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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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N = T/t +1<br />

t = T/N-1<br />

Le considerazioni di cui sopra valgono nel caso sia stato già stabilito, sulla base della produttività<br />

del pascolo e di una data disponibilità di superfici di pascolo il numero di animali (carico di<br />

bestiame)<br />

A = Q*S*P/q*k<br />

o, viceversa, dato il numero di animali stabilita la superfice da destinare al pascolo.<br />

S = A*q*P/Q*k<br />

Può risultare utile anche verificare in base alle condizioni date (S, A, Q, q, k) la durata del periodo di<br />

pascolo. Essa infatti in caso di carico animale elevato o di bassa Q (per esempio carenza idrica) può<br />

risultare inferiore al periodo stagionale potenzialmente utile per il pascolamento.<br />

Gestire l’eterogeneità del pascolo<br />

P = S*Q*k/A*q<br />

P = S*Q*k/A*q<br />

Nelle condizioni del pascolamento estensivo su pascoli naturali e semi-naturali l’eterogeneità del<br />

pascolo può essere molto accentuata. In montagna questa eterogeneità è accentuata; basti pensare<br />

all’effetto dell’esposizione, delle pendenze e delle variazioni di pendenza sulle condizioni di umidità<br />

del terreno e quindi sulla composizione floristica e la produttività. Anche in un sistema di pascolo<br />

libero o con suddivisione in grandi settori o stazioni di pascolo, come avviene nella maggior parte<br />

dei casi sui pascoli <strong>alpini</strong>, la conoscenza della struttura spaziale del sistema pascolivo può consentire<br />

di prevedere la distribuzione spaziale del carico di pascolo al fine della introduzione di accorgimenti<br />

o di pratiche di governo del bestiame atte ad ottenere una migliore utilizzazione delle superfici. I<br />

fattori che determinano la distribuzione spaziale degli animali pascolanti sono legati alle<br />

caratteristiche del cotico (struttura, produttività, qualità nutrizionale del foraggio) ma anche ad<br />

aspetti morfologici e topografici. La distanza, i dislivelli da superare per raggiungere un’area di<br />

pascolo, le asperità del terreno, la pendenza, la presenza di aree di riposo (caratterizzate da<br />

superficie piana e la possibilità di ombreggiamento), la vicinanza a punti di abbeverata, la posizione<br />

relativa ai percorsi tipo effettuati dagli animali, condizionano l’utilizzabilità da parte degli animali<br />

delle superficici pascolive.<br />

L’esperienza o l’osservazione consentono di conoscere la struttura spaziale del pascolo e di<br />

intervenire per rimuovere i fattori che limitano o impediscono il pieno utilizzo della produttività<br />

potenziale. L’intervento più comune a questo proposito riguarda i trasferimenti del gruppo di<br />

animali che vengono effettuati dai pastori. Spesso invece di lasciare agli animali la scelta delle aree<br />

di pascolo verso le quali dirigersi sono i pastori a guidare il gruppo sino alle zone di pascolo o sino a<br />

punti da cui essi non possono che proseguire verso determinate aree. I pastori utilizzano questo<br />

metodo per migliorare l’utilizzo delle aree più decentrate del pascolo o quelle il cui utilizzo implica<br />

il superamento di tratti di terreno accidentato che gli animali spontaneamente non effettuerebbero.<br />

I trasferimenti oltre che a far dirigere al mattino il gruppo di animali al pascolo verso determinate<br />

aree di pascolo diurno possono essere effettuati nel corso stesso della giornata quando il pastore<br />

valuta che sia necessario stimolare l’attività di pascolo. Oltre a trasferire gli animali i pastori<br />

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