08.06.2013 Views

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Dopo l’alpeggio e l’eventuale permanenza sui maggenghi il gregge si sofferma per un periodo<br />

abbastanza breve nei paesi di origine dei pastori (Parre, Clusone, Rovetta e altri della Valseriana.<br />

Tale sosta è più breve che nel passato anche perché le possibilità di pascolo nei fondovalle e sugli<br />

altipiani (sui “pascoli di casa”) si sono ridotte in relazione ad una espansione degli insediamenti<br />

residenziali e produttivi spesso disordinata e poco attenta alle esigenze della produzione<br />

agrozootecnica. Giusto il tempo necessario per la tosa e l’esecuzione dei trattamenti sanitari e si<br />

riparte. Qualche anno fa era stato realizzato a Clusone un moderno impianto per l’effettuazione dei<br />

bagni a base di prodotti contro i parassiti della cute; purtroppo l’applicazione delle norme in materia<br />

di trattamento delle acque reflue ha determinato la cessazione di questa attività. Si pensa, però, di<br />

riutilizzare le strutture esistenti al servizio delle greggi in transito.<br />

Trasferimento dai monti al piano<br />

Il trasferimento in pianura avviene per mezzo di autoarticolati attrezzati per il trasporto del<br />

bestiame. Diversi greggi si spostano ancora a piedi sfruttando ovviamente vie di comunicazione ed<br />

orari con scarso traffico. L’aumento del traffico e della densità della rete viaria crea inevitabilmente<br />

delle difficoltà per lo spostamento dei greggi. Esse appaiono legate anche all’ottenimento delle<br />

debite autorizzazioni che sono condizionate alla situazione del traffico. Da parte degli utenti si<br />

nota, però, un atteggiamento più tollerante rispetto a qualche anno fa; probabilmente ciò è legato<br />

alla maggiore sensibilità nei confronti di un’attività che trasmette un’immagine ecologica e antica.<br />

Anche se i percorsi dei greggi hanno dovuto subire delle variazioni rispetto al passato ll pastore<br />

dimostra di adattarsi molto bene alle trasformazioni del territorio. Oggi utilizza le autostrade, che<br />

costituiscono delle vere e proprie “barriere naturali”, in modo non molto diverso da come utilizzava<br />

i fiumi spostandosi lungo i loro bordi dove, a volte, riesce nelle “zone di nessuno” utilizzabili anche<br />

per il pascolo.<br />

In passato venivano organizzati anche trasporti ferroviari con carri bestiame tra la<br />

Vallecamonica e Cremona e, ancora più in là nel tempo, era praticato anche il trasporto<br />

lacuale. GOLDANIGA (1995) riferisce che le greggi si imbarcavano a Pisogne per<br />

raggiungere Iseo o Sarnico a seconda della destinazione finale. La via d’acqua era più<br />

costosa ma, ovviamente più comoda. In alternativa le greggi che si dirigevano verso<br />

Rovato e Chiari o Soncino, dovevano raggiungere Fraine, salire il monte Zone e<br />

scendere a Marone, sulla riva del lago, per raggiungere Iseo. I pastori camuni che si<br />

dirigevano nel milanese dovevano invece transitare per Lovere e di qui raggiungere la<br />

Val Cavallina e Gazzaniga. Il percorso della transumanza durava circa dieci giorni.<br />

.<br />

La pianura (la batìda)<br />

L’area all’interno della quale il gregge si sposta nel periodo invernale può essere più o meno<br />

ristretta; spesso è costituita da un comprensorio di 3-4 comuni. All’arrivo della primavera, con le<br />

semine, il pastore è costretto a spostarsi in aree diverse da quelle utilizzate nel periodo tra novembre<br />

e febbraio quando può usufruire delle ampie superfici lasciate libere dalla raccolta del mais e lasciar<br />

pascolare le pecore sulle stoppie. Quello primaverile è forse il periodo più difficile perché sono più<br />

frequenti i rischi di sconfinamento in terreni dove possono essere arrecati danni all’agricoltura. In<br />

mancanza di zone di pascolo utilizzate sulla base di accordi di vario tipo, normalmente non scritti,<br />

con i proprietari, i pastori devono utilizzare i bordi dei canali, le ripe, le zone fluviali dove sono<br />

utilizzati i terreni demaniali sino a sfruttare ogni striscia verde disponibile. A volte i pastori<br />

dispongono di “punti d’appoggio” costituiti da ricoveri più o meno precari eretti in terreni presi in<br />

33

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!