Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini
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una opera di ricostruzione che ha favorito un rapido decollo industriale e l’esodo rurale, l’abbandono<br />
della zootecnia e delle superfici foraggere permanenti ha conosciuto una dimensione di dimensioni<br />
impressionanti.<br />
Alcuni equivoci da chiarire<br />
L’attività pastorale viene a volte confusa con l’allevamento degli ovini e dei caprini; a volte nel<br />
linguaggio corrente è declassata a sinonimo di attività di allevamento primitiva. Per quanto riguarda<br />
l’errore legato alla identificazione tra allevamento ovicaprino e attività pastorale si può osservare che,<br />
tradizionalmente, queste specie sono più frequentemente utilizzate nell’ambito di sistemi <strong>pastorali</strong>. E’<br />
facile, osservare, però, che anche l’allevamento ovino e caprino può essere realizzato secondo modalità<br />
intensive e non possedere caratteristiche “<strong>pastorali</strong>” (vedi i modernii allevamenti caprini da latte intensivi<br />
tendenzialmente “senza terra” non privo di precedenti storici legati al ruolo della capra quale fonte di<br />
approvvigionament di latte fresco alimentare). Quanto all’idea di arcaicità evocata dall’attività pastorale<br />
esso rappresenta uno degli equivoci della modernità che tendeva a identificare nei sistemi intensivi<br />
l’unico modello cui avrebbero dovuto conformarsi tutti i sistemi produttivi animali e nei sistemi <strong>pastorali</strong><br />
un “residuo del passato” destinato a scomparire.<br />
Mungitura delle capre in alpeggio<br />
Ciò che contraddistingue l’attività pastorale dall’attività agrozootecnica è l’utilizzo di risorse pascolive in<br />
larga natura “spontanee” reperibili nell’ambito di larghe superfici spesso al di fuori del contesto<br />
dell’azienda agraria, fertilizzate solo dalle deiezioni degli animali pascolanti. Sul carattere “spontaneo”<br />
delle risorse degli ambienti <strong>pastorali</strong> c’è da osservare che solo di rado l’attività pastorale non influisce<br />
sulle formazioni vegetali e che spesso la vegetazione utilizzata anche nel contesto di sistemi pascolivi<br />
intensivi si discosta sensibilmente dalla vegetazione climax pur presentando un carattere di stabilità (tanto<br />
da definire degli antropoclimax). Il presunto carattere “spontaneo” o “naturale” delle risorse pabulari<br />
utilizzate dai sistemi <strong>pastorali</strong> non può essere il criterio decisivo per discriminare i sistemi <strong>pastorali</strong> da<br />
quelli <strong>zootecnici</strong>. Da questo punto di vista contano più i criteri di carattere agronomico ed economicogiuridico.<br />
Mentre la zootecnia presuppone l’azienda agraria ed è in connessione con l’agricoltura la<br />
pastorizia può esercitarsi in modo del tutto indipendente dalle attività agricole. Dal punto di vista<br />
giuridico l’attività pastorale si sviluppa al di fuori della proprietà privata presupponendo superfici di<br />
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