Sulle tracce della storia - Sezione Vicenza
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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />
<strong>Sulle</strong> <strong>tracce</strong> <strong>della</strong> <strong>storia</strong><br />
Notiziario <strong>della</strong> sezioNe di ViceNza<br />
ANNO 2008 - NUMERO 4 - OTTOBRE - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong>
2 - La feritoia del Torrione<br />
Ricordo ancora il 4 novembre del ‘68.<br />
Giovane cronista alle prime armi dovevo<br />
scrivere la cronaca delle manifestazioni<br />
per i 50 anni <strong>della</strong> fine <strong>della</strong><br />
Grande Guerra, che a Feltre avevano<br />
un significato in più, perché era anche<br />
l’anniversario <strong>della</strong><br />
Liberazione dagli<br />
Austroungarici.<br />
E il corteo<br />
dei reduci entrò a Feltre proprio<br />
da quella via 31 Ottobre percorsa<br />
50 anni prima dopo essere<br />
scesi dal Grappa. Ero troppo<br />
giovane per capire a chi mi trovavo<br />
di fronte e conoscevo poco<br />
quegli eventi accaduti anche lì attorno<br />
alle mie montagne. E non mi<br />
era troppo simpatica quell’atmosfera<br />
da “Anniversario<br />
<strong>della</strong> vittoria”, con<br />
relativa retorica e<br />
discorsi roboanti.<br />
Adesso ci apprestiamo<br />
a celebrare<br />
i 90 dalla fine <strong>della</strong><br />
Grande Guerra.<br />
Reduci non ce ne sono<br />
più. Ma non è che<br />
con loro se n’è andato<br />
anche il ricordo<br />
di quegli episodi.<br />
Al contrario. È un<br />
ricordo che cresce<br />
con il passare degli<br />
anni, che acquista la<br />
sua giusta dimensione.<br />
Il Quattro Novembre non è<br />
più anniversario di vittoria, ma<br />
la celebrazione <strong>della</strong> fine di un<br />
immane conflitto, di sofferenze<br />
per milioni di giovani in tutta Europa,<br />
di disagi per le popolazioni. È l’omaggio riconoscente al sacrificio,<br />
al coraggio, alla sopportazione di tanti soldati guidati<br />
con perizia o mandati allo sbaraglio. Senza distinzione di<br />
bandiera. In tutte le guerre.<br />
Mi sembra che in questi ultimi anni ci sia una recupero e una<br />
giusta lettura del significato <strong>della</strong> Grande Guerra. Lo dimostra<br />
l’importante lavoro di ripristino delle opere sui teatri di<br />
guerra sulle Alpi, che vede gli alpini e l’Ana (anche qui!)<br />
in prima linea. E proprio quest’anno il “Premio fedeltà alla<br />
Quattro novembre<br />
montagna” dell’Ana nazionale è andato a chi si è distinto nel<br />
recupero dei manufatti bellici; la cerimonia di consegna si<br />
è svolta al Falzarego, proprio in uno dei più grandi teatri di<br />
guerra in alta montagna.<br />
Un significato particolare poi hanno avuto i tradizionali<br />
pellegrinaggi sull’Adamello, sul Grappa in occasione<br />
dell’adunata di Bassano, sull’Ortigara<br />
sotto la bufera, e sul Pasubio,<br />
in una giornata di vento<br />
gelido. Particolare<br />
molto importante,<br />
a queste ed altre<br />
cerimonie partecipano<br />
rappresentanti<br />
di eserciti che una volta<br />
erano nemici e che ora<br />
sono fratelli nel rendere<br />
omaggio ai combattenti<br />
di allora.<br />
Questo nuovo modo<br />
di vedere la Grande<br />
Guerra arriva in un<br />
momento in cui nella<br />
nostra società crescono<br />
tutt’altri modelli,<br />
come l’egoismo e<br />
l’intolleranza, il profitto<br />
a tutti i costi, lo<br />
scarso rispetto delle<br />
regole. Non è di tutti,<br />
per fortuna, e fra<br />
le eccezioni ci sono<br />
gli alpini, baluardo<br />
di solidarietà, senso<br />
civico e fratellanza.<br />
Ci metteranno un<br />
impegno particolare<br />
per onorare i protagonisti<br />
del ‘15 - ‘18,<br />
accogliendo la proposta<br />
del nostro presidente<br />
Corrado Perona a tutti gli alpini italiani: un minuto<br />
di silenzio alle 19.30 del prossimo 3 novembre e una fiaccola<br />
o un lume da accendere ai monumenti ai Caduti di tutti i<br />
paesi che ospitano gruppi e sezioni dell’Ana, nel momento<br />
in cui un falò sarà acceso sull’Ortigara e al Doss Trento,<br />
davanti al monumento a Cesare Battisti. Certi che una preghiera,<br />
un pensiero riconoscente aiuta a far trovare la pace<br />
eterna a chi è morto o ha sofferto per la guerra.<br />
Dino Biesuz
IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />
SOMMARIO<br />
NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZA<br />
ANNO 2008 - NUMERO 4 - OTTOBRE - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong><br />
<strong>Sulle</strong> <strong>tracce</strong> <strong>della</strong> <strong>storia</strong><br />
08-0638 Alpin fa Grado_4.indd 1 13-10-2008 8:46:39<br />
Pag.<br />
• La “feritoia” del torrione 2<br />
• Nello zaino 8<br />
• Nello zaino dei giovani 12<br />
• Le nostre storie 13<br />
• Gli Alpini e lo Sport 15<br />
• Alpini che si fanno onore 16<br />
• Protezione civile 17<br />
• Incontri 18<br />
• Lettere in redazione 22<br />
• La vita dei Gruppi 23<br />
• Riflessioni 30<br />
• Rinnovo direttivi 30<br />
• Notizie familiari 32<br />
• “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…” 34<br />
Anno 2008 - n. 4 - Ottobre<br />
Spediz. in abbonamento postale<br />
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Nella prima di copertina: Agosto 2008, Seleny Jar, omaggio<br />
degli alpini <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> al piccolo ossario costruito per<br />
raccogliere i resti affioranti sul terreno di tutti i caduti <strong>della</strong><br />
battaglia (articolo a pag. 6).<br />
Nell’ultima di copertina: Il campione del mondo di<br />
Skiroll Emanuele Sbabo, del GSA <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong><br />
(articolo a pag. 16).<br />
Lettera aperta ai giovani<br />
Cari giovani alpini,<br />
questa volta mi rivolgo direttamente a voi.<br />
Vi sarà giunta voce che ormai da un po’ di tempo<br />
l’Associazione vi sta chiamando a raccolta per rinforzare<br />
le fila. Intendiamoci subito. Non si tratta<br />
di una questione di numeri, non vogliamo cioè che<br />
v’iscriviate all’Ana solo perché noi “veci” possiamo<br />
poi vantarci in sede nazionale di aver incrementato le tessere. Se così fosse,<br />
non starei qui a perdere tempo a scrivervi.<br />
In realtà non voglio nemmeno parlarvi dei valori che l’Ana tra mille difficoltà<br />
e controcorrente rispetto ai tempi, cerca di portare avanti con il suo<br />
esempio. E non lo faccio perché voi, queste cose, già le sapete.<br />
Vi invito oggi, come ho fatto in altre occasioni, a partecipare attivamente<br />
alle nostre attività, alla vita dei gruppi e, in alternativa alla Commissione<br />
Giovani <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong>. Quest’ultima da qualche anno è impegnata nell’organizzazione<br />
d’iniziative giovanili e di aggregazione all’interno dell’Ana.<br />
Ricordo, solo ad esempio, il torneo quadrangolare di calcio o le attività<br />
estive in montagna che quest’anno prenderanno piede anche a <strong>Vicenza</strong>.<br />
Lo so che come tutti, molti di voi hanno fatto la naja sacramentando, ma<br />
l’hanno comunque fatta. E so anche che magari davanti alle vostre morose<br />
o ai vostri amici che non hanno fatto la naja tra gli alpini, dire che partecipate<br />
alla vita dell’Ana non fa “tendenza”.<br />
Vi chiedo, e allora? Io non credo alla realtà giovanile del Veneto e del<br />
Vicentino che viene dipinta dalla Tv e dalla stampa. Io non credo che le ultime<br />
generazioni che hanno fatto in tempo a fare la naja siano così smidollate<br />
da non pensare ad altro che al proprio edonistico tornaconto. Se è così,<br />
i primi ad aver fallito siano noi genitori, noi vostri zii e fratelli maggiori.<br />
So che la verità non è questa perché, all’ultima adunata sezionale di Arsiero,<br />
alcuni di voi erano presenti e con orgoglio portavano chi il gagliardetto, chi<br />
lo striscione dei giovani, chi il vessillo, chi semplicemente sfilava e basta.<br />
Ma siete ancora troppo pochi. Se volete davvero impegnarvi con serietà<br />
nelle vostre comunità, se volete davvero credere in qualcosa, iscrivetevi e<br />
partecipate alla vita dell’Ana e <strong>della</strong> Protezione Civile Alpina.<br />
Troverete all’inizio qualche resistenza da parte dei “veci”, e magari vi accorgerete<br />
che in alcuni casi sarete risucchiati in vecchie dispute che a voi<br />
sembreranno solo perdite di tempo. Ma perseverate, abbiate il coraggio di<br />
portare avanti un lavoro che magari non subito, ma sicuramente nel tempo,<br />
vi darà soddisfazione. E la soddisfazione più grande l’avrete proprio<br />
quando le vostre morose o i vostri amici vi guarderanno con ammirazione<br />
per l’impegno e il lavoro che avete fatto. E che, in altre parole, significa<br />
sicurezza in sé stessi e forza di carattere.<br />
Avanti ragazzi miei, coraggio. Non sia mai che proprio agli alpini sia imputata<br />
una mancanza di attributi. Non lo fanno rivolti a noi “veci”, tanto più<br />
non c’è ragione che lo si faccia a voi giovani.<br />
Giuseppe Galvanin<br />
3
4 - Nello zaino<br />
Pasubio 2008<br />
Perona agli alpini in armi: “Il futuro dell’ANA siete Voi!”<br />
Corrado Perona<br />
Sabato 6 e domenica 7 settembre è stato celebrato in modo<br />
solenne l’annuale pellegrinaggio sul Monte Pasubio. Erano<br />
circa duemila gli alpini che sono saliti ad onorare i protagonisti<br />
di una pagina di <strong>storia</strong> che a merito si colloca tra le più<br />
cruente <strong>della</strong> Grande Guerra. Oggi, a novant’anni da quegli<br />
eventi, l’Ana ha portato il labaro nazionale con le sue 213<br />
medaglie appuntate su quei luoghi dove italiani e austriaci<br />
hanno combattuto e sono morti.<br />
Alle cerimonie che si sono susseguite sono intervenute le<br />
massime autorità dell’Ana con in testa il presidente nazionale<br />
Corrado Perona, il nostro Bepi Galvanin e tanti altri ancora;<br />
esponenti del mondo istituzionale come l’assessore regionale<br />
Elena Donazzan e quello provinciale Nereo Galvanin, i<br />
sindaci di <strong>Vicenza</strong>, Schio e Valli del Pasubio; il vescovo di<br />
<strong>Vicenza</strong> Cesare Nosiglia, che la sezione berica ringrazia per<br />
la generosa attenzione.<br />
Il Pasubio e il futuro dell’Ana<br />
Alla commemorazione sul Pasubio hanno partecipato anche<br />
alpini in armi. Ufficiali superiori come il colonnello Maggian,<br />
certo, ma anche il colonnello Macci, allora comandante del<br />
7°Rgt Alpini, il colonnello Buffa, comandante del 2°Rgt Art.<br />
da Montagna “<strong>Vicenza</strong>” e, soprattutto, un picchetto armato<br />
di alpini di truppa.<br />
Proprio a questi ultimi si è rivolto con parole di speranza<br />
il presidente nazionale Perona. Infatti, insistendo sull’importanza<br />
del ricordo del passato, il presidente ha indicato<br />
in loro, in questi giovani alpini in armi, il futuro dell’Ana.<br />
Loro, in altre parole, sono i<br />
futuri soci dell’Associazione<br />
Nazionale Alpini. Sono<br />
in molti ad aver interpretato<br />
le condivisibili frasi di<br />
Perona come una presa di<br />
posizione nell’ormai annosa<br />
questione di chi debba<br />
far parte o meno dell’Ana e<br />
con che titolo. L’Ana sono<br />
gli alpini, cioè chi ha fatto<br />
il servizio militare. Gli<br />
amici degli alpini e i loro<br />
sponsor politici, per ora,<br />
possono ancora aspettare.<br />
Gli uomini e la montagna<br />
Al di là <strong>della</strong> facile retorica<br />
che spesso avvolge le manifestazioni<br />
patriottiche con<br />
parole e cerimoniali triti e<br />
ritriti, ciò che vale la pena di<br />
ricordare del Pasubio 2008 è<br />
il singolare contegno di tut-
ti. Alpini, gente comune, autorità civili e religiose, consapevoli<br />
di dove si trovavano, hanno ritrovato nel raccoglimento<br />
in montagna la sacralità dell’evento.<br />
L’intento di evitare a qualsiasi costo confusioni e polemiche<br />
è stato rispettato anche nei fatti. Tanto che non si è<br />
Il Dente Italiano. Sotto, tricolori al vento durante la cerimonia.<br />
Nello zaino - 5<br />
approfittato dell’occasione per accompagnare il presidente<br />
Corrado Perona a Bocchetta Campiglia, perché si rendesse<br />
conto di persona del costoso e criticato “monumento”,<br />
reso “presentabile” dalla ripulitura dalle scritte fatta alcuni<br />
giorni prima <strong>della</strong> cerimonia. Il Pasubio è montagna sacra<br />
non solo dei vicentini, ma di tutti i soldati italiani, quindi<br />
Bocchetta Campiglia è un problema che interessa tutta la<br />
nazione. E molti alpini si aspettano che anche L’Alpino dia<br />
rilievo e prenda posizione su una costruzione che molti alpini<br />
(ma anche chi non ha portato la penna nera) considerano<br />
un modo discutibile di ricordare i soldati morti proprio<br />
sul Pasubio.<br />
Detto questo, ci spiace anche osservare che la testata giornalistica<br />
Il Giornale di Schio e la Val Leogra, se pur nella legittima<br />
libertà editoriale, abbia approfittato <strong>della</strong> cerimonia per<br />
portare avanti l’idea di una salita a corda (leggi cabinovia)<br />
per trasportare i turisti in cima al Pasubio. Liberi di pensarla<br />
come la si vuole, ma noi ripetiamo la contrarietà nel considerare<br />
il Pasubio un luogo turistico come tanti altri.<br />
Federico Murzio
6 - Nello zaino<br />
Un viaggio nella memoria<br />
Diario del primo pellegrinaggio sezionale in terra russa<br />
Il raccoglimento nella steppa<br />
Tra il 9 e il 16 agosto scorso si è svolto il primo pellegrinaggio<br />
<strong>della</strong> sezione alpini in Russia, visitando i luoghi<br />
laddove combatterono tra gli altri, molti soldati vicentini.<br />
Nell’occasione è stato anche inaugurato un cippo-ossario a<br />
Selenj Yar.<br />
Da <strong>Vicenza</strong> siamo partiti in quaranta, tutti motivati a compiere<br />
un viaggio all’indietro nella memoria e negli affetti.<br />
Molti di questi quaranta, infatti, in Russia avevano perso un<br />
parente, fratello o zio che fosse. Se ogni viaggio ha infine<br />
un suo perché, il nostro è rappresentato da un debito che ci<br />
sentivamo di saldare verso appunto quegli uomini. Il tutto è<br />
stato reso possibile grazie alla fraterna collaborazione con<br />
l’associazione russa Tainfun che racchiude un gruppo di ap-<br />
Onore ai Caduti<br />
I resti dei Caduti che affiorano nella steppa<br />
passionati e cultori <strong>della</strong> <strong>storia</strong> e che ha materialmente costituito<br />
il cippo.<br />
Medaglie e ricordi personali<br />
Tanto per farsi un’idea indicativa di cosa rappresenta Selenj<br />
Yar, è bene partire da un po’ di <strong>storia</strong>. E questa è la <strong>storia</strong>,<br />
almeno da quanto ad oggi mi risulta, dei 264 soldati italiani<br />
che lì hanno perso la vita. Di certo, sono molti di più.<br />
Trentatrè erano vicentini. Cento dei Caduti hanno avuto vari<br />
riconoscimenti al valore. Parliamo di 6 medaglie d’oro, 44<br />
d’argento, 37 di bronzo e 17 croci al valor militare. Dei trentatré<br />
vicentini, 8 sono stati decorati.<br />
In questa occasione ci limitiamo a<br />
Selenj Yar, ricordiamo però che nel vicino<br />
cimitero di Kolubaja Kriniza sono<br />
sepolti 165 alpini dell’8° Reggimento.<br />
Come accennavo poco fa, 18 dei quaranta<br />
partecipanti al pellegrinaggio in Russia<br />
avevano motivi affettivi, per così dire, o<br />
di parentela per affrontare la fatica del<br />
viaggio. Gianni Boscardin ad esempio,<br />
capogruppo di Creazzo, aveva il cognato<br />
Massimo Poretto A Rossosch, invece,<br />
la signora Luciana Rizzo ha riconosciuto<br />
immediatamente la foto del fratello<br />
Odino nel Museo del professor Morozof<br />
allestito nel seminterrato dell’asilo costruito<br />
dagli alpini di quella città.<br />
Grazie poi all’amico e interprete Dimitri<br />
Ozino di Biella, abbiamo ritrovato la gavetta<br />
del valtellinese Domenico Picceni,<br />
del 1° Rgt. genio reparto lanciafiamme<br />
aggregato alla Divisione Tridentina.
Gavetta che è stata poi consegnata al figli Alberto e Giorgio<br />
durante l’adunata sezionale di Arsiero lo scorso settembre<br />
2008.<br />
Tra passato e presente<br />
Dimitri Ozino di Biella, l’interprete<br />
Come 65 anni fa, una colonna silenziosa composta d’alpini<br />
Foto di gruppo dopo la toccante cerimonia a Selenj Yar<br />
Nello zaino - 7<br />
Nel terreno i resti dei Caduti e oggetti di ogni genere<br />
cammina in Russia per raggiungere l’altura che sormonta il<br />
famoso quadrivio di Selenj Yar.<br />
Poco importa che oggi, agosto 2008, c’incamminiamo a piedi<br />
solo perché l’autista del nostro pulmino rifiuta di proseguire<br />
su una strada dissestata. Col senno di poi, dobbiamo invece<br />
ringraziarlo. Solo così nel silenzio <strong>della</strong> steppa, tra i campi di<br />
girasole e consci del Don a due passi, apprezziamo i quattro
8 - Nello zaino<br />
In questa foto Luciana Rizzo ha riconosciuto il fratello Odino,<br />
disperso in Russia. È il primo a destra.<br />
Spostamento del Gruppo Conegliano fotografato da Giulio Bedeschi<br />
La gavetta ritrovata<br />
chilometri che ci separano dal cippo-ossario di Selenj Yar.<br />
In questa località tra il dicembre 1942 e il gennaio 1943 le<br />
pietose mani del cappellano militare M.d’O. don Brevi iniziarono<br />
ad raccogliere e allineare i cadaveri congelati dei nostri<br />
soldati. La foto del tenente Gianfranco Ucelli dimostra che<br />
sotto il tiro degli avversari,<br />
non c’è più stato nemmeno<br />
il tempo di seppellirli, i nostri<br />
morti. E solo un piccolo<br />
strato di terra e neve ghiacciata<br />
copriva i giovani volti<br />
invecchiati e abbruttiti dalla<br />
guerra.<br />
Così camminiamo, noi alpini<br />
arrivati ancora da <strong>Vicenza</strong><br />
per poter dare l’omaggio<br />
dovuto a quelle piccole ossa<br />
dei soldati, rinvenuti 65 anni<br />
dopo sul terreno oggi arato<br />
Odino Rizzo<br />
dai trattori, ieri dai cingoli<br />
dei temibili T34.<br />
***<br />
Intorno al cippo-ossario di Selenj Yar ci stringiamo tra i vessilli<br />
<strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong> e di Roma, quindici gagliardetti<br />
<strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong>. Il cippo porta l’iscrizione in russo e<br />
in cirillico: “ A tutti i soldati caduti nel dicembre 1942-gennaio<br />
1943”.<br />
Iniziò tutto il 15 dicembre 1942 quando alcuni carri armati<br />
russi sfondarono le linee italiane creando il caos a Rossosch.<br />
L’ordine di difendere il comando e tutte le divisioni alpine<br />
schierate sul Don scaraventa un reparto di pronto intervento<br />
costituito quasi integralmente dalla Divisione Alpina Julia.<br />
Questi alpini con uno sforzo senza precedenti si spostano<br />
dalle calde trune preparate in pochi mesi al gelo <strong>della</strong> steppa<br />
russa. Kolubaja Kriniza, Selenj Yar, Novo Meliza, Nova<br />
Kalitwa, Ivanowka, Kalitwa, quota 176 quota 204,6 diventano<br />
a poco a poco nomi familiari per quegli uomini che parlano<br />
veneto, friulano, abruzzese. Il resto è purtroppo <strong>storia</strong><br />
nota. Agli attacchi <strong>della</strong> fanteria, dell’aviazione e delle divisione<br />
corazzate sovietiche si aggiungano la neve, il gelo, la<br />
fame.<br />
Il Battaglione L’Aquila s’immola a quota 204,6 il Btg.<br />
Cividale non si sposta da quota 176, il Btg <strong>Vicenza</strong> si dissan-<br />
i partecipanti al pellegrinaggio nel ricordo degli affetti caduti<br />
Partecipante al pellegrinaggio Caduto in Russia Grado di parentela<br />
Urbani Beniamino Urbani Amedeo Fratello<br />
Zocche Pietro Cerato Pietro Nipote<br />
Boscardin Gianni Poretto Massimo Cognato<br />
Santini Sabina Santini Carlo Figlia<br />
Navarchi Alfredo Santini Carlo Genero<br />
Navarchi Marcello Santini Carlo Nipote<br />
Navarchi Carla Santini Carlo Nipote<br />
Pozzer Pietro Pozzer Pietro Nipote<br />
Nicente Pietro Nicente Giuseppe Fratello<br />
Rizzo Luciana Rizzo Odino Fratello<br />
Scarso Paolo Faresin Antonio Amico di famiglia<br />
Scarso Paolo Cap. Lubrano Franco Amico di Roma<br />
Crivelletto Giuseppe Crivelletto G. Luca Pronipote<br />
Crivelletto Felice Crivelletto G. Luca Pronipote<br />
Parlato Doriano Parlato Agostino Nipote<br />
Mercante Nadir Mercante Gino Nipote<br />
Vajente Bruno Vajente Bruno Nipote<br />
Ielacqua Rosaria Vajente Bruno Nipote
elenco dei soli caduti vicentini a selenj Yar<br />
Gli amici russi membri dell’Associazione Tainfun<br />
Nello zaino - 9<br />
Nome Luogo_nasc Divisione Corpo1 Battaglione Decorazioni Data_morte Luogo_morte<br />
Nicoletti Antonio Trissino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Baldan Bruno Grancona Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Dalla Lasta Antonio Zugliano nato in Brasile Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. Val Cismon 26-dic-42 Selenj Yar<br />
Bazzan Pietro <strong>Vicenza</strong> Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 21-gen-43 Selenj Yar<br />
Lunardon Aldo Bassano Del Grappa Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Dal Lago Bruno Torrebelvicino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Baldinazzo Giannino Longare Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 61^ Cp. 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Basili Francesco Zugliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Fabris Valentino Zanè Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Sella Guerrino Thiene Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Pasin Luigi Zugliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Soldà Dino Valdagno Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Trulla Ferruccio Lonigo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Donadello Severino <strong>Vicenza</strong> Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 31-dic-42 Selenj Yar<br />
Lora Antonio Valdagno Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Faccin Giovanni Brogliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Mettifogo Genesio Altissimo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Chimento Emilio Barbarano Vicentino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 25-dic-42 Selenj Yar<br />
Malgarin Giovanni Arsiero Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Guerra Vittorio Albettone Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 21-gen-43 Selenj Yar<br />
Zanetello Giovanni Arsiero Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 24-dic-42 Selenj Yar<br />
Vencato Carlo Montebello Vicentino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Testolin Francesco Zugliano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. L’Aquila med.Bronzo al V.M. 21-dic-42 Selenj Yar<br />
Cortiana Ernesto Castelgomberto Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Nogarole Vittorio <strong>Vicenza</strong> Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> med.Bronzo al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Dal Toe Giovanni Lonigo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Malgarin Gelio Arsiero Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Maccà Umberto Mossano Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Lovato Severino Valdagno Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Lorenzini Francesco Valdastico Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. L’Aquila 108^ Cp. 21-dic-42 Selenj Yar<br />
Fin Ottorino Monte Di Malo Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Broianigo Dionige Poiana Maggiore Julia 3° Rgt. Art. Alpina Croce al V.M. 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Pellizzaro Angelo Trissino Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. <strong>Vicenza</strong> 30-dic-42 Selenj Yar<br />
Manza Valentino Santorso Julia 9° Rgt. Alpini Btg. Alp. L’Aquila med.Argento al V.M. 22-dic-42 Selenj Yar<br />
Se in questa tabella qualcuno di voi rilevasse imprecisioni o errori, ci farebbe piacere che ce lo comunicaste.
10 - Nello zaino<br />
gua a quota 205, il Gruppo Conegliano si sacrifica a Kolubaja<br />
Kriza, mentre il Btg. misto genio e il Btg. monte Cervino lo<br />
fanno a Rossosch: tutti uniti per non mollare!<br />
I corpi congelati allineati rimangono a cielo scoperto. Il piccolo<br />
cimitero preparato da don Brevi assieme agli altri cappellani<br />
militari sarà abbandonato il 16 gennaio 1943 quando<br />
arrivò l’ordine di ripiegare. Dopo la fine <strong>della</strong> guerra tutti i<br />
cimiteri costruiti dagli stati invasori saranno cancellati.<br />
Soltanto dopo il 1993 grazie alla piantina lasciata da don<br />
Brevi, il Commissariato Generale Onoranza Caduti in<br />
Guerra, Onorcaduti Guidati dal gen. Gavazza esumerà e<br />
porterà in Patria le prime 110 salme a cui negli anni successivi<br />
ne seguiranno molte altre.<br />
Nel 2003, in un viaggio insieme al professor Morozof, abbiamo<br />
constato che nel luogo dov’era il piccolo cimitero affioravano<br />
ancora piccoli resti umani. Da qui, commossi da questa<br />
situazione è nata l’idea di raccogliere queste piccole ossa in<br />
superficie e seppellirle nel piccolo cippo-ossario.<br />
***<br />
Il primo pellegrinaggio <strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong> è stato questo.<br />
Un percorso a flashback di una pagina di <strong>storia</strong> che oggi<br />
nei libri scolastici è riassunta in un paio di paragrafi e che,<br />
per molto tempo dalla fine <strong>della</strong> guerra<br />
non era opportuno parlarne.<br />
Per certi versi oggi è tutto più semplice,<br />
soprattutto viaggiare. E anche in Russia<br />
ci sono stati cambiamenti, tanto da rendere<br />
la città di Rossoch un punto di riferimento.<br />
Qui,infatti, con molto piacere ricordo gli<br />
amici russi che ci hanno aiutato e introdotto<br />
dopo 65 anni in quei luoghi ricchi<br />
di <strong>storia</strong> e memoria: Tebiakin Nikolai,<br />
Demidov Iaroslav, Solomatin Constantin,<br />
Opriscko Aleksander.<br />
Gianni Periz<br />
Il cimitero di Selenj Yar con i corpi insepolti, fotografato dal ten. Gianfranco Ucelli, e come si presenta oggi
Una clinica nell’Africa più povera<br />
La solidarietà alpina si spinge fin nell’Africa più povera<br />
e costruisce un clinica pediatrica a Kigali, capitale<br />
del Ruanda. Protagonista di questa bella <strong>storia</strong> è Gianni<br />
Guglielmi, del Gruppo di Thiene, che lavora nel poverissimo<br />
Paese africano dal 1997, aiutato anche dagli alpini<br />
thienesi, che ogni anno gli fanno arrivare un piccolo<br />
contributo. Ha iniziato la sua attività di volontario, aiutato<br />
all’inizio da un altro alpino thienese, Renato Rossi,<br />
facendo il muratore e il manovale; ha poi insegnato ad<br />
alcuni giovani indigeni i rudimenti <strong>della</strong> manovalanza e<br />
il mestiere di muratore. Ora è “capo cantiere” ma non si<br />
tira indietro se c’è da mettere pietra su pietra, mattone su<br />
mattone.<br />
Ad Amure Biumba, villaggio a 120 chilometri dalla capitale,<br />
ha realizzato così un ampliamento del consultorio per<br />
In occasione dell’imminente partenza <strong>della</strong> Julia per l’Afganistan,<br />
il 12 settembre scorso una rappresentanza <strong>della</strong><br />
<strong>Sezione</strong> si è recata al Comando di Brigata a Udine. Questa<br />
volta la missione porterà gli alpini a Herat, una delle città<br />
afgane più turbolente situate a sud del paese.<br />
La <strong>Sezione</strong> ha approfittato dell’evento per consegnare al<br />
comandante <strong>della</strong> Julia, il generale Serra, un assegno di 5<br />
mila euro, frutto dell’Operazione Stelle Alpine. Il denaro<br />
raccolto sarà destinato in toto alla popolazione civile di<br />
Herat che abbisogna di generi di prima necessità, vestiario e<br />
supporti logistici. Nella parole di ringraziamento, il generale<br />
Serra ha lodato gli alpini <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> per la<br />
generosità, la dedizione e l’attenzione verso la popolazione<br />
civile afgana. Ringraziamento questo che la rappresentanza<br />
sezionale gira in questa occasione a tutti quegli alpini che<br />
a vario titolo hanno contribuito alla riuscita dell’iniziativa.<br />
L’auspicio è che l’anno prossimo la cifra possa essere ancor<br />
più significativa.<br />
Nello zaino - 11<br />
Realizzata da un alpino thienese volontario da 11 anni in Ruanda<br />
poter seguire le donne durante la gestazione; un n uovo reparto<br />
con sala parto; un nuovo reparto con 8 posti letto per<br />
la cura <strong>della</strong> Tbc; un piccolo laboratorio di analisi per la<br />
prevenzione dell’Aids e un edificio a due piani per uffici<br />
amministrativi e altri laboratori.<br />
Trasferitosi per la lavoro nella capitale Kigali, Gianni<br />
Guglielmi, aiutato dalla sua squadra, ha realizzato dal<br />
nulla una clinica pediatrica, ormai ultimata come opere<br />
murarie. Per renderla operativa, oltre a medici pediatri<br />
servono incubatrici, culle e lettini, oltre alle attrezzature<br />
per i laboratori di analisi. A Kigali non ci sono cliniche<br />
pediatriche, ma solo dispensari. Le nascite sono in aumento,<br />
ma la mortalità infantile è ancora alta. La clinica,<br />
chiamata “Madre del Verbo”, fungerà anche da orfanotrofio;<br />
la dirige un sacerdote, don Vito Misuraca, siciliano.<br />
Più che attrezzature, servono soldi per acquistare in loco,<br />
dove i prezzi sono più convenienti e per di più l’assistenza<br />
sarebbe garantita. Gianni Guglielmi si farebbe garante per<br />
gli acquisti.<br />
Ma Gianni non si ferma qui ed ha già in programma di<br />
raddoppiare le 8 aule delle scuole primarie, per un popolazione<br />
scolastica in aumento. Dargli una mano – dicono<br />
i suoi amici del Gruppo Ana di Thiene – sarebbe una gran<br />
bella cosa: si potrebbe fargli avere una parte degli introiti<br />
dalla vendita delle stelle alpine del prossimo anno. In<br />
mano all’alpino Guglielmi i soldi sono certamente bene<br />
investiti.<br />
Il frutto delle Stelle Alpine<br />
Il presidente Galvanin, con i gen. Petti e Serra e Antonio Munari
12 - Nello zaino dei giovani<br />
Su e giù per la Valcamonica<br />
I giovani onorano la 27ª Traversata Alpina<br />
Tra l’8 e il 10 agosto si è svolta tra le vette orobiche l’annuale<br />
Traversata Alpina organizzata dal gruppo alpini di Paspardo.<br />
Quest’anno i giovani alpini <strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong> erano il<br />
gruppo più numeroso presente alla manifestazione. Capitanati<br />
dal responsabile <strong>della</strong> commissione giovani Maurizio Barollo<br />
e dal coordinatore Nicola Stoppa, i vicentini sono stati apprezzati<br />
camminatori dalle stesse guide alpine.<br />
Dicono che camminare in compagnia la fatica si senta meno.<br />
Se a questo aggiungiamo panorami unici e un simpatico<br />
clima di festa, è facile capire come la Traversata Alpina sia<br />
giunta senza problemi alla 27esima edizione.<br />
La Traversata<br />
La Traversata Alpina è un percorso, ogni anno diverso, che si<br />
snoda tra le montagne <strong>della</strong> Valcamonica. Di volta in volta si<br />
cammina, suda e fatica sui sentieri per poi accasarsi all’alpina<br />
e ripartire il giorno seguente. Il primo giorno, in pullman da<br />
Paspardo a Saviara (1200m slm.) e proseguendo da lì a piedi,<br />
i partecipanti hanno raggiunto Pian <strong>della</strong> Regina, a quota<br />
2630m. Da questo punto di osservazione si può ammirare,<br />
Messa al Rifugio Colombè<br />
tra le altre cose, il versante orobico dell’Adamello con le sue<br />
vette e i suoi ghiacciai. Da Pian <strong>della</strong> Regina i camminatori<br />
sono scesi poi fino a Cevo, dove hanno pernottato. Il giorno<br />
dopo da Cevo, arrampicatosi fino al lago D’Arno, il gruppo<br />
è proseguito lungo la Bassa Via dell’Adamello fino al rifugio<br />
Colombé. Le montagne che circondano il rifugio aprono un<br />
varco da dove, in lontananza, si gode la vista del Lago d’Iseo.<br />
Domenica mattina, invece, i partecipanti hanno raggiunto a<br />
piedi di nuovo Paspardo. E là, con la sfilata, la s. messa, e il<br />
pranzo, si è conclusa una tre giorni tra i monti. I novellini <strong>della</strong><br />
traversata hanno rilasciato dichiarazioni entusiastiche; gli altri,<br />
si sono dati semplicemente appuntamento all’anno prossimo.<br />
Pian <strong>della</strong> Regina: 2630 slm<br />
Un senso<br />
La Traversata è dedicata agli alpini e non morti sul lavoro. Ogni<br />
anno, il gruppo di Paspardo riesce ad attirare in paese tante<br />
persone da più che raddoppiare gli abitanti. Forse è l’incontro<br />
che dopo l’adunata nazionale riesce a raccogliere la maggiore<br />
partecipazione e i migliori entusiasmi. Con uno sforzo organizzativo,<br />
poi, che premia la generosità di queste genti di montagna<br />
che non hanno mai fatto mancare la propria ospitalità.<br />
Un motivo d’orgoglio in più per chi c’era e per gli organizzatori<br />
è stata la numerosa presenza dei gagliardetti (60 e più)<br />
e dei vessilli (40 e più). E, soprattutto, la rappresentanza<br />
delle sezione estere. Tanto per fare qualche nome citiamo<br />
le sezioni del Sud Africa e del Brasile, del Belgio e <strong>della</strong><br />
Germania, del Cile e <strong>della</strong> Francia. Abbastanza per attirare<br />
l’attenzione di chiunque tranne, pare, delle “alte sfere”<br />
di Milano. Anche quest’anno, infatti, spiccava l’assenza di<br />
qualsiasi delegato nazionale. Il fatto comunque non desta più<br />
scalpore. Parlando con qualche alpino locale si sprecavano<br />
le supposizioni su dove fossero i “grandi capi”. Inutile dirlo,<br />
l’ipotesi più gettonata era Napoli.<br />
F.M.
Per non dimenticare<br />
Le nostre storie - 13<br />
Viaggio in Grecia e Albania sulle orme dell’eroico Battaglione <strong>Vicenza</strong><br />
Durante lo scorso mese<br />
di giugno cinque alpini<br />
hanno effettuato un<br />
pellegrinaggio sui monti<br />
di Grecia e Albania<br />
dove ha combattuto la<br />
leggendaria Divisione<br />
Alpina Julia. Il gruppo<br />
era formato da tre<br />
friulani (Guido Aviani,<br />
Ilario Merlin e Adriano<br />
Nadalin), un piemontese<br />
(Giuseppe Barbero)<br />
e dal vicentino Manuel<br />
Grotto, già autore del<br />
libro “La Campagna di Russia nei racconti dei reduci”.<br />
Questi ragazzi, grandi appassionati di <strong>storia</strong>, hanno ripercorso<br />
le trincee e visitato i monti dove si sono sacrificati<br />
oltre 30.000 soldati italiani. La volontà di effettuare<br />
tale viaggio è nata in seguito ai racconti dei pochi reduci<br />
che sono riusciti a tornare da quello sfortunato fronte,<br />
a detta di molti addirittura peggiore di quello russo. Tra<br />
quelle rocce hanno perso la vita centinaia di vicentini che<br />
appartenevano nella maggior parte dei casi al battaglione<br />
<strong>Vicenza</strong> e al gruppo Udine. Purtroppo ben poco è stato<br />
scritto delle loro gesta, perché i pochi che hanno rivisto la<br />
terra vicentina hanno preferito dimenticare o tenere per se<br />
quei tristi ricordi. Soprattutto per questo i partecipanti al<br />
pellegrinaggio hanno pensato fosse doveroso visitare quei<br />
luoghi <strong>della</strong> memoria.<br />
Alpini del <strong>Vicenza</strong> in Albania<br />
In nove giorni sono stati ripercorsi tutti i campi di battaglia<br />
che hanno visto protagonisti gli alpini del battaglione<br />
<strong>Vicenza</strong>. Il viaggio è iniziato dal paese di Paleoseli, dove<br />
gli alpini sono stati fermati dai greci e dalle acque tempestose<br />
<strong>della</strong> Voiussa, che ne ha travolti diversi. Qui due<br />
anziani greci, allora quindicenni, hanno descritto l’arrivo<br />
dei nostri alpini in paese, accolti dal tiro dell’artiglieria<br />
greca. Il loro passaggio tra le case ha subito fatto capire<br />
ai greci che i nostri non erano dei violenti invasori, ma dei<br />
poveri ragazzi mandati a combattere un popolo pacifico,<br />
che consideravano amico. Gli alpini hanno diviso con la<br />
popolazione greca il poco cibo che avevano (erano state<br />
consegnate razioni per cinque giorni di marcia e i rifornimenti<br />
arrivarono solo dopo quattordici giorni). Questi<br />
anziani hanno chiesto e ottenuto di farsi fare una foto con<br />
il cappello alpino in testa, si sono sentiti onorati del gesto<br />
e lo hanno trattato come una reliquia. Uno dei due con le<br />
lacrime che scendevano copiose ha raccontato di due alpini<br />
che, fermatisi a casa sua, gli hanno fatto vedere le foto-
14 - Le nostre storie<br />
Resti di un nido di mitragliatrici Sosta durante il pellegrinaggio<br />
grafie <strong>della</strong> moglie e dei figli che purtroppo non hanno più<br />
rivisto, infatti l’allora ragazzo li ha riconosciuti tra i caduti<br />
del successivo bombardamento.<br />
Il viaggio è proseguito fino a raggiungere il monte Smolika<br />
(2631 m), dove erano ancora ben presenti le postazioni fatte<br />
dai nostri e poi la leggendaria Sella Cristo Basile, che il<br />
btg <strong>Vicenza</strong> ha tenuto con enormi sacrifici per cinque giorni,<br />
combattendo da solo contro due reggimenti greci e conoscendo<br />
la prima medaglia d’oro del battaglione: il serg.<br />
Silvio di Giacomo. Si è poi scesi a Sella San Atanasio anche<br />
questa tenuta a caro prezzo per sei giorni assieme all’Aquila,<br />
finché il cedimento di un battaglione del 139° rgt. fanteria<br />
Bari ha reso questi sacrifici vani. La tappa successiva ha<br />
toccato l’ormai leggendario Ponte di Perati, attraversato dai<br />
nostri alpini prima che venisse fatto saltare. Tra le rovine<br />
del ponte è nato spontaneo il canto dell’omonima canzone,<br />
Il ponte di Perati oggi<br />
seguito dalla recita <strong>della</strong> “Preghiera dell’Alpino”. Entrati<br />
in Albania c’è stata l’ascesa sul Monte Chiarista e Fratarit,<br />
dove i pochi superstiti del <strong>Vicenza</strong> si sono immolati per<br />
contenere l’avanzata dei greci (qui ha trovato la morte il<br />
comandante di battaglione, magg. Confalonieri, Medaglia<br />
d’Oro al V.M.) e poi sul Topoianit, che ha visto numerose<br />
altre vittime di quella guerra inutile e assurda. I giorni seguenti<br />
si è raggiunta la conca di Tepeleni ed i leggendari<br />
monti Golico (dove combatté l’8° rgt alpini) e Scindeli, tra<br />
le cui rocce il <strong>Vicenza</strong> ed il Gruppo Udine sono riusciti<br />
a fermare i greci, che attaccavano con forze quattro volte<br />
superiori e dove è finita la giovane vita del ten. De Martini<br />
(terza medaglia d’Oro al VM del <strong>Vicenza</strong> sul fronte Greco-<br />
Albanese). Tra quelle cime finalmente regna incontrastata<br />
la pace, rotta dalla corsa improvvisa di qualche lepre selvatica.<br />
La doverosa recita di una preghiera per ricordare i<br />
ragazzi che là sono rimasti, è stata un’emozione<br />
che i protagonisti di questo pellegrinaggio<br />
non potranno mai dimenticare.<br />
Aiutateci a ricordarli<br />
La <strong>Sezione</strong> A.N.A. di <strong>Vicenza</strong> sta cercando<br />
di ricordare in un libro le gesta degli alpini<br />
del battaglione <strong>Vicenza</strong> in Grecia-Albania e<br />
Russia. Per tale motivo si pregano i reduci, i<br />
famigliari degli alpini che “sono andati avanti”<br />
e tutte le persone che siano in possesso<br />
di fotografie, lettere o racconti riguardanti il<br />
btg. <strong>Vicenza</strong> e il gruppo Udine di contattare<br />
la <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> (Viale B. D’Alviano<br />
6, 36100 <strong>Vicenza</strong>, tel. 0444/926988, mail<br />
vicenza@ana.it) oppure Manuel Grotto (tel<br />
340/2534838 mail m.grotto@libero.it). In<br />
tale modo ci aiuterete a ricordare i tanti figli<br />
<strong>della</strong> terra vicentina che non sono ritornati e<br />
anche per questo meritano un posto d’onore<br />
nel nostro cuore.
La Cogollo-Monte Cengio<br />
Domenica 29 giugno, una bellissima giornata, calda ma gradevole,<br />
ha fatto da cornice alla 2à edizione <strong>della</strong> corsa in<br />
montagna organizzata dal gruppo ANA di <strong>Vicenza</strong>, GSA<br />
gruppo sportivo Alpini con il patrocinio dell’amministrazione<br />
comunale di Cogollo del Cengio. Il fianco <strong>della</strong> montagna<br />
si è subito colorato di verde: tante erano infatti le presenze<br />
degli atleti del GSA la cui divisa è appunto caratterizzata<br />
dal verde come colore di spicco Numerosi anche atleti<br />
delle altre squadre, provenienti da altre province che si sono<br />
cimentati nella prova di corsa in montagna..Uno sguardo<br />
veloce alla classifica finale ci indica che tutti i nostri atleti<br />
Sabato 02. Agosto, come ormai da tradizione, un folto gruppo<br />
di podisti del GSA si è recato in trasferta ad Agordo<br />
dove si è svolta la 17à edizione delle Miglia di Agordo, gara<br />
nazionale di corsa su strada. Questa competizione, come il<br />
Trofeo San Vittore di Tonadico e il Giro delle Mura di Feltre,<br />
fa parte del circuito Grand Prix strade d’Italia e sta dando e<br />
ha dato anche in passato grandi soddisfazione agli atleti del<br />
Gsa.. Tutti i nostri atleti/e, dai più giovani ai meno giovani,<br />
si sono dati battaglia lungo il percorso cittadino da ripetere<br />
più, volte (6 volte gli uomini, 5 le donne), conseguendo in<br />
Giro delle Mura<br />
città di Feltre<br />
Sabato 30 agosto si è svolto il 20 giro delle mura Città di<br />
Feltre. Si tratta di una delle più classiche e qualificate corse<br />
su strada <strong>della</strong> stagione podistica italiana. La manifestazione,<br />
valida anche come 6° e penultima prova Grand Prix<br />
strade d’Italia, ha visto coinvolti 17 atleti del Gsa che hanno<br />
riportato, anche in questa occasione, risultati ragguardevoli.<br />
Per la categoria maschile MM35 al 21° posto Romer Sella e<br />
al 32° Sinicato Marco; MM40 al 1° posto nonché 2°assoluto<br />
Bertoldo Stefano seguito da Ronzani Maurizio al 28°; MM45<br />
al 2° posto Centofante Giorgio, al 4° Bidese Giovanni e al<br />
7° Battistella Maurizio; MM50 al 2°posto Danzo Luciano,<br />
all’11° Milan Ottorino e al 32° Dal Bosco Silvano; MM55 al<br />
3° posto Valente Raffaello, al 4° Dal Prà Riccardo. Anche al<br />
femminile numerose soddisfazioni: Maria Antonietta Danese<br />
si aggiudica il 2° posto per la categoria MF55 ed agguanta<br />
il podio, nella cat.MF35 Stefania Pizzolato giunge 9°, per<br />
la MF 40 Trevisan Marina 9°, per la cat MF45 10 posto per<br />
Anna Campese e 14º per Carla Ciscato.<br />
Le Miglia di Agordo<br />
Gli Alpini e lo Sport - 15<br />
partiti da Cogollo sono arrivati in vetta. Congratulazioni<br />
a tutti quelli che si sono cimentati in questa prova impegnativa,<br />
un encomio particolare a Poletto Roberto 4° assoluto,<br />
Grasselli Denis 7°, Bidese Giovanni 8° e Bertoldo<br />
Stefano 10°. Al femminile le “scalatrici” da applaudire<br />
sono Bassan Rosanna 1° atleta del GSA a completare la<br />
gara, Pertegato Giuliana 2° atleta GSA, Busa Maria 3°atleta<br />
GSA, Pizzolato Stefania 4° atleta GSA, Ciscato Carla 5°atleta<br />
GSA. Bravissimi tutti gli altri atleti alpini e un grazie<br />
particolare a tutti coloro che hanno collaborato per l’ottima<br />
riuscita <strong>della</strong> giornata.<br />
tutte le categorie buoni risultati, considerato l’elevato livello<br />
<strong>della</strong> gara. Ecco i risultati: categorie maschili MM40 decimo<br />
posto per Stefano Bertoldo; MM45 primo posto per<br />
Giovanni Bidese, terzo posto per Giorgio Centofante, quarto<br />
posto per Maurizio Battistella; MM50 nono posto per Milan<br />
Ottorino; MM55 secondo posto per Raffaello Valente;<br />
MM60 quinto posto per Fiorello Dal Santo. Categorie femminili<br />
MF35 terzo posto per Stefania Pizzolato; MF45 ottavo<br />
posto per Anna Campese, MF55 primo posto per Maria<br />
Antonietta Danese.<br />
GSA……<br />
in pillole<br />
Maria Antonietta Danese, (nella<br />
foto) ottiene il primo posto<br />
nella Categoria MF 55 nella<br />
prestigiosa long run Cortina<br />
Dobbiaco di Km 32 svoltasi il<br />
primo giugno 2008.<br />
Pagine a cura di Anna Campese<br />
INCONTRO CAPIGRUPPO<br />
L’incontro dei capigruppo <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong><br />
con il presidente Giuseppe Galvanin si terrà al Teatro<br />
Nuovo di Piovene alle 9.30 del 30 novembre.
16 - Gli Alpini e lo Sport<br />
Un alpino in armi del G.S.A. <strong>Vicenza</strong><br />
ai vertici mondiali dello Skiroll<br />
Emanuele Sbabo,<br />
del Gruppo sportivo<br />
<strong>della</strong> <strong>Sezione</strong><br />
Ana di <strong>Vicenza</strong>,<br />
ha conquistato la<br />
Coppa del mondo<br />
di skiroll. Le finali<br />
si sono svolte<br />
a Salonicco,<br />
dove Sbabo, classe<br />
1983, caporalmaggiore<br />
in forza al 4°<br />
Reggimento alpini<br />
paracadutisti di<br />
Bolzano, ha fatto valere tutta la sua classe. E’ già detentore<br />
<strong>della</strong> Coppa Europa ed è campione italiano Sprint.<br />
Tutti gli alpini vicentini si uniscono alla sua soddisfazione.<br />
In particolare Vittorino Corso, che lo conosce fin da<br />
ragazzino, quando cominciò l’attività a Poleo di Schio con<br />
quegli strani attrezzi ai piedi. «Anno dopo anno – ricorda<br />
Corso – è cresciuto, oltre che di statura, anche con le<br />
doti che servono per emergere nell’ambito sportivo e nella<br />
vita. Tranquillo, educato, con la voglia di far festa quando<br />
è il momento (sono cose che voglio mettere in evidenza,<br />
perché ormai sono rare), ha scelto di andare a fare l’alpino<br />
forse per la passione per la montagna e forse per quelle<br />
emozioni che la fatica e l’impegno ti sanno dare e che<br />
molti di noi, portivi o no, conoscono bene».<br />
Alpini che si fanno onore<br />
Dalla Barba<br />
Consigliere<br />
F.i.e.<br />
È di questi giorni la<br />
notizia <strong>della</strong> nomina a<br />
consigliere nazionale<br />
F.i.e. del vicecapogruppo<br />
di Arzignano<br />
Vittorino Dalla Barba.<br />
Dal capogruppo e del consiglio direttivo del “Mario<br />
Pagani”, le più sincere felicitazioni.<br />
Danilo<br />
Bellotto è<br />
Cavaliere<br />
<strong>della</strong><br />
Repubblica<br />
Emanuele Sbabo in gara<br />
L’alpino Daniele Bellotto<br />
del Gruppo di<br />
“Villaggio del Sole” è stato nominato Cavaliere<br />
all’Onore e al Merito <strong>della</strong> Repubblica Italiana.<br />
Oltre ad esserne stato uno dei fondatori nel 1967,<br />
Bellotto ha guidato il gruppo per oltre vent’anni. Da<br />
tutti gli alpini <strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> i migliori auguri.
Domenica 6 Luglio, dopo la cerimonia per il 50° anniversario<br />
di fondazione del gruppo alpini di Fimon, in cui la squadra<br />
di protezione civile di Arcugnano ha svolto servizio di<br />
viabilità, si è scatenata una tromba d’aria mai vista prima<br />
che ha colpito l’intero territorio del comune di Arcugnano.<br />
Sono subito apparsi evidenti i danni causati dal fortunale.<br />
Numerose piante erano state divelte ed ostruivano molte<br />
strade del territorio comunale impedendo la circolazione.<br />
Vista l’emergenza, in ottemperanza alla convenzione che<br />
ci lega al Comune di Arcugnano, è stato subito contattato<br />
telefonicamente il sindaco Vittorio Zolla che ha dato disposizioni<br />
affinché l’assessore alla Protezione civile Gianni<br />
Franchin attivasse tutte le procedure previste. La risposta<br />
da parte <strong>della</strong> nostra squadra è stata immediata; in 15 mi-<br />
Tromba d’aria!<br />
Squadra PC Arcugnano subito in prima linea<br />
Rettifiche<br />
Nel numero 2 di Alpin fa grado nell’articolo Un cappello<br />
perso la firma riportata era di Luigi Fabrello. In<br />
realtà si tratta di Dario Fabrello.<br />
Nel numero 3 di Alpin fa grado è stato pubblicato l’articolo<br />
<strong>della</strong> zona Alta Val Liona riguardante il pellegrinaggio<br />
alla chiesetta di San Donato, erroneamente<br />
è stata pubblicata una foto che non riguarda la manifestazione.<br />
Sempre nel numero 3, sono state invertite le foto <strong>della</strong><br />
rubrica La vita dei gruppi tra il gruppo di Grisignano e<br />
quello di Camisano Vicentino.<br />
La Redazione si scusa con gli interessati di queste ed<br />
eventuali altre imprecisioni che possono accadere.<br />
Protezione civile - 17<br />
nuti eravamo pronti a partire con il nostro furgone ed il fuoristrada<br />
attrezzati di motoseghe e con tutti i dispositivi di<br />
sicurezza obbligatori (pantaloni antitaglio, guanti, elmetti e<br />
scarpe antinfortunistiche).<br />
Alle 18,30 i primi alberi erano stati tagliati e la prima<br />
strada riaperta al traffico; con l’assessore al nostro fianco<br />
(abbiamo fatto lavorare anche lui) abbiamo proseguito di<br />
strada in strada fino alle 23,30 senza sosta ripristinando la<br />
circolazione. Le piante cadute misuravano dai 20 agli 80<br />
cm di diametro ma tutto si è svolto nel migliore dei modi<br />
grazie anche alle capacità organizzative ed operative <strong>della</strong><br />
Squadra.<br />
L’ultimo intervento è stato il ripristino <strong>della</strong> viabilità <strong>della</strong><br />
strada provinciale Dorsale dei Berici, dove abbiamo rilevato<br />
la squadra di Vi.Abilità che non aveva attrezzature adatte<br />
al taglio di una grossa pianta secolare caduta sui cavi<br />
dell’illuminazione pubblica. Vista la nostra efficienza, i carabinieri<br />
già presenti sul posto sono andati via, chiamati in<br />
altre zone critiche, lasciando a noi il compito di regolare la<br />
circolazione fino a che la strada non fosse stata completamente<br />
liberata. Utilissime, nell’emergenza, si sono rivelate<br />
le radio in dotazione, che ci hanno consentito di risolvere i<br />
numerosi problemi legati alla gestione del traffico.<br />
Alle 23,30 ora di cena. Decidiamo di andare alla Festa <strong>della</strong><br />
bruschetta ad Arcugnano ma il vento aveva scoperchiato il<br />
capannone facendo terminare la festa in anticipo. Andiamo<br />
a Fimon dove c’era la festa degli Alpini ma anche lì era<br />
finita, al termine <strong>della</strong> messa al campo quando la gente,<br />
bagnata e spaventata, era scappata a casa (peccato, la festa<br />
era iniziata bene).<br />
Allora pizza per tutti ? Pizza per tutti.<br />
Il caposquadra<br />
Valentino Bortolon
18 - Incontri<br />
Artiglieri a Bocchetta Campiglia<br />
ricordano i Caduti sul Pasubio<br />
Artiglieri e Alpini: mi sento onorato nell’accogliere il vostro<br />
invito a commemorare davanti al monumento che ricorda le<br />
gesta, i fasti e le glorie dell’Artiglieria italiana sul Monte<br />
Pasubio, la ricorrenza del 90° anniversario dalla fine <strong>della</strong><br />
Grande Guerra. Solo poche parole di testimonianza e di ossequio<br />
per i valori fondanti <strong>della</strong> nostra società. Appartengo<br />
ad una generazione che ha solo sentito narrare dai padri e<br />
dai nonni ciò che nella 1ª e nella 2ª guerra mondiale è avvenuto,<br />
tuttavia siamo cresciuti nel ricordo, nella ammirazione<br />
e nel rispetto per i sentimenti di Patria e di osservanza del<br />
dovere per i quali si sono sacrificati i nostri padri. Il Pasubio<br />
conserva una quantità di testimonianze materiali del sacrificio<br />
e <strong>della</strong> gloria di migliaia di combattenti e di caduti.<br />
Gli artiglieri, coi quali io, trasmettitore alpino- ho condiviso<br />
per lunghi anni la stessa casa, la caserma Monte Grappa<br />
di Bassano, celebrano qui uno dei loro innumerevoli eroi,<br />
il capitano Trua, valoroso difensore del Sogli di Campiglia,<br />
caduto, decorato, figura consacrata nel ricordo di chi vuol<br />
conservare memoria, cultura e coscienza delle proprie radici.<br />
L’artiglieria italiana, dopo ogni battaglia, si rialzava più<br />
potente di prima, con una gloria in più e con la volontà di<br />
conquistarne delle altre mete.<br />
I pezzi da 149, pesanti oltre 60 quintali, grazie alla volontà<br />
e a inenarrabili fatiche salirono sulle creste del Pasubio,<br />
così come sui ghiacciai dell’Adamello o sulle più impervie<br />
montagne del fronte alpino per accorciare le distanze e colpire<br />
meglio il nemico. Si misero in linea durante la grande<br />
guerra nuove potenti armi per colpire e distruggere i reticolati<br />
avversari e si creò la specialità dei bombardieri che<br />
ebbe vita breve ma tanto luminosa. L’artigliere Prina, <strong>della</strong><br />
96ª batteria, caduto con le gambe stroncate da una granata<br />
nemica. Il caporale Battaglia che cade baciando la bandiera.<br />
Il caporale Pellizzari che muore dopo aver difeso da solo,<br />
ultimo superstite, la sua batteria su una tormentata posizione.<br />
A Bocchetta Campiglia: gli artiglieri<br />
E ancora il capitano Cigersa, il capitano Trua, il maggiore<br />
Chiarle, il maggiore Ederle, Damiano Chiesa che affronta<br />
impavido il sacrificio imminente, il maggiore Belleno e tanti<br />
altri artiglieri caduti per convinto senso del dovere e per la<br />
totale incondizionata devozione alla Patria. A noi, generazioni<br />
di figli e di nipoti, resta il compito di tramandare memoria,<br />
di conservare gelosamente il ricordo di ciò che hanno saputo<br />
fare i nostri predecessori, è un preciso dovere morale cui<br />
teniamo fede anche oggi con la nostra presenza qui e lungo<br />
gli anni coltivando la conoscenza <strong>della</strong> <strong>storia</strong> e conservando<br />
opere e monumenti che ricordino a tutti nel tempo ciò di<br />
cui sono stati capaci i nostri predecessori. Viva gli artiglieri,<br />
Viva l’Italia.<br />
P.L.<br />
Esercitazione<br />
<strong>della</strong> Brigata Alpina Julia<br />
Venerdì 04 luglio 2008 su invito del Comando <strong>della</strong> Brigata<br />
Julia, una rappresentanza <strong>della</strong> sezione composta dal presidente<br />
Giuseppe Galvanin, dal vice Antonio Munari, dal vice<br />
capogruppo di S. Pietro in Gù e dal sottoscritto, ha presenziato<br />
all’esercitazione in alta montagna degli alpini in armi.<br />
Teatro dell’evento è stato il grande anfiteatro del Pian del<br />
Bos, appena sotto il passo Falzarego, lungo la strada che<br />
scende a Cortina.<br />
Tutti gli ospiti, comprese le delegazioni militari estere tra<br />
cui spiccava quella russa, sono stati accolti da una perfetta<br />
organizzazione; accoglienza e trasporto su CL dal parcheggio<br />
lungo la strada ex statale al grande anfiteatro di Pian del<br />
Bos. Proprio a ridosso di queste ultime pareti era allestito<br />
l’ospedale di prima linea del 6° Reggimento Alpini durante<br />
la prima guerra mondiale e i cui resti sono ancore ben evidenti.<br />
A parer mio, anzi, essi sono totalmente recuperabili<br />
nel progetto di ripristino museale che interessa tutto l’acrocoro<br />
delle Tofane.<br />
Dopo l’arrivo in elicottero del Capo di Stato Maggiore<br />
dell’Esercito gen. Castagnetti, ricevuto dal gen. Petti comandante<br />
le truppe alpine e dal gen. Serra comandante <strong>della</strong><br />
brigata Julia, ha avuto inizio l’esercitazione che è stata suddivisa,<br />
per comodità degli osservatori, in varie fasi facilmente<br />
individuabili grazie alla voce guida degli speaker e alla segnaletica<br />
posta su tutto il circolo di Pian del Bos.<br />
L’esercitazione si è così svolta. Prima operazione: tracciamento<br />
di un percorso su parete da parte delle guide militari<br />
appartenenti al nucleo guide <strong>della</strong> Scuola di alpinismo di<br />
Aosta (l’ex Smalp), a seguire un intervento di elisoccorso di<br />
militari feriti e bloccati in parete e ancora l’attraversata di<br />
una barella, da picco a picco, appesa ad una fune tesa a più di<br />
130 metri dal terreno. Di seguito abbiamo assistito all’ascesa<br />
di una compagnia, completamente equipaggiata, lungo una<br />
via precedentemente attrezzata e, dopo il lancio da un elicottero<br />
di due paracadutisti appartenenti al Battaglione Monte
Alpini in manovra al Falzarego<br />
Cervino che hanno centrato perfettamente il bersaglio, abbiamo<br />
osservato la dimostrazione da parte di un plotone di<br />
Ranger alpini del battaglione stesso di ricerca e neutralizzazione<br />
di un gruppo avversario.<br />
Alla fine dell’esercitazione il gen. Castagnetti ha elogiato<br />
tutti i militari che avevano dato, nell’occasione, dimostrazione<br />
di notevole addestramento ed efficienza e annunciava<br />
che a breve alcuni reparti dell’esercito russo avrebbe-<br />
Munari, Galvanin, Petti e Gollin<br />
Incontri - 19<br />
ro partecipato ad addestramento in comune con le nostre<br />
truppe alpine.<br />
Al rompete le righe è seguito un buffet, allestito tra i ruderi<br />
del vecchio ospedale del 6° al quale hanno partecipato un<br />
folto gruppetto di ragazzini di una colonia estiva arrivati<br />
a piedi in zona poco prima dell’inizio dell’esercitazione.<br />
I ragazzi hanno assistito alla stessa con occhi sgranati e<br />
pieni di ammirazione. Il seme è stato gettato!<br />
Giampietro Gollin<br />
In ricordo <strong>della</strong> Grande Guerra<br />
Il 17 agosto si è tenuto al Passo Gavia il raduno annuale degli<br />
alpini per il Pellegrinaggio al San Matteo, con una ricorrenza<br />
particolare che riguarda il 90° anniversario <strong>della</strong> “Più alta<br />
battaglia <strong>della</strong> <strong>storia</strong>” quella del 13 agosto- 3 settembre 1918<br />
su Punta SanMatteo mt. 3678.<br />
Lo scorso anno otto alpini vicentini si sono recati sulla vetta<br />
di questa sacra montagna che ancora racchiude nel ghiaccio<br />
il corpo dell’eroico difensore, il capitano degli alpini,<br />
Battaglione Sciatori Monte Ortles, Arnaldo Berni 23enne di<br />
Mantova, città che recentemente lo ha onorato con l’intitolazione<br />
di una via.<br />
Per la occasione si sono riuniti per la prima volta sul Passo,<br />
presso il rifugio A. Berni (raggiungibile in auto) alpini provenienti<br />
dalla Lombardia, del Trentino e <strong>della</strong> Valcamonica,<br />
rappresentanze austriache e numerose altre persone; presente<br />
anche il Gonfalone di Mantova.<br />
La sera prima a Bormio, è stato presentato il nuovo volume,<br />
secondo <strong>della</strong> serie (Battaglie per la Trafojer) dal titolo<br />
“Battaglie per il San Matteo” del nostro socio Giuseppe<br />
Magrin.<br />
Tra gli avvenimenti del primo anno di guerra che riguardano<br />
la zona a nord-est del Gavia, occorre ricordare l’attacco<br />
italiano dalla Sforzellina verso la Val di Pejo, inteso<br />
a saggiare la consistenza dello schieramento avversario e<br />
ostacolare l’invio di rinforzi verso l’altra posizione del<br />
Redival ove pure era in corso una azione italiana. Si trattò<br />
di una serie di attacchi concomitanti condotti il 25 agosto<br />
1915 nel settore del 2° Rayon austriaco tra il Passo Gavia e<br />
quello di Lagoscuro sopra il Tonale. Due giorni prima sua<br />
Maestà in persona aveva visitato il Sottosettore Valtellina<br />
passando in rassegna le truppe e salendo poi fino alle postazioni<br />
verso il passo dello Stelvio: la visita del sovrano<br />
aveva acceso i soldati e specialmente i volontari, di nuovi<br />
entusiasmi. La sera del giorno successivo: 24 agosto, due<br />
plotoni <strong>della</strong> 113^ compagnia del Tirano con alcune squadre<br />
<strong>della</strong> Centuria Valtellina e <strong>della</strong> Compagnia Volontari, saliti<br />
al rifugio Gavia riposarono qualche ora poi, ricevuta una<br />
razione viveri supplementari, ebbero l’ordine di ripartire intorno<br />
alla mezzanotte verso il ghiacciaio di Dosegù. Toccata<br />
la falda glaciale la colonna piegò verso destra: i soldati do-
20 - Incontri<br />
vettero ancora risalire i nevai e la pietraia verso il Passo <strong>della</strong><br />
Sforzellina. Erano circa 300 uomini che componevano la<br />
spedizione, e che muovendo in un terreno particolarmente<br />
accidentato giunsero a toccare la cresta solo verso l’alba.<br />
Essi si affacciavano così al territorio nemico dell’alta Val<br />
del Monte in direzione di Pejo, località protetta nella media<br />
valle anche dal forte Barbadifiori. Dalla cresta gli alpini calarono<br />
per un canale molto ripido e franoso poco a nord del<br />
valico, tra sassi cadenti e nugoli di polvere.<br />
Contemporaneamente in alto sulle lontane cime alla destra<br />
<strong>della</strong> colonna altri alpini erano respinti dai difensori del<br />
Redival, mentre tuonavano le artiglierie. L’azione italiana in<br />
questa direzione poteva essere intesa anche come un tentativo<br />
di interdizione all’afflusso dei rinforzi dal fondovalle di<br />
Pejo nell’altra direzione cioè verso il Redival. Tre robuste<br />
colonne italiane, superata la stretta del canalone scendevano<br />
allargandosi in tre direzioni dalla Sforzellina verso la Malga<br />
Paludei, con le due laterali che dovevano proteggere la colonna<br />
centrale diretta alla malga. La colonna di sinistra finì<br />
per arrestarsi oltre un bel laghetto, su una cresta rocciosa a<br />
più di un chilometro di distanza dall’obiettivo, quella centrale,<br />
giunta a 300 metri dalla malga, e aperto il fuoco contro<br />
le sentinelle del presidio imperiale, incontrò la vivace<br />
reazione del fuoco nemico che provocò alcuni morti tra le<br />
file degli attaccanti, anche tre “scizzeri” di Caldaro (reparto<br />
che difendeva la Malga) secondo il racconto degli attaccanti<br />
restarono sul terreno, così come le salme degli alpini a loro<br />
volta colpiti e che non fu possibile recuperare. La sparatoria<br />
tra i nuclei più avanzati e i difensori in parte appostati sul<br />
Cornizzolo a dominare il terreno, continuò tutto il giorno<br />
con l’appoggio di un piccolo pezzo di artiglieria italiano<br />
postato sulla cresta di Vallumbrina, vi furono così diversi<br />
feriti. Gli attaccanti infine ricevettero l’ordine di ritirarsi col<br />
favore delle tenebre, ed il capitano Patriarca che comandava<br />
gli alpini, alle tre del mattino comandò il ripiegamento.<br />
Arrancando nella notte sulle ripide pendici la colonna si<br />
riunì sulla cresta frastagliata <strong>della</strong> Sforzellina per subito<br />
proseguire in discesa verso il Piano del Gavia. Qui giunti gli<br />
alpini si attendarono nei prati intorno al rifugio. Il maltempo<br />
e un forte freddo avversarono il giorno seguente la zona,<br />
solo pochi alpini erano restati in ricoveri di fortuna a presidio<br />
del Passo <strong>della</strong> Sforzellina, mentre l’intera colonna,<br />
di cui faceva parte anche il sottotenente Guido Bertarelli,<br />
che durante l’azione aveva comandato la colonna di sinistra,<br />
ripiegò su Santa Caterina Valfurva.<br />
Incontri alpini in Canada<br />
Durante la fase organizzativa del tour siamo venuti a<br />
conoscenza attraverso un articolo apparso sulla rivista<br />
l’Alpino dell’esistenza di un gruppo Ana di Vancouver.<br />
Dopo una ricerca via internet abbiamo preso contatto con<br />
il presidente Vittorino Dal Cengio che era prossimo a ve-<br />
Nella foto al monumento di Vancouver sono presenti da sinistra: Giudo<br />
Cecchinel, Giannino Savio, Paolo Rossato, Luigi Antonel, Vittorino Dal<br />
Cengio, Ampelio Pillan, Pulcheria Tonello, Franco Pezzuti. Nella seconda<br />
foto si può vedere la consegna del gagliardetto al presidente Galvanin da<br />
parte di Ampelio Pillan e Pulcheria Tonello<br />
nire in Italia per l’adunata nazionale.Ci siamo cosi incontrati<br />
a Bassano, dove abbiamo parlato <strong>della</strong> nostra prossima<br />
partenza per il Canada.. L’incontro è avvenuto il 29 giugno<br />
a Vancouver al Centro culturale Italiano e nella sede Ana.<br />
Noi abbiamo portato i ricordi ed i sapori <strong>della</strong> nostra Italia<br />
e loro ci aspettavano orgogliosi con il cappello d’alpino.<br />
La festa è stata bellissima e dopo le foto di rito vicino al<br />
monumento e la consegna del gagliardetto si sono resi disponibili<br />
ad accompagnarci a visitare tutti i bellissimi posti<br />
di Vancouver, passando presso la casa di Giudo Cecchinel a<br />
gustare del buon locale da lui prodotto. Anche il presidente<br />
Vittorino Dal Cengio ci ha regalato due bottiglie di vino,<br />
che è risultato molto utile per il proseguo del nostro viaggio.<br />
Non solo, abbiamo scoperto che il presidente è uno scrittore<br />
appassionato di montagna, ha collaborato in Italia alla pubblicazione<br />
di libri sulle nostre Dolomiti con Severino Casara.<br />
In Canada ha esplorato e scalato le mravigliose Montagne<br />
Rocciose. Alla fine dell’incontro ci ha donato una copia (con<br />
dedica) dell’ultimo libro pubblicato che parla <strong>della</strong> nostra
terra vicentina e <strong>della</strong> vita passata nella frazione di Novoledo,<br />
intitolata Armonia Pastorale.I consigli non sono mancati<br />
per il proseguo del viaggio, viaggio che ci ha portato fino<br />
all’Alaska con una sosta di due giorni a Campbell River dove<br />
abbiamo potuto pescare i salmoni nell’Oceano Pacifico. <strong>Sulle</strong><br />
Montagne Rocciose abbiamo visto una natura ancora selvaggia<br />
e incontaminata con fiumi, laghi dai mille colori, cascate,<br />
animali liberi e a volte pericolosi per noi uomini intrusi nel<br />
loro habitat naturale con incontri ravvicinati spesso improvvisi<br />
lungo i sentiari o la strada di orsi, cervi, alci, caribu.<br />
Al rientro a <strong>Vicenza</strong> ci siamo recati in sede per consegnare<br />
al presidente Galvanin il gagliardetto ricevuto dagli amici alpini<br />
di Vancouver.<br />
Ampelio Pillan<br />
I congedati <strong>della</strong> 78ª si ritrovano<br />
Il 24 marzo si sono ritrovati a Forlì gli alpini <strong>della</strong> 78.a<br />
Compagnia del 7° Reggimento, Battaglione Belluno, Brigata<br />
Cadore che hanno svolto il servizio tra gli anni 1960-1961<br />
alla caserma Tommaso Salsa. All’incontro era presente anche<br />
il tenente Piero Salerno. Quello che si è svolto era il<br />
47esimo incontro in memoria dell’alpino Alberto Sella. Il<br />
prossimo sarà il 4 aprile 2009 a Novale di Valdagno. Per informazioni<br />
contattare Angelo Tessarolo 0444.348798; Paolo<br />
Soldà: 0445.970254 o direttamente il gruppo di Novale al<br />
338.8815581.<br />
Foto ricordo dei congedati <strong>della</strong> 78ª<br />
Ritroviamoci a Bassano<br />
In occasione dell’Adunata Nazionale di Bassano ci siamo trovati<br />
in 7 del 3° scaglione ‘49 <strong>della</strong> 37^ Batteria (La Nobile).<br />
Eravamo: Lotto, Pernechele, Lazaretti, Zaffanello, Rocco,<br />
Rubega, Motta. Abbiamo deciso di ritrovarci a Bassano il<br />
prossimo 4 novembre. Chi è interessato può contattare, entro<br />
il 15 ottobre, Luigi Lotto 0444 634223 - 334 5709929 o<br />
Piero Pernechele 0424 833556 - 333 8481249.<br />
Ricordato Marco Dal Bianco<br />
Nevica sulla Marmolada…<br />
Incontri - 21<br />
Domenica 12 settembre ai piedi di una Marmolada già imbiancata<br />
dalle prime nevi, nel luogo dove esattamente da 40anni<br />
sorge il monumento al grande alpinista maranese Marco Dal<br />
Bianco, si sono riuniti un gruppo di amici e alpini memori<br />
<strong>della</strong> straordinaria figura di uomo e alpinista scomparso per<br />
il malaugurato incidente stradale avvenuto all’incrocio del<br />
Cristo quando Marco aveva 31 anni.<br />
Scalatore di classe, giovane allegro e scanzonato, ricco di<br />
vitalità e comunicativa, era già accademico del Club Alpino<br />
Italiano e del gruppo parigini Haute Montagne avendo compiuto<br />
una serie di scalate ultrdifficile con vie nuove e ripetizioni<br />
di altissimo livello tcnico, tra cui una spedizione nazionale<br />
nel gruppo Air in Niger (Africa).<br />
Era molta nota la sua amicizia/rivalità con Cesare Maestri<br />
che lo sfidò su una gara di velocità sulle pareti del Crozzon<br />
del Brenta, salvo poi rinunciare al cimento e a nascondersi<br />
dietro un sasso in attesa che il velocissimo scalatore vicentino<br />
compisse in solitaria la lunga scalata. I più importanti<br />
risultati alpinistici di Dal Bianco sono legati al suo sodalizio<br />
con lo scalatore belga Claude Barbier, da tempo scomparso<br />
per una caduta in parete e sul quale la vedova ha pubblicato<br />
in questi giorni un bel libro di memorie. Alla guida vicentina<br />
Bortolo Fontana e agli accademici il trentino Claudio Claus<br />
e all’indimenticabile scienziato alpinista dott. Cino Boccazzi<br />
del CAI di Treviso. Il gruppo che è salito al passo Ombretta<br />
a metri 2728 per ricordare ilò 40esimo <strong>della</strong> posa del bivacco<br />
era formato dagli alpini tienesi, Carlo Restiglian, Franco e<br />
Sandra Gasparella, dai maranesi Silvestri Ennio e Miglioranza<br />
Lorenza e dal valdagnese Bepi Magrin. Capitaniati da Franco<br />
Gasparella che fu compagno di lavoro nelle officine Frau<br />
dell’alpinista scomparso e che nella primavera prossimo 2009<br />
pubblicherà un libro in suo ricordo.Sotto la neva, in una giornata<br />
di freddo e maltempo si sono alzati suggestivi e commoventi<br />
i canti degli amici ai piedi dell’immane parete sud<br />
<strong>della</strong> Marmolada, nella cui <strong>storia</strong> alpinistica sono entrate le
22 - Incontri<br />
leggendarie imprese dei vicentini: Soldà, Conforto, Bertoldi,<br />
Zanrosso, Fontana e Dal Bianco. Ad omaggio di Dal Bianco<br />
che fu alpino alla SMALP di Aosta negli anni 1957/58 e poi<br />
da richiamata nel 1961 presso la Brigata Cadore come istruttore<br />
militare di alpinismo. La <strong>Sezione</strong> alpini di <strong>Vicenza</strong> ha<br />
offerto una corona di fiori mentre anche gli alpinisti fassani<br />
salendo dal versante opposto accompagnando per l’occasione<br />
la sorella Michela, Battista Elino hanno lasciato presso il bivacco<br />
Dal Bianco un ricordo all’amico e al fratello scomparso.<br />
Un ringraziamento particolare va alla sezione Cai di<br />
Thiene e di Caprile (BL) che durante le scorse ferie di agosto<br />
hanno seguito significativi lavori di pristino del bivacco. Un<br />
doveroso grazie al Cai di Thiene.<br />
Ricordo di Padre Faccin<br />
Il Gruppo alpini di Lonigo invita domenica 16 Novembre<br />
alla Cappella degli Alpini, del convento di San Daniele di<br />
Lonigo (dei Frati Francescani, tutti gli alpini e famigliari dei<br />
gruppi <strong>della</strong> sezione di <strong>Vicenza</strong>.<br />
La messa viene celebrata in ricordo dei caduti Alpini, dei<br />
nostri soci defunti, ma in modo particolare quest’anno si ri-<br />
Lettere in redazione<br />
San Gottardo e Zovencedo<br />
“Grazie”. Penso sia il modo migliore di iniziare questa lettera.<br />
Nei giorni 13, 14, 15 e 16 giugno c’è stata a San Gottardo<br />
l’adunata interzonale degli Alpini. Sono stati 4 giorni per me<br />
indimenticabili, per il grande lavoro svolto, perchè è venuta<br />
a trovarci tanta gente e tanti amici ma molto di più perchè le<br />
soddisfazioni che ho avuto in queste giornate, nel vedere una<br />
settantina di volontari e volenterosi lavorare, sudare e battersi.<br />
E a me come capogruppo corre l’obbligo di dire un grazie<br />
più grande e più dettagliato.Un grazie a tutte le donne, un<br />
punto fermo del nostro gruppo. Un grazie a tutti gli Alpini e<br />
agli amici degli Alpini, che hanno lavorato, hanno festeggiato<br />
e hanno sfilato. Un grazie a tutti i paesani di San Gottardo,<br />
che in tanti hanno seguito la festa e soprattutto la sfilata, e mi<br />
sono sorpreso per quanti erano. Ai bambini e ai genitori dei<br />
bambini che hanno ben cantato nella rassegna dei cori de sabato<br />
sera e domenica hanno sfilato con noi come veri Alpini.<br />
Un grazie alle insegnanti delle scuole materne ed elementari<br />
di San Gottardo e Zovencedo che ci hanno molto aiutato.<br />
Un grazie alla Amministrazione Comunale di Zovencedo e a<br />
quella di Arcugnano.<br />
A Don Piero Giuriato per l’indimenticabile messa di domenica<br />
pomeriggio. Solitamente preferisco non fare nomi,<br />
ma ritengo che in questo caso siano doverosi, dico grazie al<br />
1941: Padre Faccin sul Pupait<br />
corderrà Padre Faccin, l’indimenticabile frate degli alpini di<br />
<strong>Vicenza</strong>, così come lo ricordano in molti. L’appuntamento è<br />
per le 11.<br />
Signor Lorenzo Filippi, che si è prodigato e ci ha aiutato concretamente<br />
per la realizzazione del nostro bellissimo monumento,<br />
ci ha regalato la pietra di <strong>Vicenza</strong> e le sue conoscenze<br />
e competenze.<br />
Un grazie anche all’Agriturismo Al Borgo, a tutta la famiglia e<br />
con la loro competenza. Finisco con un pensiero ed un grande<br />
grazie a tutti gli Alpini che sono andati avanti, perchè questo è<br />
il frutto di quello che con il loro lavoro hanno seminato.<br />
Grazie a tutti<br />
Mirko Casarotto<br />
In seguito all’articolo di Silvio Androgna è arrivata questa<br />
lettera:<br />
Grazie Silvio Androgna<br />
Gentilissima Redazione,<br />
sono Antonio De Marchi e vivo a Isola Vicentina. Con la<br />
presenta sento il forte desiderio di esprimere i miei complimenti<br />
a Silvio Androgna, cantore degli eroici reggimenti<br />
alpini immolatesi per la Patria. Desidero anche complimentarmi<br />
con il signor Marangon Luciano per l’ottima poesia<br />
sulla nostra bandiera simbolo, appunto, <strong>della</strong> nostra Patria<br />
Italia. Cordialmente<br />
Antonio De Nardi
Alte Ceccato<br />
Gli alpini insegnano la <strong>storia</strong><br />
Sono oltre quattromila gli alunni che nei 66 incontri effettuati<br />
durante l’anno scolastico hanno potuto fruire delle lezioni<br />
di <strong>storia</strong> sulle due guerre mondiali del ‘900 tenute da<br />
Giuseppe Rossi con il supporto degli alpini di Alte Ceccato.<br />
Sono undici anni che gli alpini di Alte portano nelle scuole<br />
nelle province di <strong>Vicenza</strong>, Padova, Trento, Venezia e Verona,<br />
un messaggio di pace di speranza. Solo nell’ultimo anno<br />
scolastico ha visto i nostri alpini percorrere più di 3520 Km<br />
per questi incontri. Oltre a Giuseppe Rossi fanno parte <strong>della</strong><br />
squadra operativa gli alpini Giuseppe Giannello, Bruno<br />
Pretto, Francesco Tieni, Luciano Savegnago, Mirko De<br />
Grandi, Mariano Lazzari e Rigo Cavaggion.<br />
Creazzo<br />
Alpini e studenti, binomio perfetto<br />
Concorso a scuola sull’Alpinità<br />
Il gruppo alpini per celebrare il 70° Anniversario <strong>della</strong> sua<br />
fondazione, con la collaborazione dell’Istituto comprensivo<br />
di Creazzo, ha indetto un concorso rivolto agli studenti del-<br />
Gianni Boscardin tra i premiati<br />
La vita dei Gruppi - 23<br />
le terze classi, <strong>della</strong> scuola media “A. Manzoni” sul tema:<br />
“Gli Alpini e la loro Storia”; “Ricorda le manifestazioni degli<br />
Alpini del tuo paese svoltesi nel 2007”; “Parla degli Alpini<br />
così come li conosci personalmente e/o come ne hai sentito<br />
parlare nei racconti dei tuoi genitori, dei tuoi nonni e dei<br />
conoscenti”.<br />
È stato un successo inatteso ed insperato. Aver indetto un<br />
concorso sull’alpinità ha impegnato gli studenti, già del<br />
mese di marzo, nelle ricerche, nelle interviste, nella stesura<br />
degli elaborati. Puntuali hanno poi consegnato alla commissione<br />
giudicante i lavori svolti singolarmente o come il<br />
caso <strong>della</strong> Terza D, con un lavoro di classe corposo e ben articolato.<br />
L’aiuto degli insegnanti ha ulteriormente arricchito<br />
il loro lavoro. Ciò che più ci gratifica e ci rende orgogliosi<br />
è l’aver indotto circa 100 ragazzi e ragazze del nostro paese<br />
a conoscere più profondamente il Corpo degli Alpini e la<br />
sua <strong>storia</strong>.<br />
La premiazione è avvenuta in concomitanza con la fine<br />
dell’anno scolastico all’auditorium <strong>della</strong> scuola “A. Manzoni”<br />
con la presenza <strong>della</strong> direttrice scolastica Emanuela Rigotto,<br />
degli insegnati, del sindaco Gervasio Cortiana, dell’assessore<br />
alla cultura Maria Teresa Pizzolato, dell’assessore allo sport<br />
Giovanni Peretto, del presidente sezionale Ana Giuseppe<br />
Galvanin, del capozona “Colli Vicentini” Arcangelo Murzio,<br />
del capogruppodi Creazzo Gianni Boscardin, del parroco<br />
don Marco Marchetti, di molti genitori e di numerosi alpini.<br />
Arcangelo Marzio ha rigraziato la direttrice <strong>della</strong> scuola per<br />
aver aderito e sostenuto l’iniziativa e tutti gli studenti che<br />
hanno assimilato ed elaborato l’alpinità ed il corpo insegnanti;<br />
ha auspicato ulteriori altre manifestazioni degli alpini in<br />
favore <strong>della</strong> scuola.<br />
Il primo premio è andato alla classe Terza D; gli altri a Tea<br />
Meneghetti, Alice Gianesini, e Sebastian Pozza.<br />
Epilogo alla nostra premiazione, molto apprezzato da tutti<br />
i presenti, è stata la decisione dei ragazzi <strong>della</strong> Terza D<br />
di donare i 200 euro ricevuti in premio all’Associazione<br />
Rokpa Italia ovvero all’Associazione medici vicentini per il<br />
Mondo, particolarmente per il Tibet, nella persona del dott.<br />
Renato Giaretta, alpino e componente la Squadra sanitaria<br />
dell’Ana.<br />
Nelle foto, un momento <strong>della</strong> cerimonia e il capogruppo di<br />
Creazzo con Rebecca Barbieri e Alice Martini <strong>della</strong> Terza D<br />
con il dott. Giaretta.<br />
Chiampo<br />
Viaggio di lavoro in Angola<br />
Il 15 luglio è iniziato il nostro viaggio di lavoro, destinazione<br />
Angola. Eravamo in otto e al nostro arrivo a Luanda siamo<br />
stati ospitati in un convento, dove i Cappuccini ci hanno accolti<br />
con grande gioia. Il giorno dopo all’alba partenza per<br />
Huambo (a 600 km. di distanza), una cittadina che si trova<br />
a 1800 metri di altitudine e che, nonostante la distruzione
24 - La vita dei Gruppi<br />
subita dalla lunga guerra civile, sta rinascendo. Laggiù i Frati<br />
Capuccini, presenti da 60 anni, stanno costruendo una Casa<br />
di formazione.<br />
Io e Virglio avevamo il compito di pavimentare e rivestire<br />
la cucina, la dispensa, la lavanderia e i bagni, mentre Luigi<br />
si è occupato <strong>della</strong> parte idraulica e dei serramenti. Il lavoro<br />
più importate è toccato a mia moglie Maria che in breve<br />
tempo ha assunto la padronanza <strong>della</strong> cucina e <strong>della</strong> lavanderia.<br />
Tutti noi abbiamo svolto il nostro lavoro con grande gioia.<br />
Domenica 27 Luglio abbiamo assistito alla messa nella<br />
Parrocchia di Kamussamba, un centro di 3000 abitanti. Un<br />
rito iniziato alle 9 e concluso tra i canti alle 11.30. Il celebrante,<br />
padre Casimiro, mi ha presentato il Ministro <strong>della</strong><br />
fraternità composto da 44 professori. Ho avuto modo venire<br />
a conoscenza di un Gruppo Gifra che sta iniziando un cammino<br />
formativo.<br />
Daniele Pieropan<br />
Lonigo<br />
Due gite a Trento<br />
I gitanti in Trentino<br />
Fra le più recenti iniziative del Gruppo di Lonigo spicca<br />
la gita che ogni anno viene organizzata in collaborazione<br />
con il Comune e la direzione <strong>della</strong> scuola media C. Ridolfi.<br />
Quest’anno, in occasione <strong>della</strong> centralità che ha il tema del<br />
90° <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> Prima Guerra Mondiale, si è voluto organizzare<br />
un’escursione all’ossario del Pasubio, il Dos di<br />
Trento e il Castello del BuonConsiglio, dove Cesare Battisti<br />
fu condannato e impiccato con altri Alpini dal tribunale<br />
Militare Austriaco.<br />
La giornata molto fredda e umida non ha assolutamente spaventato<br />
i giovani <strong>della</strong> terza media, che ben seguiti da preside<br />
e insegnanti si sono impegnati a cogliere il significato di tanti<br />
sacrifici ben espressi dai luoghi visitati. Il capogruppo Ana<br />
ha accompagnato le scolaresche alla fine <strong>della</strong> mattinata alla<br />
Sede Ana di Trento, dove gli alpini leoniceni hanno preparato<br />
in una struttura molto accogliente un ricco banchetto, a cui<br />
i commensali hanno fatto onore...<br />
Si vuole sottolineare l’importanza di queste iniziative, perchè<br />
coinvolgono molte persone anche per la loro disponibilità<br />
e si cerca di dare onore a tante persone che hanno dato la<br />
vita per la nostra libertà.<br />
Altra bella gita è stata organizzata dal Gruppo Ana per li 15<br />
Giugno a Trento, in particolare Castello di Beseno, Castello<br />
del Buonconsiglio e dopo il pranzo in un locale caratteristico<br />
visita delle Cantine Francesco Moser, dove il Capogruppo<br />
ha creato un clima di entusiasmo e l’incontro con ideali di<br />
sport e cultura alpina.<br />
Malo<br />
Incontro con i Reduci di Russia<br />
È stato un incontro intenso nei contenuti e carico di emozioni,<br />
quello del 24 agosto, nella sala riunioni <strong>della</strong> Casa<br />
degli Alpini, gremita di pubblico, accalcato fino all’esterno.<br />
La proiezione di un filmato storico ha introdotto il tema<br />
e creato la suggestione adatta ai fatti a cui si riferisce la<br />
recente pubblicazione di Manuel Grotto, “La campagna di<br />
Russia”.<br />
Il capogruppo Danilo Panizzon ha presentato i sei reduci<br />
di Russia ospiti, veri protagonisti <strong>della</strong> serata: Alberto<br />
Vallarsa, Alessandro Lain, Bruno Brunello, Dialma Sartori,<br />
Luigi Brunello e Luigi Dalla Riva. Manuel Grotto, giovane<br />
ufficiale <strong>della</strong> Brigata Alpina Tridentina ora in congedo, ha<br />
raccolto e riportate nel suo libro, le testimonianze di un centinaio<br />
di reduci, sopravissuti a quell’immane tragedia che<br />
fu la disfatta e la ritirata dalla Russia. È stato emozionante<br />
ascoltare dalla viva voce dei protagonisti, racconti di inauditi<br />
patimenti e di grande umanità incontrata tra una popolazione<br />
che erano stati mandati ad occupare. Un’umanità<br />
I reduci raccontano
guadagnata con comportamenti di grande rispetto, verso<br />
<strong>della</strong> povera gente a cui si sentivano affratellati e coinvolti<br />
loro malgrado, in quell’insensata tragedia che è la guerra.<br />
Commovente il forte richiamo di Luigi Brunello a non dimenticare<br />
un grande ed umile compagno nel loro disperato<br />
vagare nella steppa: il forte e paziente amico mulo.<br />
Numerose personalità hanno onorato con la loro presenza e<br />
grande partecipazione, questi umili eroi. La serata si è conclusa<br />
con le dolci note di “Vorrei volare…”, nell’appassionata<br />
interpretazione dal coro “El Livergon” del Gruppo Alpini<br />
di Malo.<br />
Luigi Girardi<br />
Montecchio Precalcino<br />
Gli alpini e la memoria storica<br />
Gli Alpini di Montecchio Precalcino e di Alte Ceccato<br />
con i ragazzi delle medie<br />
Una nutrita rappresentanza del Gruppo Alpini di Montecchio<br />
Precalcino guidata dal capogruppo Franco Ro<strong>della</strong> si è recata<br />
il 22 Aprile alle scuole medie “G. Leopardi” per un appuntamento<br />
che sta diventando una tradizione. Con la collaborazione<br />
di alcuni alpini del Gruppo di Alte Ceccato abbiamo<br />
portato agli studenti la testimonianza storica di tragici<br />
momenti che i giovani hanno il diritto di conoscere per non<br />
dimenticare, e far sì che non abbiano a ripetersi. L’argomento<br />
riguardava la 2ª Guerra Mondiale, che ha lasciato anche nelle<br />
nostre terre una lunga scia di dolore, di distruzione e di odio.<br />
La lezione, accompagnata dalla proiezione di varie diapositive,<br />
ha incontrato il massimo interessamento degli studenti<br />
che si sono alla fine dichiarati entusiasti per aver potuto conoscere<br />
la <strong>storia</strong> da vicino e dal vivo.<br />
Prima di lasciare la scuola il capogruppo Ro<strong>della</strong> ha donato<br />
a tutti gli studenti e al personale docente una copia del volume<br />
pubblicato in occasione del 60° anniversario di fondazione<br />
del Gruppo Alpini di Montecchio Precalcino dal titolo<br />
“Alpini a Montecchio Precalcino 1947 – 2007 – Tra <strong>storia</strong><br />
e racconti”. Il libro potrà costituire argomento di studio per<br />
La vita dei Gruppi - 25<br />
i ragazzi delle medie e servirà loro a capire le origini e la<br />
<strong>storia</strong> del loro territorio. Potranno inoltre leggervi una breve<br />
<strong>storia</strong> delle truppe alpine, del cappello alpino, del gruppo alpini<br />
di Montecchio e del Nucleo di Protezione Civile Alpina.<br />
Infine avranno l’opportunità di leggere il racconto intitolato<br />
“La strada” dello scrittore russo Vasilij Grossman ambientato<br />
nel periodo <strong>della</strong> 2ª Guerra Mondiale con epilogo nella<br />
Campagna di Russia, dove la guerra e la natura assurgono a<br />
simbolo <strong>della</strong> brutalità indifferente di un mondo che travolge<br />
ogni essere.<br />
Montegalda<br />
Alpini a quota zero<br />
Come ormai tradizione, il Gruppo Ana assieme a quello di<br />
Bastia di Rovolon è intervenuto all’associazione “Per un<br />
sorriso” per aiutare i bambini bielorussi ospitati a Rovolon.<br />
Quest’anno l’iniziativa è stata ampliata, ed oltre al contributo<br />
economico, è stata offerta una gita in motonave nella<br />
laguna di Venezia e nelle isole del litorale. Grazie all’interessamento<br />
degli Alpini, anche i proprietari di pullman,<br />
motonave e ristorante hanno contribuito, in tutto od in parte,<br />
all’iniziativa.<br />
I ragazzi, tutti ammalati di leucemia, sono rimasti entusiasti<br />
perché quasi per tutti era la loro prima gita in mare. La<br />
Bielorussia non ha né mare né montagne ed il dislivello di<br />
tutto il suo territorio è di circa 250 metri.<br />
Da vedere la loro sincera felicità per le cose semplici, come<br />
poter stringere il timone <strong>della</strong> motonave, gettare piccoli pesci<br />
per richiamare i gabbiani, assaporare le portate di patatine<br />
fritte ed il gelato.<br />
Alpini e bambini, per un sorriso<br />
L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi e dai<br />
responsabili dell’associazione, tanto che siamo stati invitati<br />
alla festa d’addio <strong>della</strong> sera dopo, dove ci è stato consegnato
26 - La vita dei Gruppi<br />
un attestato di ringraziamento ed una bambolina tipica <strong>della</strong><br />
Bielorussia.<br />
Visto il successo ed il gradimento, i responsabili si aspettano<br />
un’iniziativa analoga anche per l’anno prossimo, dato che<br />
nel periodo che i ragazzi trascorrono in Italia, oltre alle visite<br />
mediche e all’alimentazione adeguata, per loro è estremamente<br />
importante ricevere queste prove d’affetto.<br />
Orgiano<br />
Gita sociale a Milano<br />
Francesco Griselin<br />
Domenica 8 giugno il gruppo Ana ha svolto l’annuale gita<br />
sociale a Milano. Partita di buon mattino, arrivata a Milano<br />
la comitiva ha potuto contare sulla guida d’eccezione Franco<br />
Mettifogo, milanese d’adozione ma orgianese di origine.<br />
Dopo aver visito molti luoghi d’interesse artistico, il gruppo<br />
ha pranzato nella sede <strong>della</strong> sezione Ana di Milano. L’ultima<br />
tappa <strong>della</strong> giornata è stata a s. Martino <strong>della</strong> Battaglia. Tutti<br />
i partecipanti si sono detti entusiasti dell’esperienza e si sono<br />
dati appuntamento per il prossimo anno.<br />
San Vito di Leguzzano<br />
Servizio alla chiesetta S.Maria del Pasubio<br />
Il 26 e 27 luglio siamo stati di turno sul Pasubio per il consueto<br />
servizio di accoglienza agli escursionisti e per assicurare<br />
lo svolgimento <strong>della</strong> messa alla domenica. È un servizio<br />
che, assieme agli altri gruppi <strong>della</strong> Zona Val Leogra, svolgiamo<br />
ormai da molti anni. Quest’anno però, a differenza degli<br />
anni precedenti, noi del Gruppo di San Vito di Leguzzano,<br />
abbiamo avuto mandato dal. presidente Galvanin di “fornire”<br />
e “posare” una croce di ferro presso la lapide che si trova<br />
sotto la selletta che divide i Denti italiano ed austriaco, in<br />
previsione del solenne pellegrinaggio di settembre. Così grazie<br />
alla bravura e disponibilità del “socio/consigliere/fabbro”<br />
Giovanni Mondin che ha curato la realizzazione <strong>della</strong> croce<br />
Sul Pasubio, ancora una volta per ricordare<br />
(2 metri di altezza) ed alla processione di una nutrita schiera<br />
di alpini del gruppo, che hanno portato a turno in spalla tutti i<br />
materiali necessari (croce compresa) sin sulla zona dei Denti,<br />
nel pomeriggio di sabato abbiamo orgogliosamente piantato<br />
e fissato quel simbolo a noi tanto caro e che simboleggia la<br />
sacralità di quel luogo.<br />
Durante i lavori di posa, sopra di noi è comparsa l’aquila,<br />
che da alcuni anni vive sul massiccio del Pasubio nella zona<br />
del Col Santo. Chissà, forse è venuta per rendere anche lei<br />
omaggio a quanti sono ancora sepolti sotto ciò che resta del<br />
Dente italiano, o forse solo per ricordarci che lei e gli alpini<br />
sono amici di vecchia data. Un momento di raccoglimento e<br />
commozione e poi giù verso la chiesetta, ognuno con il cuore<br />
colmo di orgoglio e con la certezza di aver svolto al meglio<br />
il compito richiestoci.<br />
Tonezza del Cimone<br />
Mostra sulla Grande Guerra<br />
Per ricordare il 90° <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> Grande Guerra, il gruppo<br />
ha allestito una mostra inerente la guerra combattuta sull’altopiano.<br />
Il 23 agosto è stata inaugurata la mostra alla presenza del<br />
sindaco Amerigo dalla Via, di Giuseppe Galvanin presiedente<br />
<strong>della</strong> sezione alpini di <strong>Vicenza</strong> e di altri numerosi rappresentanti<br />
alpini.<br />
La mostra è stata allestita dal collezionista Ivano Pasquale e<br />
dal gruppo alpini di Tonezza.<br />
Le numerose persone che hanno visitato la mostra hanno<br />
molto apprezzato la disposizione degli oggetti, la simulazione<br />
delle trincee e le numerose foto storiche. La mostra è stata<br />
poi visitata dalle scuole elementari.<br />
Il 30 agosto, poi c’è stata una serata storica presentata da<br />
Luigi Cortelletti, Gastone dalla Via e allietata dal coro<br />
Azzurri Monti di Tonezza.<br />
Sossano<br />
La giornata <strong>della</strong> stella alpina<br />
Quando suona un’adunata gli alpini di Sossano rispondono<br />
numerosi all’appello. Grande soddisfazione per il presidente<br />
e gli organizzatori dell’incontro, a conferma che il gruppo<br />
Ana è vivo più che mai. Evidentemente gli alpini sossanesi<br />
aspettavano da tempo di ritrovarsi per rinnovare i voti <strong>della</strong><br />
fratellanza alpina, e attraverso un contatto tra penna e penna,<br />
raccontarsi le vicende <strong>della</strong> naia passata, e il tran tran di tutti<br />
i giorni. La mattinata si è subito rivelata molto positiva. A<br />
coreografia sopra un banco, piante di stelle alpine che ogni<br />
alpino ha poi portato a casa a ricordo delle montagne, dei<br />
campi estivi e dei campi invernali passati insieme, sono state<br />
acquistate unitamente al distintivo da appuntare sulla giac-
ca e all’adesivo per l’auto, affinché il ricavato possa essere<br />
utilizzato dall’Ana nazionale per opere umanitarie. Quindi,<br />
all’ordine dell’attenti, tutti i commilitoni rigorosamente<br />
col cappello in testa si sono schierati davanti alla chiesetta<br />
dell’olmo per la foto di gruppo seguita dalla classica bicchierata.<br />
Purtroppo diversi amici alpini non hanno potuto essere presenti<br />
all’incontro a causa di impegni improrogabili, ma comunque<br />
il numero è stato confortante se si pensa che erano<br />
presenti più di ottanta Penne Nere. Questo ci permette di<br />
pensare positivamente e progettare a qualcosa che ci unisca<br />
ancora di più. Quanto prima le idee si concretizzeranno a<br />
conferma che quando gli alpini si chiamano a raccolta sanno<br />
sempre rispondere: presente!<br />
Silvano Mussolin<br />
Monte di Malo<br />
Gemellaggio con Torri di Quartesolo<br />
Giornata importante l’8 giugno. Il gruppo alpini di Torri<br />
La vita dei Gruppi - 27<br />
-Lerino ha ospitato nella sede di Via Mantova 19 il gruppo di<br />
Monte di Malo, capeggiato dal capogruppo Adriano Dellai.<br />
L’incontro ha avuto lo scopo di gemellare i due gruppi nel<br />
nome di una alpinità che li lega profondamente. Il gruppo di<br />
Monte di Malo entusiasta dell’accoglienza da parte del gruppo<br />
Torri di Quartesolo-Lerino precisa: è nostra tradizione,<br />
ormai consolidata, che di ritorno <strong>della</strong> gita coltural-paesaggistica<br />
annuale, si possa usare Come un momento alpino, a<br />
scambiarci fatti e idee. Nel momento di convivialità il capogruppo<br />
Adriano Dellai e il vice-capogruppo Giuseppe Alessi<br />
per Torri, spirito alpino indomito, cuoco nella vita e cuoco<br />
per gli alpini, un gruppo di circa cento persone ha seguito lo<br />
scambio dei gagliardetti.<br />
Dagli interventi è emerso che entrambi i gruppi sono convinti<br />
che questa sia la maniera giusta di unirci sempre più.<br />
Non dimentichiamoci che sotto il cappello c’èun cervello.<br />
Velo d’Astico<br />
Tre insoliti alpini<br />
Antonio Dal Pozzolo<br />
Chi è passato per Velo d’Astico, in occasione dell’adunata<br />
di Arsero, ha potuto ammirare un singolare e molto<br />
bello monumento all’Alpino in via Roma. Sono tre<br />
Tuje - spiega il segretario del Gruppo Ana di Velo, Vasco<br />
Ceribella - piantate circa 35 anni fa dall’ex presidente<br />
Gildo Ceribella e negli anni coltivate e lavorate con sapienti<br />
potature per fare assumere la forma di tre alpini<br />
barbuti avvolti nella mantellina con l’inconfondibile cappello;<br />
non mancano i colori delle nappine bianca rossa e<br />
verde, simbolo del tricolore. Vasco Ceribella continua da<br />
16 anni a potarle per mantenere la forma voluta, in ricordo<br />
di suo padre che dedicò molto del suo tempo all’Ana<br />
velese. Le tuje sono oggetto per chi passa per via Roma<br />
di ammirazione e foto ricordo.<br />
Alpini di Lerino e Monte di Malo, insieme Strani alpini!
28 - La vita dei Gruppi<br />
“G. Reolon” San Pio X<br />
Riuscita la prima Festa Alpina<br />
Inaugurazione del Monumento ai Caduti a S. Pio X<br />
Pienamente riuscita, con soddisfazione degli alpini e degli<br />
abitanti del quartiere, la prima Festa Alpina che il<br />
“Giuseppe Reolon” ha celebrato dal 25 al 27 aprile. In 36<br />
anni <strong>della</strong> sua <strong>storia</strong> il Gruppo non era mai riuscito a realizzare<br />
una propria festa anche se, a dire il vero, ci si pensava<br />
già da parecchio tempo, pur in proporzioni più modeste,<br />
Ma negli ultimi anni, proprio per l’attività svolta nel segno<br />
<strong>della</strong> solidarietà e di una convivenza più civile, gli Alpini di<br />
San Pio X hanno ottenuto dalla popolazione larghi consensi,<br />
stima e simpatia. È nata l’idea di offrire agli abitanti del<br />
quartiere, come segno di riconoscenza tangibile e duraturo<br />
nel tempo, un Monumento “a perenne ricordo dei caduti di<br />
tutte le guerre”, tenuto conto che in zona non esisteva alcun<br />
manufatto di tal genere. L’idea è piaciuta subito a tutti e<br />
tanti, secondo le proprie capacità e disponibilità, si sono<br />
prodigati per la realizzazione del progetto e l’organizzazione<br />
dell’evento.<br />
Il 25 è stata fatta una al Vajont con visita guidata alla diga e<br />
ai luoghi <strong>della</strong> tragedia di 45 anni fa, dove anche alcuni soci<br />
del Gruppo furono chiamati all’opera di soccorso e di recu-<br />
pero dei morti. Il giorno dopo pomeriggio conviviale con una<br />
trentina di anziani non autosufficienti e loro accompagnatori,<br />
ospiti dell’Istituto Salvi. Si è offerto loro una cena frugale<br />
e qualche ora di svago, all’insegna dell’amicizia e del vero<br />
spirito alpino, che sono stati molto apprezzati.<br />
Domenica giornata clou <strong>della</strong> festa: l’inaugurazione del<br />
Monumento. Alla presenza dei gruppi alpini <strong>della</strong> città, ai<br />
rappresentanti di numerose associazioni, ad autorità civili e<br />
militari e ad un folto pubblico incuriosito, si è cominciato con<br />
l’alzabandiera. Al saluto del Capogruppo Giuseppe Testolin<br />
sono seguiti l’illustrazione dell’opera da parte di Mirta<br />
Pegoraro, ideatrice del progetto, e discorsi di ritto dell’assessore<br />
regionale Elena Donazzan e dell’assessore provinciale<br />
Nereo Galvanin, la benedizione del monumento da parte del<br />
parroco don Domenico e l’Onore ai Caduti. È seguita la messa<br />
a suffragio di tutti quelli che sono “andati avanti”, molto<br />
partecipata e animata dai canti del Coro Alpino Lumignano.<br />
Prima del “rompete le righe”, un ricco buffet ha rallegrato il<br />
palato dei numerosi intervenuti e la Festa si è conclusa con<br />
il plauso sincero da parte di tutti.Si è trattato di uno sforzo<br />
notevole, anche economico, per il Gruppo “G. Reolon”, ma<br />
si è constatato che ne è valsa la candela e di notevole incoraggiamento<br />
per le feste future.<br />
Immagini <strong>della</strong> Festa<br />
Zona Val Leogra<br />
Ricordati Filzi e Battisti<br />
Anche quest’anno in ricordo dei fatti del luglio 1916 quando<br />
sotto il comando del generale Andrea Graziani nel disegno<br />
di riconquista di posizioni perdute sul Pasubio, si ebbe<br />
il tentativo italiano di conquistare il Corno di Vallarsa, si è<br />
tenuta nel luogo dove furono catturati tra gli altri alpini del<br />
battaglion “<strong>Vicenza</strong>” anche gli irredenti Cesare Battisti e<br />
Fabio Filzi, una suggestiva commemorazione. Presenti alpini<br />
dei gruppi <strong>della</strong> Vallarsa e dell’Alto Vicentino, autorità<br />
delle regioni confinanti ed i figuranti <strong>della</strong> Associazione<br />
Nel ricordo di 90 anni fa
4 Novembre di Schio, sul monte che poi prese il nome di<br />
Corno Battisti, è stata celebrata la cerimonia religiosa e si<br />
sono tenute le orazioni ufficiali, tra cui quella del presidente<br />
<strong>della</strong> <strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong> Giuseppe Galvanin. Un<br />
particolare ricordo degli alpini vicentini si rivolge anche<br />
quest’anno alla figura indimenticata del s.tenente Luigi<br />
Casonato, che, uscito coi primi all’attacco <strong>della</strong> temuta posizione<br />
degli imperiali sul Corno, fu tra i primi a cadere.<br />
Il suo corpo probabilmente sepolto dai detriti del violento<br />
bombardamento nemico, non fu più ritrovato, per questo in<br />
tempi recenti è stata posta presso i cippi che ricordano i due<br />
irredenti trentini Battisti e Filzi, anche una targa che gli<br />
alpini di Camisano hanno dedicato al prode compaesano<br />
caduto. Successivamente anche nel cimitero austriaco così<br />
come si era appena fatto in quello italiano, sono state poste<br />
due corone di fiori con una piccola spontanea cerimonia<br />
cui ha presenziato il colonnello Elsa. Tra i giovani figuranti,<br />
presenti alla cerimonia in divisa da alpino era anche<br />
Stefano Lanaro, di Schio, 16 anni.<br />
Zovencedo/San Gottardo<br />
Riuscita adunata interzonale<br />
Giorgio Lanaro<br />
Il Gruppo ANA di Zovencedo/San Gottardo ha compiuto 35<br />
anni e la ricorrenza è stata celebrata, dal 13 al 15 giugno a San<br />
Gottardo, con l’adunata interzonale, un appuntamento delle<br />
penne nere delle zone: Alta e Bassa Val Liona, U. Masotto,<br />
Val del Guà, Riviera Berica e Colli Vicentini. Gli alpini del<br />
Gruppo hanno vissuto così uno storico e oltremodo significativo<br />
momento con l’inaugurazione del monumento dedicato<br />
al “Valore alpino”. L’impegno assunto dal capogruppo Mirko<br />
Casarotto e dai suoi alpini è stato brillantemente onorato rispettando<br />
le aspettative, grazie anche alla collaborazione e<br />
alla disponibilità dei comuni di Zovencedo e Arcugnano.<br />
La manifestazione è iniziata venerdì 13, con la presentazione<br />
del libro “La campagna di Russia” da parte dell’autore,<br />
tenente degli Alpini Manuel Grotto. Sabato 14 giugno<br />
al pomeriggio esercitazione dei volontari delle squadre<br />
antincendio boschivo e dell’Unità cinofila dei Carabinieri<br />
di Zovencedo. Sabato sera nella chiesa parrocchiale di<br />
San Gottardo applaudito concerto dei Cori “Piccolo coro<br />
dei bambini delle Scuole di San Gottardo, di Zovencedo e<br />
di Arcugnano”, Voci del Pasubio di Isola V. e il Coro dei<br />
Congedanti <strong>della</strong> Brigata Alpina Tridentina. Una serata veramente<br />
ben riuscita che ha gratificato i numerosi presenti<br />
con una prestazione degna di lode.<br />
Domenica, la giornata più attesa si è aperta con la sfilata nelle<br />
vie di San Gottardo, aperta dalla fanfara storica; quindi<br />
onori al Tricolore, omaggio ai Caduti. In sede è stata celebratala<br />
messa: all’omelia don Piero ha rivissuto la <strong>storia</strong> del<br />
Corpo degli Alpini, dalla fondazione alla nascita dell’Ana. È<br />
La vita dei Gruppi - 29<br />
Il monumento a San Gottardo<br />
stato poi inaugurato il monumento dedicato al “Valore alpino”.<br />
È una composizione, adiacente alla sede, che appartiene<br />
alla tradizione patriottica ma che rappresenta qualche cosa<br />
di più, di nuovo, di singolare. Nella pietra sono stati scolpiti<br />
alcuni valori cari a noi alpini: sacrificio in guerra, amor patrio<br />
e senso del dovere, altruismo e solidarietà, speranza e<br />
missioni di pace.<br />
In questi ultimi anni sono venuti a rinforzare le nostre file<br />
nuovi alpini: non sono certo il frutto di un gioco di prestigio,<br />
ma sono la testimonianza <strong>della</strong> nostra ferma determinazione<br />
di credere in questi valori, di guardare avanti con fierezza,<br />
serenità e ottimismo anche in missioni di pace all’estero.<br />
Dopo lo scoprimento del monumento si sono susseguiti alcuni<br />
interventi. Il capogruppo Mirko Casarotto ha ringraziato<br />
i suoi alpini per l’aiuto prestato nell’organizzazione <strong>della</strong><br />
festa, l’Amministrazione comunale per la collaborazione,<br />
gli scultori del monumento, Trivellin e Segato di <strong>Vicenza</strong>, la<br />
Berica Pietre di Filippi Lorenzo per aver donato il materiale<br />
in pietra, le autorità e tutti i presenti per essere intervenuti<br />
così numerosi. Il sindaco di Zovencedo D’Aniello si è detto<br />
onorato ed orgoglioso di aver ospitato un così grande evento<br />
aggiungendo che questa “esperienza sarà indimenticabile”.<br />
“La mia presenza – ha affermato il vicepresidente sezionale<br />
Barollo– oltre che un piacere è un dovere e sono felice di<br />
essere con voi in questa splendida e importante giornata alpina”.<br />
La cerimonia si è conclusa con il canto “Signore delle<br />
cime” interpretato dal coro parrocchiale di San Gottardo e<br />
dalle note <strong>della</strong> Fanfara Storica Sezionale.<br />
Dopo tanto lavoro oggi gli alpini di San Gottardo/Zovencedo<br />
possono dire con orgoglio di esserci riusciti e di essere pienamente<br />
soddisfatti. È stato un impegno di notevole spessore<br />
organizzativo che ha richiesto la sinergia operativa di tanti<br />
volonterosi, ma che servirà a scolpire nel tempo <strong>della</strong> memoria<br />
di tutti quelli alpini che, dopo averci indicato la strada,<br />
in questi anni ci hanno lasciato in eredità il loro bagaglio di<br />
valori solidali.<br />
Mirco Bisognin
30 - Riflessioni<br />
Il ricordo di chi ha perso la vita in guerra<br />
In Pasubio, domenica 7 settembre, il<br />
presidente Perona nella sua orazione,<br />
perché proprio di orazione si è trattato,<br />
oltre a ricordare gli alpini e tutti gli altri<br />
militari che su quella montagna hanno<br />
perso la vita ha ricordato tutti coloro<br />
che per la Patria hanno donato il meglio<br />
di se. Non solo in quella guerra ma, anche,<br />
in tutti i conflitti successivi.<br />
Quest’anno ricorre il 90° <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> prima guerra mondiale<br />
e il 4 novembre, giornata dell’unità nazionale, va celebrato<br />
per da ricordarne il sacrificio.<br />
E n modo nuovo ma significativo e potrebbe essere ripetuto<br />
ogni anno. Darà sicuramente coscienza al cittadino che<br />
l’unità e la libertà oggi esistente è il frutto dei sacrifici sostenuti<br />
dalle precedenti generazioni. È giusto e doveroso<br />
ricordare quei sacrifici. Il tempo, naturalmente, porta tutto<br />
nell’oblio. Così, invece, se ne perpetua il ricordo. È altrettanto<br />
giusto e doveroso ricordare anche il sacrificio dei civili,<br />
che delle guerre sono sempre le vittime.<br />
I vessilli che rappresentano le unità militari vengono decorati<br />
con il conferimento di medaglie al valore per atti bellici<br />
compiuti da quei reparti. Le bandiere delle Provincie e dei<br />
Comuni i vengono, pure, onorate con decorazioni che ricordano<br />
i sacrifici sopportati dalle popolazioni.<br />
La medaglia alla bandiera dell’Istituzione che rappresenta<br />
una collettività è il modo per perpetuarne il ricordo.. È un<br />
modo per non dimenticare!<br />
Varie Provincie hanno ottenuto quella decorazione. <strong>Vicenza</strong><br />
ancora non è stata decorata. La meriterebbe anche per quanto<br />
subito nel corso del secondo conflitto mondiale.<br />
Altri centri <strong>della</strong> Provincia meriterebbero quel riconoscimento.<br />
<strong>Vicenza</strong>, come tutta la Provincia, ha subito anche la prima<br />
guerra mondiale.<br />
Della guerra 1915 – 1918 tutto, oramai, è andato nel dimenticatoio.<br />
Sono stati dimenticati i sacrifici <strong>della</strong> gente dell’Altopiano<br />
di Asiago, località di prima linea; di paesi e di intere contrade,<br />
cancellati dalla furia di quella guerra.<br />
Rinnovo dei direttivi<br />
Gruppo di Torrebelvicino<br />
Capogruppo: Armando Scapin. Consiglieri: Artenio Gatto,<br />
Livio Trentin, Ottorino Trentin, Dario Andolfo, Giorgio Dal<br />
Lago, Antonio Pavan, Fiorenzo Cortiana, Giorgo Covallero,<br />
Silvano Mantese, Massimliano Cortiana, Costantino Costa,<br />
Sono stati dimenticati i sacrifici subiti dalle popolazioni delle<br />
vallate dell’Agno, del Leogra, dell’Astico e del Brenta,<br />
costrette a subire, prima il peso delle retrovie di un fronte<br />
sulla porta di casa con morti di civili e distruzione di paesi<br />
e contrade, poi, quello di trasferimenti forzati di profughi<br />
in località del Piemonte, <strong>della</strong> Lombardia e in altre regioni<br />
lontane dal Veneto.<br />
Il Gonfalone <strong>della</strong> Provincia ricorda solo in modo indiretto<br />
quanto subito da quelle popolazioni.<br />
In quel Gonfalone, infatti, appaiono i “Monumenti- Ossario”<br />
di Asiago, del Monte Grappa, del Cimone e del Pasubio.<br />
Ricordi del sacrificio delle migliaia e migliaia di militari caduti<br />
in quelle località. Ricordo incancellabile e perenne.<br />
Ricordando quelle località il pensiero non può non andare<br />
al sacrificio <strong>della</strong> gente che in quelle località vi abitava. Un<br />
riconoscimento già doveva andare alla Provincia per quanto<br />
subito dalle popolazioni in quella ormai lontana guerra.<br />
La seconda guerra mondiale, poi, ha lasciato un ulteriore e<br />
pesante segno. Non solo per le conseguenze delle terribili<br />
incursioni aeree patite da <strong>Vicenza</strong>, da Bassano del Grappa<br />
e da molti altri centri <strong>della</strong> provincia ma anche per altri<br />
fatti di guerra subiti dalle genti vicentine dopo l’8 settembre<br />
del 43’.Il più tremendo in Val d’Astico, a Forni e<br />
Pedescala. Nell’Altopiano dei Sette Comuni, in particolare<br />
a Camporovere. In Valle del Chiampo, a San Pietro<br />
Mussolino, nel bassanese, nella val Sugana e in altre contrade:<br />
distruzione e morte. Migliaia sono state le vittime!<br />
Tutta la Provincia, comunque, è stata oggetto di tali fatti<br />
con le conseguenti distruzioni di paesi e di contrade e con<br />
l’uccisione e deportazione di civili Il contributo di sangue<br />
è stato notevole. Quel contributo in morti e feriti che la<br />
popolazione <strong>della</strong> nostra Provincia ha dato nel corso delle<br />
passate guerre e, in particolare, nel corso dell’ultimo<br />
conflitto mondiale, deve essere ricordato. Il suo Gonfalone<br />
deve portare quel riconoscimento!<br />
Gli alpini vicentini, ricordando quei sacrifici invitano le<br />
Istituzioni preposte a richiederlo.<br />
Per ricordare, non è mai troppo tardi!<br />
Giuseppe Ottavio Zanon<br />
Marco Sella, Aldo Luccarda. Adriano Fanchin,<br />
Alessandro Cimberle, Federico Casarotto, Mariano<br />
Marcazzani, Roberto Manfron, Daniele Casarotto, Angelo<br />
Vallortigara, Tullio Sberze, Adalberto Cicchelero, Roberto<br />
Dalla Vecchia, Floriano Gonzato, Remigio Santacatterina,<br />
Pietro Roso, Franco Boschetti, Remigio Lotto, Remo Benetti,<br />
Massimo Bertorelle.
Lo Stato Italiano con la Legge 296/2006, ha concesso la<br />
“Medaglia d’onore” ai cittadini italiani (militari e civili) che<br />
nell’ultimo conflitto mondiale furono deportati o internati<br />
nei lager nazisti e, nel caso che il diretto beneficiario sia deceduto,<br />
al familiare più stretto.<br />
Premessa storica:<br />
Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 l’Italia sospese le<br />
ostilità contro gli Alleati e di fatto cessò di essere alleata nel<br />
conflitto con la Germania nazista.<br />
La Germania, oltre ad occupare militarmente quella parte<br />
dell’Italia non ancora conquistata dagli Alleati – sottoponendola<br />
poco dopo e in parte al governo <strong>della</strong> R.S.I., suo<br />
satellite – ebbe cura, sulla base di un piano già preordinato<br />
almeno dal 25 luglio ‘43, di neutralizzare tutte le Forze<br />
Armate italiane sia sul territorio nazionale sia sui fronti di<br />
guerra e di occupazione in cui si trovavano in quel momento<br />
(oltre che in Francia, sul fronte orientale, in Yugoslavia,<br />
Albania, Grecia).<br />
Con varie azioni di combattimento (Cefalonia) e con qualche<br />
lusinga (la promessa di essere rimpatriati), la Germania di<br />
fatto catturò, per destinarli al lavoro coatto, oltre 819 mila<br />
militari italiani che furono inviati nei campi di prigionia già<br />
predisposti soprattutto in territorio tedesco, austriaco e polacco,<br />
ma anche in Francia, Grecia, Yugoslavia, Cecoslovacchia,<br />
Ungheria e Urss.<br />
In un primo momento tutti i militari catturati furono considerati<br />
“prigionieri di guerra”, ma già nei primi giorni<br />
di prigionia furono dichiarati da Hitler I.M.I. “Internati<br />
Militari Italiani”.<br />
Con questa mossa, “giustificata” dal fatto che i militari italiani<br />
non potevano essere considerati prigionieri di guerra,<br />
in quanto Hitler considerava l’Italia – quella <strong>della</strong> R.S.I. -<br />
sua alleata, di fatto sottraeva alla tutela <strong>della</strong> Convenzione di<br />
Ginevra per i prigionieri di guerra tutti gli italiani, dando la<br />
più ampia libertà per il loro utilizzo.<br />
Come è noto fu proposto fin dall’inizio <strong>della</strong> detenzione, e<br />
più volte riproposto, di aderire, con tante minacce e qualche<br />
lusinga, alla R.S.I. ed alle formazioni combattenti delle<br />
SS. Il 90% dei militari italiani rifiutò l’adesione e preferì<br />
restare nei lager.<br />
I militari italiani furono rinchiusi in campi normalmente<br />
distinti tra quelli degli ufficiali e quelli dei sottufficiali e<br />
truppa. Questi ultimi furono coattivamente utilizzati nei<br />
lavori, specialmente per rimpiazzare i lavoratori tedeschi<br />
da destinare ai fronti di guerra. Essendo stati sottratti alla<br />
tutela ed assistenza <strong>della</strong> Convenzione di Ginevra, che pone<br />
regole e limitazioni all’impiego dei prigionieri in attività<br />
lavorative (divieto di lavorare nelle produzioni belliche ed<br />
in zone particolarmente pericolose) gli I.M.I. dovettero<br />
lavorare ovunque fosse ritenuto necessario dalle autorità<br />
naziste. Per lo più erano soggetti a stressanti turni di la-<br />
Riflessioni - 31<br />
Medaglia d’Onore ai reduci dei campi nazisti<br />
voro nelle fabbriche di produzione bellica, soggette a pesanti<br />
bombardamenti aerei, pure a rimuovere macerie ed a<br />
ripristinare le strutture distrutte dai bombardamenti stessi;<br />
alcuni furono avviati ai lavori agricoli, altri in miniera, altri<br />
a scavare trincee in prima linea.<br />
Stessa sorte, per quanto riguarda l’obbligo al lavoro, fu riservata<br />
ai civili italiani rastrellati in Italia (“lavoratori coatti”)<br />
ed avviati in Germania ed a quelli che, pur rimasti in<br />
Italia, dovettero lavorare per il fronte tedesco con la Todt:<br />
costruzione di fortificazioni, scavo di trincee e fosse anticarro,<br />
ripristino <strong>della</strong> viabilità stradale e ferroviaria colpita dai<br />
bombardamenti, ecc...<br />
Gli ufficiali furono particolarmente e continuamente sottoposti<br />
da parte tedesca e fascista ad un martellante richiesta<br />
di adesione alla continuazione <strong>della</strong> guerra a fianco <strong>della</strong><br />
Germania e alla R.S.I.<br />
Affrettarsi<br />
«Si consiglia vivamente di non perdere ulteriore tempo per<br />
presentare la domanda – avverte l’alpino Pierluigi Dossi di<br />
Montecchio Precalcino, che ci ha fornito la notizia dell’assegnazione<br />
<strong>della</strong> Medaglia d’onore – perché è già più di un<br />
anno che si è insediata la commissione incaricata dell’assegnazione.<br />
La medaglia viene concessa a tutti i cittadini<br />
italiani – civili e militari e, ove deceduti, ai loro famigliari<br />
– che dopo l’8 settembre 1943 furono catturati e detenuti<br />
dai tedeschi e non accettarono l’adesione alla RSI o alle formazioni<br />
naziste. È sperabile – auspica Dossi - che la concessione<br />
<strong>della</strong> “Medaglia d’Onore” ai viventi ed ai congiunti dei<br />
deceduti avvenga in forma solenne, coinvolgendo istituzioni<br />
e autorità, tale da essere momento di memoria e riflessione<br />
per tutti».<br />
Notizie dettagliate sugli aventi diritto e sulle modalità di presentazione<br />
<strong>della</strong> domanda si possono trovare nella sede <strong>della</strong><br />
<strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong>, nel Torrione in viale D’Alviano.<br />
Luigi Dossi
32 - Notizie familiari<br />
Arcugnano<br />
Fortunato Casarotto e Silene Bedin<br />
Nozze d’argento<br />
Creazzo<br />
Scapin Mario e Creazza Cinzia<br />
Valli del Pasubio<br />
Sergio Pozzera e Trattenero Domenica<br />
Nozze<br />
Monte di Malo<br />
Igor Stefani e Maira Martini<br />
Tonezza del Cimone<br />
Giovanni Dellai con Elisabetta Fontana<br />
San Pietro Mussolino<br />
Marco Posenato e Erica<br />
Stefano Vallarsa e Paola<br />
Valli del Pasubio<br />
Raffaele Dalla Riva e Natascia Sbabo<br />
Francesco Zanetti e Marzia Dal Santo<br />
Campedello<br />
Danilo Spolverato e Maria<br />
Nozze d’oro<br />
Arzignano<br />
Giuseppe Parise e Carla Repaccini<br />
Crespadoro<br />
Arrigo Dalla Valle e Marianna Galici<br />
annunciano la nascita di Daniel<br />
Montecchio Maggiore<br />
Paolo Tozzo ed Emanuela Zordan<br />
annunciano la nascita di Giulia<br />
Davide Zanni e Maura Caretta<br />
annunciano la nascita di Giacomo<br />
Farncesco Spinato e Martina Azzolin<br />
annunciano la nascita di Filippo<br />
Monte di Malo<br />
Andrea De Marchi e Silvia Spreggiaro<br />
annunciano la nascita di Aurora<br />
Velo D’Astico<br />
Daniele Zanetti e Eliana Munaretto annunciano<br />
la nascita di Chiara<br />
Zovencedo San Gottardo<br />
Mirco Casarotto e Monica Maran<br />
annunciano la nascita di Riccardo<br />
Camisano Vic.<br />
Franco Canton e Annarosa Marchiori<br />
annunciano la nascita di Riccardo<br />
Lino Marchiori e Bianca Perin<br />
annunciano la nascita di Mattia<br />
Isola Vic.<br />
Ongaro Angelo e Teresa<br />
Nati<br />
Camisano V.<br />
Conte Francesco e Fabris Margherita<br />
Noventa Vic.<br />
Willi Radon e Perla Cristofari<br />
annunciano la nascita di Viola<br />
Gambellara<br />
Walter Peroni e Cosetta Fossa<br />
annunciano la nascita di Veronica<br />
Longare<br />
Trevellin Andrea e Milena<br />
annunciano la nascita di Ginevra<br />
Creazzo<br />
Roberto Tecchio e Monica Girardello<br />
annunciano la nascita di Benedetta<br />
Chiampo<br />
Alessandro Pieropan e Silvia<br />
annunciano la nascita di Edoardo<br />
Stefano Faedo e Erica<br />
annunciano la nascita di Sebastiano<br />
Sarcedo<br />
Massimo Guerra e Kirstin Schroeder<br />
annunciano la nascita di Janes<br />
Fabio Guerra e Lisa di Quattro<br />
annunciano la nascita di Lucrezia
A ricordo del capitano Massarotto<br />
È andato avanti il capitano<br />
Amedeo Franco<br />
Massarotto, già capogruppo<br />
del gruppo<br />
alpini “Sante Beato”<br />
di Quinto Vicentino. I<br />
quali lo ricordano così:<br />
“Quando nel lontano<br />
1968 gli chiedemmo di<br />
esserci di aiuto e guida<br />
nel ricostruire il nostro<br />
gruppo, egli dimostrò<br />
tutta la comprensione<br />
e la disponibilità anche<br />
se il cuore lo legava ancora<br />
a Roncegno, alle sue montagne.<br />
Nel 1976, con il terremoto del Friuli, la sua guida attenta<br />
di capogruppo ci diede l’impulso che valse a determinare<br />
l’affiatamento tra i soci per la ricerca di quei valori che ci<br />
ha caratterizzati; ci donò l’esempio di una profonda dedizione,<br />
di tanto amore e di grande umiltà. Ci chiese di dedicare<br />
il nostro lavoro e i nostri sacrifici a coloro che sono<br />
stati privati provati dalla vita conoscendo la solitudine e la<br />
disperazione.<br />
Nel più grande silenzio accettando la sofferenza, con il ricordo<br />
dei suoi monti e rivolgendo una loda a Dio, è andato<br />
avanti. Di tutti i suoi insegnamenti ne siamo testimoni, e<br />
per la sua grande fede che ci ha profuso, gli saremo sempre<br />
grati e lo porteremo come esempio nei nostri cuori”.<br />
Francesco Rezzara<br />
è andato avanti<br />
Francesco Rezzara,<br />
classe 1922, è andato<br />
avanti. Nella comunità<br />
di Chiuppano<br />
dove viveva e dove<br />
era iscritto al gruppo<br />
alpini, Rezzara era<br />
noto col soprannome<br />
di Ceschi.<br />
Rezzara ha partecipato<br />
alla campagna di<br />
Russia nella 17esima<br />
batteria del Gruppo Udine del 3°Reggimento artiglieria<br />
da montagna. Un esperienza che lo colpì e lo segnò per<br />
tutta la vita tanto da scrivere un libro di memorie, “Ruski<br />
karasciò”. Tornato in Italia partecipò alla Resistenza<br />
Lutti - 33<br />
militando nelle fila <strong>della</strong> Brigata Pino che operava nella<br />
parte meridionale dell’Altopiano.<br />
Quanti lo hanno conosciuto ricordano come persona sempre<br />
impegnata nel tessuto sociale e associativo del paese.<br />
Al quale senza risparmiarsi ha notoriamente offerto e speso<br />
la sua vita.<br />
Addio Valentino Rigon<br />
Mentre si accingeva a raggiungere Bassano per l’Adunata<br />
Nazionale è scomparso Valentino Rigon, presidente <strong>della</strong><br />
<strong>Sezione</strong> di Sidney.<br />
Classe 1926, Rigon era nato a Lugo di <strong>Vicenza</strong> ed era emigrato<br />
negli anni ’50 in<br />
Australia. Iscrittosi nella<br />
locale <strong>Sezione</strong> Ana ne<br />
era diventato presidente<br />
negli anni ’90. Valentino<br />
Rigon aveva svolto il servizio<br />
militare al 6°Rgt<br />
Alp. Del Batg. Bolzano,<br />
nel 1948 alla 142esima<br />
compagnia.<br />
L’alpinità l’ha sempre<br />
contraddistinto, in patria<br />
e all’estero, dove ha fatto<br />
onore a se stesso, agli<br />
alpini e all’Italia.<br />
Armando Guderzo<br />
è andato avanti<br />
Agli inizi di giugno è<br />
andato avanti Armando<br />
Guderzo. Guderzo è<br />
stato per quarant’anni<br />
capogruppo di<br />
Montecchio Maggiore,<br />
nonché consigliere sezionale.<br />
Classe 1933,<br />
è stato alpino al 8°Rgt<br />
Alpini.<br />
Gli alpini di Montecchio<br />
Maggiore ricordano<br />
il loro amato<br />
presidente, condividendo<br />
con chi non lo<br />
conosceva le doti di generosità, alpinità e rigore morale<br />
che l’hanno sempre contraddistinto.
34 - “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…”<br />
arcuGNaNo<br />
Alpino Ottavio Busarelli<br />
cl. 1920 Btg Valleogra<br />
reduce campagna grecoalbanese,<br />
prigioniero<br />
arziGNaNo<br />
Alpino Egidio<br />
Marcheluzzo<br />
cl. 1931 8° Rgt. Alpini<br />
bressaNVido<br />
Sergente Carlo Paggiusco<br />
cl. 1931 8°Rtg Alpini<br />
Btg L’Aquila,<br />
già capogruppo<br />
campiGlia<br />
dei berici<br />
Alpino Renzo Guiotto<br />
cl. 1929<br />
6º Rgt. Alpini<br />
castelNoVo<br />
Alpino Mario Bottesin<br />
cl. 1923<br />
7° Rgt. Btg. Belluno<br />
chiampo<br />
Alpino Lino Faedo<br />
9°Rgt Alpini<br />
reduce,<br />
croce al valor militare<br />
Il vessillo sezionale è listato a lutto per la recente scomparsa di<br />
numerosi amici alpini. Alla loro memoria vada il nostro pensiero<br />
riconoscente per la dedizione associativa dimostrata. Ai congiunti<br />
dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più<br />
sentite condoglianze ed i sensi <strong>della</strong> solidarietà fraterna delle<br />
“penne nere” vicentine.<br />
chiuppaNo<br />
Alpino Adamo Marchetti<br />
cl. 1914 Btg Feltre reduce<br />
fronte greco-albanese<br />
coGollo<br />
del ceNGio<br />
Alpino Piermario Zorzi<br />
cl. 1938<br />
7°Rgt Alpini Btg Feltre<br />
creazzo<br />
Alpino Mauro Mantoan<br />
cl. 1957<br />
7°Rgt Alpini Btg Feltre<br />
creazzo<br />
Alpino Felice Schiavo<br />
cl. 1934<br />
Btg <strong>Vicenza</strong><br />
Fara ViceNtiNa<br />
Alpino Bortolo Barausse<br />
cl. 1937<br />
Btg Feltre<br />
Fara ViceNtiNa<br />
Alpino Battista Pellincl<br />
cl. 1931<br />
Btg Bassano<br />
FimoN<br />
Alpino Giuseppe Mattiello<br />
cl. 1937<br />
7°Rgt Alpini<br />
Gambellara<br />
Alpino Elia Vignato<br />
cl. 1928<br />
8º Rtg. Alpini<br />
GraNcoNa<br />
Alpino Aldo Cappellari<br />
cl. 1955<br />
Brigata Cadore
GrisiGaNo<br />
di zocco<br />
Alpino Cesare Crivello<br />
cl. 1942<br />
Brigata Cadore<br />
GrisiGaNo<br />
di zocco<br />
Alpino Giovanni Gottardo<br />
cl. 1951 7° Rgt. Btg. Feltre<br />
malo<br />
Alpino Francesco<br />
De Marchi<br />
cl. 1935 Btg <strong>Vicenza</strong><br />
malo<br />
Alpino Natalino Pizzolato<br />
cl. 1947 Btg Valcismon<br />
malo<br />
Art. Pietro Panizzon<br />
cl. 1942 Gruppo Agordo<br />
maraNo Vic.<br />
Alpino Luciano Doppio<br />
cl. 1937 7° Rgt.<br />
Btg. Pieve di Cadore<br />
moNte di malo<br />
Alpino Giuseppe<br />
Dal Maistro<br />
cl. 1933<br />
Btg. Pieve di C.<br />
moNte di malo<br />
Alpino Severino Pozzer<br />
cl. 1924<br />
Reduce Btg. <strong>Vicenza</strong><br />
passo di riVa<br />
Art. Francesco Giovanni<br />
Battilana<br />
cl 1932<br />
poiaNella<br />
Alpino Benedetto<br />
Menegazzi<br />
cl. 1942 7°Rgt Alpini<br />
Btg Belluno<br />
Velo d’astico<br />
Caporal Magg. Antonio<br />
Nicoletti<br />
cl. 1935 Btg. Belluno<br />
Velo d’astico<br />
Alpino Antonio Marzarotto<br />
cl. 1925 Brigata alp. Julia<br />
salViati di ViceNza<br />
Alpino Luciano Zancan<br />
cl. 1937<br />
7° Rgt. Alpini Btg. Feltre<br />
sarcedo<br />
Alpino Giuseppe Franzan<br />
cl. 1923<br />
Btg. Val Leogra<br />
sareGo<br />
Alpino Antonio Gazzetto<br />
cl. 1919 reduce e mutilato<br />
Campagna di Jugoslavia<br />
e prigioniero.<br />
Decorato di Croce al VM.<br />
s. bortolo<br />
saVeGNaGo<br />
Alpino Ferruccio Gardallin<br />
cl. 1942<br />
Gr. Conegliano<br />
sossaNo<br />
Alpino Sergio Lunari<br />
cl. 1939 7°Rgt Alpini<br />
Btg Belluno<br />
sossaNo<br />
Alpino Giovanni Battistella<br />
cl. 1934<br />
3º Rgt. Art. Alpina<br />
s. Vito leGuzzaNo<br />
Alpino Fedele Filippi<br />
Comando Truppe<br />
Brigata Cadore<br />
thieNe<br />
Alpino Nicola Alberini<br />
cl. 1915<br />
8° Rgt. reduce di Albania<br />
e Grecia<br />
toNezza del<br />
cimoNe<br />
Alpino Martino Fontana<br />
cl. 1946 6°Rgt Art. Mont.<br />
Gruppo Belluno<br />
torrebelViciNo<br />
Alpino Giuseppe Bellotto<br />
cl. 1937 Brigata Cadore<br />
torrebelViciNo<br />
Alpino Giuseppe Manozzo<br />
cl. 1921 9°Rgt Btg <strong>Vicenza</strong><br />
reduce campagna di Russia<br />
VillaGaNzerla<br />
Alpino Vittorio Chimetto<br />
8°Rgt Alpini<br />
cl. 1944<br />
zoVeNcedo-saN<br />
Gottardo<br />
Alpino Mario De Soghe<br />
cl. 1953<br />
7° Rgt. Btg. Pieve di Cadore<br />
35
Un alpino vicentino<br />
campione del mondo