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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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Tra le esperienze più avanzate di supporto attivo di un Parco alle attività agrozootecniche presenti<br />

all’interno del proprio perimetro citiamo quella del Parco naturale Paneveggio Pale di S. Martino<br />

(Trento) limitandoci a indicare le iniziative da esso promosse a favore della filiera zootecnico-casearia<br />

(produzione foraggera dei prati e, sopratutto, dei pascoli, ricadenti per la stragrande maggioranza<br />

all’interno del Parco, produzione di formaggi tipici da parte del locale Caseificio sociale di Primiero);<br />

esse hanno riguardato:<br />

• promozione di un indagine da parte dell’Ente Sviluppo Agricolo Trentino (Esat) sulle tipologie<br />

pascolive e prative;<br />

• concessione di contributi per il mantenimento dei prati e dei pascoli sulla base della differente<br />

valenza ambientale (individuata attraverso l’indagine sulle tipologie) al fine di incentivare la<br />

continuità di utilizzo anche di quelle situazioni dove la coltivazione non è eseguita da agricoltori a<br />

titolo principale (in grado di usufruire dei contributi provinciali) e dove non è possibile la<br />

meccanizzazione delle operazioni di sfalcio e raccolta del foraggio;<br />

• integrazione del reddito agricolo sotto forma di incentivi per la realizzazione di coperture<br />

tradizionali degli edifici rurali (con scandole 65 ) e per il mantenimento dei tratti caratteristici delle<br />

sistemazioni esterne dei fabbricati, per la realizzazione di recinzioni in forma tradizionali (steccati)<br />

in sostituzione del filo di ferro (o, peggio, spinato);<br />

• finanziamento di due studi sulla caratterizzazione dei formaggi prodotti con latte prodotto in malga:<br />

analisi della biodiversità batterica del formaggio “Nostrano di Primiero” e analisi innovative<br />

(isotopiche e aromatiche) per la marcatura dei formaggi prodotti con latte di malga;<br />

• utilizzo del logo del Parco sul formaggio prodotto dal caseificio locale;<br />

• organizzazione di escursioni guidate (con personale del Parco) alle malghe e di dimostrazioni presso<br />

le medesime di dimostrazioni di caseificazione e di degustazioni;<br />

Parole d’ordine come “qualità territoriale” “marketing territoriale” “certificazione di compatibilità<br />

ambientale di filiera” sono oggi moneta corrente nei piani dei Parchi mentre diversi Parchi<br />

promuovono progetti basati sul pascolo di ovini ed equini (Sibillini con la pecora Soparvissana, Froane<br />

con la pecora Brianzola, Monte Barro con gli asini). Nel Parco del Monte Barro il pascolo con gli asini<br />

mira a proteggere preziosi endemismi che la “rinaturalizzazione” (ma in realtà il processo di<br />

abbandono è un processo sociale che contrasta con millenni di un influsso antropico con caratteri esso<br />

stesso di fattore “naturale” di creazione del paesaggio) mette a rischio. Nel Parco delel Groane<br />

salvando una razza in via di estinzione (la pecora Brianzola) si ottiene l’obiettivo di “salvare” un<br />

paesaggio vegetale semi-naturale tipico quale la brughiera a Calluna vulgaris.<br />

Emblematica del superamento della fase di atteggiamento fortemente conflittuale tra Enti Parco e<br />

attività agrosilvo<strong>pastorali</strong>, ( anche perché riguarda il primo Parco Nazionale istituito in Italia: quello del<br />

Gran Paradiso già riserva di caccia dei Savoia) è la testimonianza del Dr.Emanuele Dupont, Direttore<br />

della ricerca applicata all’Institute Agricole Régional di Aosta:<br />

“Fino a 10 anni fa, se avessero potuto far scomparire le vacche dai nostri alpeggi, i dirigenti dell’Ente<br />

Parco sarebbero stati contenti. Oggi invece si sono resi conto che esiste un equilibrio tra quello che<br />

mangiano le vacche e quello che poi mangiano gli stambecchi e camosci; sono quindi gli stessi dirigenti<br />

dell’Ente Parco che chiedono agli allevatori di andare in alpeggio. Addirittura gli alpeggi di proprietà<br />

del Parco Nazionale del Gran Paradiso sono affittati a titolo gratuito agli allevatori che salgono in<br />

malga. Si è quindi completamente rovesciata la situazione”<br />

Uno dei temi Progetto di “adozione” da parte dei Parchi di razze autoctone di specie di animali di<br />

interesesse zootecnico in via di estinzione: In realtà, pur non esistendo in Italia razze esclusive di<br />

Parchi o altri tipi di aree protette sono numerose le razze autoctone a limitata diffusione meritevoli di<br />

azioni di salvaguardia e valorizzazione: I Parchi in quanto ambiti di valore naturalistico e paesistico<br />

65 .... di larice trattate<br />

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