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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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pascolo (l’uso del termine malga in questa accezione è comune all’area che comprende le alte valli<br />

del Bitto e la Valtartano, aree legate da una cultura comune alla Valbrembana in ragione di antiche<br />

migrazioni dalla Valbrembana stessa alle limitrofe valli orobiche valtellinesi). Bergamino è quindi<br />

colui che guida la mandria in trasferimento. La comune radice berg (montagna) potrebbe lasciare<br />

aperta l’ipotesi di un significato del termine bergamino (colui che guida la mandria in montagna)<br />

diversa da quella legata alla provenienza territoriale dei mandriani transumanti? Crediamo, però,<br />

che l’ipotesi possa essere scartata sulla base della considerazione storica che l’utilizzo del termine<br />

“bergamino” nella “bassa” è stato preceduto da quello di “pergamasco” che non lascia spazio ad<br />

alcun dubbi circa il riferimento ad una provenienza da Bergamo.<br />

Sorge allora un interrogativo cui appare subito interessante poter rispondere: perché questo nesso<br />

indiscusso tra le valli orobiche (compresa la Valsassina) e la transumanza bovina?<br />

Una spiegazione appare legata alle caratteristiche favorevoli per il pascolo bovino dei pascoli alti<br />

dell’alta Val Brembana della Valtaleggio, della Valsassina e di una parte della Valseriana alla<br />

relativa scarsità, in queste stesse aree, di foraggi in grado di consentire il mantenimento invernale<br />

del bestiame bovino e alla facilità di accesso alla pianura<br />

Questa ipotesi che tiene conto di caratteristiche morfologiche e geografiche delle valli orobiche si<br />

colora di aspetti storico-politici qualora si consideri che lo stretto legame tra Valli bergamasche e<br />

territorio milanese ha potuto essere favorito dall’appartenenza allo Stato di Milano di alcuni territori<br />

della Val Taleggio e della Vallimagna all’interno del “triangolo d’oro” dei bergamini.<br />

E’indubbio che il binomio pianure del milanese e valli bergamasche (mediato dalle terre brembane<br />

milanesi e dalla Valsassina) rappresenti una spiegazione del fenomeno bergamino. L’emergere del<br />

ruolo dei mandriani transumanti bergamaschi nell’ambito della complessiva realtà alpina può essere<br />

spiegato infatti non solo con la complementarietà di risorse agricole del piano e delle valli, ma<br />

anche con una felice combinazione di capacità tecniche e imprenditoriali valligiane e la<br />

disponibilità nell’ambito del milanese di ingenti risorse economiche originatesi dalle fiorenti attività<br />

commerciale e industriali cittadine e destinate, dalle classi dirigenti milanesi, alla modernizzazione<br />

dell’agricoltura. Ciò è tanto più vero quanto più si consideri che la fertilità del terreno della Bassa è<br />

il risultato di massicci investimenti finanziari operati a partire medioevo e non da una situazione<br />

naturale originaria.<br />

All’interno del fenomeno bergamino comunque al di là dei rapporti territoriali a lunga distanza con<br />

la pianura sembra che abbiano avuto grande importanza anche i rapporti intervallivi ed in<br />

particolare quelli con la Valsassina. Come abbiamo visto il confine tra la repubblica di Venezia e il<br />

Ducato di Milano non correva lungo lo spartiacque (tutt’oggi Morterone alla testata della<br />

Valtaleggio appartiene alla provincia di Lecco); questa circostanza, unita alla presenza di “goggie”<br />

che rendono difficile il collegamento con il fondovalle brembano, ha ovviamente facilitato il<br />

passaggio verso la Valsassina. Si deve anche osservare come tra la Valsassina e valli brembane la<br />

cresta montuosa lascia il posto in più punti ad ampie distese di pascoli a lieve pendio (Piani di<br />

Bobbio, Piani di Artavaggio) che, non a caso furono aspramente contese tra le comunità dei due<br />

versanti non risultando agevole l’individuazione delle linee di confine (si veda la “guerra dei Piani<br />

di Bobbio che nel 1735 portò ad un conflitto a fuoco tra allevatori di Valtorta e di Barzio).<br />

Una certa omogeneità a cavaliere del confine politico era legata anche alla appartenenza di Averara,<br />

Torta e Taleggio alla Pieve di Primaluna in Valsassina (Riceputi, 1997); queste parrocchie pertanto<br />

seguivano il rito ambrosiano. Se si aggiunge che le valli Taleggio e di Averara rappresentavano<br />

“terre separate” caratterizzate da privilegi giurisdizionali, confermati dai Duchi di Milano prima e<br />

dalla Serenissima, si comprende come il confine che separava la Valsassina dalla Valbrembana non<br />

fosse un elemento tale da ostacolare scambi e contatti ma semmai di promuoverli. E’ noto infatti<br />

che tra i due versanti il movimento di prodotti, bestiame e uomini fu nei secoli sempre intenso. Dal<br />

punto di vista della storia dei bergamì risulta molto importante la secolare emigrazione di allevatori<br />

verso la Valsassina. Come riporta Nangeroni (1958): “Nei secoli scorsi, vi fu una notevole<br />

migrazione di abitanti dediti all’allevamento da questa valle [la Val Taleggio] alla contigua<br />

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