Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini
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Valsàssina (Ducato di Milano) e di qui alla bassa pianura milanese: donde la frequenza di cognomi<br />
tipici di Taleggio nel Milanese, nel Lodigiano e nel Pavese oltre che nel Lecchese (Manzoni,<br />
Arrigoni, Taeggi, Galbani, Arnoldi, Invernizzi, Orlandi, ecc.)”. Questa osmosi tra Valli brembane e<br />
Valsassina nell’ambito della storia dei bergamini induce ad individuare il Culmine di S.Pietro come<br />
un “centro simbolico” di questa realtà; ciò non solo per ragioni geografiche ma, soprattutto per la<br />
presenza di una chiesa che ha rappresentato in passato il punto di riferimento religioso dei<br />
bergamini, essendo anche una parrocchia molto particolare,attiva solo durante il periodo di pascolo.<br />
Il ruolo dei bergamini negli ultimi due secoli<br />
Al secondo interrogativo che abbiamo posto, relativo cioè alle modalità attraverso le quali anche<br />
dopo la sedentarizzazione delle prime generazioni di bergamini/malghesi hanno continuato ad<br />
incidere significativamente sul sistema zootecnico della bassa e sulla nascita dell’industria casearia<br />
è possibile secondo noi fornire adeguata spiegazione attraverso l’indagine storica. Il periodo da<br />
esaminare (XVIII-XX secolo) è ancora abbastanza vicino per poter disporre non solo di fonti scritte,<br />
ma anche di una messe di fonti orali che, se non raccolte in modo sistematico secondo precisi intenti<br />
di ricostruzione storica, rischiano di essere irrimediabilmente perdute. Relativamente al fenomeno<br />
bergamino negli ultimi secoli non mancano squarci interessanti sulla sua dimensione sociale e<br />
culturale, ma la frammentarietà delle informazioni non consente di delineare un quadro abbastanza<br />
nitido.<br />
Il legame con il mondo “bergamino” degli agricoltori stanzializzati (e divenuti “fittavoli”) può<br />
essersi mantenuto attraverso i rapporti parentali (i “bergamini” anche dopo generazioni dalla<br />
stanzializzazione continuano a praticare l’endogamia all’interno del gruppo d’origine che- aspetto<br />
fondamentale- continua a comprendere gruppi residenti nelle comunità d’origine), ma anche<br />
attraverso l’affermarsi della pratica dell’alpeggio del bestiame da parte degli allevatori stanziali<br />
della bassa, pratica ancora significativa negli anni ’50 del XX sec. E’ probabile che gli aspetti<br />
<strong>zootecnici</strong> e quelli sociali del persistente rapporto tra i discendenti dei bergamini e la montagna<br />
tendessero a rafforzarsi reciprocamente. Il forte legame del mondo “bergamino” con le tradizioni è<br />
testimoniato anche da manifestazioni di forte valore simbolico come la presenza –poco o nulla<br />
legata ad interessi economici- di allevatori della bassa di origine bergamina a fiere zootecniche di<br />
montagna come quella di Pasturo in Valsassina.<br />
Bergamini e circuito economico<br />
Il ruolo tutt’altro che marginale esercitato dai malghesi nell’ambito dell’economia della “bassa”<br />
anche in epoche non lontane può essere spiegato con l’importanza della funzione di raccordo tra le<br />
risorse della montagna e della pianura. Quest’ultima fino a pochi decenni fa (e cioè sino<br />
all’avvenuto risanamento del bestiame dalle forme tubercolari legato alla diffusione delle misure<br />
profilattiche e alla rivoluzione nelle tipologie costruttive dei ricoveri) era, è bene ricordarlo,<br />
totalmente dipendente dalla montagna per il rifornimento del giovane bestiame mentre la stesse<br />
condizioni di efficienza produttiva e riproduttiva delle bovine adulte erano largamente dipendenti<br />
dalla “ginnastica funzionale” praticata sui pascoli <strong>alpini</strong> e pre<strong>alpini</strong>.<br />
Ma il ruolo dei bergamini non si esauriva in una funzione di raccordo tra risorse della montagna e<br />
della pianura. Esso consisteva anche in un importante ruolo commerciale che può spiegare il grande<br />
sviluppo nella bassa dell’economia non solo agrozootecnica ma anche agro-alimentare. Già si è<br />
accennato al legame tra la transumanza gestita dai bergamì e il sorgere a Melzo e a Gorgonzola di<br />
un formidabile polo caseario che con il tempo ha assunto importanza anche al di là dell’ambito<br />
regionale. Il formaggio Taleggio (tradizionalmente indicato come “stracchino”) e il Quartirolo<br />
lombardo sono prodotti strettamente legati nella loro origine alla transumanza. Ma la storia di questi<br />
prodotti tipici e del caseificio lombardo non è certo da ridurre al contributo di tecnica casearia<br />
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