Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini
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della difficoltà di recupero di una piena competenza linguistica; d’altra parte l’interesse per l’antica<br />
lingua dei pastori testimonia come il pastore di oggi sia ancora interessato a fare valere una sua<br />
identità specifica. Il gaì è stato considerato un gergo o, equivocando la figura sociale del pastore,<br />
una lingua degli “esclusi”, una “lingua di classe” (SANGA, 1977). Sicuramente il gaì è parte<br />
dell’identità del pastore bergamasco e dei pastori transumanti delle aree geograficamente e<br />
culturalmente contigue ed in un certo senso è un “fossile linguistico” che grazie ad un carattere<br />
fortemente conservativo ha trasmesso ai nostri giorni materiali elementi di substrato linguistico<br />
molto antichi. Come molti “gerghi” anche il gaì ha contribuito al patrimonio lessicale del dialetto e,<br />
in tempi recenti dell’italiano regionale. Sul gaì esiste una letteratura abbastanza copiosa a partire dai<br />
classici studi del Tiraboschi (1864, 1879) e dal famoso lessico del FACCHINETTI (1921). Numerose<br />
le pubblicazioni recenti sul gaì (DE CAMPO, 1970; SANGA, 1977; AMERALDI, 1989; GOLDANIGA,<br />
1995). Il tema del gaì è stato trattato anche dal VOLPI nella sua opera “Usi e costumi bergamaschi”<br />
(1937) e dalla CARISSONI (1985) nel suo fondamentale lavoro sui pastori bergamaschi.<br />
Evoluzione recente della transumanza bergamasca<br />
Le condizioni di vita del pastore per quanto disagiate sono notevolmente cambiate negli ultimi anni.<br />
Nell’attività della transumanza si può rintracciare un “nocciolo” di elementi costanti e vari aspetti<br />
suscettibili di evoluzione. Abbiamo già messo in evidenza come la transumanza si sia evoluta nel<br />
corso dei secoli modificando molti dei suoi aspetti tanto che l’immagine di un’attività sempre<br />
uguale a sé stessa, caratterizzata da immutabili tratti di arcaismo che si sono perpetuati da un<br />
remoto passato ad oggi risulti del tutto infondata. E’ indubbio che il pastore, dovendo oggi<br />
sorvegliare con un aiutante 1.000 capi, invece dei 150 del passato, pur dedicando meno tempo alla<br />
sorveglianza del gregge è più impegnato in altre operazioni relative alla cura degli animali. Mentre,<br />
però, una volta normalmente dormiva sotto le stelle, utilizzando un telo come giaciglio, le scarpe o<br />
le rive di un fosso come cuscino, il tabarro come coperta (magari tenendosi vicina qualche pecora<br />
per fornire un po’ di calore in caso di freddo pungente), oggi utilizza dei mezzi attrezzati a rustico<br />
camper. La disponibilità di automezzi a trazione integrale ha facilitato anche i trasporti del<br />
materiale necessario.<br />
L’immagine del pastore che si prepara la polenta sotto le stelle è almeno in parte anacronistica dal<br />
momento che, se anche in passato i pastori non disdegnavano frequentare le osterie per rifocillarsi,<br />
oggi, di norma, pranzano in trattoria. Il peröl, però, non manca quasi mai anche al giorno d’oggi.<br />
Anche oggi in alcune circostanze la vita del pastore non è comunque priva di disagi, legati spesso<br />
alle avversità climatiche.<br />
Le modificazioni introdotte nel sistema di pastorizia transumante sono state rese possibili anche<br />
grazie all’introduzione di nuovi mezzi messi tecnici. Ultimamente i pastori che, in precedenza,<br />
avevano iniziato a munirsi di radiotrasmittenti per restare in contatto con le famiglie, utilizzano<br />
normalmente il telefonino, non solo per comunicare con la famiglia, ma per svolgere le transazioni<br />
commerciali, senza allontanarsi dal gregge, e organizzare gli spostamenti.<br />
Sicuramente tra le varie tecnologie moderne questa sarebbe la più apprezzata dai pastori del<br />
passato. Di grande aiuto risultano anche le recinzioni mobile di rapida realizzazione costituite da<br />
paletti in plastica con anima e punta metallica collegati da una rete in materiale sintetico e<br />
facilmente infissi nel terreno e rimossi. Questa innovazione è di grande importanza consentendo di<br />
radunare e<br />
confinare rapidamente e facilmente il gregge. Ciò consente sia di evitare danni alle coltivazioni che<br />
di poter eseguire più agevolmente delle operazioni sugli animali: marcature, trattamenti sanitari. In<br />
generale la possibilità di realizzare recinzioni mobili allevia di molto il compito di sorveglianza del<br />
gregge; un’indagine recente (RIZZI ET AL. 1998) ha messo in evidenza come solo in un terzo dei casi<br />
il pastore resti presso il gregge durante la notte mentre nel 10% dei casi le pecore sono ricoverate in<br />
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