br />

Dimitri Ozino di Biella, l’interprete<br />

Come 65 anni fa, una colonna silenziosa composta d’alpini<br />

Foto di gruppo dopo la toccante cerimonia a Selenj Yar<br />

Nello zaino - 7<br />

Nel terreno i resti dei Caduti e oggetti di ogni genere<br />

cammina in Russia per raggiungere l’altura che sormonta il<br />

famoso quadrivio di Selenj Yar.<br />

Poco importa che oggi, agosto 2008, c’incamminiamo a piedi<br />

solo perché l’autista del nostro pulmino rifiuta di proseguire<br />

su una strada dissestata. Col senno di poi, dobbiamo invece<br />

ringraziarlo. Solo così nel silenzio <strong>della</strong> steppa, tra i campi di<br />

girasole e consci del Don a due passi, apprezziamo i quattro


8 - Nello zaino<br />

In questa foto Luciana Rizzo ha riconosciuto il fratello Odino,<br />

disperso in Russia. È il primo a destra.<br />

Spostamento del Gruppo Conegliano fotografato da Giulio Bedeschi<br />

La gavetta ritrovata<br />

chilometri che ci separano dal cippo-ossario di Selenj Yar.<br />

In questa località tra il dicembre 1942 e il gennaio 1943 le<br />

pietose mani del cappellano militare M.d’O. don Brevi iniziarono<br />

ad raccogliere e allineare i cadaveri congelati dei nostri<br />

soldati. La foto del tenente Gianfranco Ucelli dimostra che<br />

sotto il tiro degli avversari,<br />

non c’è più stato nemmeno<br />

il tempo di seppellirli, i nostri<br />

morti. E solo un piccolo<br />

strato di terra e neve ghiacciata<br />

copriva i giovani volti<br />

invecchiati e abbruttiti dalla<br />

guerra.<br />

Così camminiamo, noi alpini<br />

arrivati ancora da <strong>Vicenza</strong><br />

per poter dare l’omaggio<br />

dovuto a quelle piccole ossa<br />

dei soldati, rinvenuti 65 anni<br />

dopo sul terreno oggi arato<br />

Odino Rizzo<br />

dai trattori, ieri dai cingoli<br />

dei temibili T34.<br />

***<br />

Intorno al cippo-ossario di Selenj Yar ci stringiamo tra i vessilli<br />

<strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong> e di Roma, quindici gagliardetti<br />

<strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong>. Il cippo porta l’iscrizione in russo e<br />

in cirillico: “ A tutti i soldati caduti nel dicembre 1942-gennaio<br />

1943”.<br />

Iniziò tutto il 15 dicembre 1942 quando alcuni carri armati<br />

russi sfondarono le linee italiane creando il caos a Rossosch.<br />

L’ordine di difendere il comando e tutte le divisioni alpine<br />

schierate sul Don scaraventa un reparto di pronto intervento<br />

costituito quasi integralmente dalla Divisione Alpina Julia.<br />

Questi alpini con uno sforzo senza precedenti si spostano<br />

dalle calde trune preparate in pochi mesi al gelo <strong>della</strong> steppa<br />

russa. Kolubaja Kriniza, Selenj Yar, Novo Meliza, Nova<br />

Kalitwa, Ivanowka, Kalitwa, quota 176 quota 204,6 diventano<br />

a poco a poco nomi familiari per quegli uomini che parlano<br />

veneto, friulano, abruzzese. Il resto è purtroppo <strong>storia</strong><br />

nota. Agli attacchi <strong>della</strong> fanteria, dell’aviazione e delle divisione<br />

corazzate sovietiche si aggiungano la neve, il gelo, la<br />

fame.<br />

Il Battaglione L’Aquila s’immola a quota 204,6 il Btg.<br />

Cividale non si sposta da quota 176, il Btg <strong>Vicenza</strong> si dissan-<br />

i partecipanti al pellegrinaggio nel ricordo degli affetti caduti<br />

Partecipante al pellegrinaggio Caduto in Russia Grado di parentela<br />

Urbani Beniamino Urbani Amedeo Fratello<br />

Zocche Pietro Cerato Pietro Nipote<br />

Boscardin Gianni Poretto Massimo Cognato<br />

Santini Sabina Santini Carlo Figlia<br />

Navarchi Alfredo Santini Carlo Genero<br />

Navarchi Marcello Santini Carlo Nipote<br />

Navarchi Carla Santini Carlo Nipote<br />

Pozzer Pietro Pozzer Pietro Nipote<br />

Nicente Pietro Nicente Giuseppe Fratello<br />

Rizzo Luciana Rizzo Odino Fratello<br />

Scarso Paolo Faresin Antonio Amico di famiglia<br />

Scarso Paolo Cap. Lubrano Franco Amico di Roma<br />

Crivelletto Giuseppe Crivelletto G. Luca Pronipote<br />

Crivelletto Felice Crivelletto G. Luca Pronipote<br />

Parlato Doriano Parlato Agostino Nipote<br />

Mercante Nadir Mercante Gino Nipote<br />

Vajente Bruno Vajente Bruno Nipote<br />

Ielacqua Rosaria Vajente Bruno Nipote


elenco dei soli caduti vicentini a selenj Yar<br />

Gli amici russi membri dell’Associazione Tainfun<br />

Nello zaino - 9<br />

Nome Luogo_nasc Divisione Corpo1 Battaglione Decorazioni Data_morte Luogo_morte<br />

Nicoletti Antonio Trissino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Baldan Bruno Grancona Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Dalla Lasta Antonio Zugliano nato in Brasile Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. Val Cismon 26-dic-42 Selenj Yar<br />

Bazzan Pietro <strong>Vicenza</strong> Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 21-gen-43 Selenj Yar<br />

Lunardon Aldo Bassano Del Grappa Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Dal Lago Bruno Torrebelvicino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Baldinazzo Giannino Longare Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 61^ Cp. 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Basili Francesco Zugliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Fabris Valentino Zanè Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Sella Guerrino Thiene Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Pasin Luigi Zugliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Soldà Dino Valdagno Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Trulla Ferruccio Lonigo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Donadello Severino <strong>Vicenza</strong> Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 31-dic-42 Selenj Yar<br />

Lora Antonio Valdagno Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Faccin Giovanni Brogliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Mettifogo Genesio Altissimo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Chimento Emilio Barbarano Vicentino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 25-dic-42 Selenj Yar<br />

Malgarin Giovanni Arsiero Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Guerra Vittorio Albettone Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 21-gen-43 Selenj Yar<br />

Zanetello Giovanni Arsiero Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 24-dic-42 Selenj Yar<br />

Vencato Carlo Montebello Vicentino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Testolin Francesco Zugliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. L’Aquila med.Bronzo al V.M. 21-dic-42 Selenj Yar<br />

Cortiana Ernesto Castelgomberto Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Nogarole Vittorio <strong>Vicenza</strong> Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> med.Bronzo al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Dal Toe Giovanni Lonigo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Malgarin Gelio Arsiero Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Maccà Umberto Mossano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Lovato Severino Valdagno Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Lorenzini Francesco Valdastico Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. L’Aquila 108^ Cp. 21-dic-42 Selenj Yar<br />

Fin Ottorino Monte Di Malo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Broianigo Dionige Poiana Maggiore Julia 3° Rgt. Art. Alpina Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Pellizzaro Angelo Trissino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />

Manza Valentino Santorso Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. L’Aquila med.Argento al V.M. 22-dic-42 Selenj Yar<br />

Se in questa tabella qualcuno di voi rilevasse imprecisioni o errori, ci farebbe piacere che ce lo comunicaste.


10 - Nello zaino<br />

gua a quota 205, il Gruppo Conegliano si sacrifica a Kolubaja<br />

Kriza, mentre il Btg. misto genio e il Btg. monte Cervino lo<br />

fanno a Rossosch: tutti uniti per non mollare!<br />

I corpi congelati allineati rimangono a cielo scoperto. Il piccolo<br />

cimitero preparato da don Brevi assieme agli altri cappellani<br />

militari sarà abbandonato il 16 gennaio 1943 quando<br />

arrivò l’ordine di ripiegare. Dopo la fine <strong>della</strong> guerra tutti i<br />

cimiteri costruiti dagli stati invasori saranno cancellati.<br />

Soltanto dopo il 1993 grazie alla piantina lasciata da don<br />

Brevi, il Commissariato Generale Onoranza Caduti in<br />

Guerra, Onorcaduti Guidati dal gen. Gavazza esumerà e<br />

porterà in Patria le prime 110 salme a cui negli anni successivi<br />

ne seguiranno molte altre.<br />

Nel 2003, in un viaggio insieme al professor Morozof, abbiamo<br />

constato che nel luogo dov’era il piccolo cimitero affioravano<br />

ancora piccoli resti umani. Da qui, commossi da questa<br />

situazione è nata l’idea di raccogliere queste piccole ossa in<br />

superficie e seppellirle nel piccolo cippo-ossario.<br />

***<br />

Il primo pellegrinaggio <strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong> è stato questo.<br />

Un percorso a flashback di una pagina di <strong>storia</strong> che oggi<br />

nei libri scolastici è riassunta in un paio di paragrafi e che,<br />

per molto tempo dalla fine <strong>della</strong> guerra<br />

non era opportuno parlarne.<br />

Per certi versi oggi è tutto più semplice,<br />

soprattutto viaggiare. E anche in Russia<br />

ci sono stati cambiamenti, tanto da rendere<br />

la città di Rossoch un punto di riferimento.<br />

Qui,infatti, con molto piacere ricordo gli<br />

amici russi che ci hanno aiutato e introdotto<br />

dopo 65 anni in quei luoghi ricchi<br />

di <strong>storia</strong> e memoria: Tebiakin Nikolai,<br />

Demidov Iaroslav, Solomatin Constantin,<br />

Opriscko Aleksander.<br />

Gianni Periz<br />

Il cimitero di Selenj Yar con i corpi insepolti, fotografato dal ten. Gianfranco Ucelli, e come si presenta oggi


Una clinica nell’Africa più povera<br />

La solidarietà alpina si spinge fin nell’Africa più povera<br />

e costruisce un clinica pediatrica a Kigali, capitale<br />

del Ruanda. Protagonista di questa bella <strong>storia</strong> è Gianni<br />

Guglielmi, del Gruppo di Thiene, che lavora nel poverissimo<br />

Paese africano dal 1997, aiutato anche dagli alpini<br />

thienesi, che ogni anno gli fanno arrivare un piccolo<br />

contributo. Ha iniziato la sua attività di volontario, aiutato<br />

all’inizio da un altro alpino thienese, Renato Rossi,<br />

facendo il muratore e il manovale; ha poi insegnato ad<br />

alcuni giovani indigeni i rudimenti <strong>della</strong> manovalanza e<br />

il mestiere di muratore. Ora è “capo cantiere” ma non si<br />

tira indietro se c’è da mettere pietra su pietra, mattone su<br />

mattone.<br />

Ad Amure Biumba, villaggio a 120 chilometri dalla capitale,<br />

ha realizzato così un ampliamento del consultorio per<br />

In occasione dell’imminente partenza <strong>della</strong> Julia per l’Afganistan,<br />

il 12 settembre scorso una rappresentanza <strong>della</strong><br />

<strong>Sezione</strong> si è recata al Comando di Brigata a Udine. Questa<br />

volta la missione porterà gli alpini a Herat, una delle città<br />

afgane più turbolente situate a sud del paese.<br />

La <strong>Sezione</strong> ha approfittato dell’evento per consegnare al<br />

comandante <strong>della</strong> Julia, il generale Serra, un assegno di 5<br />

mila euro, frutto dell’Operazione Stelle Alpine. Il denaro<br />

raccolto sarà destinato in toto alla popolazione civile di<br />

Herat che abbisogna di generi di prima necessità, vestiario e<br />

supporti logistici. Nella parole di ringraziamento, il generale<br />

Serra ha lodato gli alpini <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> per la<br />

generosità, la dedizione e l’attenzione verso la popolazione<br />

civile afgana. Ringraziamento questo che la rappresentanza<br />

sezionale gira in questa occasione a tutti quegli alpini che<br />

a vario titolo hanno contribuito alla riuscita dell’iniziativa.<br />

L’auspicio è che l’anno prossimo la cifra possa essere ancor<br />

più significativa.<br />

Nello zaino - 11<br />

Realizzata da un alpino thienese volontario da 11 anni in Ruanda<br />

poter seguire le donne durante la gestazione; un n uovo reparto<br />

con sala parto; un nuovo reparto con 8 posti letto per<br />

la cura <strong>della</strong> Tbc; un piccolo laboratorio di analisi per la<br />

prevenzione dell’Aids e un edificio a due piani per uffici<br />

amministrativi e altri laboratori.<br />

Trasferitosi per la lavoro nella capitale Kigali, Gianni<br />

Guglielmi, aiutato dalla sua squadra, ha realizzato dal<br />

nulla una clinica pediatrica, ormai ultimata come opere<br />

murarie. Per renderla operativa, oltre a medici pediatri<br />

servono incubatrici, culle e lettini, oltre alle attrezzature<br />

per i laboratori di analisi. A Kigali non ci sono cliniche<br />

pediatriche, ma solo dispensari. Le nascite sono in aumento,<br />

ma la mortalità infantile è ancora alta. La clinica,<br />

chiamata “Madre del Verbo”, fungerà anche da orfanotrofio;<br />

la dirige un sacerdote, don Vito Misuraca, siciliano.<br />

Più che attrezzature, servono soldi per acquistare in loco,<br />

dove i prezzi sono più convenienti e per di più l’assistenza<br />

sarebbe garantita. Gianni Guglielmi si farebbe garante per<br />

gli acquisti.<br />

Ma Gianni non si ferma qui ed ha già in programma di<br />

raddoppiare le 8 aule delle scuole primarie, per un popolazione<br />

scolastica in aumento. Dargli una mano – dicono<br />

i suoi amici del Gruppo Ana di Thiene – sarebbe una gran<br />

bella cosa: si potrebbe fargli avere una parte degli introiti<br />

dalla vendita delle stelle alpine del prossimo anno. In<br />

mano all’alpino Guglielmi i soldi sono certamente bene<br />

investiti.<br />

Il frutto delle Stelle Alpine<br />

Il presidente Galvanin, con i gen. Petti e Serra e Antonio Munari


12 - Nello zaino dei giovani<br />

Su e giù per la Valcamonica<br />

I giovani onorano la 27ª Traversata Alpina<br />

Tra l’8 e il 10 agosto si è svolta tra le vette orobiche l’annuale<br />

Traversata Alpina organizzata dal gruppo alpini di Paspardo.<br />

Quest’anno i giovani alpini <strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong> erano il<br />

gruppo più numeroso presente alla manifestazione. Capitanati<br />

dal responsabile <strong>della</strong> commissione giovani Maurizio Barollo<br />

e dal coordinatore Nicola Stoppa, i vicentini sono stati apprezzati<br />

camminatori dalle stesse guide alpine.<br />

Dicono che camminare in compagnia la fatica si senta meno.<br />

Se a questo aggiungiamo panorami unici e un simpatico<br />

clima di festa, è facile capire come la Traversata Alpina sia<br />

giunta senza problemi alla 27esima edizione.<br />

La Traversata<br />

La Traversata Alpina è un percorso, ogni anno diverso, che si<br />

snoda tra le montagne <strong>della</strong> Valcamonica. Di volta in volta si<br />

cammina, suda e fatica sui sentieri per poi accasarsi all’alpina<br />

e ripartire il giorno seguente. Il primo giorno, in pullman da<br />

Paspardo a Saviara (1200m slm.) e proseguendo da lì a piedi,<br />

i partecipanti hanno raggiunto Pian <strong>della</strong> Regina, a quota<br />

2630m. Da questo punto di osservazione si può ammirare,<br />

Messa al Rifugio Colombè<br />

tra le altre cose, il versante orobico dell’Adamello con le sue<br />

vette e i suoi ghiacciai. Da Pian <strong>della</strong> Regina i camminatori<br />

sono scesi poi fino a Cevo, dove hanno pernottato. Il giorno<br />

dopo da Cevo, arrampicatosi fino al lago D’Arno, il gruppo<br />

è proseguito lungo la Bassa Via dell’Adamello fino al rifugio<br />

Colombé. Le montagne che circondano il rifugio aprono un<br />

varco da dove, in lontananza, si gode la vista del Lago d’Iseo.<br />

Domenica mattina, invece, i partecipanti hanno raggiunto a<br />

piedi di nuovo Paspardo. E là, con la sfilata, la s. messa, e il<br />

pranzo, si è conclusa una tre giorni tra i monti. I novellini <strong>della</strong><br />

traversata hanno rilasciato dichiarazioni entusiastiche; gli altri,<br />

si sono dati semplicemente appuntamento all’anno prossimo.<br />

Pian <strong>della</strong> Regina: 2630 slm<br />

Un senso<br />

La Traversata è dedicata agli alpini e non morti sul lavoro. Ogni<br />

anno, il gruppo di Paspardo riesce ad attirare in paese tante<br />

persone da più che raddoppiare gli abitanti. Forse è l’incontro<br />

che dopo l’adunata nazionale riesce a raccogliere la maggiore<br />

partecipazione e i migliori entusiasmi. Con uno sforzo organizzativo,<br />

poi, che premia la generosità di queste genti di montagna<br />

che non hanno mai fatto mancare la propria ospitalità.<br />

Un motivo d’orgoglio in più per chi c’era e per gli organizzatori<br />

è stata la numerosa presenza dei gagliardetti (60 e più)<br />

e dei vessilli (40 e più). E, soprattutto, la rappresentanza<br />

delle sezione estere. Tanto per fare qualche nome citiamo<br />

le sezioni del Sud Africa e del Brasile, del Belgio e <strong>della</strong><br />

Germania, del Cile e <strong>della</strong> Francia. Abbastanza per attirare<br />

l’attenzione di chiunque tranne, pare, delle “alte sfere”<br />

di Milano. Anche quest’anno, infatti, spiccava l’assenza di<br />

qualsiasi delegato nazionale. Il fatto comunque non desta più<br />

scalpore. Parlando con qualche alpino locale si sprecavano<br />

le supposizioni su dove fossero i “grandi capi”. Inutile dirlo,<br />

l’ipotesi più gettonata era Napoli.<br />

F.M.


Per non dimenticare<br />

Le nostre storie - 13<br />

Viaggio in Grecia e Albania sulle orme dell’eroico Battaglione <strong>Vicenza</strong><br />

Durante lo scorso mese<br />

di giugno cinque alpini<br />

hanno effettuato un<br />

pellegrinaggio sui monti<br />

di Grecia e Albania<br />

dove ha combattuto la<br />

leggendaria Divisione<br />

Alpina Julia. Il gruppo<br />

era formato da tre<br />

friulani (Guido Aviani,<br />

Ilario Merlin e Adriano<br />

Nadalin), un piemontese<br />

(Giuseppe Barbero)<br />

e dal vicentino Manuel<br />

Grotto, già autore del<br />

libro “La Campagna di Russia nei racconti dei reduci”.<br />

Questi ragazzi, grandi appassionati di <strong>storia</strong>, hanno ripercorso<br />

le trincee e visitato i monti dove si sono sacrificati<br />

oltre 30.000 soldati italiani. La volontà di effettuare<br />

tale viaggio è nata in seguito ai racconti dei pochi reduci<br />

che sono riusciti a tornare da quello sfortunato fronte,<br />

a detta di molti addirittura peggiore di quello russo. Tra<br />

quelle rocce hanno perso la vita centinaia di vicentini che<br />

appartenevano nella maggior parte dei casi al battaglione<br />

<strong>Vicenza</strong> e al gruppo Udine. Purtroppo ben poco è stato<br />

scritto delle loro gesta, perché i pochi che hanno rivisto la<br />

terra vicentina hanno preferito dimenticare o tenere per se<br />

quei tristi ricordi. Soprattutto per questo i partecipanti al<br />

pellegrinaggio hanno pensato fosse doveroso visitare quei<br />

luoghi <strong>della</strong> memoria.<br />

Alpini del <strong>Vicenza</strong> in Albania<br />

In nove giorni sono stati ripercorsi tutti i campi di battaglia<br />

che hanno visto protagonisti gli alpini del battaglione<br />

<strong>Vicenza</strong>. Il viaggio è iniziato dal paese di Paleoseli, dove<br />

gli alpini sono stati fermati dai greci e dalle acque tempestose<br />

<strong>della</strong> Voiussa, che ne ha travolti diversi. Qui due<br />

anziani greci, allora quindicenni, hanno descritto l’arrivo<br />

dei nostri alpini in paese, accolti dal tiro dell’artiglieria<br />

greca. Il loro passaggio tra le case ha subito fatto capire<br />

ai greci che i nostri non erano dei violenti invasori, ma dei<br />

poveri ragazzi mandati a combattere un popolo pacifico,<br />

che consideravano amico. Gli alpini hanno diviso con la<br />

popolazione greca il poco cibo che avevano (erano state<br />

consegnate razioni per cinque giorni di marcia e i rifornimenti<br />

arrivarono solo dopo quattordici giorni). Questi<br />

anziani hanno chiesto e ottenuto di farsi fare una foto con<br />

il cappello alpino in testa, si sono sentiti onorati del gesto<br />

e lo hanno trattato come una reliquia. Uno dei due con le<br />

lacrime che scendevano copiose ha raccontato di due alpini<br />

che, fermatisi a casa sua, gli hanno fatto vedere le foto-


14 - Le nostre storie<br />

Resti di un nido di mitragliatrici Sosta durante il pellegrinaggio<br />

grafie <strong>della</strong> moglie e dei figli che purtroppo non hanno più<br />

rivisto, infatti l’allora ragazzo li ha riconosciuti tra i caduti<br />

del successivo bombardamento.<br />

Il viaggio è proseguito fino a raggiungere il monte Smolika<br />

(2631 m), dove erano ancora ben presenti le postazioni fatte<br />

dai nostri e poi la leggendaria Sella Cristo Basile, che il<br />

btg <strong>Vicenza</strong> ha tenuto con enormi sacrifici per cinque giorni,<br />

combattendo da solo contro due reggimenti greci e conoscendo<br />

la prima medaglia d’oro del battaglione: il serg.<br />

Silvio di Giacomo. Si è poi scesi a Sella San Atanasio anche<br />

questa tenuta a caro prezzo per sei giorni assieme all’Aquila,<br />

finché il cedimento di un battaglione del 139° rgt. fanteria<br />

Bari ha reso questi sacrifici vani. La tappa successiva ha<br />

toccato l’ormai leggendario Ponte di Perati, attraversato dai<br />

nostri alpini prima che venisse fatto saltare. Tra le rovine<br />

del ponte è nato spontaneo il canto dell’omonima canzone,<br />

Il ponte di Perati oggi<br />

seguito dalla recita <strong>della</strong> “Preghiera dell’Alpino”. Entrati<br />

in Albania c’è stata l’ascesa sul Monte Chiarista e Fratarit,<br />

dove i pochi superstiti del <strong>Vicenza</strong> si sono immolati per<br />

contenere l’avanzata dei greci (qui ha trovato la morte il<br />

comandante di battaglione, magg. Confalonieri, Medaglia<br />

d’Oro al V.M.) e poi sul Topoianit, che ha visto numerose<br />

altre vittime di quella guerra inutile e assurda. I giorni seguenti<br />

si è raggiunta la conca di Tepeleni ed i leggendari<br />

monti Golico (dove combatté l’8° rgt alpini) e Scindeli, tra<br />

le cui rocce il <strong>Vicenza</strong> ed il Gruppo Udine sono riusciti<br />

a fermare i greci, che attaccavano con forze quattro volte<br />

superiori e dove è finita la giovane vita del ten. De Martini<br />

(terza medaglia d’Oro al VM del <strong>Vicenza</strong> sul fronte Greco-<br />

Albanese). Tra quelle cime finalmente regna incontrastata<br />

la pace, rotta dalla corsa improvvisa di qualche lepre selvatica.<br />

La doverosa recita di una preghiera per ricordare i<br />

ragazzi che là sono rimasti, è stata un’emozione<br />

che i protagonisti di questo pellegrinaggio<br />

non potranno mai dimenticare.<br />

Aiutateci a ricordarli<br />

La <strong>Sezione</strong> A.N.A. di <strong>Vicenza</strong> sta cercando<br />

di ricordare in un libro le gesta degli alpini<br />

del battaglione <strong>Vicenza</strong> in Grecia-Albania e<br />

Russia. Per tale motivo si pregano i reduci, i<br />

famigliari degli alpini che “sono andati avanti”<br />

e tutte le persone che siano in possesso<br />

di fotografie, lettere o racconti riguardanti il<br />

btg. <strong>Vicenza</strong> e il gruppo Udine di contattare<br />

la <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> (Viale B. D’Alviano<br />

6, 36100 <strong>Vicenza</strong>, tel. 0444/926988, mail<br />

vicenza@ana.it) oppure Manuel Grotto (tel<br />

340/2534838 mail m.grotto@libero.it). In<br />

tale modo ci aiuterete a ricordare i tanti figli<br />

<strong>della</strong> terra vicentina che non sono ritornati e<br />

anche per questo meritano un posto d’onore<br />

nel nostro cuore.


La Cogollo-Monte Cengio<br />

Domenica 29 giugno, una bellissima giornata, calda ma gradevole,<br />

ha fatto da cornice alla 2à edizione <strong>della</strong> corsa in<br />

montagna organizzata dal gruppo ANA di <strong>Vicenza</strong>, GSA<br />

gruppo sportivo Alpini con il patrocinio dell’amministrazione<br />

comunale di Cogollo del Cengio. Il fianco <strong>della</strong> montagna<br />

si è subito colorato di verde: tante erano infatti le presenze<br />

degli atleti del GSA la cui divisa è appunto caratterizzata<br />

dal verde come colore di spicco Numerosi anche atleti<br />

delle altre squadre, provenienti da altre province che si sono<br />

cimentati nella prova di corsa in montagna..Uno sguardo<br />

veloce alla classifica finale ci indica che tutti i nostri atleti<br />

Sabato 02. Agosto, come ormai da tradizione, un folto gruppo<br />

di podisti del GSA si è recato in trasferta ad Agordo<br />

dove si è svolta la 17à edizione delle Miglia di Agordo, gara<br />

nazionale di corsa su strada. Questa competizione, come il<br />

Trofeo San Vittore di Tonadico e il Giro delle Mura di Feltre,<br />

fa parte del circuito Grand Prix strade d’Italia e sta dando e<br />

ha dato anche in passato grandi soddisfazione agli atleti del<br />

Gsa.. Tutti i nostri atleti/e, dai più giovani ai meno giovani,<br />

si sono dati battaglia lungo il percorso cittadino da ripetere<br />

più, volte (6 volte gli uomini, 5 le donne), conseguendo in<br />

Giro delle Mura<br />

città di Feltre<br />

Sabato 30 agosto si è svolto il 20 giro delle mura Città di<br />

Feltre. Si tratta di una delle più classiche e qualificate corse<br />

su strada <strong>della</strong> stagione podistica italiana. La manifestazione,<br />

valida anche come 6° e penultima prova Grand Prix<br />

strade d’Italia, ha visto coinvolti 17 atleti del Gsa che hanno<br />

riportato, anche in questa occasione, risultati ragguardevoli.<br />

Per la categoria maschile MM35 al 21° posto Romer Sella e<br />

al 32° Sinicato Marco; MM40 al 1° posto nonché 2°assoluto<br />

Bertoldo Stefano seguito da Ronzani Maurizio al 28°; MM45<br />

al 2° posto Centofante Giorgio, al 4° Bidese Giovanni e al<br />

7° Battistella Maurizio; MM50 al 2°posto Danzo Luciano,<br />

all’11° Milan Ottorino e al 32° Dal Bosco Silvano; MM55 al<br />

3° posto Valente Raffaello, al 4° Dal Prà Riccardo. Anche al<br />

femminile numerose soddisfazioni: Maria Antonietta Danese<br />

si aggiudica il 2° posto per la categoria MF55 ed agguanta<br />

il podio, nella cat.MF35 Stefania Pizzolato giunge 9°, per<br />

la MF 40 Trevisan Marina 9°, per la cat MF45 10 posto per<br />

Anna Campese e 14º per Carla Ciscato.<br />

Le Miglia di Agordo<br />

Gli Alpini e lo Sport - 15<br />

partiti da Cogollo sono arrivati in vetta. Congratulazioni<br />

a tutti quelli che si sono cimentati in questa prova impegnativa,<br />

un encomio particolare a Poletto Roberto 4° assoluto,<br />

Grasselli Denis 7°, Bidese Giovanni 8° e Bertoldo<br />

Stefano 10°. Al femminile le “scalatrici” da applaudire<br />

sono Bassan Rosanna 1° atleta del GSA a completare la<br />

gara, Pertegato Giuliana 2° atleta GSA, Busa Maria 3°atleta<br />

GSA, Pizzolato Stefania 4° atleta GSA, Ciscato Carla 5°atleta<br />

GSA. Bravissimi tutti gli altri atleti alpini e un grazie<br />

particolare a tutti coloro che hanno collaborato per l’ottima<br />

riuscita <strong>della</strong> giornata.<br />

tutte le categorie buoni risultati, considerato l’elevato livello<br />

<strong>della</strong> gara. Ecco i risultati: categorie maschili MM40 decimo<br />

posto per Stefano Bertoldo; MM45 primo posto per<br />

Giovanni Bidese, terzo posto per Giorgio Centofante, quarto<br />

posto per Maurizio Battistella; MM50 nono posto per Milan<br />

Ottorino; MM55 secondo posto per Raffaello Valente;<br />

MM60 quinto posto per Fiorello Dal Santo. Categorie femminili<br />

MF35 terzo posto per Stefania Pizzolato; MF45 ottavo<br />

posto per Anna Campese, MF55 primo posto per Maria<br />

Antonietta Danese.<br />

GSA……<br />

in pillole<br />

Maria Antonietta Danese, (nella<br />

foto) ottiene il primo posto<br />

nella Categoria MF 55 nella<br />

prestigiosa long run Cortina<br />

Dobbiaco di Km 32 svoltasi il<br />

primo giugno 2008.<br />

Pagine a cura di Anna Campese<br />

INCONTRO CAPIGRUPPO<br />

L’incontro dei capigruppo <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong><br />

con il presidente Giuseppe Galvanin si terrà al Teatro<br />

Nuovo di Piovene alle 9.30 del 30 novembre.


16 - Gli Alpini e lo Sport<br />

Un alpino in armi del G.S.A. <strong>Vicenza</strong><br />

ai vertici mondiali dello Skiroll<br />

Emanuele Sbabo,<br />

del Gruppo sportivo<br />

<strong>della</strong> <strong>Sezione</strong><br />

Ana di <strong>Vicenza</strong>,<br />

ha conquistato la<br />

Coppa del mondo<br />

di skiroll. Le finali<br />

si sono svolte<br />

a Salonicco,<br />

dove Sbabo, classe<br />

1983, caporalmaggiore<br />

in forza al 4°<br />

Reggimento alpini<br />

paracadutisti di<br />

Bolzano, ha fatto valere tutta la sua classe. E’ già detentore<br />

<strong>della</strong> Coppa Europa ed è campione italiano Sprint.<br />

Tutti gli alpini vicentini si uniscono alla sua soddisfazione.<br />

In particolare Vittorino Corso, che lo conosce fin da<br />

ragazzino, quando cominciò l’attività a Poleo di Schio con<br />

quegli strani attrezzi ai piedi. «Anno dopo anno – ricorda<br />

Corso – è cresciuto, oltre che di statura, anche con le<br />

doti che servono per emergere nell’ambito sportivo e nella<br />

vita. Tranquillo, educato, con la voglia di far festa quando<br />

è il momento (sono cose che voglio mettere in evidenza,<br />

perché ormai sono rare), ha scelto di andare a fare l’alpino<br />

forse per la passione per la montagna e forse per quelle<br />

emozioni che la fatica e l’impegno ti sanno dare e che<br />

molti di noi, portivi o no, conoscono bene».<br />

Alpini che si fanno onore<br />

Dalla Barba<br />

Consigliere<br />

F.i.e.<br />

È di questi giorni la<br />

notizia <strong>della</strong> nomina a<br />

consigliere nazionale<br />

F.i.e. del vicecapogruppo<br />

di Arzignano<br />

Vittorino Dalla Barba.<br />

Dal capogruppo e del consiglio direttivo del “Mario<br />

Pagani”, le più sincere felicitazioni.<br />

Danilo<br />

Bellotto è<br />

Cavaliere<br />

<strong>della</strong><br />

Repubblica<br />

Emanuele Sbabo in gara<br />

L’alpino Daniele Bellotto<br />

del Gruppo di<br />

“Villaggio del Sole” è stato nominato Cavaliere<br />

all’Onore e al Merito <strong>della</strong> Repubblica Italiana.<br />

Oltre ad esserne stato uno dei fondatori nel 1967,<br />

Bellotto ha guidato il gruppo per oltre vent’anni. Da<br />

tutti gli alpini <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> i migliori auguri.


Domenica 6 Luglio, dopo la cerimonia per il 50° anniversario<br />

di fondazione del gruppo alpini di Fimon, in cui la squadra<br />

di protezione civile di Arcugnano ha svolto servizio di<br />

viabilità, si è scatenata una tromba d’aria mai vista prima<br />

che ha colpito l’intero territorio del comune di Arcugnano.<br />

Sono subito apparsi evidenti i danni causati dal fortunale.<br />

Numerose piante erano state divelte ed ostruivano molte<br />

strade del territorio comunale impedendo la circolazione.<br />

Vista l’emergenza, in ottemperanza alla convenzione che<br />

ci lega al Comune di Arcugnano, è stato subito contattato<br />

telefonicamente il sindaco Vittorio Zolla che ha dato disposizioni<br />

affinché l’assessore alla Protezione civile Gianni<br />

Franchin attivasse tutte le procedure previste. La risposta<br />

da parte <strong>della</strong> nostra squadra è stata immediata; in 15 mi-<br />

Tromba d’aria!<br />

Squadra PC Arcugnano subito in prima linea<br />

Rettifiche<br />

Nel numero 2 di Alpin fa grado nell’articolo Un cappello<br />

perso la firma riportata era di Luigi Fabrello. In<br />

realtà si tratta di Dario Fabrello.<br />

Nel numero 3 di Alpin fa grado è stato pubblicato l’articolo<br />

<strong>della</strong> zona Alta Val Liona riguardante il pellegrinaggio<br />

alla chiesetta di San Donato, erroneamente<br />

è stata pubblicata una foto che non riguarda la manifestazione.<br />

Sempre nel numero 3, sono state invertite le foto <strong>della</strong><br />

rubrica La vita dei gruppi tra il gruppo di Grisignano e<br />

quello di Camisano Vicentino.<br />

La Redazione si scusa con gli interessati di queste ed<br />

eventuali altre imprecisioni che possono accadere.<br />

Protezione civile - 17<br />

nuti eravamo pronti a partire con il nostro furgone ed il fuoristrada<br />

attrezzati di motoseghe e con tutti i dispositivi di<br />

sicurezza obbligatori (pantaloni antitaglio, guanti, elmetti e<br />

scarpe antinfortunistiche).<br />

Alle 18,30 i primi alberi erano stati tagliati e la prima<br />

strada riaperta al traffico; con l’assessore al nostro fianco<br />

(abbiamo fatto lavorare anche lui) abbiamo proseguito di<br />

strada in strada fino alle 23,30 senza sosta ripristinando la<br />

circolazione. Le piante cadute misuravano dai 20 agli 80<br />

cm di diametro ma tutto si è svolto nel migliore dei modi<br />

grazie anche alle capacità organizzative ed operative <strong>della</strong><br />

Squadra.<br />

L’ultimo intervento è stato il ripristino <strong>della</strong> viabilità <strong>della</strong><br />

strada provinciale Dorsale dei Berici, dove abbiamo rilevato<br />

la squadra di Vi.Abilità che non aveva attrezzature adatte<br />

al taglio di una grossa pianta secolare caduta sui cavi<br />

dell’illuminazione pubblica. Vista la nostra efficienza, i carabinieri<br />

già presenti sul posto sono andati via, chiamati in<br />

altre zone critiche, lasciando a noi il compito di regolare la<br />

circolazione fino a che la strada non fosse stata completamente<br />

liberata. Utilissime, nell’emergenza, si sono rivelate<br />

le radio in dotazione, che ci hanno consentito di risolvere i<br />

numerosi problemi legati alla gestione del traffico.<br />

Alle 23,30 ora di cena. Decidiamo di andare alla Festa <strong>della</strong><br />

bruschetta ad Arcugnano ma il vento aveva scoperchiato il<br />

capannone facendo terminare la festa in anticipo. Andiamo<br />

a Fimon dove c’era la festa degli Alpini ma anche lì era<br />

finita, al termine <strong>della</strong> messa al campo quando la gente,<br />

bagnata e spaventata, era scappata a casa (peccato, la festa<br />

era iniziata bene).<br />

Allora pizza per tutti ? Pizza per tutti.<br />

Il caposquadra<br />

Valentino Bortolon


18 - Incontri<br />

Artiglieri a Bocchetta Campiglia<br />

ricordano i Caduti sul Pasubio<br />

Artiglieri e Alpini: mi sento onorato nell’accogliere il vostro<br />

invito a commemorare davanti al monumento che ricorda le<br />

gesta, i fasti e le glorie dell’Artiglieria italiana sul Monte<br />

Pasubio, la ricorrenza del 90° anniversario dalla fine <strong>della</strong><br />

Grande Guerra. Solo poche parole di testimonianza e di ossequio<br />

per i valori fondanti <strong>della</strong> nostra società. Appartengo<br />

ad una generazione che ha solo sentito narrare dai padri e<br />

dai nonni ciò che nella 1ª e nella 2ª guerra mondiale è avvenuto,<br />

tuttavia siamo cresciuti nel ricordo, nella ammirazione<br />

e nel rispetto per i sentimenti di Patria e di osservanza del<br />

dovere per i quali si sono sacrificati i nostri padri. Il Pasubio<br />

conserva una quantità di testimonianze materiali del sacrificio<br />

e <strong>della</strong> gloria di migliaia di combattenti e di caduti.<br />

Gli artiglieri, coi quali io, trasmettitore alpino- ho condiviso<br />

per lunghi anni la stessa casa, la caserma Monte Grappa<br />

di Bassano, celebrano qui uno dei loro innumerevoli eroi,<br />

il capitano Trua, valoroso difensore del Sogli di Campiglia,<br />

caduto, decorato, figura consacrata nel ricordo di chi vuol<br />

conservare memoria, cultura e coscienza delle proprie radici.<br />

L’artiglieria italiana, dopo ogni battaglia, si rialzava più<br />

potente di prima, con una gloria in più e con la volontà di<br />

conquistarne delle altre mete.<br />

I pezzi da 149, pesanti oltre 60 quintali, grazie alla volontà<br />

e a inenarrabili fatiche salirono sulle creste del Pasubio,<br />

così come sui ghiacciai dell’Adamello o sulle più impervie<br />

montagne del fronte alpino per accorciare le distanze e colpire<br />

meglio il nemico. Si misero in linea durante la grande<br />

guerra nuove potenti armi per colpire e distruggere i reticolati<br />

avversari e si creò la specialità dei bombardieri che<br />

ebbe vita breve ma tanto luminosa. L’artigliere Prina, <strong>della</strong><br />

96ª batteria, caduto con le gambe stroncate da una granata<br />

nemica. Il caporale Battaglia che cade baciando la bandiera.<br />

Il caporale Pellizzari che muore dopo aver difeso da solo,<br />

ultimo superstite, la sua batteria su una tormentata posizione.<br />

A Bocchetta Campiglia: gli artiglieri<br />

E ancora il capitano Cigersa, il capitano Trua, il maggiore<br />

Chiarle, il maggiore Ederle, Damiano Chiesa che affronta<br />

impavido il sacrificio imminente, il maggiore Belleno e tanti<br />

altri artiglieri caduti per convinto senso del dovere e per la<br />

totale incondizionata devozione alla Patria. A noi, generazioni<br />

di figli e di nipoti, resta il compito di tramandare memoria,<br />

di conservare gelosamente il ricordo di ciò che hanno saputo<br />

fare i nostri predecessori, è un preciso dovere morale cui<br />

teniamo fede anche oggi con la nostra presenza qui e lungo<br />

gli anni coltivando la conoscenza <strong>della</strong> <strong>storia</strong> e conservando<br />

opere e monumenti che ricordino a tutti nel tempo ciò di<br />

cui sono stati capaci i nostri predecessori. Viva gli artiglieri,<br />

Viva l’Italia.<br />

P.L.<br />

Esercitazione<br />

<strong>della</strong> Brigata Alpina Julia<br />

Venerdì 04 luglio 2008 su invito del Comando <strong>della</strong> Brigata<br />

Julia, una rappresentanza <strong>della</strong> sezione composta dal presidente<br />

Giuseppe Galvanin, dal vice Antonio Munari, dal vice<br />

capogruppo di S. Pietro in Gù e dal sottoscritto, ha presenziato<br />

all’esercitazione in alta montagna degli alpini in armi.<br />

Teatro dell’evento è stato il grande anfiteatro del Pian del<br />

Bos, appena sotto il passo Falzarego, lungo la strada che<br />

scende a Cortina.<br />

Tutti gli ospiti, comprese le delegazioni militari estere tra<br />

cui spiccava quella russa, sono stati accolti da una perfetta<br />

organizzazione; accoglienza e trasporto su CL dal parcheggio<br />

lungo la strada ex statale al grande anfiteatro di Pian del<br />

Bos. Proprio a ridosso di queste ultime pareti era allestito<br />

l’ospedale di prima linea del 6° Reggimento Alpini durante<br />

la prima guerra mondiale e i cui resti sono ancore ben evidenti.<br />

A parer mio, anzi, essi sono totalmente recuperabili<br />

nel progetto di ripristino museale che interessa tutto l’acrocoro<br />

delle Tofane.<br />

Dopo l’arrivo in elicottero del Capo di Stato Maggiore<br />

dell’Esercito gen. Castagnetti, ricevuto dal gen. Petti comandante<br />

le truppe alpine e dal gen. Serra comandante <strong>della</strong><br />

brigata Julia, ha avuto inizio l’esercitazione che è stata suddivisa,<br />

per comodità degli osservatori, in varie fasi facilmente<br />

individuabili grazie alla voce guida degli speaker e alla segnaletica<br />

posta su tutto il circolo di Pian del Bos.<br />

L’esercitazione si è così svolta. Prima operazione: tracciamento<br />

di un percorso su parete da parte delle guide militari<br />

appartenenti al nucleo guide <strong>della</strong> Scuola di alpinismo di<br />

Aosta (l’ex Smalp), a seguire un intervento di elisoccorso di<br />

militari feriti e bloccati in parete e ancora l’attraversata di<br />

una barella, da picco a picco, appesa ad una fune tesa a più di<br />

130 metri dal terreno. Di seguito abbiamo assistito all’ascesa<br />

di una compagnia, completamente equipaggiata, lungo una<br />

via precedentemente attrezzata e, dopo il lancio da un elicottero<br />

di due paracadutisti appartenenti al Battaglione Monte


Alpini in manovra al Falzarego<br />

Cervino che hanno centrato perfettamente il bersaglio, abbiamo<br />

osservato la dimostrazione da parte di un plotone di<br />

Ranger alpini del battaglione stesso di ricerca e neutralizzazione<br />

di un gruppo avversario.<br />

Alla fine dell’esercitazione il gen. Castagnetti ha elogiato<br />

tutti i militari che avevano dato, nell’occasione, dimostrazione<br />

di notevole addestramento ed efficienza e annunciava<br />

che a breve alcuni reparti dell’esercito russo avrebbe-<br />

Munari, Galvanin, Petti e Gollin<br />

Incontri - 19<br />

ro partecipato ad addestramento in comune con le nostre<br />

truppe alpine.<br />

Al rompete le righe è seguito un buffet, allestito tra i ruderi<br />

del vecchio ospedale del 6° al quale hanno partecipato un<br />

folto gruppetto di ragazzini di una colonia estiva arrivati<br />

a piedi in zona poco prima dell’inizio dell’esercitazione.<br />

I ragazzi hanno assistito alla stessa con occhi sgranati e<br />

pieni di ammirazione. Il seme è stato gettato!<br />

Giampietro Gollin<br />

In ricordo <strong>della</strong> Grande Guerra<br />

Il 17 agosto si è tenuto al Passo Gavia il raduno annuale degli<br />

alpini per il Pellegrinaggio al San Matteo, con una ricorrenza<br />

particolare che riguarda il 90° anniversario <strong>della</strong> “Più alta<br />

battaglia <strong>della</strong> <strong>storia</strong>” quella del 13 agosto- 3 settembre 1918<br />

su Punta SanMatteo mt. 3678.<br />

Lo scorso anno otto alpini vicentini si sono recati sulla vetta<br />

di questa sacra montagna che ancora racchiude nel ghiaccio<br />

il corpo dell’eroico difensore, il capitano degli alpini,<br />

Battaglione Sciatori Monte Ortles, Arnaldo Berni 23enne di<br />

Mantova, città che recentemente lo ha onorato con l’intitolazione<br />

di una via.<br />

Per la occasione si sono riuniti per la prima volta sul Passo,<br />

presso il rifugio A. Berni (raggiungibile in auto) alpini provenienti<br />

dalla Lombardia, del Trentino e <strong>della</strong> Valcamonica,<br />

rappresentanze austriache e numerose altre persone; presente<br />

anche il Gonfalone di Mantova.<br />

La sera prima a Bormio, è stato presentato il nuovo volume,<br />

secondo <strong>della</strong> serie (Battaglie per la Trafojer) dal titolo<br />

“Battaglie per il San Matteo” del nostro socio Giuseppe<br />

Magrin.<br />

Tra gli avvenimenti del primo anno di guerra che riguardano<br />

la zona a nord-est del Gavia, occorre ricordare l’attacco<br />

italiano dalla Sforzellina verso la Val di Pejo, inteso<br />

a saggiare la consistenza dello schieramento avversario e<br />

ostacolare l’invio di rinforzi verso l’altra posizione del<br />

Redival ove pure era in corso una azione italiana. Si trattò<br />

di una serie di attacchi concomitanti condotti il 25 agosto<br />

1915 nel settore del 2° Rayon austriaco tra il Passo Gavia e<br />

quello di Lagoscuro sopra il Tonale. Due giorni prima sua<br />

Maestà in persona aveva visitato il Sottosettore Valtellina<br />

passando in rassegna le truppe e salendo poi fino alle postazioni<br />

verso il passo dello Stelvio: la visita del sovrano<br />

aveva acceso i soldati e specialmente i volontari, di nuovi<br />

entusiasmi. La sera del giorno successivo: 24 agosto, due<br />

plotoni <strong>della</strong> 113^ compagnia del Tirano con alcune squadre<br />

<strong>della</strong> Centuria Valtellina e <strong>della</strong> Compagnia Volontari, saliti<br />

al rifugio Gavia riposarono qualche ora poi, ricevuta una<br />

razione viveri supplementari, ebbero l’ordine di ripartire intorno<br />

alla mezzanotte verso il ghiacciaio di Dosegù. Toccata<br />

la falda glaciale la colonna piegò verso destra: i soldati do-


20 - Incontri<br />

vettero ancora risalire i nevai e la pietraia verso il Passo <strong>della</strong><br />

Sforzellina. Erano circa 300 uomini che componevano la<br />

spedizione, e che muovendo in un terreno particolarmente<br />

accidentato giunsero a toccare la cresta solo verso l’alba.<br />

Essi si affacciavano così al territorio nemico dell’alta Val<br />

del Monte in direzione di Pejo, località protetta nella media<br />

valle anche dal forte Barbadifiori. Dalla cresta gli alpini calarono<br />

per un canale molto ripido e franoso poco a nord del<br />

valico, tra sassi cadenti e nugoli di polvere.<br />

Contemporaneamente in alto sulle lontane cime alla destra<br />

<strong>della</strong> colonna altri alpini erano respinti dai difensori del<br />

Redival, mentre tuonavano le artiglierie. L’azione italiana in<br />

questa direzione poteva essere intesa anche come un tentativo<br />

di interdizione all’afflusso dei rinforzi dal fondovalle di<br />

Pejo nell’altra direzione cioè verso il Redival. Tre robuste<br />

colonne italiane, superata la stretta del canalone scendevano<br />

allargandosi in tre direzioni dalla Sforzellina verso la Malga<br />

Paludei, con le due laterali che dovevano proteggere la colonna<br />

centrale diretta alla malga. La colonna di sinistra finì<br />

per arrestarsi oltre un bel laghetto, su una cresta rocciosa a<br />

più di un chilometro di distanza dall’obiettivo, quella centrale,<br />

giunta a 300 metri dalla malga, e aperto il fuoco contro<br />

le sentinelle del presidio imperiale, incontrò la vivace<br />

reazione del fuoco nemico che provocò alcuni morti tra le<br />

file degli attaccanti, anche tre “scizzeri” di Caldaro (reparto<br />

che difendeva la Malga) secondo il racconto degli attaccanti<br />

restarono sul terreno, così come le salme degli alpini a loro<br />

volta colpiti e che non fu possibile recuperare. La sparatoria<br />

tra i nuclei più avanzati e i difensori in parte appostati sul<br />

Cornizzolo a dominare il terreno, continuò tutto il giorno<br />

con l’appoggio di un piccolo pezzo di artiglieria italiano<br />

postato sulla cresta di Vallumbrina, vi furono così diversi<br />

feriti. Gli attaccanti infine ricevettero l’ordine di ritirarsi col<br />

favore delle tenebre, ed il capitano Patriarca che comandava<br />

gli alpini, alle tre del mattino comandò il ripiegamento.<br />

Arrancando nella notte sulle ripide pendici la colonna si<br />

riunì sulla cresta frastagliata <strong>della</strong> Sforzellina per subito<br />

proseguire in discesa verso il Piano del Gavia. Qui giunti gli<br />

alpini si attendarono nei prati intorno al rifugio. Il maltempo<br />

e un forte freddo avversarono il giorno seguente la zona,<br />

solo pochi alpini erano restati in ricoveri di fortuna a presidio<br />

del Passo <strong>della</strong> Sforzellina, mentre l’intera colonna,<br />

di cui faceva parte anche il sottotenente Guido Bertarelli,<br />

che durante l’azione aveva comandato la colonna di sinistra,<br />

ripiegò su Santa Caterina Valfurva.<br />

Incontri alpini in Canada<br />

Durante la fase organizzativa del tour siamo venuti a<br />

conoscenza attraverso un articolo apparso sulla rivista<br />

l’Alpino dell’esistenza di un gruppo Ana di Vancouver.<br />

Dopo una ricerca via internet abbiamo preso contatto con<br />

il presidente Vittorino Dal Cengio che era prossimo a ve-<br />

Nella foto al monumento di Vancouver sono presenti da sinistra: Giudo<br />

Cecchinel, Giannino Savio, Paolo Rossato, Luigi Antonel, Vittorino Dal<br />

Cengio, Ampelio Pillan, Pulcheria Tonello, Franco Pezzuti. Nella seconda<br />

foto si può vedere la consegna del gagliardetto al presidente Galvanin da<br />

parte di Ampelio Pillan e Pulcheria Tonello<br />

nire in Italia per l’adunata nazionale.Ci siamo cosi incontrati<br />

a Bassano, dove abbiamo parlato <strong>della</strong> nostra prossima<br />

partenza per il Canada.. L’incontro è avvenuto il 29 giugno<br />

a Vancouver al Centro culturale Italiano e nella sede Ana.<br />

Noi abbiamo portato i ricordi ed i sapori <strong>della</strong> nostra Italia<br />

e loro ci aspettavano orgogliosi con il cappello d’alpino.<br />

La festa è stata bellissima e dopo le foto di rito vicino al<br />

monumento e la consegna del gagliardetto si sono resi disponibili<br />

ad accompagnarci a visitare tutti i bellissimi posti<br />

di Vancouver, passando presso la casa di Giudo Cecchinel a<br />

gustare del buon locale da lui prodotto. Anche il presidente<br />

Vittorino Dal Cengio ci ha regalato due bottiglie di vino,<br />

che è risultato molto utile per il proseguo del nostro viaggio.<br />

Non solo, abbiamo scoperto che il presidente è uno scrittore<br />

appassionato di montagna, ha collaborato in Italia alla pubblicazione<br />

di libri sulle nostre Dolomiti con Severino Casara.<br />

In Canada ha esplorato e scalato le mravigliose Montagne<br />

Rocciose. Alla fine dell’incontro ci ha donato una copia (con<br />

dedica) dell’ultimo libro pubblicato che parla <strong>della</strong> nostra


terra vicentina e <strong>della</strong> vita passata nella frazione di Novoledo,<br />

intitolata Armonia Pastorale.I consigli non sono mancati<br />

per il proseguo del viaggio, viaggio che ci ha portato fino<br />

all’Alaska con una sosta di due giorni a Campbell River dove<br />

abbiamo potuto pescare i salmoni nell’Oceano Pacifico. <strong>Sulle</strong><br />

Montagne Rocciose abbiamo visto una natura ancora selvaggia<br />

e incontaminata con fiumi, laghi dai mille colori, cascate,<br />

animali liberi e a volte pericolosi per noi uomini intrusi nel<br />

loro habitat naturale con incontri ravvicinati spesso improvvisi<br />

lungo i sentiari o la strada di orsi, cervi, alci, caribu.<br />

Al rientro a <strong>Vicenza</strong> ci siamo recati in sede per consegnare<br />

al presidente Galvanin il gagliardetto ricevuto dagli amici alpini<br />

di Vancouver.<br />

Ampelio Pillan<br />

I congedati <strong>della</strong> 78ª si ritrovano<br />

Il 24 marzo si sono ritrovati a Forlì gli alpini <strong>della</strong> 78.a<br />

Compagnia del 7° Reggimento, Battaglione Belluno, Brigata<br />

Cadore che hanno svolto il servizio tra gli anni 1960-1961<br />

alla caserma Tommaso Salsa. All’incontro era presente anche<br />

il tenente Piero Salerno. Quello che si è svolto era il<br />

47esimo incontro in memoria dell’alpino Alberto Sella. Il<br />

prossimo sarà il 4 aprile 2009 a Novale di Valdagno. Per informazioni<br />

contattare Angelo Tessarolo 0444.348798; Paolo<br />

Soldà: 0445.970254 o direttamente il gruppo di Novale al<br />

338.8815581.<br />

Foto ricordo dei congedati <strong>della</strong> 78ª<br />

Ritroviamoci a Bassano<br />

In occasione dell’Adunata Nazionale di Bassano ci siamo trovati<br />

in 7 del 3° scaglione ‘49 <strong>della</strong> 37^ Batteria (La Nobile).<br />

Eravamo: Lotto, Pernechele, Lazaretti, Zaffanello, Rocco,<br />

Rubega, Motta. Abbiamo deciso di ritrovarci a Bassano il<br />

prossimo 4 novembre. Chi è interessato può contattare, entro<br />

il 15 ottobre, Luigi Lotto 0444 634223 - 334 5709929 o<br />

Piero Pernechele 0424 833556 - 333 8481249.<br />

Ricordato Marco Dal Bianco<br />

Nevica sulla Marmolada…<br />

Incontri - 21<br />

Domenica 12 settembre ai piedi di una Marmolada già imbiancata<br />

dalle prime nevi, nel luogo dove esattamente da 40anni<br />

sorge il monumento al grande alpinista maranese Marco Dal<br />

Bianco, si sono riuniti un gruppo di amici e alpini memori<br />

<strong>della</strong> straordinaria figura di uomo e alpinista scomparso per<br />

il malaugurato incidente stradale avvenuto all’incrocio del<br />

Cristo quando Marco aveva 31 anni.<br />

Scalatore di classe, giovane allegro e scanzonato, ricco di<br />

vitalità e comunicativa, era già accademico del Club Alpino<br />

Italiano e del gruppo parigini Haute Montagne avendo compiuto<br />

una serie di scalate ultrdifficile con vie nuove e ripetizioni<br />

di altissimo livello tcnico, tra cui una spedizione nazionale<br />

nel gruppo Air in Niger (Africa).<br />

Era molta nota la sua amicizia/rivalità con Cesare Maestri<br />

che lo sfidò su una gara di velocità sulle pareti del Crozzon<br />

del Brenta, salvo poi rinunciare al cimento e a nascondersi<br />

dietro un sasso in attesa che il velocissimo scalatore vicentino<br />

compisse in solitaria la lunga scalata. I più importanti<br />

risultati alpinistici di Dal Bianco sono legati al suo sodalizio<br />

con lo scalatore belga Claude Barbier, da tempo scomparso<br />

per una caduta in parete e sul quale la vedova ha pubblicato<br />

in questi giorni un bel libro di memorie. Alla guida vicentina<br />

Bortolo Fontana e agli accademici il trentino Claudio Claus<br />

e all’indimenticabile scienziato alpinista dott. Cino Boccazzi<br />

del CAI di Treviso. Il gruppo che è salito al passo Ombretta<br />

a metri 2728 per ricordare ilò 40esimo <strong>della</strong> posa del bivacco<br />

era formato dagli alpini tienesi, Carlo Restiglian, Franco e<br />

Sandra Gasparella, dai maranesi Silvestri Ennio e Miglioranza<br />

Lorenza e dal valdagnese Bepi Magrin. Capitaniati da Franco<br />

Gasparella che fu compagno di lavoro nelle officine Frau<br />

dell’alpinista scomparso e che nella primavera prossimo 2009<br />

pubblicherà un libro in suo ricordo.Sotto la neva, in una giornata<br />

di freddo e maltempo si sono alzati suggestivi e commoventi<br />

i canti degli amici ai piedi dell’immane parete sud<br />

<strong>della</strong> Marmolada, nella cui <strong>storia</strong> alpinistica sono entrate le


22 - Incontri<br />

leggendarie imprese dei vicentini: Soldà, Conforto, Bertoldi,<br />

Zanrosso, Fontana e Dal Bianco. Ad omaggio di Dal Bianco<br />

che fu alpino alla SMALP di Aosta negli anni 1957/58 e poi<br />

da richiamata nel 1961 presso la Brigata Cadore come istruttore<br />

militare di alpinismo. La <strong>Sezione</strong> alpini di <strong>Vicenza</strong> ha<br />

offerto una corona di fiori mentre anche gli alpinisti fassani<br />

salendo dal versante opposto accompagnando per l’occasione<br />

la sorella Michela, Battista Elino hanno lasciato presso il bivacco<br />

Dal Bianco un ricordo all’amico e al fratello scomparso.<br />

Un ringraziamento particolare va alla sezione Cai di<br />

Thiene e di Caprile (BL) che durante le scorse ferie di agosto<br />

hanno seguito significativi lavori di pristino del bivacco. Un<br />

doveroso grazie al Cai di Thiene.<br />

Ricordo di Padre Faccin<br />

Il Gruppo alpini di Lonigo invita domenica 16 Novembre<br />

alla Cappella degli Alpini, del convento di San Daniele di<br />

Lonigo (dei Frati Francescani, tutti gli alpini e famigliari dei<br />

gruppi <strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong>.<br />

La messa viene celebrata in ricordo dei caduti Alpini, dei<br />

nostri soci defunti, ma in modo particolare quest’anno si ri-<br />

Lettere in redazione<br />

San Gottardo e Zovencedo<br />

“Grazie”. Penso sia il modo migliore di iniziare questa lettera.<br />

Nei giorni 13, 14, 15 e 16 giugno c’è stata a San Gottardo<br />

l’adunata interzonale degli Alpini. Sono stati 4 giorni per me<br />

indimenticabili, per il grande lavoro svolto, perchè è venuta<br />

a trovarci tanta gente e tanti amici ma molto di più perchè le<br />

soddisfazioni che ho avuto in queste giornate, nel vedere una<br />

settantina di volontari e volenterosi lavorare, sudare e battersi.<br />

E a me come capogruppo corre l’obbligo di dire un grazie<br />

più grande e più dettagliato.Un grazie a tutte le donne, un<br />

punto fermo del nostro gruppo. Un grazie a tutti gli Alpini e<br />

agli amici degli Alpini, che hanno lavorato, hanno festeggiato<br />

e hanno sfilato. Un grazie a tutti i paesani di San Gottardo,<br />

che in tanti hanno seguito la festa e soprattutto la sfilata, e mi<br />

sono sorpreso per quanti erano. Ai bambini e ai genitori dei<br />

bambini che hanno ben cantato nella rassegna dei cori de sabato<br />

sera e domenica hanno sfilato con noi come veri Alpini.<br />

Un grazie alle insegnanti delle scuole materne ed elementari<br />

di San Gottardo e Zovencedo che ci hanno molto aiutato.<br />

Un grazie alla Amministrazione Comunale di Zovencedo e a<br />

quella di Arcugnano.<br />

A Don Piero Giuriato per l’indimenticabile messa di domenica<br />

pomeriggio. Solitamente preferisco non fare nomi,<br />

ma ritengo che in questo caso siano doverosi, dico grazie al<br />

1941: Padre Faccin sul Pupait<br />

corderrà Padre Faccin, l’indimenticabile frate degli alpini di<br />

<strong>Vicenza</strong>, così come lo ricordano in molti. L’appuntamento è<br />

per le 11.<br />

Signor Lorenzo Filippi, che si è prodigato e ci ha aiutato concretamente<br />

per la realizzazione del nostro bellissimo monumento,<br />

ci ha regalato la pietra di <strong>Vicenza</strong> e le sue conoscenze<br />

e competenze.<br />

Un grazie anche all’Agriturismo Al Borgo, a tutta la famiglia e<br />

con la loro competenza. Finisco con un pensiero ed un grande<br />

grazie a tutti gli Alpini che sono andati avanti, perchè questo è<br />

il frutto di quello che con il loro lavoro hanno seminato.<br />

Grazie a tutti<br />

Mirko Casarotto<br />

In seguito all’articolo di Silvio Androgna è arrivata questa<br />

lettera:<br />

Grazie Silvio Androgna<br />

Gentilissima Redazione,<br />

sono Antonio De Marchi e vivo a Isola Vicentina. Con la<br />

presenta sento il forte desiderio di esprimere i miei complimenti<br />

a Silvio Androgna, cantore degli eroici reggimenti<br />

alpini immolatesi per la Patria. Desidero anche complimentarmi<br />

con il signor Marangon Luciano per l’ottima poesia<br />

sulla nostra bandiera simbolo, appunto, <strong>della</strong> nostra Patria<br />

Italia. Cordialmente<br />

Antonio De Nardi


Alte Ceccato<br />

Gli alpini insegnano la <strong>storia</strong><br />

Sono oltre quattromila gli alunni che nei 66 incontri effettuati<br />

durante l’anno scolastico hanno potuto fruire delle lezioni<br />

di <strong>storia</strong> sulle due guerre mondiali del ‘900 tenute da<br />

Giuseppe Rossi con il supporto degli alpini di Alte Ceccato.<br />

Sono undici anni che gli alpini di Alte portano nelle scuole<br />

nelle province di <strong>Vicenza</strong>, Padova, Trento, Venezia e Verona,<br />

un messaggio di pace di speranza. Solo nell’ultimo anno<br />

scolastico ha visto i nostri alpini percorrere più di 3520 Km<br />

per questi incontri. Oltre a Giuseppe Rossi fanno parte <strong>della</strong><br />

squadra operativa gli alpini Giuseppe Giannello, Bruno<br />

Pretto, Francesco Tieni, Luciano Savegnago, Mirko De<br />

Grandi, Mariano Lazzari e Rigo Cavaggion.<br />

Creazzo<br />

Alpini e studenti, binomio perfetto<br />

Concorso a scuola sull’Alpinità<br />

Il gruppo alpini per celebrare il 70° Anniversario <strong>della</strong> sua<br />

fondazione, con la collaborazione dell’Istituto comprensivo<br />

di Creazzo, ha indetto un concorso rivolto agli studenti del-<br />

Gianni Boscardin tra i premiati<br />

La vita dei Gruppi - 23<br />

le terze classi, <strong>della</strong> scuola media “A. Manzoni” sul tema:<br />

“Gli Alpini e la loro Storia”; “Ricorda le manifestazioni degli<br />

Alpini del tuo paese svoltesi nel 2007”; “Parla degli Alpini<br />

così come li conosci personalmente e/o come ne hai sentito<br />

parlare nei racconti dei tuoi genitori, dei tuoi nonni e dei<br />

conoscenti”.<br />

È stato un successo inatteso ed insperato. Aver indetto un<br />

concorso sull’alpinità ha impegnato gli studenti, già del<br />

mese di marzo, nelle ricerche, nelle interviste, nella stesura<br />

degli elaborati. Puntuali hanno poi consegnato alla commissione<br />

giudicante i lavori svolti singolarmente o come il<br />

caso <strong>della</strong> Terza D, con un lavoro di classe corposo e ben articolato.<br />

L’aiuto degli insegnanti ha ulteriormente arricchito<br />

il loro lavoro. Ciò che più ci gratifica e ci rende orgogliosi<br />

è l’aver indotto circa 100 ragazzi e ragazze del nostro paese<br />

a conoscere più profondamente il Corpo degli Alpini e la<br />

sua <strong>storia</strong>.<br />

La premiazione è avvenuta in concomitanza con la fine<br />

dell’anno scolastico all’auditorium <strong>della</strong> scuola “A. Manzoni”<br />

con la presenza <strong>della</strong> direttrice scolastica Emanuela Rigotto,<br />

degli insegnati, del sindaco Gervasio Cortiana, dell’assessore<br />

alla cultura Maria Teresa Pizzolato, dell’assessore allo sport<br />

Giovanni Peretto, del presidente sezionale Ana Giuseppe<br />

Galvanin, del capozona “Colli Vicentini” Arcangelo Murzio,<br />

del capogruppodi Creazzo Gianni Boscardin, del parroco<br />

don Marco Marchetti, di molti genitori e di numerosi alpini.<br />

Arcangelo Marzio ha rigraziato la direttrice <strong>della</strong> scuola per<br />

aver aderito e sostenuto l’iniziativa e tutti gli studenti che<br />

hanno assimilato ed elaborato l’alpinità ed il corpo insegnanti;<br />

ha auspicato ulteriori altre manifestazioni degli alpini in<br />

favore <strong>della</strong> scuola.<br />

Il primo premio è andato alla classe Terza D; gli altri a Tea<br />

Meneghetti, Alice Gianesini, e Sebastian Pozza.<br />

Epilogo alla nostra premiazione, molto apprezzato da tutti<br />

i presenti, è stata la decisione dei ragazzi <strong>della</strong> Terza D<br />

di donare i 200 euro ricevuti in premio all’Associazione<br />

Rokpa Italia ovvero all’Associazione medici vicentini per il<br />

Mondo, particolarmente per il Tibet, nella persona del dott.<br />

Renato Giaretta, alpino e componente la Squadra sanitaria<br />

dell’Ana.<br />

Nelle foto, un momento <strong>della</strong> cerimonia e il capogruppo di<br />

Creazzo con Rebecca Barbieri e Alice Martini <strong>della</strong> Terza D<br />

con il dott. Giaretta.<br />

Chiampo<br />

Viaggio di lavoro in Angola<br />

Il 15 luglio è iniziato il nostro viaggio di lavoro, destinazione<br />

Angola. Eravamo in otto e al nostro arrivo a Luanda siamo<br />

stati ospitati in un convento, dove i Cappuccini ci hanno accolti<br />

con grande gioia. Il giorno dopo all’alba partenza per<br />

Huambo (a 600 km. di distanza), una cittadina che si trova<br />

a 1800 metri di altitudine e che, nonostante la distruzione


24 - La vita dei Gruppi<br />

subita dalla lunga guerra civile, sta rinascendo. Laggiù i Frati<br />

Capuccini, presenti da 60 anni, stanno costruendo una Casa<br />

di formazione.<br />

Io e Virglio avevamo il compito di pavimentare e rivestire<br />

la cucina, la dispensa, la lavanderia e i bagni, mentre Luigi<br />

si è occupato <strong>della</strong> parte idraulica e dei serramenti. Il lavoro<br />

più importate è toccato a mia moglie Maria che in breve<br />

tempo ha assunto la padronanza <strong>della</strong> cucina e <strong>della</strong> lavanderia.<br />

Tutti noi abbiamo svolto il nostro lavoro con grande gioia.<br />

Domenica 27 Luglio abbiamo assistito alla messa nella<br />

Parrocchia di Kamussamba, un centro di 3000 abitanti. Un<br />

rito iniziato alle 9 e concluso tra i canti alle 11.30. Il celebrante,<br />

padre Casimiro, mi ha presentato il Ministro <strong>della</strong><br />

fraternità composto da 44 professori. Ho avuto modo venire<br />

a conoscenza di un Gruppo Gifra che sta iniziando un cammino<br />

formativo.<br />

Daniele Pieropan<br />

Lonigo<br />

Due gite a Trento<br />

I gitanti in Trentino<br />

Fra le più recenti iniziative del Gruppo di Lonigo spicca<br />

la gita che ogni anno viene organizzata in collaborazione<br />

con il Comune e la direzione <strong>della</strong> scuola media C. Ridolfi.<br />

Quest’anno, in occasione <strong>della</strong> centralità che ha il tema del<br />

90° <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> Prima Guerra Mondiale, si è voluto organizzare<br />

un’escursione all’ossario del Pasubio, il Dos di<br />

Trento e il Castello del BuonConsiglio, dove Cesare Battisti<br />

fu condannato e impiccato con altri Alpini dal tribunale<br />

Militare Austriaco.<br />

La giornata molto fredda e umida non ha assolutamente spaventato<br />

i giovani <strong>della</strong> terza media, che ben seguiti da preside<br />

e insegnanti si sono impegnati a cogliere il significato di tanti<br />

sacrifici ben espressi dai luoghi visitati. Il capogruppo Ana<br />

ha accompagnato le scolaresche alla fine <strong>della</strong> mattinata alla<br />

Sede Ana di Trento, dove gli alpini leoniceni hanno preparato<br />

in una struttura molto accogliente un ricco banchetto, a cui<br />

i commensali hanno fatto onore...<br />

Si vuole sottolineare l’importanza di queste iniziative, perchè<br />

coinvolgono molte persone anche per la loro disponibilità<br />

e si cerca di dare onore a tante persone che hanno dato la<br />

vita per la nostra libertà.<br />

Altra bella gita è stata organizzata dal Gruppo Ana per li 15<br />

Giugno a Trento, in particolare Castello di Beseno, Castello<br />

del Buonconsiglio e dopo il pranzo in un locale caratteristico<br />

visita delle Cantine Francesco Moser, dove il Capogruppo<br />

ha creato un clima di entusiasmo e l’incontro con ideali di<br />

sport e cultura alpina.<br />

Malo<br />

Incontro con i Reduci di Russia<br />

È stato un incontro intenso nei contenuti e carico di emozioni,<br />

quello del 24 agosto, nella sala riunioni <strong>della</strong> Casa<br />

degli Alpini, gremita di pubblico, accalcato fino all’esterno.<br />

La proiezione di un filmato storico ha introdotto il tema<br />

e creato la suggestione adatta ai fatti a cui si riferisce la<br />

recente pubblicazione di Manuel Grotto, “La campagna di<br />

Russia”.<br />

Il capogruppo Danilo Panizzon ha presentato i sei reduci<br />

di Russia ospiti, veri protagonisti <strong>della</strong> serata: Alberto<br />

Vallarsa, Alessandro Lain, Bruno Brunello, Dialma Sartori,<br />

Luigi Brunello e Luigi Dalla Riva. Manuel Grotto, giovane<br />

ufficiale <strong>della</strong> Brigata Alpina Tridentina ora in congedo, ha<br />

raccolto e riportate nel suo libro, le testimonianze di un centinaio<br />

di reduci, sopravissuti a quell’immane tragedia che<br />

fu la disfatta e la ritirata dalla Russia. È stato emozionante<br />

ascoltare dalla viva voce dei protagonisti, racconti di inauditi<br />

patimenti e di grande umanità incontrata tra una popolazione<br />

che erano stati mandati ad occupare. Un’umanità<br />

I reduci raccontano


guadagnata con comportamenti di grande rispetto, verso<br />

<strong>della</strong> povera gente a cui si sentivano affratellati e coinvolti<br />

loro malgrado, in quell’insensata tragedia che è la guerra.<br />

Commovente il forte richiamo di Luigi Brunello a non dimenticare<br />

un grande ed umile compagno nel loro disperato<br />

vagare nella steppa: il forte e paziente amico mulo.<br />

Numerose personalità hanno onorato con la loro presenza e<br />

grande partecipazione, questi umili eroi. La serata si è conclusa<br />

con le dolci note di “Vorrei volare…”, nell’appassionata<br />

interpretazione dal coro “El Livergon” del Gruppo Alpini<br />

di Malo.<br />

Luigi Girardi<br />

Montecchio Precalcino<br />

Gli alpini e la memoria storica<br />

Gli Alpini di Montecchio Precalcino e di Alte Ceccato<br />

con i ragazzi delle medie<br />

Una nutrita rappresentanza del Gruppo Alpini di Montecchio<br />

Precalcino guidata dal capogruppo Franco Ro<strong>della</strong> si è recata<br />

il 22 Aprile alle scuole medie “G. Leopardi” per un appuntamento<br />

che sta diventando una tradizione. Con la collaborazione<br />

di alcuni alpini del Gruppo di Alte Ceccato abbiamo<br />

portato agli studenti la testimonianza storica di tragici<br />

momenti che i giovani hanno il diritto di conoscere per non<br />

dimenticare, e far sì che non abbiano a ripetersi. L’argomento<br />

riguardava la 2ª Guerra Mondiale, che ha lasciato anche nelle<br />

nostre terre una lunga scia di dolore, di distruzione e di odio.<br />

La lezione, accompagnata dalla proiezione di varie diapositive,<br />

ha incontrato il massimo interessamento degli studenti<br />

che si sono alla fine dichiarati entusiasti per aver potuto conoscere<br />

la <strong>storia</strong> da vicino e dal vivo.<br />

Prima di lasciare la scuola il capogruppo Ro<strong>della</strong> ha donato<br />

a tutti gli studenti e al personale docente una copia del volume<br />

pubblicato in occasione del 60° anniversario di fondazione<br />

del Gruppo Alpini di Montecchio Precalcino dal titolo<br />

“Alpini a Montecchio Precalcino 1947 – 2007 – Tra <strong>storia</strong><br />

e racconti”. Il libro potrà costituire argomento di studio per<br />

La vita dei Gruppi - 25<br />

i ragazzi delle medie e servirà loro a capire le origini e la<br />

<strong>storia</strong> del loro territorio. Potranno inoltre leggervi una breve<br />

<strong>storia</strong> delle truppe alpine, del cappello alpino, del gruppo alpini<br />

di Montecchio e del Nucleo di Protezione Civile Alpina.<br />

Infine avranno l’opportunità di leggere il racconto intitolato<br />

“La strada” dello scrittore russo Vasilij Grossman ambientato<br />

nel periodo <strong>della</strong> 2ª Guerra Mondiale con epilogo nella<br />

Campagna di Russia, dove la guerra e la natura assurgono a<br />

simbolo <strong>della</strong> brutalità indifferente di un mondo che travolge<br />

ogni essere.<br />

Montegalda<br />

Alpini a quota zero<br />

Come ormai tradizione, il Gruppo Ana assieme a quello di<br />

Bastia di Rovolon è intervenuto all’associazione “Per un<br />

sorriso” per aiutare i bambini bielorussi ospitati a Rovolon.<br />

Quest’anno l’iniziativa è stata ampliata, ed oltre al contributo<br />

economico, è stata offerta una gita in motonave nella<br />

laguna di Venezia e nelle isole del litorale. Grazie all’interessamento<br />

degli Alpini, anche i proprietari di pullman,<br />

motonave e ristorante hanno contribuito, in tutto od in parte,<br />

all’iniziativa.<br />

I ragazzi, tutti ammalati di leucemia, sono rimasti entusiasti<br />

perché quasi per tutti era la loro prima gita in mare. La<br />

Bielorussia non ha né mare né montagne ed il dislivello di<br />

tutto il suo territorio è di circa 250 metri.<br />

Da vedere la loro sincera felicità per le cose semplici, come<br />

poter stringere il timone <strong>della</strong> motonave, gettare piccoli pesci<br />

per richiamare i gabbiani, assaporare le portate di patatine<br />

fritte ed il gelato.<br />

Alpini e bambini, per un sorriso<br />

L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi e dai<br />

responsabili dell’associazione, tanto che siamo stati invitati<br />

alla festa d’addio <strong>della</strong> sera dopo, dove ci è stato consegnato


26 - La vita dei Gruppi<br />

un attestato di ringraziamento ed una bambolina tipica <strong>della</strong><br />

Bielorussia.<br />

Visto il successo ed il gradimento, i responsabili si aspettano<br />

un’iniziativa analoga anche per l’anno prossimo, dato che<br />

nel periodo che i ragazzi trascorrono in Italia, oltre alle visite<br />

mediche e all’alimentazione adeguata, per loro è estremamente<br />

importante ricevere queste prove d’affetto.<br />

Orgiano<br />

Gita sociale a Milano<br />

Francesco Griselin<br />

Domenica 8 giugno il gruppo Ana ha svolto l’annuale gita<br />

sociale a Milano. Partita di buon mattino, arrivata a Milano<br />

la comitiva ha potuto contare sulla guida d’eccezione Franco<br />

Mettifogo, milanese d’adozione ma orgianese di origine.<br />

Dopo aver visito molti luoghi d’interesse artistico, il gruppo<br />

ha pranzato nella sede <strong>della</strong> sezione Ana di Milano. L’ultima<br />

tappa <strong>della</strong> giornata è stata a s. Martino <strong>della</strong> Battaglia. Tutti<br />

i partecipanti si sono detti entusiasti dell’esperienza e si sono<br />

dati appuntamento per il prossimo anno.<br />

San Vito di Leguzzano<br />

Servizio alla chiesetta S.Maria del Pasubio<br />

Il 26 e 27 luglio siamo stati di turno sul Pasubio per il consueto<br />

servizio di accoglienza agli escursionisti e per assicurare<br />

lo svolgimento <strong>della</strong> messa alla domenica. È un servizio<br />

che, assieme agli altri gruppi <strong>della</strong> Zona Val Leogra, svolgiamo<br />

ormai da molti anni. Quest’anno però, a differenza degli<br />

anni precedenti, noi del Gruppo di San Vito di Leguzzano,<br />

abbiamo avuto mandato dal. presidente Galvanin di “fornire”<br />

e “posare” una croce di ferro presso la lapide che si trova<br />

sotto la selletta che divide i Denti italiano ed austriaco, in<br />

previsione del solenne pellegrinaggio di settembre. Così grazie<br />

alla bravura e disponibilità del “socio/consigliere/fabbro”<br />

Giovanni Mondin che ha curato la realizzazione <strong>della</strong> croce<br />

Sul Pasubio, ancora una volta per ricordare<br />

(2 metri di altezza) ed alla processione di una nutrita schiera<br />

di alpini del gruppo, che hanno portato a turno in spalla tutti i<br />

materiali necessari (croce compresa) sin sulla zona dei Denti,<br />

nel pomeriggio di sabato abbiamo orgogliosamente piantato<br />

e fissato quel simbolo a noi tanto caro e che simboleggia la<br />

sacralità di quel luogo.<br />

Durante i lavori di posa, sopra di noi è comparsa l’aquila,<br />

che da alcuni anni vive sul massiccio del Pasubio nella zona<br />

del Col Santo. Chissà, forse è venuta per rendere anche lei<br />

omaggio a quanti sono ancora sepolti sotto ciò che resta del<br />

Dente italiano, o forse solo per ricordarci che lei e gli alpini<br />

sono amici di vecchia data. Un momento di raccoglimento e<br />

commozione e poi giù verso la chiesetta, ognuno con il cuore<br />

colmo di orgoglio e con la certezza di aver svolto al meglio<br />

il compito richiestoci.<br />

Tonezza del Cimone<br />

Mostra sulla Grande Guerra<br />

Per ricordare il 90° <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> Grande Guerra, il gruppo<br />

ha allestito una mostra inerente la guerra combattuta sull’altopiano.<br />

Il 23 agosto è stata inaugurata la mostra alla presenza del<br />

sindaco Amerigo dalla Via, di Giuseppe Galvanin presiedente<br />

<strong>della</strong> sezione alpini di <strong>Vicenza</strong> e di altri numerosi rappresentanti<br />

alpini.<br />

La mostra è stata allestita dal collezionista Ivano Pasquale e<br />

dal gruppo alpini di Tonezza.<br />

Le numerose persone che hanno visitato la mostra hanno<br />

molto apprezzato la disposizione degli oggetti, la simulazione<br />

delle trincee e le numerose foto storiche. La mostra è stata<br />

poi visitata dalle scuole elementari.<br />

Il 30 agosto, poi c’è stata una serata storica presentata da<br />

Luigi Cortelletti, Gastone dalla Via e allietata dal coro<br />

Azzurri Monti di Tonezza.<br />

Sossano<br />

La giornata <strong>della</strong> stella alpina<br />

Quando suona un’adunata gli alpini di Sossano rispondono<br />

numerosi all’appello. Grande soddisfazione per il presidente<br />

e gli organizzatori dell’incontro, a conferma che il gruppo<br />

Ana è vivo più che mai. Evidentemente gli alpini sossanesi<br />

aspettavano da tempo di ritrovarsi per rinnovare i voti <strong>della</strong><br />

fratellanza alpina, e attraverso un contatto tra penna e penna,<br />

raccontarsi le vicende <strong>della</strong> naia passata, e il tran tran di tutti<br />

i giorni. La mattinata si è subito rivelata molto positiva. A<br />

coreografia sopra un banco, piante di stelle alpine che ogni<br />

alpino ha poi portato a casa a ricordo delle montagne, dei<br />

campi estivi e dei campi invernali passati insieme, sono state<br />

acquistate unitamente al distintivo da appuntare sulla giac-


ca e all’adesivo per l’auto, affinché il ricavato possa essere<br />

utilizzato dall’Ana nazionale per opere umanitarie. Quindi,<br />

all’ordine dell’attenti, tutti i commilitoni rigorosamente<br />

col cappello in testa si sono schierati davanti alla chiesetta<br />

dell’olmo per la foto di gruppo seguita dalla classica bicchierata.<br />

Purtroppo diversi amici alpini non hanno potuto essere presenti<br />

all’incontro a causa di impegni improrogabili, ma comunque<br />

il numero è stato confortante se si pensa che erano<br />

presenti più di ottanta Penne Nere. Questo ci permette di<br />

pensare positivamente e progettare a qualcosa che ci unisca<br />

ancora di più. Quanto prima le idee si concretizzeranno a<br />

conferma che quando gli alpini si chiamano a raccolta sanno<br />

sempre rispondere: presente!<br />

Silvano Mussolin<br />

Monte di Malo<br />

Gemellaggio con Torri di Quartesolo<br />

Giornata importante l’8 giugno. Il gruppo alpini di Torri<br />

La vita dei Gruppi - 27<br />

-Lerino ha ospitato nella sede di Via Mantova 19 il gruppo di<br />

Monte di Malo, capeggiato dal capogruppo Adriano Dellai.<br />

L’incontro ha avuto lo scopo di gemellare i due gruppi nel<br />

nome di una alpinità che li lega profondamente. Il gruppo di<br />

Monte di Malo entusiasta dell’accoglienza da parte del gruppo<br />

Torri di Quartesolo-Lerino precisa: è nostra tradizione,<br />

ormai consolidata, che di ritorno <strong>della</strong> gita coltural-paesaggistica<br />

annuale, si possa usare Come un momento alpino, a<br />

scambiarci fatti e idee. Nel momento di convivialità il capogruppo<br />

Adriano Dellai e il vice-capogruppo Giuseppe Alessi<br />

per Torri, spirito alpino indomito, cuoco nella vita e cuoco<br />

per gli alpini, un gruppo di circa cento persone ha seguito lo<br />

scambio dei gagliardetti.<br />

Dagli interventi è emerso che entrambi i gruppi sono convinti<br />

che questa sia la maniera giusta di unirci sempre più.<br />

Non dimentichiamoci che sotto il cappello c’èun cervello.<br />

Velo d’Astico<br />

Tre insoliti alpini<br />

Antonio Dal Pozzolo<br />

Chi è passato per Velo d’Astico, in occasione dell’adunata<br />

di Arsero, ha potuto ammirare un singolare e molto<br />

bello monumento all’Alpino in via Roma. Sono tre<br />

Tuje - spiega il segretario del Gruppo Ana di Velo, Vasco<br />

Ceribella - piantate circa 35 anni fa dall’ex presidente<br />

Gildo Ceribella e negli anni coltivate e lavorate con sapienti<br />

potature per fare assumere la forma di tre alpini<br />

barbuti avvolti nella mantellina con l’inconfondibile cappello;<br />

non mancano i colori delle nappine bianca rossa e<br />

verde, simbolo del tricolore. Vasco Ceribella continua da<br />

16 anni a potarle per mantenere la forma voluta, in ricordo<br />

di suo padre che dedicò molto del suo tempo all’Ana<br />

velese. Le tuje sono oggetto per chi passa per via Roma<br />

di ammirazione e foto ricordo.<br />

Alpini di Lerino e Monte di Malo, insieme Strani alpini!


28 - La vita dei Gruppi<br />

“G. Reolon” San Pio X<br />

Riuscita la prima Festa Alpina<br />

Inaugurazione del Monumento ai Caduti a S. Pio X<br />

Pienamente riuscita, con soddisfazione degli alpini e degli<br />

abitanti del quartiere, la prima Festa Alpina che il<br />

“Giuseppe Reolon” ha celebrato dal 25 al 27 aprile. In 36<br />

anni <strong>della</strong> sua <strong>storia</strong> il Gruppo non era mai riuscito a realizzare<br />

una propria festa anche se, a dire il vero, ci si pensava<br />

già da parecchio tempo, pur in proporzioni più modeste,<br />

Ma negli ultimi anni, proprio per l’attività svolta nel segno<br />

<strong>della</strong> solidarietà e di una convivenza più civile, gli Alpini di<br />

San Pio X hanno ottenuto dalla popolazione larghi consensi,<br />

stima e simpatia. È nata l’idea di offrire agli abitanti del<br />

quartiere, come segno di riconoscenza tangibile e duraturo<br />

nel tempo, un Monumento “a perenne ricordo dei caduti di<br />

tutte le guerre”, tenuto conto che in zona non esisteva alcun<br />

manufatto di tal genere. L’idea è piaciuta subito a tutti e<br />

tanti, secondo le proprie capacità e disponibilità, si sono<br />

prodigati per la realizzazione del progetto e l’organizzazione<br />

dell’evento.<br />

Il 25 è stata fatta una al Vajont con visita guidata alla diga e<br />

ai luoghi <strong>della</strong> tragedia di 45 anni fa, dove anche alcuni soci<br />

del Gruppo furono chiamati all’opera di soccorso e di recu-<br />

pero dei morti. Il giorno dopo pomeriggio conviviale con una<br />

trentina di anziani non autosufficienti e loro accompagnatori,<br />

ospiti dell’Istituto Salvi. Si è offerto loro una cena frugale<br />

e qualche ora di svago, all’insegna dell’amicizia e del vero<br />

spirito alpino, che sono stati molto apprezzati.<br />

Domenica giornata clou <strong>della</strong> festa: l’inaugurazione del<br />

Monumento. Alla presenza dei gruppi alpini <strong>della</strong> città, ai<br />

rappresentanti di numerose associazioni, ad autorità civili e<br />

militari e ad un folto pubblico incuriosito, si è cominciato con<br />

l’alzabandiera. Al saluto del Capogruppo Giuseppe Testolin<br />

sono seguiti l’illustrazione dell’opera da parte di Mirta<br />

Pegoraro, ideatrice del progetto, e discorsi di ritto dell’assessore<br />

regionale Elena Donazzan e dell’assessore provinciale<br />

Nereo Galvanin, la benedizione del monumento da parte del<br />

parroco don Domenico e l’Onore ai Caduti. È seguita la messa<br />

a suffragio di tutti quelli che sono “andati avanti”, molto<br />

partecipata e animata dai canti del Coro Alpino Lumignano.<br />

Prima del “rompete le righe”, un ricco buffet ha rallegrato il<br />

palato dei numerosi intervenuti e la Festa si è conclusa con<br />

il plauso sincero da parte di tutti.Si è trattato di uno sforzo<br />

notevole, anche economico, per il Gruppo “G. Reolon”, ma<br />

si è constatato che ne è valsa la candela e di notevole incoraggiamento<br />

per le feste future.<br />

Immagini <strong>della</strong> Festa<br />

Zona Val Leogra<br />

Ricordati Filzi e Battisti<br />

Anche quest’anno in ricordo dei fatti del luglio 1916 quando<br />

sotto il comando del generale Andrea Graziani nel disegno<br />

di riconquista di posizioni perdute sul Pasubio, si ebbe<br />

il tentativo italiano di conquistare il Corno di Vallarsa, si è<br />

tenuta nel luogo dove furono catturati tra gli altri alpini del<br />

battaglion “<strong>Vicenza</strong>” anche gli irredenti Cesare Battisti e<br />

Fabio Filzi, una suggestiva commemorazione. Presenti alpini<br />

dei gruppi <strong>della</strong> Vallarsa e dell’Alto Vicentino, autorità<br />

delle regioni confinanti ed i figuranti <strong>della</strong> Associazione<br />

Nel ricordo di 90 anni fa


4 Novembre di Schio, sul monte che poi prese il nome di<br />

Corno Battisti, è stata celebrata la cerimonia religiosa e si<br />

sono tenute le orazioni ufficiali, tra cui quella del presidente<br />

<strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong> Giuseppe Galvanin. Un<br />

particolare ricordo degli alpini vicentini si rivolge anche<br />

quest’anno alla figura indimenticata del s.tenente Luigi<br />

Casonato, che, uscito coi primi all’attacco <strong>della</strong> temuta posizione<br />

degli imperiali sul Corno, fu tra i primi a cadere.<br />

Il suo corpo probabilmente sepolto dai detriti del violento<br />

bombardamento nemico, non fu più ritrovato, per questo in<br />

tempi recenti è stata posta presso i cippi che ricordano i due<br />

irredenti trentini Battisti e Filzi, anche una targa che gli<br />

alpini di Camisano hanno dedicato al prode compaesano<br />

caduto. Successivamente anche nel cimitero austriaco così<br />

come si era appena fatto in quello italiano, sono state poste<br />

due corone di fiori con una piccola spontanea cerimonia<br />

cui ha presenziato il colonnello Elsa. Tra i giovani figuranti,<br />

presenti alla cerimonia in divisa da alpino era anche<br />

Stefano Lanaro, di Schio, 16 anni.<br />

Zovencedo/San Gottardo<br />

Riuscita adunata interzonale<br />

Giorgio Lanaro<br />

Il Gruppo ANA di Zovencedo/San Gottardo ha compiuto 35<br />

anni e la ricorrenza è stata celebrata, dal 13 al 15 giugno a San<br />

Gottardo, con l’adunata interzonale, un appuntamento delle<br />

penne nere delle zone: Alta e Bassa Val Liona, U. Masotto,<br />

Val del Guà, Riviera Berica e Colli Vicentini. Gli alpini del<br />

Gruppo hanno vissuto così uno storico e oltremodo significativo<br />

momento con l’inaugurazione del monumento dedicato<br />

al “Valore alpino”. L’impegno assunto dal capogruppo Mirko<br />

Casarotto e dai suoi alpini è stato brillantemente onorato rispettando<br />

le aspettative, grazie anche alla collaborazione e<br />

alla disponibilità dei comuni di Zovencedo e Arcugnano.<br />

La manifestazione è iniziata venerdì 13, con la presentazione<br />

del libro “La campagna di Russia” da parte dell’autore,<br />

tenente degli Alpini Manuel Grotto. Sabato 14 giugno<br />

al pomeriggio esercitazione dei volontari delle squadre<br />

antincendio boschivo e dell’Unità cinofila dei Carabinieri<br />

di Zovencedo. Sabato sera nella chiesa parrocchiale di<br />

San Gottardo applaudito concerto dei Cori “Piccolo coro<br />

dei bambini delle Scuole di San Gottardo, di Zovencedo e<br />

di Arcugnano”, Voci del Pasubio di Isola V. e il Coro dei<br />

Congedanti <strong>della</strong> Brigata Alpina Tridentina. Una serata veramente<br />

ben riuscita che ha gratificato i numerosi presenti<br />

con una prestazione degna di lode.<br />

Domenica, la giornata più attesa si è aperta con la sfilata nelle<br />

vie di San Gottardo, aperta dalla fanfara storica; quindi<br />

onori al Tricolore, omaggio ai Caduti. In sede è stata celebratala<br />

messa: all’omelia don Piero ha rivissuto la <strong>storia</strong> del<br />

Corpo degli Alpini, dalla fondazione alla nascita dell’Ana. È<br />

La vita dei Gruppi - 29<br />

Il monumento a San Gottardo<br />

stato poi inaugurato il monumento dedicato al “Valore alpino”.<br />

È una composizione, adiacente alla sede, che appartiene<br />

alla tradizione patriottica ma che rappresenta qualche cosa<br />

di più, di nuovo, di singolare. Nella pietra sono stati scolpiti<br />

alcuni valori cari a noi alpini: sacrificio in guerra, amor patrio<br />

e senso del dovere, altruismo e solidarietà, speranza e<br />

missioni di pace.<br />

In questi ultimi anni sono venuti a rinforzare le nostre file<br />

nuovi alpini: non sono certo il frutto di un gioco di prestigio,<br />

ma sono la testimonianza <strong>della</strong> nostra ferma determinazione<br />

di credere in questi valori, di guardare avanti con fierezza,<br />

serenità e ottimismo anche in missioni di pace all’estero.<br />

Dopo lo scoprimento del monumento si sono susseguiti alcuni<br />

interventi. Il capogruppo Mirko Casarotto ha ringraziato<br />

i suoi alpini per l’aiuto prestato nell’organizzazione <strong>della</strong><br />

festa, l’Amministrazione comunale per la collaborazione,<br />

gli scultori del monumento, Trivellin e Segato di <strong>Vicenza</strong>, la<br />

Berica Pietre di Filippi Lorenzo per aver donato il materiale<br />

in pietra, le autorità e tutti i presenti per essere intervenuti<br />

così numerosi. Il sindaco di Zovencedo D’Aniello si è detto<br />

onorato ed orgoglioso di aver ospitato un così grande evento<br />

aggiungendo che questa “esperienza sarà indimenticabile”.<br />

“La mia presenza – ha affermato il vicepresidente sezionale<br />

Barollo– oltre che un piacere è un dovere e sono felice di<br />

essere con voi in questa splendida e importante giornata alpina”.<br />

La cerimonia si è conclusa con il canto “Signore delle<br />

cime” interpretato dal coro parrocchiale di San Gottardo e<br />

dalle note <strong>della</strong> Fanfara Storica Sezionale.<br />

Dopo tanto lavoro oggi gli alpini di San Gottardo/Zovencedo<br />

possono dire con orgoglio di esserci riusciti e di essere pienamente<br />

soddisfatti. È stato un impegno di notevole spessore<br />

organizzativo che ha richiesto la sinergia operativa di tanti<br />

volonterosi, ma che servirà a scolpire nel tempo <strong>della</strong> memoria<br />

di tutti quelli alpini che, dopo averci indicato la strada,<br />

in questi anni ci hanno lasciato in eredità il loro bagaglio di<br />

valori solidali.<br />

Mirco Bisognin


30 - Riflessioni<br />

Il ricordo di chi ha perso la vita in guerra<br />

In Pasubio, domenica 7 settembre, il<br />

presidente Perona nella sua orazione,<br />

perché proprio di orazione si è trattato,<br />

oltre a ricordare gli alpini e tutti gli altri<br />

militari che su quella montagna hanno<br />

perso la vita ha ricordato tutti coloro<br />

che per la Patria hanno donato il meglio<br />

di se. Non solo in quella guerra ma, anche,<br />

in tutti i conflitti successivi.<br />

Quest’anno ricorre il 90° <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> prima guerra mondiale<br />

e il 4 novembre, giornata dell’unità nazionale, va celebrato<br />

per da ricordarne il sacrificio.<br />

E n modo nuovo ma significativo e potrebbe essere ripetuto<br />

ogni anno. Darà sicuramente coscienza al cittadino che<br />

l’unità e la libertà oggi esistente è il frutto dei sacrifici sostenuti<br />

dalle precedenti generazioni. È giusto e doveroso<br />

ricordare quei sacrifici. Il tempo, naturalmente, porta tutto<br />

nell’oblio. Così, invece, se ne perpetua il ricordo. È altrettanto<br />

giusto e doveroso ricordare anche il sacrificio dei civili,<br />

che delle guerre sono sempre le vittime.<br />

I vessilli che rappresentano le unità militari vengono decorati<br />

con il conferimento di medaglie al valore per atti bellici<br />

compiuti da quei reparti. Le bandiere delle Provincie e dei<br />

Comuni i vengono, pure, onorate con decorazioni che ricordano<br />

i sacrifici sopportati dalle popolazioni.<br />

La medaglia alla bandiera dell’Istituzione che rappresenta<br />

una collettività è il modo per perpetuarne il ricordo.. È un<br />

modo per non dimenticare!<br />

Varie Provincie hanno ottenuto quella decorazione. <strong>Vicenza</strong><br />

ancora non è stata decorata. La meriterebbe anche per quanto<br />

subito nel corso del secondo conflitto mondiale.<br />

Altri centri <strong>della</strong> Provincia meriterebbero quel riconoscimento.<br />

<strong>Vicenza</strong>, come tutta la Provincia, ha subito anche la prima<br />

guerra mondiale.<br />

Della guerra 1915 – 1918 tutto, oramai, è andato nel dimenticatoio.<br />

Sono stati dimenticati i sacrifici <strong>della</strong> gente dell’Altopiano<br />

di Asiago, località di prima linea; di paesi e di intere contrade,<br />

cancellati dalla furia di quella guerra.<br />

Rinnovo dei direttivi<br />

Gruppo di Torrebelvicino<br />

Capogruppo: Armando Scapin. Consiglieri: Artenio Gatto,<br />

Livio Trentin, Ottorino Trentin, Dario Andolfo, Giorgio Dal<br />

Lago, Antonio Pavan, Fiorenzo Cortiana, Giorgo Covallero,<br />

Silvano Mantese, Massimliano Cortiana, Costantino Costa,<br />

Sono stati dimenticati i sacrifici subiti dalle popolazioni delle<br />

vallate dell’Agno, del Leogra, dell’Astico e del Brenta,<br />

costrette a subire, prima il peso delle retrovie di un fronte<br />

sulla porta di casa con morti di civili e distruzione di paesi<br />

e contrade, poi, quello di trasferimenti forzati di profughi<br />

in località del Piemonte, <strong>della</strong> Lombardia e in altre regioni<br />

lontane dal Veneto.<br />

Il Gonfalone <strong>della</strong> Provincia ricorda solo in modo indiretto<br />

quanto subito da quelle popolazioni.<br />

In quel Gonfalone, infatti, appaiono i “Monumenti- Ossario”<br />

di Asiago, del Monte Grappa, del Cimone e del Pasubio.<br />

Ricordi del sacrificio delle migliaia e migliaia di militari caduti<br />

in quelle località. Ricordo incancellabile e perenne.<br />

Ricordando quelle località il pensiero non può non andare<br />

al sacrificio <strong>della</strong> gente che in quelle località vi abitava. Un<br />

riconoscimento già doveva andare alla Provincia per quanto<br />

subito dalle popolazioni in quella ormai lontana guerra.<br />

La seconda guerra mondiale, poi, ha lasciato un ulteriore e<br />

pesante segno. Non solo per le conseguenze delle terribili<br />

incursioni aeree patite da <strong>Vicenza</strong>, da Bassano del Grappa<br />

e da molti altri centri <strong>della</strong> provincia ma anche per altri<br />

fatti di guerra subiti dalle genti vicentine dopo l’8 settembre<br />

del 43’.Il più tremendo in Val d’Astico, a Forni e<br />

Pedescala. Nell’Altopiano dei Sette Comuni, in particolare<br />

a Camporovere. In Valle del Chiampo, a San Pietro<br />

Mussolino, nel bassanese, nella val Sugana e in altre contrade:<br />

distruzione e morte. Migliaia sono state le vittime!<br />

Tutta la Provincia, comunque, è stata oggetto di tali fatti<br />

con le conseguenti distruzioni di paesi e di contrade e con<br />

l’uccisione e deportazione di civili Il contributo di sangue<br />

è stato notevole. Quel contributo in morti e feriti che la<br />

popolazione <strong>della</strong> nostra Provincia ha dato nel corso delle<br />

passate guerre e, in particolare, nel corso dell’ultimo<br />

conflitto mondiale, deve essere ricordato. Il suo Gonfalone<br />

deve portare quel riconoscimento!<br />

Gli alpini vicentini, ricordando quei sacrifici invitano le<br />

Istituzioni preposte a richiederlo.<br />

Per ricordare, non è mai troppo tardi!<br />

Giuseppe Ottavio Zanon<br />

Marco Sella, Aldo Luccarda. Adriano Fanchin,<br />

Alessandro Cimberle, Federico Casarotto, Mariano<br />

Marcazzani, Roberto Manfron, Daniele Casarotto, Angelo<br />

Vallortigara, Tullio Sberze, Adalberto Cicchelero, Roberto<br />

Dalla Vecchia, Floriano Gonzato, Remigio Santacatterina,<br />

Pietro Roso, Franco Boschetti, Remigio Lotto, Remo Benetti,<br />

Massimo Bertorelle.


Lo Stato Italiano con la Legge 296/2006, ha concesso la<br />

“Medaglia d’onore” ai cittadini italiani (militari e civili) che<br />

nell’ultimo conflitto mondiale furono deportati o internati<br />

nei lager nazisti e, nel caso che il diretto beneficiario sia deceduto,<br />

al familiare più stretto.<br />

Premessa storica:<br />

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 l’Italia sospese le<br />

ostilità contro gli Alleati e di fatto cessò di essere alleata nel<br />

conflitto con la Germania nazista.<br />

La Germania, oltre ad occupare militarmente quella parte<br />

dell’Italia non ancora conquistata dagli Alleati – sottoponendola<br />

poco dopo e in parte al governo <strong>della</strong> R.S.I., suo<br />

satellite – ebbe cura, sulla base di un piano già preordinato<br />

almeno dal 25 luglio ‘43, di neutralizzare tutte le Forze<br />

Armate italiane sia sul territorio nazionale sia sui fronti di<br />

guerra e di occupazione in cui si trovavano in quel momento<br />

(oltre che in Francia, sul fronte orientale, in Yugoslavia,<br />

Albania, Grecia).<br />

Con varie azioni di combattimento (Cefalonia) e con qualche<br />

lusinga (la promessa di essere rimpatriati), la Germania di<br />

fatto catturò, per destinarli al lavoro coatto, oltre 819 mila<br />

militari italiani che furono inviati nei campi di prigionia già<br />

predisposti soprattutto in territorio tedesco, austriaco e polacco,<br />

ma anche in Francia, Grecia, Yugoslavia, Cecoslovacchia,<br />

Ungheria e Urss.<br />

In un primo momento tutti i militari catturati furono considerati<br />

“prigionieri di guerra”, ma già nei primi giorni<br />

di prigionia furono dichiarati da Hitler I.M.I. “Internati<br />

Militari Italiani”.<br />

Con questa mossa, “giustificata” dal fatto che i militari italiani<br />

non potevano essere considerati prigionieri di guerra,<br />

in quanto Hitler considerava l’Italia – quella <strong>della</strong> R.S.I. -<br />

sua alleata, di fatto sottraeva alla tutela <strong>della</strong> Convenzione di<br />

Ginevra per i prigionieri di guerra tutti gli italiani, dando la<br />

più ampia libertà per il loro utilizzo.<br />

Come è noto fu proposto fin dall’inizio <strong>della</strong> detenzione, e<br />

più volte riproposto, di aderire, con tante minacce e qualche<br />

lusinga, alla R.S.I. ed alle formazioni combattenti delle<br />

SS. Il 90% dei militari italiani rifiutò l’adesione e preferì<br />

restare nei lager.<br />

I militari italiani furono rinchiusi in campi normalmente<br />

distinti tra quelli degli ufficiali e quelli dei sottufficiali e<br />

truppa. Questi ultimi furono coattivamente utilizzati nei<br />

lavori, specialmente per rimpiazzare i lavoratori tedeschi<br />

da destinare ai fronti di guerra. Essendo stati sottratti alla<br />

tutela ed assistenza <strong>della</strong> Convenzione di Ginevra, che pone<br />

regole e limitazioni all’impiego dei prigionieri in attività<br />

lavorative (divieto di lavorare nelle produzioni belliche ed<br />

in zone particolarmente pericolose) gli I.M.I. dovettero<br />

lavorare ovunque fosse ritenuto necessario dalle autorità<br />

naziste. Per lo più erano soggetti a stressanti turni di la-<br />

Riflessioni - 31<br />

Medaglia d’Onore ai reduci dei campi nazisti<br />

voro nelle fabbriche di produzione bellica, soggette a pesanti<br />

bombardamenti aerei, pure a rimuovere macerie ed a<br />

ripristinare le strutture distrutte dai bombardamenti stessi;<br />

alcuni furono avviati ai lavori agricoli, altri in miniera, altri<br />

a scavare trincee in prima linea.<br />

Stessa sorte, per quanto riguarda l’obbligo al lavoro, fu riservata<br />

ai civili italiani rastrellati in Italia (“lavoratori coatti”)<br />

ed avviati in Germania ed a quelli che, pur rimasti in<br />

Italia, dovettero lavorare per il fronte tedesco con la Todt:<br />

costruzione di fortificazioni, scavo di trincee e fosse anticarro,<br />

ripristino <strong>della</strong> viabilità stradale e ferroviaria colpita dai<br />

bombardamenti, ecc...<br />

Gli ufficiali furono particolarmente e continuamente sottoposti<br />

da parte tedesca e fascista ad un martellante richiesta<br />

di adesione alla continuazione <strong>della</strong> guerra a fianco <strong>della</strong><br />

Germania e alla R.S.I.<br />

Affrettarsi<br />

«Si consiglia vivamente di non perdere ulteriore tempo per<br />

presentare la domanda – avverte l’alpino Pierluigi Dossi di<br />

Montecchio Precalcino, che ci ha fornito la notizia dell’assegnazione<br />

<strong>della</strong> Medaglia d’onore – perché è già più di un<br />

anno che si è insediata la commissione incaricata dell’assegnazione.<br />

La medaglia viene concessa a tutti i cittadini<br />

italiani – civili e militari e, ove deceduti, ai loro famigliari<br />

– che dopo l’8 settembre 1943 furono catturati e detenuti<br />

dai tedeschi e non accettarono l’adesione alla RSI o alle formazioni<br />

naziste. È sperabile – auspica Dossi - che la concessione<br />

<strong>della</strong> “Medaglia d’Onore” ai viventi ed ai congiunti dei<br />

deceduti avvenga in forma solenne, coinvolgendo istituzioni<br />

e autorità, tale da essere momento di memoria e riflessione<br />

per tutti».<br />

Notizie dettagliate sugli aventi diritto e sulle modalità di presentazione<br />

<strong>della</strong> domanda si possono trovare nella sede <strong>della</strong><br />

<strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong>, nel Torrione in viale D’Alviano.<br />

Luigi Dossi


32 - Notizie familiari<br />

Arcugnano<br />

Fortunato Casarotto e Silene Bedin<br />

Nozze d’argento<br />

Creazzo<br />

Scapin Mario e Creazza Cinzia<br />

Valli del Pasubio<br />

Sergio Pozzera e Trattenero Domenica<br />

Nozze<br />

Monte di Malo<br />

Igor Stefani e Maira Martini<br />

Tonezza del Cimone<br />

Giovanni Dellai con Elisabetta Fontana<br />

San Pietro Mussolino<br />

Marco Posenato e Erica<br />

Stefano Vallarsa e Paola<br />

Valli del Pasubio<br />

Raffaele Dalla Riva e Natascia Sbabo<br />

Francesco Zanetti e Marzia Dal Santo<br />

Campedello<br />

Danilo Spolverato e Maria<br />

Nozze d’oro<br />

Arzignano<br />

Giuseppe Parise e Carla Repaccini<br />

Crespadoro<br />

Arrigo Dalla Valle e Marianna Galici<br />

annunciano la nascita di Daniel<br />

Montecchio Maggiore<br />

Paolo Tozzo ed Emanuela Zordan<br />

annunciano la nascita di Giulia<br />

Davide Zanni e Maura Caretta<br />

annunciano la nascita di Giacomo<br />

Farncesco Spinato e Martina Azzolin<br />

annunciano la nascita di Filippo<br />

Monte di Malo<br />

Andrea De Marchi e Silvia Spreggiaro<br />

annunciano la nascita di Aurora<br />

Velo D’Astico<br />

Daniele Zanetti e Eliana Munaretto annunciano<br />

la nascita di Chiara<br />

Zovencedo San Gottardo<br />

Mirco Casarotto e Monica Maran<br />

annunciano la nascita di Riccardo<br />

Camisano Vic.<br />

Franco Canton e Annarosa Marchiori<br />

annunciano la nascita di Riccardo<br />

Lino Marchiori e Bianca Perin<br />

annunciano la nascita di Mattia<br />

Isola Vic.<br />

Ongaro Angelo e Teresa<br />

Nati<br />

Camisano V.<br />

Conte Francesco e Fabris Margherita<br />

Noventa Vic.<br />

Willi Radon e Perla Cristofari<br />

annunciano la nascita di Viola<br />

Gambellara<br />

Walter Peroni e Cosetta Fossa<br />

annunciano la nascita di Veronica<br />

Longare<br />

Trevellin Andrea e Milena<br />

annunciano la nascita di Ginevra<br />

Creazzo<br />

Roberto Tecchio e Monica Girardello<br />

annunciano la nascita di Benedetta<br />

Chiampo<br />

Alessandro Pieropan e Silvia<br />

annunciano la nascita di Edoardo<br />

Stefano Faedo e Erica<br />

annunciano la nascita di Sebastiano<br />

Sarcedo<br />

Massimo Guerra e Kirstin Schroeder<br />

annunciano la nascita di Janes<br />

Fabio Guerra e Lisa di Quattro<br />

annunciano la nascita di Lucrezia


A ricordo del capitano Massarotto<br />

È andato avanti il capitano<br />

Amedeo Franco<br />

Massarotto, già capogruppo<br />

del gruppo<br />

alpini “Sante Beato”<br />

di Quinto Vicentino. I<br />

quali lo ricordano così:<br />

“Quando nel lontano<br />

1968 gli chiedemmo di<br />

esserci di aiuto e guida<br />

nel ricostruire il nostro<br />

gruppo, egli dimostrò<br />

tutta la comprensione<br />

e la disponibilità anche<br />

se il cuore lo legava ancora<br />

a Roncegno, alle sue montagne.<br />

Nel 1976, con il terremoto del Friuli, la sua guida attenta<br />

di capogruppo ci diede l’impulso che valse a determinare<br />

l’affiatamento tra i soci per la ricerca di quei valori che ci<br />

ha caratterizzati; ci donò l’esempio di una profonda dedizione,<br />

di tanto amore e di grande umiltà. Ci chiese di dedicare<br />

il nostro lavoro e i nostri sacrifici a coloro che sono<br />

stati privati provati dalla vita conoscendo la solitudine e la<br />

disperazione.<br />

Nel più grande silenzio accettando la sofferenza, con il ricordo<br />

dei suoi monti e rivolgendo una loda a Dio, è andato<br />

avanti. Di tutti i suoi insegnamenti ne siamo testimoni, e<br />

per la sua grande fede che ci ha profuso, gli saremo sempre<br />

grati e lo porteremo come esempio nei nostri cuori”.<br />

Francesco Rezzara<br />

è andato avanti<br />

Francesco Rezzara,<br />

classe 1922, è andato<br />

avanti. Nella comunità<br />

di Chiuppano<br />

dove viveva e dove<br />

era iscritto al gruppo<br />

alpini, Rezzara era<br />

noto col soprannome<br />

di Ceschi.<br />

Rezzara ha partecipato<br />

alla campagna di<br />

Russia nella 17esima<br />

batteria del Gruppo Udine del 3°Reggimento artiglieria<br />

da montagna. Un esperienza che lo colpì e lo segnò per<br />

tutta la vita tanto da scrivere un libro di memorie, “Ruski<br />

karasciò”. Tornato in Italia partecipò alla Resistenza<br />

Lutti - 33<br />

militando nelle fila <strong>della</strong> Brigata Pino che operava nella<br />

parte meridionale dell’Altopiano.<br />

Quanti lo hanno conosciuto ricordano come persona sempre<br />

impegnata nel tessuto sociale e associativo del paese.<br />

Al quale senza risparmiarsi ha notoriamente offerto e speso<br />

la sua vita.<br />

Addio Valentino Rigon<br />

Mentre si accingeva a raggiungere Bassano per l’Adunata<br />

Nazionale è scomparso Valentino Rigon, presidente <strong>della</strong><br />

<strong>Sezione</strong> di Sidney.<br />

Classe 1926, Rigon era nato a Lugo di <strong>Vicenza</strong> ed era emigrato<br />

negli anni ’50 in<br />

Australia. Iscrittosi nella<br />

locale <strong>Sezione</strong> Ana ne<br />

era diventato presidente<br />

negli anni ’90. Valentino<br />

Rigon aveva svolto il servizio<br />

militare al 6°Rgt<br />

Alp. Del Batg. Bolzano,<br />

nel 1948 alla 142esima<br />

compagnia.<br />

L’alpinità l’ha sempre<br />

contraddistinto, in patria<br />

e all’estero, dove ha fatto<br />

onore a se stesso, agli<br />

alpini e all’Italia.<br />

Armando Guderzo<br />

è andato avanti<br />

Agli inizi di giugno è<br />

andato avanti Armando<br />

Guderzo. Guderzo è<br />

stato per quarant’anni<br />

capogruppo di<br />

Montecchio Maggiore,<br />

nonché consigliere sezionale.<br />

Classe 1933,<br />

è stato alpino al 8°Rgt<br />

Alpini.<br />

Gli alpini di Montecchio<br />

Maggiore ricordano<br />

il loro amato<br />

presidente, condividendo<br />

con chi non lo<br />

conosceva le doti di generosità, alpinità e rigore morale<br />

che l’hanno sempre contraddistinto.


34 - “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…”<br />

arcuGNaNo<br />

Alpino Ottavio Busarelli<br />

cl. 1920 Btg Valleogra<br />

reduce campagna grecoalbanese,<br />

prigioniero<br />

arziGNaNo<br />

Alpino Egidio<br />

Marcheluzzo<br />

cl. 1931 8° Rgt. Alpini<br />

bressaNVido<br />

Sergente Carlo Paggiusco<br />

cl. 1931 8°Rtg Alpini<br />

Btg L’Aquila,<br />

già capogruppo<br />

campiGlia<br />

dei berici<br />

Alpino Renzo Guiotto<br />

cl. 1929<br />

6º Rgt. Alpini<br />

castelNoVo<br />

Alpino Mario Bottesin<br />

cl. 1923<br />

7° Rgt. Btg. Belluno<br />

chiampo<br />

Alpino Lino Faedo<br />

9°Rgt Alpini<br />

reduce,<br />

croce al valor militare<br />

Il vessillo sezionale è listato a lutto per la recente scomparsa di<br />

numerosi amici alpini. Alla loro memoria vada il nostro pensiero<br />

riconoscente per la dedizione associativa dimostrata. Ai congiunti<br />

dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più<br />

sentite condoglianze ed i sensi <strong>della</strong> solidarietà fraterna delle<br />

“penne nere” vicentine.<br />

chiuppaNo<br />

Alpino Adamo Marchetti<br />

cl. 1914 Btg Feltre reduce<br />

fronte greco-albanese<br />

coGollo<br />

del ceNGio<br />

Alpino Piermario Zorzi<br />

cl. 1938<br />

7°Rgt Alpini Btg Feltre<br />

creazzo<br />

Alpino Mauro Mantoan<br />

cl. 1957<br />

7°Rgt Alpini Btg Feltre<br />

creazzo<br />

Alpino Felice Schiavo<br />

cl. 1934<br />

Btg <strong>Vicenza</strong><br />

Fara ViceNtiNa<br />

Alpino Bortolo Barausse<br />

cl. 1937<br />

Btg Feltre<br />

Fara ViceNtiNa<br />

Alpino Battista Pellincl<br />

cl. 1931<br />

Btg Bassano<br />

FimoN<br />

Alpino Giuseppe Mattiello<br />

cl. 1937<br />

7°Rgt Alpini<br />

Gambellara<br />

Alpino Elia Vignato<br />

cl. 1928<br />

8º Rtg. Alpini<br />

GraNcoNa<br />

Alpino Aldo Cappellari<br />

cl. 1955<br />

Brigata Cadore


GrisiGaNo<br />

di zocco<br />

Alpino Cesare Crivello<br />

cl. 1942<br />

Brigata Cadore<br />

GrisiGaNo<br />

di zocco<br />

Alpino Giovanni Gottardo<br />

cl. 1951 7° Rgt. Btg. Feltre<br />

malo<br />

Alpino Francesco<br />

De Marchi<br />

cl. 1935 Btg <strong>Vicenza</strong><br />

malo<br />

Alpino Natalino Pizzolato<br />

cl. 1947 Btg Valcismon<br />

malo<br />

Art. Pietro Panizzon<br />

cl. 1942 Gruppo Agordo<br />

maraNo Vic.<br />

Alpino Luciano Doppio<br />

cl. 1937 7° Rgt.<br />

Btg. Pieve di Cadore<br />

moNte di malo<br />

Alpino Giuseppe<br />

Dal Maistro<br />

cl. 1933<br />

Btg. Pieve di C.<br />

moNte di malo<br />

Alpino Severino Pozzer<br />

cl. 1924<br />

Reduce Btg. <strong>Vicenza</strong><br />

passo di riVa<br />

Art. Francesco Giovanni<br />

Battilana<br />

cl 1932<br />

poiaNella<br />

Alpino Benedetto<br />

Menegazzi<br />

cl. 1942 7°Rgt Alpini<br />

Btg Belluno<br />

Velo d’astico<br />

Caporal Magg. Antonio<br />

Nicoletti<br />

cl. 1935 Btg. Belluno<br />

Velo d’astico<br />

Alpino Antonio Marzarotto<br />

cl. 1925 Brigata alp. Julia<br />

salViati di ViceNza<br />

Alpino Luciano Zancan<br />

cl. 1937<br />

7° Rgt. Alpini Btg. Feltre<br />

sarcedo<br />

Alpino Giuseppe Franzan<br />

cl. 1923<br />

Btg. Val Leogra<br />

sareGo<br />

Alpino Antonio Gazzetto<br />

cl. 1919 reduce e mutilato<br />

Campagna di Jugoslavia<br />

e prigioniero.<br />

Decorato di Croce al VM.<br />

s. bortolo<br />

saVeGNaGo<br />

Alpino Ferruccio Gardallin<br />

cl. 1942<br />

Gr. Conegliano<br />

sossaNo<br />

Alpino Sergio Lunari<br />

cl. 1939 7°Rgt Alpini<br />

Btg Belluno<br />

sossaNo<br />

Alpino Giovanni Battistella<br />

cl. 1934<br />

3º Rgt. Art. Alpina<br />

s. Vito leGuzzaNo<br />

Alpino Fedele Filippi<br />

Comando Truppe<br />

Brigata Cadore<br />

thieNe<br />

Alpino Nicola Alberini<br />

cl. 1915<br />

8° Rgt. reduce di Albania<br />

e Grecia<br />

toNezza del<br />

cimoNe<br />

Alpino Martino Fontana<br />

cl. 1946 6°Rgt Art. Mont.<br />

Gruppo Belluno<br />

torrebelViciNo<br />

Alpino Giuseppe Bellotto<br />

cl. 1937 Brigata Cadore<br />

torrebelViciNo<br />

Alpino Giuseppe Manozzo<br />

cl. 1921 9°Rgt Btg <strong>Vicenza</strong><br />

reduce campagna di Russia<br />

VillaGaNzerla<br />

Alpino Vittorio Chimetto<br />

8°Rgt Alpini<br />

cl. 1944<br />

zoVeNcedo-saN<br />

Gottardo<br />

Alpino Mario De Soghe<br />

cl. 1953<br />

7° Rgt. Btg. Pieve di Cadore<br />

35


Un alpino vicentino<br />

campione del mondo

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